Pietro Berti

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UN UOMO GIACE TRAFITTO DA UN RAGGIO DI SOLE, ED E’ SUBITO SERA

Non nobis Domine, non nobis, sed Nomini Tuo da gloriam

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Anchorage

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lunedì 10 gennaio 2011

LA MORTE DI GIOVANNI PAOLO II




Voce principale: Papa Giovanni Paolo II.

Capi di stato e religiosi di tutto il mondo riuniti in Piazza San Pietro per il funerale
Papa Giovanni Paolo II è morto il 2 aprile 2005, i funerali si svolsero sei giorni dopo in Piazza San Pietro.
Indice[nascondi]
1 L'aggravamento delle condizioni di salute
2 Gli ultimi giorni
3 Reazioni nel mondo
4 "Giovanni Paolo II il Grande"
5 Funerale
6 Collegamenti esterni
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L'aggravamento delle condizioni di salute [modifica]
Il 1º febbraio 2005, il Papa fu ricoverato all'Ospedale Gemelli di Roma (che egli definiva il Vaticano terzo), a causa di una infiammazione acuta della laringe e del laringospasmo, causati da una ricaduta di influenza.
Il Vaticano riportò il giorno seguente che le sue condizioni si erano stabilizzate, ma che sarebbe rimasto in ospedale fino alla completa guarigione. Il Papa apparve in pubblico il 6 febbraio per leggere le ultime righe dell'Angelus, con voce roca, dalla finestra della propria camera d'ospedale. Saltò per la prima volta nei suoi 26 anni di suo pontificato la cerimonia del Mercoledì delle ceneri nella Basilica di San Pietro il 9 febbraio, e fece ritorno in Vaticano il 10 febbraio. [1]

Un affaticato Giovanni Paolo II nel settembre 2004
Il 24 febbraio 2005 il Papa iniziò ad avere problemi di respirazione accompagnati da febbre e fu d'urgenza ricoverato nuovamente al Gemelli, dove gli venne praticata una tracheotomia. Un collaboratore del presidente del Consiglio Silvio Berlusconi riferì che il Pontefice era "sereno" [2] dopo essersi alzato successivamente all'operazione. Aveva alzato la mano cercando di dire qualcosa, ma i medici gli avevano consigliato di non provare a parlare. Il Papa diede "benedizioni silenziose" dalla sua finestra d'ospedale domenica 27 febbraio e domenica 6 marzo. Il cardinale Ratzinger, che aveva incontrato il pontefice per una riunione di lavoro nella sua suite al 10º piano del Gemelli martedì 1 marzo, riferì alla stampa internazionale: Il Papa mi ha parlato in tedesco e in italiano. Era completamente lucido. Ho portato al Santo Padre i saluti dall'assemblea della Congregazione per il culto divino che si sta riunendo in questo momento in Vaticano. Il Santo Padre lavorerà sul materiale che gli ho dato oggi. Sono felice di vederlo completamente lucido e mentalmente capace di dire le cose essenziali con la sua voce. Normalmente parliamo in tedesco. I dettagli non sono importanti - parlò solo delle cose essenziali.
L'8 marzo, fu annunciato che il Papa avrebbe impartito la benedizione Urbi et Orbi il giorno di Pasqua, 27 marzo. Le altre cerimonie del Triduo Pasquale avrebbero dovuto essere celebrate da cardinali.
Durante l'Angelus di domenica 13 marzo il Papa fu capace di parlare ai fedeli per la prima volta dopo la tracheotomia. Più tardi, in quel giorno, tornò in Vaticano dopo quasi un mese di ricovero. [3] La Domenica delle Palme (20 marzo) il Papa fece una breve apparizione alla sua finestra per salutare i fedeli che lo acclamarono a migliaia quando agitò in silenzio un ramoscello d'ulivo. Per la prima volta nel suo pontificato non fu in grado di officiare la messa della domenica di Pasqua. La guardò alla TV nel suo appartamento che dà su Piazza San Pietro.
Il 22 marzo sorsero nuove preoccupazioni sulla salute del Papa, dopo che i referti constatarono il peggioramento della salute e la mancanza di risposta ai farmaci. [4].
Il 24 marzo, il cardinale Giovanni Battista Re sostituì il Papa nella celebrazione della Messa Crismale nella Basilica di San Pietro, al mattino del Giovedì Santo, mentre il cardinale colombiano Alfonso López Trujillo sostituì il Papa nel rito della Lavanda dei piedi al pomeriggio. Disse che il Pontefice si stava 'abbandonando serenamente' alla volontà di Dio. L'ottantaquattrenne Wojtyła seguì il rito tramite la televisione dai suoi appartamenti in Vaticano.
Il 25 marzo, il Pontefice non partecipa alla Via Crucis al Colosseo e, come il giorno prima, segue l'evento in televisione dalla sua cappella privata ed è ripreso dalle telecamere di spalle mentre segue il rito seduto sulla sua poltrona.
Il 27 marzo, giorno di Pasqua, il Papa apparve alla finestra su piazza San Pietro per poco tempo. Il cardinale Angelo Sodano lesse il messaggio Urbi et Orbi quando il Papa benedisse la folla di mano sua. Tentò di parlare ma non vi riuscì.
Il 30 marzo, mercoledì, il Papa apparve alla finestra su piazza San Pietro per poco tempo. Tentò di parlare ma non vi riuscì. Fu l'ultima volta che si mostrò in pubblico prima di morire.
Gli ultimi giorni [modifica]
Il 31 marzo, il Papa sviluppò "febbre alta causata da un'infezione dell'apparato urinario" (notizia della BBC), ma non fu portato in ospedale, come invece era stato fatto due volte nel periodo precedente, secondo una sua espressa volontà di morire nei suoi appartamenti in Vaticano. Più tardi lo stesso giorno, fonti del Vaticano annunciarono che al Pontefice era stata impartita l'Unzione degli Infermi (Estrema Unzione), per la prima volta dall'attentato del 1981. Come confermato successivamente dal cardinale Javier Lozano Barragán (articolo sul Corriere della Sera, 7 ottobre 2007), il papa coscientemente rifiutò di tornare all'ospedale Gemelli e le relative cure mediche che avrebbero soltanto prolugato la sua agonia.
Non è chiaro se il Papa abbia ricevuto altresì il perdono apostolico. (Vedi l'articolo della CNN).
Il 1º aprile, le sue condizioni peggiorarono drasticamente ed insorsero insufficienza cardiaca e renale. Al Papa venne sistemato un sondino naso-gastrico per aiutarlo a incrementare l'apporto nutritivo dopo la febbre. Notizie raccolte fuori dagli ambienti vaticani riportarono quella mattina che il Papa aveva subito un attacco di cuore, ma rimaneva cosciente. Il portavoce vaticano Joaquin Navarro Valls smentì la voce, ma disse che il Papa aveva subito un collasso cardiocircolatorio e giudicò la condizione del Papa molto seria. (Vedi CNN article).
Alle 12:30 circa, un portavoce vaticano fornì un nuovo aggiornamento sulla salute del Papa, e confermò che Wojtyła aveva ricevuto l'Unzione degli infermi. Aveva rifiutato di essere condotto in ospedale, e aveva incontrato i suoi più vicini collaboratori. Aveva anche richiesto che gli fossero lette le meditazioni sulla Via Crucis che si era tenuta pochi giorni prima al Colosseo.
Alle 19:00 circa i notiziari italiani affermarono che papa Giovanni Paolo II aveva perso conoscenza. Secondo la MSNBC almeno un centro medico affermò che ormai non c'erano più speranze.
Il giorno 2 aprile, le condizioni del Papa vennero definite dal bollettino medico del Vaticano gravissime ed il Papa moribondo. Venne comunicato che il Papa aveva dei momenti di incoscienza ma non era in coma. A tarda sera, il Vaticano annuncia che le Sue condizioni rimangono estremamente gravi e che durante la sera è stato colpito da una forte febbre, specificando, tuttavia, che quando viene stimolato dai familiari, risponde correttamente.
Prima dell'ulteriore aggravarsi delle sue condizioni, all'alba del 2 aprile, il Pontefice viene informato della grande folla presente in piazza San Pietro, composta da molti giovani. Il Papa espresse a fatica il suo ultimo pensiero per i giovani, a lui tanto cari, riuscendo a mormorare le parole:
« Vi ho cercato. Adesso voi siete venuti da me. E di questo vi ringrazio. »
(Karol Józef Wojtyła)
Il Vaticano infine emise un comunicato stampa alle 19:00 affermando che i reni del Papa avevano cessato di funzionare. L'ANSA riportò mezz'ora più tardi che aveva perduto coscienza. Molte agenzie media italiane riferirono la morte del Papa alle 20:20 ma subito il Vaticano smentì che il Papa fosse effettivamente morto, e i resoconti cambiarono. TV Sky Italia riferì che cuore e cervello funzionavano.
Sotto l'occhio attento dei media di tutto il mondo, Giovanni Paolo II si spense alle 21.37 del 2 aprile 2005 nel Palazzo Apostolico della Città del Vaticano, in conseguenza di uno shock settico e di un collasso cardiocircolatorio. Ad accompagnare uno dei pontefici più longevi della storia della Chiesa sono stati i canti e le preghiere dei presenti in Piazza San Pietro. Subito dopo la notizia della morte, la famiglia pontificia ai piedi del suo letto cantò l'Inno del Te Deum. Mons. Leonardo Sandri, sostituto alla Segreteria di Stato, annunciò così la morte: Carissimi fratelli e sorelle, alle 21,37, il nostro amatissimo Santo Padre Giovanni Paolo II è tornato alla Casa del Padre, preghiamo per lui, fu cantata la Salve Regina e le campane della Basilica di san Pietro hanno suonato a lutto.
Reazioni nel mondo [modifica]

Un altarino improvvisato davanti all'Arcivescovado di Cracovia

George W. Bush, Laura Bush, George H. W. Bush e Bill Clinton rendono i loro omaggi a Wojtyla

La messa funebre in Piazza S. Pietro
Da quella sera e fino all'8 aprile, quando hanno avuto luogo le Esequie del defunto Pontefice, Giovanni Paolo II è stato pianto da una folla di più di 3 milioni di pellegrini, moltissimi cattolici nel mondo, e anche molti non cattolici, confluiti a Roma per rendere omaggio alla salma del Papa, attendendo in fila anche fino a 24 ore per poter accedere alla Basilica di San Pietro nella Città del Vaticano.
In Polonia, i cattolici si riunirono nella chiesa di Wadowice, la città natale del pontefice. La televisione di Stato cancellò tutte le commedie dal palinsesto a partire dal 1º aprile 2005 e cominciò a trasmettere le celebrazioni liturgiche e speciali sul Papa. I cattolici polacchi, che hanno un profondo sentimento di devozione verso il pontefice e si riferiscono a lui come al loro "padre", rimasero particolarmente scossi dalla sua morte. Chiesero che almeno il cuore di Giovanni Paolo II fosse seppellito nella sua patria, ma il Papa venne sepolto nelle Grotte vaticane come la maggior parte dei Vicari di Gesù.
Molti leader mondiali hanno espresso le loro condoglianze:
In Argentina gli studenti osservarono qualche minuto di silenzio il primo giorno dopo la morte del Papa; il presidente Nestor Kirchner dichiarò: Milioni di persone hanno pianto Giovanni Paolo II, i suoi insegnamenti ci seguiranno per tutta la vita, per sempre.
il Primo Ministro australiano John Howard affermò che papa Giovanni Paolo II dovrebbe essere ricordato come un combattente per la libertà contro il comunismo e un grande leader cristiano. [5]
In Brasile, il presidente Luiz Inácio Lula da Silva espresse tutta la tristezza del popolo brasiliano. [6] Il governo inoltre proclamò un periodo di lutto nazionale di sette giorni. [7]
Il Primo Ministro del Canada Paul Martin disse che Per un quarto di secolo il papa Giovanni Paolo II fu un simbolo di amore e fede, pace e pietà... La nostra tristezza di oggi è la stessa tristezza di tutto il mondo. [8]
In Cile il governo dichiarò un periodo di 3 giorni di lutto nazionale. Il presidente Ricardo Lagos commentò che ...Giovanni Paolo II non sarà lontano da noi. Il suo nome è parte della nostra storia, il suo pensiero sarà di ispirazione per costruire un paese più giusto ed un mondo più pacifico per tutti noi". [9]
Il presidente colombiano Álvaro Uribe Vélez decretò che le bandiere sugli edifici governativi e delle ambasciate fossero poste a mezz'asta per due giorni. Il presidente, dal canto suo, aveva stigmatizzato le ultime battaglie del Papa per la pace nel mondo. (ES) [10]
Le autorità cubane concessero, eccezionalmente, al cardinale Jaime Ortega di rendere una dichiarazione pubblica sulla televisione di stato: Questo è un uomo che ha portato su di sé il peso morale del mondo per 26 anni... trasformandosi nell'unico referente morale dell'umanità negli ultimi anni di guerra e difficoltà.
Il Primo ministro indiano Manmohan Singh sottoscrisse il libro di condoglianze all'ambasciata vaticana a Nuova Delhi. [11] Il governo indiano proclamò tre giorni di lutto.
Nel Regno Unito, la regina espresse profondo dolore per la morte di Giovanni Paolo II ricordando i suoi sforzi per promuovere la pace in tutto il mondo. Il Primo ministro inglese Tony Blair asserì che il mondo ha perso una guida religiosa che era riverito dai popoli di ogni fede come da quelli che non ne hanno alcuna. [12]
Le bandiere in cima alla Casa Bianca e ad altri edifici pubblici negli Stati Uniti furono ammezzate fino al tramonto del giorno della sepoltura di Wojtyła. [13] Il presidente George W. Bush espresse il suo cordoglio per la morte di un campione della libertà umana, un'ispirazione per milioni di americani e un eroe nei secoli [14] ed è stato il primo presidente statunitense a presenziare al funerale di un Sommo Pontefice.
Molti paesi a maggioranza cattolica dichiararono il lutto per Giovanni Paolo II. Il governo delle Filippine proclamò il lutto fino al giorno del funerale. Il Paraguay e il Gabon proclamarono cinque giorni di lutto, la Costa Rica quattro. Tre giorni di lutto furono proclamati dai governi di Italia, Portogallo (nei giorni precedenti il funerale, benché le bandiere nazionali siano state ammezzate sui pubblici edifici il lunedì successivo alla morte del Papa), Croazia, Haiti, Bolivia, Capo Verde, Seychelles, Malawi, e Timor Est. Spagna e Perù proclamarono un giorno di lutto nazionale.
Egitto e Libano furono due dei paesi a maggioranza non cattolica che proclamarono tre giorni di lutto. Il Kosovo proclamò due giorni, e la Bosnia ed Erzegovina e l'Albania proclamarono un giorno. Nella Repubblica di Macedonia tutti gli eventi culturali vennero cancellati il giorno seguente la morte del Papa.
La Germania e la Francia ordinarono di abbassare a mezz'asta le bandiere di tutti gli uffici del Governo.
In netto contrasto con altri paesi a larga maggioranza cattolica il Taoiseach d'Irlanda Bertie Ahern dichiarò che non ci sarebbe stato "giorno nazionale di lutto di sorta". Ciò in controversia con una porzione considerevole della popolazione irlandese[senza fonte]. I commentatori notarono che la reazione irlandese è in qualche modo mutata e potrebbe essere indicativa della società e della politica irlandesi. Anche molte guide religiose non cattoliche in tutto il mondo hanno espresso le proprie condoglianze.
"Giovanni Paolo II il Grande" [modifica]
Subito dopo la morte di Giovanni Paolo II molte importanti autorità ecclesiastiche, tra cui il cardinale Angelo Sodano in forma scritta nell'omelia della messa di requiem, si sono riferiti all'ultimo pontefice come Giovanni Paolo il Grande. Il titolo di "Grande" è comunemente usato come attributo per sole cinque persone, di cui tre papi: papa Leone I, papa Gregorio I e papa Niccolò I (gli altri sono Alessandro Magno e Carlo Magno). Un uso, tuttavia, alquanto libero poiché non esiste un procedimento istituzionale per dichiarare "Grande" una persona; avviene col tempo per acclamazione popolare. Il titolo guadagna di credibilità ogniqualvolta viene utilizzato in un discorso o in forma scritta. Dopo le prime settimane dalla scomparsa del Pontefice l'appellativo di Magno è caduto in un rapido disuso.
Funerale [modifica]

Piazza San Pietro. La folla attende per molte ore di dare l'ultimo saluto al Papa
I funerali di Giovanni Paolo II si svolsero venerdì 8 aprile in Piazza San Pietro e furono officiati dal cardinale Joseph Ratzinger in quanto decano del Collegio cardinalizio. Diversi pellegrini, al grido di «Santo subito» sono rimasti vicini fino all'ultimo al Papa. Presenti in piazza molti capi di stato e di governo e rappresentanti di tutte le religioni. Da lunedì 4 aprile la salma del Pontefice era stata esposta all'interno della Basilica di San Pietro, ed aveva ricevuto l'omaggio di una folla numerosissima (più di 3 milioni di persone), che durante tutto il giorno e tutta la notte ininterrottamente aveva atteso con pazienza il proprio turno, lungo una coda che ha raggiunto fino a cinque chilometri di lunghezza ed un tempo di attesa che ha superato le venti ore. L'accesso alla coda, infatti, era stato chiuso alle ore 22.00 di mercoledì 6 aprile, per poter smaltire la fila il giorno seguente.
Il 28 aprile successivo, papa Benedetto XVI ha concesso la dispensa dal tempo di cinque anni di attesa dopo la morte, per l'inizio della causa di beatificazione e canonizzazione di Giovanni Paolo II. La causa è stata aperta ufficialmente il 28 giugno 2005 dal cardinale Camillo Ruini, Vicario Generale per la diocesi di Roma.

La tomba di Giovanni Paolo II nelle Grotte Vaticane
Collegamenti esterni [modifica]
Delegazioni ufficiali che hanno annunciato la loro presenza alla messa esequiale di Giovanni Paolo II
Delegazioni religiose che hanno annunciato la loro presenza alla messa esequiale di Giovanni Paolo II
Messa esequiale per Giovanni Paolo II
Papa Giovanni Paolo II (categoria)

Attentato Viaggi apostolici Dati sul pontificato Opere e documenti Morte «Santo subito»Critiche Delegazioni presenti ai funerali Emissioni filateliche del pontificato Giornata Mondiale della Gioventù
Estratto da "http://it.wikipedia.org/wiki/Morte_di_Giovanni_Paolo_II"
Categoria: Papa Giovanni Paolo II [altre]

I TITOLI DEI GIORNALI SULLA MORTE DI PAPA GIOVANNI PAOLO II


I TITOLI DEI GIORNALI SULLA MORTE DEL PAPA (EDIZIONE 3 APRILE, 2005) IL MESSAGGERO - "Il Papa di tutti". "Nella sua persona ha concentrato il dolore del mondo" di Francesco Paolo Casavola. "Oltre 100 mila fedeli raccolti a piazza San Pietro". CORRIERE DELLA SERA - "Il papa che ha cambiato il mondo". "Le chitarre, il silenzio". "Karol e i suoi ragazzi". "Nella storia" di Paolo Mieli.LA STAMPA - "Il mondo piange il Papa". "La giustizia, il male e il perdono" di Barbara Spinelli. IL GIORNO - "La liturgia mediatica del Grande Comunicatore" di Ugo Ronfani. "Ieri, ore 21.37, Giovanni Paolo II si è spento". LA REPUBBLICA - "Addio Wojtyla". "La doppia anima del regno" di Eugenio Scalfari. "Regionali, oggi si vota: è un test su Berlusconi". LIBERO - "Guardate che si vota" di Vittorio Feltri. "E così è volato via". IL SOLE 24 ORE - "La vera posta delle elezioni" di Aldo Carboni. "Addio Papa dal grande cuore". "Unocal, asta finale con Eni". "Povera Scala, costretta a perdere maestri e primati". L'UNITÀ - "L'attesa e l'addio" di Roberto Monteforte. "Il papa riposa nella pace". "Regioni, si vota per cambiare l'Italia". SECOLO D'ITALIA - "L'"altra globalizzazione" di Wojtyla" di Giorgio Torchia. "Con i giovani fino all'ultimo". "Tra tante emozioni, il dovere civile di votare" di Ignazio La Russa. LA GAZZETTA DELLO SPORT - "Campione della fede" di Antonio Di Rosa. "Il tempo del silenzio". "Schumi ritrova la rossa. Terzo dopo Alonso e Trulli". CORRIERE DELLO SPORT - "Nel cuore, la sua voce" di Carlo Azeglio Ciampi. "Ciao, grandissimo". "Il calcio cambia i calendari". AVVENIRE - "Papa sempre. Fino all'ultimo" di Dino Boppo. "Il vuoto più grande". "Pisanu: in silenzio ma oggi tutti al voto". MANIFESTO - "Un po' di silenzio" di Rossana Rossanda. "Non se ne fa un altro". "Oggi e domani al voto: trema il regno del centrodestra". LIBERAZIONE - "Addio, da pecora smarrita" di Ali Ranhia. "Amava la pace, riposa in pace". "Bertinotti: la radicalità e i moderati". LA PADANIA - "L'ultimo saluto alla generazione visibile" di Gianluigi Paragone". "Sono lieto, siatelo anche voi". "L'asso del Nord". IL PICCOLO - "Enorme eredità" di Renzo Guolo. "È morto. Il dolore del mondo". "Quaranta milioni al voto nel giorno del cordoglio". "Oggi fermo anche lo sport". IL SECOLO XIX - "Cerniera tra due epoche" di Benny Lai. "I diecimila giorni di Karol". "Alle urne con le lacrime agli occhi". L'UNIONE SARDA - "La sofferenza e il grande amore" di Paolo Figus. "Addio papa Wojtyla". "Neppure lo sport ha avuto la forza di andare avanti". IL MATTINO - "La porta del cielo" di Bruno Forte. "Il Papa è morto". "La campana triste di Sigismondo". LA GAZZETTA DEL MEZZOGIORNO - "Oggi al voto una Puglia orgogliosa di se stessa" di Lino Patruno. "Addio, addio caro grande Papa". GIORNALE DI SICILIA - "Quell'uomo venuto dall'Est paladino delle libertà" di Renzo Foa. "È spirato". " LA GAZZETTA DELLO SPORT - "ha deciso di fermarsi anche lo sport". IL GIORNALE - "Vittoria della vita" di Antonio Socci. "Papa nostro che sei nei cieli". "Così Wojtyla raccontava la sua storia". QUOTIDIANO NAZIONALE - "Sei sempre nostro padre" di Giancarlo Mazzuca. "La luce di Karol". castello del Wawel.

estratto dal sito http://www.laurabogliolo.it/papa_morto2.htm

Il Conclave regole e significati

Il meccanismo riscritto da Wojtyla nella Universi Dominici Gregis
Il Conclave dal 18 aprile. Ecco le regole
Le Congregazioni, il giuramento, le votazioni: il cammino dalla Vacatio del soglio pontificio all'elezione del nuovo Pontefice


ROMA - La decisione della data è arrivata: i cardinali hanno stabilito che il Conclave avrà inizio il prossimo lunedì, 18 aprile nel pomeriggio.
VACATIO - Ma cosa succederà da qui all'elezione del Pontefice? Il periodo della Vacatio del soglio pontificio è uno dei più particolari della vita della Chiesa. Proprio per questo esso è disciplinato da regole specifiche al fine di non creare spaccature e dissensi all'interno del corpo ecclesiastico. Le attuali disposizioni sono quelle contenute all'interno della costituzione apostolica Universi Dominici Gregis varata proprio da Giovanni Paolo II il 22 febbraio 1996.


I TEMPI - La Costituzione apostolica voluta dallo scomparso Pontefice che riforma un'analogo documento redatto da Paolo VI prescrive anche le norme a cui devono attenersi i cardinali nel conclave. Le regole per l’elezione prevedono che subito dopo la morte del Pontefice annunciata dal decano del Collegio cardinalizio, il cardinale Joseph Ratzinger, vengano convocati entro 20 giorni a Roma tutti i cardinali, sia quelli under 80 (gli unici ad avere il diritto di entrare nella Sistina) sia quelli più anziani (la cui partecipazione alle riunioni consultive che precedono il Conclave è però solo facoltativa). Per il disbrigo di affari ordinari ma anche per quelli indilazionabili, durante la sede vacante, il Governo della Chiesa è affidato al Collegio cardinalizio, che non ha facoltà di modificare le leggi in vigore. Tra i compiti dei cardinali c’è quello di organizzare materialmente il conclave che deve iniziare tra il quindicesimo e il ventesimo giorno dalla morte del Papa (dal 17 al 22 aprile).
CONGREGAZIONI - Per permettere ai cardinali di conoscersi e sviluppare un'intesa che li porti ad individuare ed eleggere il futuro Pontefice i cardinali si riuniscono prima del conclave in apposite riunioni chiamate Congregazioni. In particolare durante una di esse, secondo quanto stabilisce l'articolo 13 comma D della Dominici Gregis a due cardinali viene affidato il compito di dettare agli altri cardinali due ponderate meditazioni circa i problemi attuali della Chiesa.
CONCLAVE - Dopo il solenne giuramento da parte degli elettori e la pronuncia della dichiarazione "extra omnes" (fuori tutti) i cardinali elettori entrano in Conclave soli, senza avere possibilità alcuna di comunicare con il mondo esterno. Proprio per evitare la possibilità di ricevere informazioni o inquinamenti esterni è prevista un’accurata perquisizione da parte di due periti per individuare eventuali cimici, telefonini, pc portatili, videocamere e registratori. Tutti gli ambienti interessati vengono passati a setaccio, compresa la Cappella Sistina, sede delle votazioni.
VOTAZIONI - Nella prima fase della votazione si distribuiscono le schede sulle quali è stampata la formula:"Eligo summum pontificem". Poi si passa all’estrazione a sorte di tre scrutatori, tre revisori e tre infirmari, ossia coloro che assumono il compito di raccogliere i voti dei cardinali infermi (se ci sono). Dopo avere scritto sulla scheda il nome del proprio candidato, il cardinale elettore si reca verso l’altare per depositarla dentro un’urna pronunciando in latino la formula: «Shiamo a testimone Cristo che mi giudicherà che il mio voto è dato a colui che, secondo Dio, ritengo debba essere eletto». Una volta che tutti hanno terminato di votare si procede alla conta e allo spoglio dei voti. Per scongiurare il rischio di brogli ed impedire che le schede scrutinate possano per sbaglio essere conteggiate due volte, queste vengono cucite tra di loro con ago e filo nel punto in cui si trova scritto la parola "eligo". Se su nessun nome è stato raggiunto un accordo le schede vengono bruciate in una stufa assieme a prodotti chimici per ottenere il fumo nero, o, in caso di elezione, quello bianco. In antichità al posto di additivi chimici il fumo nero si otteneva utilizzando paglia bagnata. Se dopo 27 scrutini negativi, mattutini e pomeridiani, il Papa non risulta ancora stato eletto dai tre quarti dei votanti, i cardinali elettori sono invitati dal Camerlengo ad esprimere parere sul modo di procedere. A questo punto i casi sono due: si passa ad abbassare il quorum (50% più uno dei votanti) o si votano i due nomi più votati nello scrutinio immediatamente precedente. Anche in questo caso si esige la maggioranza assoluta (50% più uno). La Costituzione in questo ultimo punto (art.75) a detta di molti canonisti non è chiarissima, non stabilendo a priori quale sia il metodo migliore da seguire, lasciando agli elettori la possibilità di scelta.
ELEZIONE - Una volta eletto il nuovo Papa, l’ultimo dei cardinali-diaconi chiama nella Sistina il segretario del nuovo successore di Pietro, il maestro delle cerimonie liturgiche e i cerimonieri. Quindi il cardinale Decano chiede formalmente all’eletto se intende accettare o meno l’incarico. Ad una sua risposta affermativa gli viene chiesto il nome scelto. L’accettazione si conclude con la redazione di un verbale e la vestizione del Papa per il rito d’obbedienza.
13 aprile 2005

http://www.corriere.it/Primo_Piano/Cronache/2005/04_Aprile/05/conclave.shtml

Il TESTAMENTO DI GIOVANNI PAOLO II

Il testo integrale delle quindici pagine delle volontà di Wojtylascritto in diverse fasi dal 1979. "Provvidenza mi salvò da attentato"Il testamento di Giovanni Paolo II"Il mio pensiero torna alla Polonia""Grazie a Dio la guerra fredda è finita senza un conflitto nucleare""Bruciate i miei appunti personali. Don Stanislao vigili"
Giovanni Paolo II ROMA - Ecco il testo integrale del testamento di Giovanni Paolo II, scritto in diverse fasi dal 1979. Il testamento del 6.3.1979 (e le aggiunte successive) Totus Tuus ego sum Nel Nome della Santissima Trinità. Amen. PRIMA PARTE -"Vegliate, perché non sapete in quale giorno il Signore vostro verrà" (cf. Mt 24, 42) queste parole mi ricordano l'ultima chiamata, che avverrà nel momento in cui il Signore vorrà. Desidero seguirLo e desidero che tutto ciò che fa parte della mia vita terrena mi prepari a questo momento. Non so quando esso verrà, ma come tutto, anche questo momento depongo nelle mani della Madre del mio Maestro: Totus Tuus. Nelle stesse mani materne lascio tutto e Tutti coloro con i quali mi ha collegato la mia vita e la mia vocazione. In queste Mani lascio soprattutto la Chiesa e anche la mia Nazione e tutta l'umanità. Ringrazio tutti. A tutti chiedo perdono. Chiedo anche la preghiera, affinchè la Misericordia di Dio si mostri più grande della mia debolezza e indegnità. Durante gli esercizi spirituali ho riletto il testamento del Santo Padre Paolo VI. Questa lettura mi ha spinto a scrivere il presente testamento. Non lascio dietro di me alcuna proprietà di cui sia necessario disporre. Quanto alle cose di uso quotidiano che mi servivano, chiedo di distribuirle come apparirà opportuno. Gli appunti personali siano bruciati. Chiedo che su questo vigili don Stanislao, che ringrazio per la collaborazione e l'aiuto così prolungato negli anni e così comprensivo. Tutti gli altri ringraziamenti invece, li lascio nel cuore davanti a Dio stesso, perché è difficile esprimerli.
Per quanto riguarda il funerale, ripeto le stesse disposizioni, che ha dato il Santo Padre Paolo VI. (qui nota al margine: il sepolcro nella terra, non in un sarcofago, 13.3.92). "apud Dominum misericordia et copiosa apud Eum redemptio" Giovanni Paolo pp. II SECONDA PARTE - Roma, 6.III.1979 Dopo la morte chiedo Sante Messe e preghiere 5.III.1990 TERZA PARTE - Foglio senza data: Esprimo la più profonda fiducia che, malgrado tutta la mia debolezza, il Signore mi concederà ogni grazia necessaria per affrontare secondo la Sua volontà qualsiasi compito, prova e sofferenza che vorrà richiedere dal Suo servo, nel corso della vita. Ho anche fiducia che non permetterà mai che, mediante qualche mio atteggiamento: parole, opere o omissioni, possa tradire i miei obblighi in questa santa Sede Petrina. QUARTA PARTE - 24.II - 1.III.1980 Anche durante questi esercizi spirituali ho riflettuto sulla verità del Sacerdozio di Cristo nella prospettiva di quel Transito che per ognuno di noi è il momento della propria morte. Del congedo da questo mondo - per nascere all'altro, al mondo futuro, segno eloquente (aggiunto sopra: decisivo) è per noi la Risurrezione di Cristo. Ho letto dunque la registrazione del mio testamento dell'ultimo anno, fatta anch'essa durante gli esercizi spirituali - l'ho paragonata con il testamento del mio grande Predecessore e Padre Paolo VI, con quella sublime testimonianza sulla morte di un cristiano e di un papa - e ho rinnovato in me la coscienza delle questioni, alle quali si riferisce la registrazione del 6.III.1979 preparata da me (in modo piuttosto provvisorio). Oggi desidero aggiungere ad essa solo questo, che ognuno deve tener presente la prospettiva della morte. E deve esser pronto a presentarsi davanti al Signore e al Giudice - e contemporaneamente Redentore e Padre. Allora anche io prendo in considerazione questo continuamente, affidando quel momento decisivo alla Madre di Cristo e della Chiesa - alla Madre della mia speranza. I tempi, nei quali viviamo, sono indicibilmente difficili e inquieti. Difficile e tesa è diventata anche la via della Chiesa, prova caratteristica di questi tempi - tanto per i Fedeli, quanto per i Pastori. In alcuni Paesi (come p.e. in quello di cui ho letto durante gli esercizi spirituali), la Chiesa si trova in un periodo di persecuzione tale, da non essere inferiore a quelle dei primi secoli, anzi li supera per il grado della spietatezza e dell'odio. Sanguis martyrum - semen christianorum. E oltre questo - tante persone scompaiono innocentemente, anche in questo Paese in cui viviamo... Desidero ancora una volta totalmente affidarmi alla grazia del Signore. Egli stesso deciderà quando e come devo finire la mia vita terrena e il ministero pastorale. Nella vita e nella morte Totus Tuus mediante l'Immacolata. Accettando già ora questa morte, spero che il Cristo mi dia la grazia per l'ultimo passaggio, cioè la [mia] Pasqua. Spero anche che la renda utile anche per questa più importante causa alla quale cerco di servire: la salvezza degli uomini, la salvaguardia della famiglia umana, e in essa di tutte le nazioni e dei popoli (tra essi mi rivolgo anche in modo particolare alla mia Patria terrena), utile per le persone che in modo particolare mi ha affidato, per la questione della Chiesa, per la gloria dello stesso Dio. Non desidero aggiungere niente a quello che ho scritto un anno fa - solo esprimere questa prontezza e contemporaneamente questa fiducia, alla quale i presenti esercizi spirituali di nuovo mi hanno disposto. QUINTA PARTE - Totus Tuus ego sum 5.III.1982 Nel corso degli esercizi spirituali di quest'anno ho letto (più volte) il testo del testamento del 6.III.1979. Malgrado che tuttora lo consideri come provvisorio (non definitivo), lo lascio nella forma nella quale esiste. Non cambio (per ora) niente, e neppure aggiungo, per quanto riguarda le disposizioni in esso contenute. L'attentato alla mia vita il 13.V.1981 in qualche modo ha confermato l'esattezza delle parole scritte nel periodo degli esercizi spirituali del 1980 (24.II - 1.III) Tanto più profondamente sento che mi trovo totalmente nelle Mani di Dio - e resto continuamente a disposizione del mio Signore, affidandomi a Lui nella Sua Immacolata Madre (Totus Tuus) Giovanni Paolo pp. II. SESTA PARTE - 5.III.82 In connessione con l'ultima frase del mio testamento del 6.III 1979 (: "Sul luogo /il luogo cioè del funerale/ decida il Collegio Cardinalizio e i Connazionali") - chiarisco che ho in mente: il metropolita di Cracovia o il Consiglio Generale dell'Episcopato della Polonia - al Collegio Cardinalizio chiedo intanto di soddisfare in quanto possibile le eventuali domande dei su elencati. SETTIMA PARTE - 1.III.1985 (nel corso degli esercizi spirituali). Ancora - per quanto riguarda l'espressione "Collegio Cardinalizio e i Connazionali": il "Collegio Cardinalizio" non ha nessun obbligo di interpellare su questo argomento "i Connazionali"; può tuttavia farlo, se per qualche motivo lo riterrà giusto. JPII. OTTAVA PARTE - Gli esercizi spirituali dell'anno. [per il testamento] 1. Quando nel giorno 16 ottobre 1978 il conclave dei cardinali scelse Giovanni Paolo II, il Primate della Polonia Card. Stefan Wyszynski mi disse: "Il compito del nuovo papa sarà di introdurre la Chiesa nel Terzo Millennio". Non so se ripeto esattamente la frase, ma almeno tale era il senso di ciò che allora sentii. Lo disse l'Uomo che è passato alla storia come Primate del Millennio. Un grande Primate. Sono stato testimone della sua missione, del Suo totale affidamento. Delle Sue lotte: della Sua vittoria. "La vittoria, quando avverrà, sarà una vittoria mediante Maria" - queste parole del suo Predecessore, il card. August Hlond, soleva ripetere il Primate del Millennio. In questo modo sono stato in qualche maniera preparato al compito che il giorno 16 ottobre 1978 si è presentato davanti a me. Nel momento in cui scrivo queste parole, l'Anno giubilare del 2000 è già una realtà in atto. La notte del 24 dicembre 1999 è stata aperta la simbolica Porta del Grande Giubileo nella Basilica di San Pietro, in seguito quella di San Giovanni in Laterano, poi di Santa Maria Maggiore - a capodanno, e il giorno 19 gennaio la Porta della Basilica di San Paolo "fuori le mura". Quest'ultimo avvenimento, per via del suo carattere ecumenico, è restato impresso nella memoria in modo particolare. 2. A misura che l'Anno Giubilare 2000 va avanti, di giorno in giorno si chiude dietro di noi il secolo ventesimo e si apre il secolo ventunesimo. Secondo i disegni della Provvidenza mi è stato dato di vivere nel difficile secolo che se ne sta andando nel passato, e ora nell'anno in cui l'età della mia vita giunge agli anni ottanta ("octogesima adveniens"), bisogna domandarsi se non sia il tempo di ripetere con il biblico Simeone "Nunc dimittis". Nel giorno del 13 maggio 1981, il giorno dell'attentato al Papa durante l'udienza generale in Piazza San Pietro, la Divina Provvidenza mi ha salvato in modo miracoloso dalla morte. Colui che è unico Signore della vita e della morte Lui stesso mi ha prolungato questa vita, in un certo modo me l'ha donata di nuovo. Da questo momento essa ancora di più appartiene a Lui. Spero che Egli mi aiuterà a riconoscere fino a quando devo continuare questo servizio, al quale mi ha chiamato nel giorno 16 ottobre 1978. Gli chiedo di volermi richiamare quando Egli stesso vorrà. "Nella vita e nella morte apparteniamo al Signore... siamo del Signore" (cf. Rm 14, 8). Spero anche che fino a quando mi sarà donato di compiere il servizio Petrino nella Chiesa, la Misericordia di Dio voglia prestarmi le forze necessarie per questo servizio. 3. Come ogni anno durante gli esercizi spirituali ho letto il mio testamento del 6.III.1979. Continuo a mantenere le disposizioni contenute in esso. Quello che allora, e anche durante i successivi esercizi spirituali è stato aggiunto costituisce un riflesso della difficile e tesa situazione generale, che ha marcato gli anni ottanta. Dall'autunno dell'anno 1989 questa situazione è cambiata. L'ultimo decennio del secolo passato è stato libero dalle precedenti tensioni; ciò non significa che non abbia portato con sè nuovi problemi e difficoltà. In modo particolare sia lode alla Provvidenza Divina per questo, che il periodo della così detta "guerra fredda" è finito senza il violento conflitto nucleare, di cui pesava sul mondo il pericolo nel periodo precedente. 4. Stando sulla soglia del terzo millennio "in medio Ecclesiae", desidero ancora una volta esprimere gratitudine allo Spirito Santo per il grande dono del Concilio Vaticano II, al quale insieme con l'intera Chiesa - e soprattutto con l'intero episcopato - mi sento debitore. Sono convinto che ancora a lungo sarà dato alle nuove generazioni di attingere alle ricchezze che questo Concilio del XX secolo ci ha elargito. Come vescovo che ha partecipato all'evento conciliare dal primo all'ultimo giorno, desidero affidare questo grande patrimonio a tutti coloro che sono e saranno in futuro chiamati a realizzarlo. Per parte mia ringrazio l'eterno Pastore che mi ha permesso di servire questa grandissima causa nel corso di tutti gli anni del mio pontificato. "In medio Ecclesiae"... dai primi anni del servizio vescovile - appunto grazie al Concilio - mi è stato dato di sperimentare la fraterna comunione dell'Episcopato. Come sacerdote dell'Arcidiocesi di Cracovia avevo sperimentato che cosa fosse la fraterna comunione del presbiterio - il Concilio ha aperto una nuova dimensione di questa esperienza. 5. Quante persone dovrei qui elencare! Probabilmente il Signore Dio ha chiamato a Sè la maggioranza di esse - quanto a coloro che ancora si trovano da questa parte, le parole di questo testamento li ricordino, tutti e dappertutto, dovunque si trovino. Nel corso di più di vent'anni da cui svolgo il servizio Petrino "in medio Ecclesiae" ho sperimentato la benevola e quanto mai feconda collaborazione di tanti Cardinali, Arcivescovi e Vescovi, tanti sacerdoti, tante persone consacrate - Fratelli e Sorelle - infine di tantissime persone laiche, nell'ambiente curiale, nel Vicariato della Diocesi di Roma, nonchè fuori di questi ambienti. Come non abbracciare con grata memoria tutti gli Episcopati nel mondo, con i quali mi sono incontrato nel succedersi delle visite "ad limina Apostolorum"! Come non ricordare anche tanti Fratelli cristiani - non cattolici! E il rabbino di Roma e così numerosi rappresentanti delle religioni non cristiane! E quanti rappresentanti del mondo della cultura, della scienza, della politica, dei mezzi di comunicazione sociale! 6. A misura che si avvicina il limite della mia vita terrena ritorno con la memoria all'inizio, ai miei Genitori, al Fratello e alla Sorella (che non ho conosciuto, perchè morì prima della mia nascita), alla parrocchia di Wadowice, dove sono stato battezzato, a quella città del mio amore, ai coetanei, compagne e compagni della scuola elementare, del ginnasio, dell'università, fino ai tempi dell'occupazione, quando lavorai come operaio, e in seguito alla parrocchia di Niegowi", a quella cracoviana di S. Floriano, alla pastorale degli accademici, all'ambiente... a tutti gli ambienti... a Cracovia e a Roma... alle persone che in modo speciale mi sono state affidate dal Signore. A tutti voglio dire uno sola cosa: "Dio vi ricompensi" "In manus Tuas, Domine, commendo spiritum meum" A.D. 17.III.2000. Giovanni Paolo pp. II (7 aprile 2005)

dal sito web http://www.repubblica.it/2005/d/sezioni/esteri/papa15/testamentopapa/testamentopapa.html

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