Pietro Berti

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Anchorage

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sabato 15 gennaio 2011

Graffiti writing e graffitari



Il writing, è una manifestazione sociale, culturale e artistica diffusa in tutto il pianeta, basata sull'espressione della propria creatività tramite interventi pittorici sul tessuto urbano. Correlata ad essa sono gli atti dello scrivere il proprio nome d'arte (tag) diffondendolo come fosse un logo. Il fenomeno, ricordando la pittura murale (murales - disegni su muro), è da alcuni ad essa accostato, e viene spesso associato ad atti di vandalismo, poiché numerosi adepti utilizzano come supporti espressivi mezzi pubblici o edifici di interesse storico e artistico.
Generalmente, i writer più vicini ad un lavoro di ricerca artistica tendono a esprimersi in campi più protetti, come nelle "hall of fame", spazi a disposizione dei writer in cui dipingere più o meno legalmente (siano questi muri esplicitamente dedicati dalle amministrazioni comunali all'espressione della "spray-can art" - un modo, questo, per cercare di arginare il dilagare del fenomeno nel contesto dei centri storici o di quartieri residenziali - o siano luoghi siti in periferie degradate o di poco interesse o difficilmente raggiungibili in cui, per un tacito accordo con gli organi deputati al controllo dell'ordine pubblico, si lascia ai writer "carta bianca" e una relativa tranquillità per dipingere ). I writer che scelgono di esprimersi per lo più in contesti del genere, attraverso la scelta consapevole e responsabile del supporto per la pittura, si distinguono da quelli che intervengono anche su edifici di interesse storico e artistico.
Ogni writer, qualsiasi sia la sua inclinazione e provenienza, ricerca e studia un'evoluzione personale, per arrivare ad uno stile proprio in modo tale da distinguersi dagli altri ed essere notato maggiormente.
Nel corso degli anni molti artisti hanno comunque maturato nuove tendenze creative per cui, pur mantenendo radici nel graffiti writing, si è riusciti a sconfinare nella tipografia, nel design, nell'abbigliamento, contaminando il tipico stile degli anni '80 con ideali più razionali e vicini alla grafica. Si parla di tendenze artistiche "post-graffiti" in particolare riferendosi alla street art, e di Graffiti Design per le influenze oramai evidenti nelle tecniche pubblicitarie e nella moda. È possibile affermare che molti artisti oramai integrati nel sistema convenzionale del mercato dell'arte, traggono il loro valore da esperienze precedenti spesso formalmente illegali. Non è una novità osservando i risvolti delle avanguardie di primo Novecento, oppure gli happening degli anni Settanta, tuttavia movimenti del genere non avevano mai raggiunto una scala globale. Il confine fra arte e vandalismo e tra fascino e illegalità contiene quindi una vasta gamma di sfumature, e ad illuminare il pubblico, spesso capace di interpretare correttamente gli stilemi ed i concetti proposti, ci hanno pensato artisti e designer ormai di fama internazionale come il tedesco Mirko Daim Reissler, l'inglese Banksy, i francesi 123 Klan, lo spagnolo La Mano, l'olandese Neck, l'italiano Eron, volutamente evitando la scena americana, totalmente diversa da quella europea.[senza fonte]
Indice[nascondi]
1 Graffiti writing
2 Origini del graffiti writing
3 Graffiti writing, Aerosol-Art e Graffiti-Logo
4 Tag e crew
5 La street art
6 Il post-graffiti
7 Graffitismo: arte o crimine?
8 Influenza nei media
9 Bibliografia
9.1 In lingua italiana
9.2 In lingua inglese
10 Note
11 Altri progetti
12 Collegamenti esterni
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Graffiti writing [modifica]
L'obiettivo di ogni writer è sia raggiungere una certa fama all'interno della "scena" dei graffiti, sia far conoscere il proprio nome a chiunque; per questo è di fondamentale importanza una certa visibilità delle opere, sia essa ottenuta grazie ad una presenza imponente di tag (firme), bombing (scritte semplici e veloci con contorno e un colore di interno), pezzi (graffiti con lettere evolute e di vari colori) e pezzi monumentali ovvero bianconi o argentoni chiamati anche block (fatti con la tempera o l'argento oltre che nelle strade soprattutto lungo le ferrovie). Oltre alla fama si pone un altro elemento: l'espressione personale. Molto spesso questo bisogno è fine a se stesso, e alla soddisfazione individuale di vedere una propria opera in un contesto urbano , fuori dagli schemi che il sistema impone. La differenza tra atti di vandalismo e il "writing" è da ricercarsi nelle motivazioni che spingono a dipingere. L'intero fenomeno del writing arriva con tale impatto allo spettatore da non poter esser frainteso: basti pensare all'evidenza delle allusioni, spesso politiche e di protesta sociale, di una sua nuova derivazione quale può esser la Stencil-art. Il senso espressivo dovrebbe comunque esser evidente a chiunque: dietro alle forme ed all'evoluzione delle lettere c'è un lungo studio, fatto di bozze preparatorie ed ispirazioni provenienti dall'ambiente che circonda il writer in questione. Ogni persona vive in un determinato ambiente e viene influenzato direttamente e profondamente nel proprio modo di fare e di agire. Lo stesso avviene per colui che opera nella città (come lo fanno i writers e gli street artist) e che ha al contempo una missione personale e universale: esprimersi e farsi conoscere. Di conseguenza ogni nazione e città ha scuole di stili diversi: lo stile tedesco (tendente per lo più al Wild Style newyorkese con lettere sottili e intrecciate o fortemente accostate), lo stile brasiliano, lo stile romano (lettere tondeggianti, tendenti al bomb-style e al Throw up ma più studiato) e via dicendo.
Origini del graffiti writing [modifica]
Sebbene le sue origini si possono far risalire all'abitudine dei soldati alleati nel corso degli anni quaranta di disegnare lo scarabocchio Kilroy, il writing nasce a Filadelfia nei tardi anni sessanta sui treni e si sviluppa in seguito a New York negli anni settanta fino a raggiungere una prima maturità stilistica a metà degli anni ottanta.
Nel 1972-75 appaiono i primi "pezzi", rappresentanti inizialmente una semplice evoluzione delle firme, divenute più grandi, più spesse e con i primi esempi di riempimento e di contorno (outline). Ben presto, anche se un pezzo aveva bisogno di molto spray (due o più bombolette) che avrebbero permesso di fare molte tag, tutti i writer raccolsero la sfida lanciata da Super Kool 223 e cominciarono a fare pezzi. Iniziarono le prime repressioni e le campagne contro il writing. Le carrozze della metro vengono pulite e lavate, si mettono taglie sui Writer, si recintano i depositi della metro (luoghi preferiti per l'azione) e si piazzano pattuglie cinofile lungo le recinzioni. Nonostante ciò tra writer c'era una continua sfida, che portò all'evoluzione ed al miglioramento qualitativo del fenomeno, che prese ad ampliarsi. Alcuni writer inventarono nuovi stili (come loop o nuvole) o perfezionarono quelli già esistenti, aggiungendo sfondi, grazie di provenienza tipografia, personaggi di cartoni animati (puppets) e forme prese dalla segnaletica stradale o dalla logotipia. I pezzi si ingrandirono top-to-bottom wholecar, diventando più elaborati e colorati Wild Style. Il Wild Style è lo stile più evoluto e complesso: ha come fondamento lettere (come del resto tutti i pezzi) combinate, legate, sviluppate e attaccate tra loro in modo da sembrare delle "macchie" di colore dove (per i neofiti) è difficile ritrovare le lettere di partenza. Nei primi anni ottanta, anche grazie alla realizzazione di Style Wars (documentario sui graffiti della metropolitana newyorchese) e del film Wild Style, il fenomeno graffiti si diffuse su scala mondiale, trovando in Europa un fertile terreno.
Le città europee che meglio recepirono gli input provenienti da New York furono Amsterdam e Parigi, a seguire presero a svilupparsi le scene in Germania, Spagna e Svezia. Una dura repressione rese invece abbastanza taciturna la scena inglese. Dagli anni ottanta ad oggi il fenomeno si è sviluppato grazie alla diffusione di riviste specializzate, video convention e ai frequenti viaggi di molti writer per le città europee e americane.
In Italia, le città maggiormente interessate dai graffiti sono Roma, Napoli, Milano, Pesaro, Bologna, Bari, Firenze, Torino e Ascoli Piceno. Il fenomeno si è sviluppato in due ondate, quella tra il 1986 ed il 1995, fatta di ragazzi che arrivarono a rubare i tappini dei dosatori spray nei supermercati, poi messi fuori commercio e sostituiti da tappi ad incastro "femmina". La seconda ondata arriva fino ad oggi, con il raggiungimento, da parte dei novizi del 1995, di una certa maturità stilistica.
Graffiti writing, Aerosol-Art e Graffiti-Logo [modifica]
Le seguenti definizioni sono state estratte dal saggio "From Streets to Galleries" pubblicato nel 2002. Altri pareri sono tratti dalla conferenza "Il destino delle linee", tenuta da graffiti writer in prima persona nel 2003.
Tutto è partito dal graffiti writing, un fenomeno inizialmente giovanile caratterizzato da incessanti azioni di ragazzi e ragazze decisi a imporre i propri pseudonimi all'interno dei contesti urbani. Con il passare degli anni ha creato un proprio codice linguistico, differenziando le opere realizzate in categorie stilistiche e dando vita ad una fitta rete di connessioni internazionali di appassionati protagonisti.
Sarebbe più esatto comunque associare il fenomeno del writing alla cultura Hip-Hop, che contiene numerosi altri elementi legati a forme di espressività a carattere urbano, e comunque nate in quell'ambiente, quali l'mc-ing, il dj-ing o turntablism, la breakdance.
Le linee portanti della cultura del graffiti writing, che ormai vanta oltre trent'anni di evoluzione e che ha raggiunto ogni angolo del pianeta, sono state esaustivamente trattate nel database del sito graffiti.org: prima risorsa online internazionale sul tema, ad oggi importante punto di riferimento per chi pratica o si vuole avvicinare al fenomeno.
L'Aerosol-Art è stata una delle prime espressioni artistiche accostate al graffiti writing. Si tratta dell'utilizzo della bomboletta spray con applicazioni pittoriche aerografiche simili alle produzioni aerografiche convenzionali. L'Aerosol-Art dapprima ha arricchito di significato le scritte Graffiti connotandole e rendendole appetibili al grande pubblico, e successivamente, ha trovato una propria indipendenza e dignità artistica. Molti Aerosol-Artist sono anche graffiti writer ma sempre più emergono figure che fanno dell'Aerosol-Art sia un punto di partenza che di arrivo. L'Aerosol-Art si configura quindi come una tecnica pittorica aerografica spesso associata alle produzioni graffiti writing. La tendenza Graffiti-Logo si delinea quando alcuni graffiti writer cominciano ad associare il proprio nome ad un'icona che viene riprodotta serialmente sulle superfici di contesti urbani. L'efficacia comunicativa di queste produzioni sulla popolazione estranea al fenomeno è indubbiamente maggiore rispetto ai normali loghi delle produzioni graffiti writing. Questo fenomeno espressivo è stato protagonista delle prime esperienze di "street art" internazionali connotando molti artisti di successo. La prima street artist in Italia ad usare nuove tecniche espressive quali la riproduzione del logo e le pitture monumentali per mezzo di spray e tempere è stata Pea Brain a Bologna all'inizio degli anni novanta, precedendo la "nouvel vague" di street art che sta nascendo da qualche anno a questa parte.
Questo genere di risvolti è nato comunque dalla commistione delle forme iniziali con certe correnti europeiste, principalmente coinvolte nel design, forse anche a causa dei corsi di studi intrapresi da alcuni dei writer più influenti.
Tag e crew [modifica]
Il tag (per alcuni "La tag") è lo pseudonimo di ogni graffitista, il suo alter-ego. Il tag viene scelto dal writer stesso, partendo da giochi di parole sulla propria identità, o semplicemente scegliendo la parola che più lo aggrada, in base al suono o più frequentemente in base alle lettere che lo compongono. In alcuni casi il tag è seguito da un suffisso (molto comune il suffisso "one"). I primi writer usavano unire un numero al nome, come fece Julio 204 per primo, indicando con il numero la strada nel quartiere in cui viveva (204th street), imitato poi dal più celebre Taki 183, che spinse il suo nome oltre i confini del proprio quartiere. L'elaborazione del tag può seguire lo stesso percorso stilistico che intraprende un calligrafo nella definizione della propria calligrafia, con l'aggiunta di grazie o svolazzi, oppure semplicemente rappresentare lo stile personale del proprio autore. Quello che agli occhi di un profano potrebbe sembrare un semplice scarabocchio è per la maggior parte dei writer il frutto di un esercizio costante nel tentativo di coniugare estetica e rapidità.La tendenza Graffiti-Logo si delinea quando alcuni graffiti writer cominciano ad associare il proprio nome ad un'icona che viene riprodotta serialmente sulle superfici di contesti urbani. L'efficacia comunicativa di queste produzioni sulla popolazione estranea al fenomeno è indubbiamente maggiore rispetto ai normali loghi delle produzioni graffiti writing. Questo fenomeno espressivo è stato protagonista delle prime esperienze di "street art" internazionali connotando molti artisti di successo. La prima street artist in Italia ad usare nuove tecniche espressive quali la riproduzione del logo e le pitture monumentali per mezzo di spray e tempere è stata Pea Brain a Bologna all'inizio degli anni novanta, precedendo la "nouvel vague" di street art che sta nascendo da qualche anno a questa parte.
Questo genere di risvolti è nato comunque dalla commistione delle forme iniziali con certe correnti europeiste, principalmente coinvolte nel design, forse anche a causa dei corsi di studi intrapresi da alcuni dei writer più influenti.
Tag e crew [modifica]
Il tag (per alcuni "La tag") è lo pseudonimo di ogni graffitista, il suo alter-ego. Il tag viene scelto dal writer stesso, partendo da giochi di parole sulla propria identità, o semplicemente scegliendo la parola che più lo aggrada, in base al suono o più frequentemente in base alle lettere che lo compongono. In alcuni casi il tag è seguito da un suffisso (molto comune il suffisso "one"). I primi writer usavano unire un numero al nome, come fece Julio 204 per primo, indicando con il numero la strada nel quartiere in cui viveva (204th street), imitato poi dal più celebre Taki 183, che spinse il suo nome oltre i confini del proprio quartiere. L'elaborazione del tag può seguire lo stesso percorso stilistico che intraprende un calligrafo nella definizione della propria calligrafia, con l'aggiunta di grazie o svolazzi, oppure semplicemente rappresentare lo stile personale del proprio autore. Quello che agli occhi di un profano potrebbe sembrare un semplice scarabocchio è per la maggior parte dei writer il frutto di un esercizio costante nel tentativo di coniugare estetica e rapidità. Una crew è un gruppo, spesso composto da amici, legati dal writing ma non solo ed esclusivamente da questo. Sinonimi sono il francesismo "clique", lo slang salentino "ballotta", gli inglesi "connection" e "squad" (mutuato dal linguaggio militare). Nella crew è sicuramente importante la stima e il rispetto reciproco tra i suoi componenti, non mancano comunque raggruppamenti fatti ad hoc, come i "TFP" di Cope2: potevano rientrare tra i "The Fantastic Partners" solamente i migliori studenti dell'ambiente newyorkese, che dimostrassero di essere "king", re incontrastati, in materia di writing.
Il nome di una crew viene scelto in base agli interessi del gruppo di amici, generalmente accordandosi sulla connotazione che si vuole dare alla propria, futura, immagine. Molte volte il nome di una crew è un acronimo, che può anche avere più di un significato, come ad esempio UA (United Artists), TCA (Tha Chrome Angelz), NTM (Nique Ta Mere), KD (Kids Destroy, in seguito Kings Destroy o Killa Dogz).
Il tag corrisponde quindi alla firma. Evoluzione del tag è il throw-up, disegno stilizzato della propria firma (o delle prime lettere del tag) di rapida esecuzione ma di dimensioni più estese, eseguito con pochi colori, spesso spruzzati rozzamente, o anche privo di riempimento. Come un tag ingigantito il throw-up rappresenta un marchio, eseguito sempre nella stessa maniera per ricondurre immediatamente al suo autore, e come un tag lo si può trovare replicato più volte sulla stessa superficie. Con il termine "bombing" si indica la tendenza a puntare più sulla quantità che sulla qualità dei pezzi che si lasciano in circolazione; oltre ai throw-up, il cosiddetto "bomber" predilige pezzi dalla struttura semplice, quandanche molto grandi, e di semplice colorazione (un colore di out-line e uno per il riempimento, tra i colori più usati per campire le lettere sicuramente l'argento rappresenta una scelta "classica"). L'obiettivo del bomber è la fama, far girare più vagoni dipinti da lui sulla propria linea o ricoprire i muri della propria zona. Queste tre espressioni sono i livelli stilistici più bassi del fenomeno writing, spesso sovraesposti dai media, ma molto spesso trascurabili dal punto di vista artistico. Nella comunità è infatti emarginato abbastanza velocemente il writer che non riesce ad esprimersi in forme stilisticamente più valide, e generalmente marcato come "toy". La street art [modifica]
La street art è la definizione comunemente utilizzata per inquadrare tutte le manifestazioni artistiche compiute in spazi pubblici. A differenza del graffiti writing l'artista non vuole imporre il suo nome, ma intende creare un'opera d'arte che si contestualizzi nello spazio che la circonda, creando un impatto e interagendo con un pubblico diversificato, che peraltro non ha scelto di visionare l'opera. Il concetto è facilmente riconducibile all'idea di performance nata negli anni settanta, con l'aggiunta del tentativo di proporre un'opera duratura, che non sia ufficiale né richiesta.
Nonostante una maggiore eterogeneità e differenze sostanziali di tecniche in gioco, la street art ha maturato nel corso degli ultimi anni una connotazione Culturale propria. Le tecniche utilizzate, oltre allo spray, comprendono poster, sticker, stencil, installazioni, performance.
Il post-graffiti [modifica]
Trattasi di tendenze stilistiche che affondano le radici nella cultura del graffiti writing e della street art e che si manifestano in molteplici discipline, quali Pittura, Scultura, Grafica, Computer grafica, Design, Illustrazione, Moda, Fotografia, Architettura, Videoarte, Calligrafia. La differenza fondamentale fra street art/graffiti writing e tendenze post-graffiti si esplicita nei campi di applicazione delle produzioni dell'Artista. Lo street artist o il graffiti writer crea un'opera che si colloca in spazi pubblici seguendo un percorso creativo strutturato e finalizzato spesso alla notorietà, in concorrenza con artisti che vengono da esperienze comuni e si esprimono con un codice simile al loro; un Artista post-graffiti si cimenta invece in discipline "convenzionali", se non nelle Arti Maggiori, confrontandosi con creativi che non hanno una formazione e impostazione apertamente legata al gusto dei Graffiti o della street art. È comunque evidente come gli stilemi proposti abbiano permeato in maniera quasi subdola qualsiasi produzione rivolta ai giovani, dimostrando la forza d'impatto e la persistenza di questo genere di espressione artistica.
Graffitismo: arte o crimine? [modifica]
Da quando esistono i graffiti, esiste il quesito: sono arte o crimine? La "scuole di pensiero" si dividono, e se dalla parte di chi li criminalizza è facile annoverare amministrazioni comunali, proprietari di case e negozi che spesso si trovano muri e saracinesche imbrattate da tag, a favore dei graffiti ci sono molti ragazzi. Molti ragazzi infatti riconoscono ai graffiti una funzione di abbellimento di zone urbane che altrimenti risulterebbero grigie e anonime. La pratica è maggiormente condannata invece quando si toccano monumenti e beni pubblici. Ed è proprio per la tutela di questi beni che molti comuni italiani si sono mossi per cercare di arginare il fenomeno dell'imbrattamento. Nel panorama italiano però si levano anche voci contro corrente: non mancano i comuni che hanno aperto le porte ai graffitari, organizzando manifestazioni e cedendo loro spazi per realizzare i loro disegni, che in alcuni casi non possono non essere considerati opere d'arte vere e proprie.In Argentina la Street art è stata duramente perseguita sotto la dittatura militare durata dal 1976 al 1983, l'apertura del paese inizia con la debacle della guerra delle Falklands, e da allora l'applicazione della legislatura si è allentata concedendo la street art come sistema di espressione del popolo.[1]
Influenza nei media [modifica]
Esiste un videogioco prodotto dall'Atari per PlayStation 2, Xbox e PC sul mondo dei graffiti chiamato Marc Eckō's Getting Up: Contents Under Pressure.
Bibliografia [modifica]
In lingua italiana [modifica]
Mininno Alessandro, Graffiti writing. Origini, significati, tecniche e protagonisti in Italia, Mondadori Electa, 2008.
Slim, Roma Writing, Edizioni Form Act, 2007.
Patanè Garsia Vincenzo, Hip hop. Sangue e oro. Vent'anni di cultura rap a Roma, Arcana edizioni, 2002.
Lucchetti Daniela, Writing. Storia, linguaggi, arte nei graffiti di strada, Castelvecchi, 1999.
Rossomando Adolfo, Style: Writing from the Underground. (R)evolutions of Aerosol Linguistics, Stampa Alternativa in Association with IGTimes, Nuovi Equilibri, 1997.
In lingua inglese [modifica]
(EN) "IZASTIKUP: A unique collection of stickers compiled by Bo130, Microbo and The Don", published by DRAGO, 2005. ISBN 978-88-88493-33-6
(EN) "Social Analysis of Graffiti", Stocker, Dutcher. Hargrove & Cook
(EN) "The Handwriting on the Wall: Toward a Sociology and Psychology of Graffiti", Abel, Ernest L., and Buckley, Westport, Connecticut: Greenwood Press, 1977
Note [modifica]
^ Graffiti Argentina, Maximiliano Ruiz, 2008, Thames & Hudson, ISBN 978-0-500-51441-2
Altri progetti [modifica]
Wikimedia Commons contiene file multimediali su Graffiti writing
Collegamenti esterni [modifica]
INWARD Osservatorio sulla cultura del writing
Graffiti.org
Portale Writing: accedi alle voci di Wikipedia che trattano di writing
Estratto da "http://it.wikipedia.org/wiki/Graffiti_writing"
Categorie: Graffiti writing Antropologia dell'arte [altre]



"Writer" reindirizza qui. Se stai cercando altri significati del termine, vedi Writer (disambigua).

IL GRAFFITARO
Il graffitaro (detto writer per darsi un tono) è una figura ambigua del panorama metropolitano. Si suppone sia uno dei tanti esiti delle radiazioni di Hiroshima. La definizione esatta di graffitaro comune ce la fornisce la Malefica stessa:

«una gran quantità di adolescenti, chiamati nello slang sucker, poser, scarsi, scrausi, estimatori, rimastini e quant'altro, producono solamente trafile di tag, o al massimo throw ups (ovvero tag più elaborate eseguibili in breve tempo) al fine di promuovere il loro nome. Uno tra i più influenti writer della storia e teorico del movimento aerosol art internazionale, Phase II, scriveva nel 1999 in un articolo su Aelle, rivista specializzata ora non più alle stampe, "...throw-up: spingere il proprio nome oppure vomito?".»
(Dall'articolo Graffiti Writing Se non capite nulla non è, una volta tanto, colpa vostra; quest'articolo è in stretto Slang....)
Indice[nascondi]
1 Attività tipiche del Graffitaro
2 Tipi di Graffitaro In Base all'Età
3 Tipi di Graffitaro
4 Musica Graffitara
5 Slang writer
6 Curiosità
7 Voci correlate




modifica Attività tipiche del Graffitaro

Il graffitaro è in genere uno dei tanti poser, i VERI graffitari sono persone rispettabili. Il graffitaro comune si limita, come sopra detto, a:
Imbrattare metropolitane, bagni di scuola, muri, lavagne, monumenti, banchi, quaderni e libri, scrivanie e pareti di casa propria con scarabocchi senza senso, spacciandoli per vera arte;
Difendere strenuamente i loro scarabocchi dagli attacchi di altri poser (in gergo Toy), arrivando spesso alle mani;
Sfottere altezzosamente la carriera da graffitaro di tutti i loro amici (MAI in loro presenza)
Molto molto, molto raramente organizzarsi con qualche amico sfigato e buttare giù quelle scrittone cicciotte e colorate (in gergo, Pezzi), per poi ripassare davanti allo stesso muro, qualche giorno dopo, scoprire che il proprio lavoro è stato completamente coperto da altre scritte e progettare eccidi di massa.
modifica Tipi di Graffitaro In Base all'Età
I graffitari sono un mucchio di sfigati d'età variabile dai quindici ai trentacinque anni (nei casi più preoccupanti si sfiorano i quaranta). Ecco le differenziazioni tra graffitari di diverse età:
Graffitaro quindicenne: Abbigliamento simile a quello hip hop, quindi tute di cinque taglie più grandi, cappellini al contrario, felpe con cappuccio, scarpe un po' bislacche e fuori misura. Può essere contemporaneamente metallaro e skater ma MAI truzzo. Accannato, sfigato, bocciato e altri aggettivi in -ato;
Graffitaro venticinquenne: Jeans di sei-sette taglie più grandi, scarpe alte dai venti ai quaranta centimetri, magliette di gruppi musicali satanici semi-sconosciuti. Comincia a sospettare la sua inutilità all'interno della società;
Graffitaro trentacinquenne: La situazione peggiora decisamente: Può avvenire la fusione con altri scarti metropolitani della società, tipo le Zecche. Il grafftaro apparirà sporco, con vecchie tute logore e macchiate, i capelli e la barba lunghi, uno zaino putrido pieno di vecchie bombolette e un generale sentore di aver buttato la propria vita.
Graffitaro ottantacinquenne: Ha toccato il fondo, è un graffitaro lurido e sporco, con la barba di mille colori (a causa delle perdite dalle bombolette) e rughe incrostate su tutto il corpo. Il suo abbigliamento è caratterizzato da pantaloni larghi 12 taglie più della sua e perciò spesso il graffitaro gira in mutande. Spesso indossa magliette monocromatiche e basco zozzo quanto la barba. Ormai se ne fottono del loro passato e vivono la loro vita felicemente.
modifica Tipi di Graffitaro
Graffitaro truzzo: È un inguaribile codardo, si limita a lasciare sporadiche scritte in posti dimenticati da Dio, oltre che dalla società. A causa della sua assenza di attributi gli altri writers lo deridono e gli rubano le attrezzature.
Graffitaro Rocker/Metal/Punk: È spesso schifoso e non rispettato dalla comunità writer. Nei suoi "Pezzi" prevalgono colori scuri e tonalità di rosso cupo. Non ha paura di un cazzo (oltre che degli altri writers) ed è portato ad abusare dei "Toy".
Graffitaro Rapper: Va in giro coi suoi Fratelli e lascia scritte in continuazione. Le spese del materiale vanno dai 30 ai 500 Euro a settimana. I suoi vestiti sono tutti colorati, non perché li ha comprati così ma perché non è capace a non imbrattarsi, visto che rappa mentre dipinge. I suoi disegni sono colorati vivacemente (a giudicare dai loro vestiti...)
Artista: È esaltato dalla sua comunità. È visto come un eroe, un baluardo di cui vantarsi in ogni occasione. Ovviamente l'artista vero non paga per dipingere ma viene pagato (e anche bene). La sua personalità è eclettica, ma non è violento e non approfitta dei writers deboli, anche perché non ne ha alcun bisogno...
Graffitaro bimbominkia: È il più infimo dei toy. Tutti ne abusano e lo picchiano, anche i truzzi. La sua attività non è di fare tag, ma di lasciare scritte del genere "W I TH!!!" per rendersi figo davanti alle sue amiche dodicenni. Anche i negozianti lo fregano, visto che si vergogna a comprare le spray o i marker. Di solito i negozianti gli fanno comprare il triplo delle cose che dovrebbe acquistare al doppio del prezzo.
Graffitaro Skater: Va a scrivere con la sua fedele tavola. Insulta tutto e tutti (e se le prende 2 volte su 3) ed è l'unico graffitaro che non ha paura nemmeno della polizia. Scrive dovunque poiché soffre di grafomania, e il 99% delle volte viene beccato e multato. Crede che la sua tavola lo faccia scappare più velocemente, ma in realtà gli è solo di peso e metà delle volte viene beccato per questo motivo (l'altro 50% a causa della sua stupidità).
Graffitaro Comunista: il più delle volte è un bimbominkia che non ha niente di meglio da fare di imbrattare con scritte indecenti e spesso senza alcuna logica. Agisce spesso durante manifestazioni o roba simile. Nonostante la suà passione non sa nemmeno minimamente cosa è il comunismo. Ovviamente esso è un poser che crede di andare contro il sistema scrivendo Cazzate.
Graffitaro Nazista o Fascista: raro esempio di writer anche esso idiota come i precedenti. Si contraddistingue da ciò che scrive; spesso frasi veramente messe alla cazzo con l'aggiunta di una svastica o di altri stupidi riferimenti alla loro stupida ideologia. Anche se può sembrare convinto di ciò che fa è uno sfigato,poser ed anche toy
modifica Musica Graffitara
I writers sono creature strane. Infatti molti di loro dicono di ascoltare una musica che nemmeno conosono. Leggete sotto per capire meglio:
I writer truzzi ascoltano house ma dicono di ascoltare rap o rock. Menzionano solo gruppi famosissimi come i Metallica o gli Iron maiden e alla domanda "Quali canzoni ti piacciono??" si cavano d'impaccio dicendo "Tutte!!"
I metallari ascoltano metal ma molto spesso anche rap che davanti ai loro compagni dicono di schifare. Il graffitaro Metal spesso non ha una grande conoscenza della musica che professa e se i suoi amici lo interpellano su gruppi che non conosce risponde allo stesso modo dei truzzi.
I bimbiminkia ascoltano gruppi pop o merdosi sul genere dei frocio hotel o dei Finley, ma con i loro amici si vantano spesso di essere punk e/o rapper, anche se non conoscono nulla del genere. Essendo stupidi non riescono a inventare nulla, vengono scoperti e picchiati in quanto poser, oltre che toy.
I writer rappers invece ascoltano rap e si credono spesso similnegroni, imitando questi con espressioni tipo "bellazzi","domaccibecchiamoperunpezzoinpiazzafratteeeeello",ecc.
modifica Slang writer
King: Aggettivo usato per indicare il più bravo della banda; spesso il toy crede di essere un king solo per aver massacrato TUTTI i muri della città, ma per fortuna non tutti lo fanno.
Toy: Aggettivo usato da poser per indicare poser del writing
Pezzo: Quelle scritte 3-D cicciotte e colorate (e un minimo decenti)
Tag: Nomi d'arte dei Writer; nomi di quattro lettere tipo Pare, Desim, Inox, Enow, Scrum, Punx (probabilmente non sono capaci di elaborare combinazioni più complesse)
Steccare o Crossare: Azione eseguita dalle persone più merdosette per sentirsi fighi, consiste del coprire con una riga i tags o i pezzi di altri writers
Marker: Pennarello dalla punta enorme. Serve per fare le tag.
Nero inferno: L'inchiostro nero base utilizzato per taggare. A parte il nome focoso, è una semplice cagata di nero.
Yo: Intercalare universale. Lo si usa sempre, anche tra i graffitari più forbiti. Es: "Yo, devo andare a defecare!"
Uno che sfonda: Una persona di spicco nella tribù writer, in genere capace di comporre combinazioni fonetiche di più di cinque lettere. Vi giuro!!...
Squeezer: Qualcosa tipo il marker. Dovreste chiedere a un writer
Punto luce: Nome ganzo usato per auto-esaltarsi, credendosi dei veri artisti. Vuol dire riflesso.


Punto di fuga: Come sopra; il punto di fuga della prospettiva. Ebbene sì, conoscono la prospettiva.....
Papa: Graffitaro a capo di una setta chiamata Chiesa, ne esiste solo uno.
modifica Curiosità
Per il Writer fare una tag sulla macchina della Polizia è figo.
Il Writer ha avuto questa stupenda idea giocando a Getting Up credendo di poter volare su enormi ponti.
Il Writer pensa SEMPRE che la sua sia vera arte.
Il Writer fa uso di droghe per credere che quella sia arte.
Il Writer non sa cos'è la cannabis.
Il Writer fuma camomilla.
modifica Voci correlate
Poser
Graffito
Zecca
Rapper

estratto dal sito http://nonciclopedia.wikia.com/wiki/Graffitaro

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