Pietro Berti

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Anchorage

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domenica 9 gennaio 2011

Rivolte in Tunisia e Algeria: la guerra del pane

Tensione in Tunisia, proteste contro Ben Ali. Un altro venditore ambulante si dà fuoco

Manifestazioni si stanno verificando da prima di Natale in Tunisia, ma se ne è avuta notizia soltanto da pochi giorni in quanto il governo ne aveva sminuito la gravità. Nel paese, la tensione è ulteriormente aumentata quando le autorità hanno arrestato a Sfax il rapper Hamada Ben-Amor, che la settimana scorsa aveva messo in Rete un brano critico sull'operato del governo.


Intanto sabato 8 dicembre un altro venditore ambulante si è immolato dandosi fuoco a Sidi Bouzid, in Tunisia. Ne dà notizia il sito online di Le Monde. Il secondo ambulante che si è dato fuoco si chiama Moncef Ben K., 50 anni, sposato e padre di famiglia. Si è cosparso di benzina mentre era in corso il mercato della città, già teatro di un analogo gesto di un 26/enne venditore di frutta e verdura, che è poi morto il 4 gennaio dopo per le ustioni riportate.
Moncef Ben K. è stato condotto via in ambulanza e le sue condizioni sono giudicate gravi. Il gesto di disperazione del giovane di Sidi Bouzid - capitale agricola nel cuore della Tunisia - ha dato il via ad un'ondata di contestazioni e di manifestazioni contro la disoccupazione e il carovita.
Per provare a porre fine alle violenze, il presidente Ben Ali (l'ex generale successore di Habib Bourghiba, in carica dal lontano 1987 e protagonista della progressiva repressione di ogni forma di opposizione politica e sociale) ha effettuato un rimpasto dell'esecutivo e rimosso il governatore di Sidi Bouziz, dove si era svolta la prima protesta di disoccupati.
Rivolta del couscous in Algeria. Violenti scontri per i rincari sui generi alimentari
Internet è il sistema nervoso della rivolta. Come accaduto in Algeria, il provvedimento governativo volto ad allentare la tensione non è bastato. In effetti i tumulti sono cominciati dopo che Mohamed Bouazizi, laureato e disoccupato, si è dato fuoco a Sidi Bouzid per protestare contro il sequestro del suo banchetto di frutta e verdura. Internet è il sistema nervoso della protesta. Numerosi gli attacchi a siti filo-governativi. Ieri sono stati arrestati due blogger particolarmente attivi contro la censura informatica. Gli Stati Uniti hanno convocato oggi l'ambasciatore tunisino a Washington per esprimere la loro «preoccupazione» per gli eventi in quel paese e hanno chieto il rispetto delle libertà individuali, in particolare sulla questione del libero accesso a Internet.
Nuovi scontri a Sidi Bouziz, almeno sei i feriti. Cinque manifestanti e un agente delle forze di sicurezza sono rimasti feriti nel corso di violenti scontri scoppiati oggi in una località vicina a Sidi Bouzid, nella Tunisia centro-occidentale. Lo hanno riferito testimoni e persone vicine ai feriti. Una marcia pacifica di liceali, raggiunti da abitanti dei villaggio, è degenerata in scontri a Saida, nella regione di Sidi Bouzid, epicentro del movimento di protesta cominciato il 19 dicembre scorso, secondo le fonti. Alcuni abitanti e un sindacalista hanno riferito che le forze dell'ordine hanno usato lacrimogeni e hanno aperto il fuoco contro i manifestanti dopo che questi avevano scagliato pietre contro un posto di sicurezza e dato fuoco a un pneumatico. Tra i manifestanti - circa 200-300 persone - almeno tre, identificati con nome e cognome da familiari e conoscenti, sono stati feriti dai proiettili.
La situazione ha destato l'attenzione anche dell'Unione europea. La Commissione dell'Ue si è detta preoccupata per quanto sta accadendo in Algeria e Tunisia e ha ribadito di deplorare «l'uso della violenza e la perdite di vite umane». La commissione ha chiesto anche ai governi algerino e tunisino di «non fare ricorso all'uso della forza e di rispettare le libertà fondamentali». A seguito dell'evolversi della situazione nei due stati nordafricani, diversi ministeri degli esteri - tra cui quello italiano - hanno diramato un warning ai loro cittadini. La Farnesina raccomanda particolare prudenza negli spostamenti all'interno di Algeri e delle principali città. Lo riporta il sito Viaggiare sicuri. Consigli analoghi per la Tunisia: «Dal 18 dicembre scorso manifestazioni di carattere prevalentemente sociale sono state registrate in svariate località situate nella tunisia centro-occidentale, con scontri tra le forze dell'ordine ed i dimostranti. Si raccomanda al riguardo di evitare i luoghi di eventuali manifestazioni di protesta, avendo cura di rispettare le informazioni e le istruzioni emesse dalle autorità locali preposte alla sicurezza. Si raccomanda altresì di mantenersi informati consultando i media locali ed internazionali, nonché le agenzie e gli albergatori di riferimento».
Si registra anche «un'accresciuta instabilità della regione saheliana, confermata dagli episodi di sequestro, registrati nel corso del 2010, a danno di cittadini occidentali perpetrati da gruppi legati al movimento terroristico di al Qaeda nel Maghreb islamico (Aqmi). Si sconsiglia fortemente pertanto di intraprendere viaggi turistici nelle regioni confinanti con Mali, Niger, Mauritania e Libia». (Al.An.)
Algeria, i rincari dei prezzi scatenano la guerriglia: tre morti nella notte
Ad Algeri scontri per i costi degli alimentari di largo consumo. Tumulti anche a Tunisi
Alta tensione in Algeria per i rincari dei prezzi alimentari di largo consumo. Dopo la morte di un manifestante nelle proteste di venerdì, la stampa ha dato notizia che nella notte tra venerdì e sabato sarebbero morte altre due persone, portando a tre il bilancio delle vittime dei violentissimi scontri. Dopo una notte di violenza, la calma sembra essere tornata nella mattina di sabato in tutto il Paese, anche se diverse fonti parlano di manifestanti pronti a colpire nuovamente in serata. Fonti ufficiali non hanno ancora confermato il numero delle vittime, mentre un primo bilancio del ministro dell'interno, Ould Kablia, parla di oltre 150 agenti feriti.SARACINESCHE ABBASSATE - Sabato Algeri si è presentata semideserta. Gran parte dei negozi, in particolare in periferia, ha preferito tenere le saracinesche abbassate. I blindati delle forze anti sommossa presidiano diverse zone della città, come il quartiere di Belcourt, teatro fino a tarda notte di una violenta guerriglia, mentre l'esercito è sceso in campo a Bab Ek Oued. Decine di giovani si sono scontrati a colpi di pietre, bottiglie e fumogeni con gli agenti che per tentare di disperdere i manifestanti hanno fatto uso di lacrimogeni e idranti. Numerosi uffici postali, edifici pubblici, fabbriche e negozi, sono stati devastati nei tre giorni di scontri. Almeno 180 focolai di protesta, riporta la stampa, sono stati registrati da est a ovest.ALGERIA - Il caro-prezzi è stata la miccia che ha fatto esplodere la rabbia della popolazione algerina. A Baraki ci sono stati scontri tra polizia e manifestanti, esasperati dalla scarsità e dalla precarietà degli alloggi (nella foto). In piazza ci sono anche bambini di circa 10-12 anni. Ad aggravare la situazione, i dati sul sempre altissimo tasso di disoccupazione nel Paese. Secondo i media locali, gruppi di giovani hanno lanciato pietre contro le forze dell'ordine nel popoloso quartiere di Bab el-Oued, ad Algeri. Sempre nella Capitale, sono stati saccheggiati negozi e incendiate delle auto. Proteste sono in corso anche nelle altre grandi città del Paese: Orano, Tipaza, Djelfa, Ouargla, Blida, Annaba e Costantina. Il governo algerino ha deciso che abolirà la tassa introdotta sui prodotti alimentari di largo consumo, riportando i prezzi al livello del passato, ma la notizia non sembra placare gli animi della popolazione. La polizia, intanto, resta in stato di allerta per il timore di nuovi disordini al termine della preghiera del venerdì. A fare le spese della situazione è anche il campionato: tutte le partite del principale torneo della Nazione, in programma tra venerdì e sabato, sono state sospese. TUNISIA - Situazione particolarmente complessa anche in Tunisia. Disoccupati e studenti sono in piazza dopo lo choc per la morte, avvenuta nei giorni scorsi a Tunisi, di un ambulante abusivo. Questi si è dato fuoco perché la polizia gli aveva sequestrato la merce. La tv satellitare Al-Jazeera ha affermato che le proteste sono riesplose in occasione dei funerali del giovane. Migliaia di avvocati hanno aderito ad uno sciopero della categoria. A Jbeniana, 300 km a sud-est di Tunisi, la polizia ha disperso una manifestazione di studenti. A Tala, invece, sono stati eseguiti alcuni arresti. Il governo segue con preoccupazione quanto sta accadendo: il presidente Zin el-Abidin Ben Ali ha attuato un rimpasto di governo e rimosso il governatore di Sidi Bouzid, dove si era svolta la prima manifestazione di disoccupati. UE PREOCCUPATA - Anche la Commissione Europea ha espresso "preoccupazione" per le violente proteste tunisine e algerine. Bruxelles "deplora l’uso della violenza e la perdite di vite umane" e "chiede di non fare ricorso all’uso della forza e di rispettare le libertà fondamentali". La Farnesina chiede agli italiani che vivono o che hanno intenzione di recarsi nella zona di prestare la massima attenzione.
07/01/2011 dal sito web http://libero-news.it/news/579120/Nord_Africa_in_fiamme__in_Algeria_due_Morti.html

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