Roberto Succo (Mestre, 3 aprile 1962 – Vicenza, 23 maggio 1988) è stato un criminale e serial killer italiano
L'omicidio dei genitori [modifica]
Il 12 aprile 1981, all'età di 19 anni, Roberto Succo uccise i genitori, accoltellando per 32 volte la madre Maria e, dopo averne atteso in casa per tutto il giorno il ritorno, colpendo con un'accetta il padre Nazario. Dopo aver ucciso i genitori, ne occulta i cadaveri nella vasca da bagno, coprendoli con l'acqua.
Fugge poi da Mestre,[1] ma le indagini sull'omicidio dei coniugi Succo vengono indirizzate subito al figlio che due giorni più tardi viene arrestato all'uscita di una pizzeria a San Pietro al Natisone, poco lontano dal confine con la Jugoslavia, dopo che era tornato brevemente sul luogo dell'omicidio.
Dichiarato infermo di mente dal tribunale, Roberto Succo viene internato nell'Ospedale Psichiatrico Giudiziario di Reggio Emilia. Il 17 maggio 1986 approfittando di un permesso, fugge dall'ospedale e fa perdere le proprie tracce. Fino al momento della fuga, Succo era stato un detenuto modello, si era diplomato e sembrava aver ritrovato un certo equilibrio mentale, tanto da ricevere il parere positivo in molte visite dai medici e dagli psichiatri che concessero il benestare ai permessi.[2]
La latitanza in Francia [modifica]
Dopo la fuga dall'Italia, si rifugia in Francia, dove commette alcuni omicidi (un brigadiere, un medico, un ispettore di polizia e due adolescenti, queste ultime violentate e uccise[3]).
Il nuovo arresto in Italia [modifica]
Tornato in Italia, il 28 febbraio 1988 viene catturato nelle campagne di Santa Lucia di Piave.[4]
Tenta nuovamente di evadere dal carcere di Santa Bona di Treviso, improvvisando una conferenza stampa sul tetto del penitenziario con molta gente accorsa intorno al carcere.[5]
Il suicidio [modifica]
Nella notte tra il 22 e il 23 maggio 1988, si uccide nel carcere San Pio X di Vicenza soffocandosi con un sacchetto di plastica riempito di gas.[6]
Riferimenti culturali [modifica]
La vicenda di Roberto Succo ispirò un film omonimo[7] diretto nel 2001 da Cédric Kahn interpretato dall'attore italiano Stefano Cassetti,[8][9][10] in concorso al festival di Cannes del 2001[11].
Sulla vicenda di Succo, il drammaturgo francese Bernard-Marie Koltès ha prodotto un'opera teatrale.[12]
Note [modifica]
^ Assassino per sei volte, "Sì, uccidere mi piace", La Repubblica, 1 marzo 1988
^ Carlo Lucarelli e Massimo Picozzi, Serial killer. Storie di ossessione omicida
^ È un italiano il ricercato n. 1 in Francia, La Repubblica, 12 febbraio 1988
^ Assassino per sei volte, "Sì, uccidere mi piace", La Repubblica, 1 marzo 1988
^ L'ultima impresa di Rambo-killer, La Repubblica, 2 marzo 1988
^ Meglio morto che prigioniero, La Repubblica, 24 maggio 1988
^ Il Succo della follia un poliziesco d' antan, La Repubblica, 3 settembre 2002
^ Stefano Cassetti, storia di un attore per caso,La Repubblica, 15 maggio 2001
^ http://archiviostorico.corriere.it/2001/maggio/15/follie_Roberto_Succo_killer_italiano_co_0_0105158481.shtml
^ http://www.stefanocassetti.com/
^ http://www.diaphana.fr/succo/
^ http://ricerca.repubblica.it/repubblica/archivio/repubblica/2002/09/03/il-succo-della-follia-un-poliziesco.html
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