dal sito web http://www.serialkiller.it/serialkiller.aspx?aree_id=1&sottoaree_id=9&lang=ita&contenuti_id=157
«Mio marito è un uomo buono, gentile. Un bravo papà. Tutti gli amici dei miei figli hanno sempre detto che avrebbero voluto poter avere un padre come Richard». Così esordisce la moglie di Kuklinski quando i poliziotti lo vengono ad arrestare. Richard Leonard Kuklinski, invece, è stato certamente uno dei più feroci killer statunitensi di tutti i tempi. Secondo di quattro fratelli, nacque nella periferia di Jersey City da Stanley Kuklinski e Anna McNally, dai quali subì continue umiliazioni e percosse nel corso della sua infanzia (dichiarò di aver pensato molte volte di uccidere il padre soprattutto quando vide morire suo fratello più grande per sua mano). Entrambi i genitori, di origine polacca, con le loro continue vessazioni contribuirono alla crescita deviata di Kuklinski che iniziò con l'uccidere animali randagi fino a quando non commise il primo omicidio: quello di Charley Lane. Charley era un ragazzo della zona, che insieme alla sua banda continuava a maltrattare Richard il quale un giorno, stufo delle angherie subite, lo uccise a colpi di bastone e si liberò del cadavere occultandolo fuori città. Col passare degli anni Kuklinski diventò lui stesso capo di una banda specializzata nelle irruzioni dei supermercati, nei furti con scasso e saccheggio di empori. La vera svolta nella vita di Kuklinski arrivò con la conoscenza di un mafioso italo-americano al servizio della famiglia De Cavalcante, Roy De Meo. Iniziò a collaborare con lui compiendo un numero imprecisato di omicidi. Il suo nome ben presto circolò in tutte le famiglie mafiose che reclamavano sempre più frequentemente i suoi servizi; servizi che a volte richiedevano piccoli spostamenti (New York), o grandi viaggi che, nel corso degli anni, lo portarono in tutti gli Stati Uniti d'America, Brasile, e persino Europa. Kuklinski si contraddistinse per i suoi metodi brutali e sadici nell'uccidere e torturare le sue vittime. Il soprannome che si guadagnò nell'ambiente fu “The Iceman”, ovvero L'uomo di Ghiaccio. La particolarità di cui Kuklinski andava fiero era il metodo con cui uccideva e si sbarazzava dei corpi: gli piaceva infatti, dopo aver stordito o ferito gravemente la sua vittima, portarla in una grotta e, dopo averla legata, lasciare in registrazione una telecamera fissa su di lui. Una volta finito andava via per tornare il giorno dopo e vedere come i topi avessero mangiato il malcapitato senza aver lasciato alcuna traccia; il filmato poi veniva fatto vedere al mandante dell'omicidio. Richard Kuklinski era abile nell'usare qualsiasi tipo di arma: pistole, fucili, bombe a mano, mitragliette, mazze e spacca mandibole. Prediligeva, però, il coltello perché era un oggetto che lui stesso definiva "intimo", ma nel corso degli anni si specializzò sempre di più nei veleni tanto da creare una miscela di cianuro con il cui effluvio, a una certa distanza, garantiva la morte in meno di 5 secondi senza che l'autopsia rilevasse una dose tale da supporre un omicidio, lasciando ipotizzare ai medici un semplice arresto cardiaco. Richard Kuklinski era un uomo alto quasi 2 metri e pesava quasi 90 chili, ma ciò non gli impediva di muoversi rapidamente per raggiungere una vittima o non dare nell'occhio durante i pedinamenti (dichiarò che la parte che gli piaceva di più era lo "studio della preda"). Tuttavia, nonostante i metodi strazianti che usava nell'uccidere, Kuklinski aveva un codice morale che non infranse mai nel corso degli anni: non uccideva bambini e donne e qualora ne venisse a conoscenza, infliggeva strazianti torture a chi si era macchiato di questi crimini. Richard Kuklinski ebbe tre figli da Barbara Pedrici, una ragazza italo-americana di 18 anni; i loro nomi sono Merrick, Chris e Dwayne. Con i tre ebbe un rapporto amorevole, soprattutto con la figlia Chris che era malata. Barbara dichiarò: "Avevo sposato due Richard, quello buono e quello cattivo". Il carattere di Kuklinski era noto in famiglia. Alternava, infatti, momenti di rabbia incontrollabile che arrivavano alla violenza fisica soprattutto nei confronti della moglie, a momenti di affettuosità durante i quali manifestava un'estrema dolcezza e simpatia. Barbara Pedrici non seppe mai delle attività del marito fino al suo arresto, complice la paura delle reazioni violente che avrebbe potuto avere. Richard , inoltre, era dipendente del gioco d'azzardo: sperperò tutto capitale che aveva accumulato con la sua attività criminale. Un’altro vizio che portò a Kuklinski molto profitto fu la pornografia. Nonostante non avesse perversioni sessuali, riusciva a piratare e rivendere cassette erotiche; questo business lo portò a girare molti stati dell'America, in particolare la California, vera Mecca in questo genere di filmati. Richard Kuklinski venne arrestato dalla polizia di New York, con l'aiuto di un infiltrato, nei pressi della sua abitazione il 17 dicembre 1986. Da anni, le forze dell'ordine, cercavano di accumulare prove per incastrarlo e alla fine ci riuscirono. Venne condannato a 6 ergastoli ma non alla pena di morte, nonostante le vittime collezionate furono circa 200, a causa della totale mancanza di testimoni oculari agli omicidi. Fu rinchiuso all'interno della prigione del New Jersey nella quale si trovata anche il fratello accusato, pochi anni prima, di aver violentato e ucciso una ragazzina di 12 anni. Kuklinski si rifiutò sempre di vederlo poiché, grazie al suo personale codice morale, la violenza sui minori costituiva un reato inaccettabile. Richard Kuklinski prese parte agli omicidi più importanti dell'ambiente mafioso italo-americano, tra cui quello di "Big" Paul Castellano e Carmine Galante. Durante la detenzione, Richard Kuklinski venne convinto a rilasciare molte interviste, partecipò a documentari e accettò di stendere, insieme a uno scrittore la sua biografia dove confessò gli innumerevoli delitti. L'America fu sconvolta da queste rivelazioni rilasciate alla HBO e le trasmissioni ottennero un successo di ascolti altissimo in tutto il paese. Richard Kuklinski morì il 5 marzo del 2006 alle ore 1:15 di notte. Il suo decesso, secondo come riferito, fu dovuto a cause naturali, ma alcuni insinuarono che ci fosse lo zampino della mafia che voleva impedirgli di testimoniare contro Salvatore Gravano, boss della famiglia di Gambino.
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