Il Marchese Emilio Pucci di Barsento (Napoli, 20 novembre 1914 – Firenze, 29 novembre 1992) è stato uno stilista e deputato italiano. In gioventù fu anche uno sciatore professionista.
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1 Biografia
2 Il marchio Emilio Pucci
3 Onorificenze
4 Note
5 Bibliografia
6 Voci correlate
7 Collegamenti esterni
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Biografia [modifica]
Nato a Napoli, fu l'erede della nobile famiglia fiorentina dei Pucci. Studiò negli Stati Uniti e in Italia, dove conseguì una laurea in Scienze politiche nel 1941.
In gioventù si dedicò allo sci e fece parte della squadra olimpica italiana nel 1934 e 1935 e vinse una borsa di studio per allenarsi nello sci al Reed College nell'Oregon. Lì ebbe modo anche di realizzare i suoi primi abiti, da appassionato di pittura qual era, disegnando l'uniforme della squadra di sci della scuola, da dove si laureò nel 1937. Fu richiamato in Italia nel 1938 alla vigilia della guerra, e si arruolò come ufficiale dell'Aviazione, trascorrendovi il periodo bellico.
La sua attività di disegnatore di moda decollò per caso: nel 1947 a Zermatt la fotografa Toni Frissel, che lavorava per l'Harper's Bazaar, un'importante rivista di moda statunitense, rimase colpita da una giovane amica di Pucci che indossava una tuta da neve, da lui disegnata quasi per gioco, e la fotografò. Quando fu pubblicata sul magazine illustrato nell'ambito di un articolo sulla moda invernale in Europa fu un successo immediato (1948).
L'episodio lo incoraggiò a creare e vendere vestiti da donna, aprendo la sua prima boutique a Capri nel 1950. Subito la sua produzione si contraddistinse per l'uso di colori brillanti e motivi vistosi e marcati, che tanto influenzarono la moda di quei decenni.
Emilio Pucci fu quindi un pioniere della moda italiana, partecipando per esempio alla prima sfilata di moda tenutasi in Italia, che fu organizzata per il 12 febbraio 1951 da Giovanni Battista Giorgini a Firenze, presso Villa Torrigiani in Via dei Serragli. Tra i suoi primi successi vanno ricordati la linea di vestiti di seta stampata senza pieghe.
Emilio Pucci ebbe un rapporto speciale con la città dei suoi antenati, Firenze, e nel Palazzo Pucci stabilì il quartier generale della sua casa di moda, dove infatti si trova tutt'ora. L'indirizzo stesso della maison, come pochi al mondo potevano vantare, era di per sé un vanto e rifletteva la sua origine nobile: "Marchese Emilio Pucci, Palazzo Pucci, Via de' Pucci 6, Firenze".
Nel corso della sua vita ha applicato le sue creazioni ai campi più disparati, ricevendo sempre ammirazione e riconoscimenti, grazie al suo stile fresco ed elegante. Molto popolare negli Stati Uniti, disegnò per esempio lo stemma per la tuta degli astronauti della Nasa per la missione dell'Apollo 15; oppure disegnò le divise per le hostess, i piloti e il personale della compagnia Braniff International Airways tra il 1965 and 1977, colorate e assolutamente innovative rispetto al panorama di allora; in Italia disegnò le divise classiche dei Vigili urbani, con i lunghi guanti bianchi e gli elmetti ovali sulla divisa blu.
Nel frattempo le attività di stilista si allargarono alla moda maschile, ai profumi, alla produzione di ceramica per la casa.
Nella sua vita si è occupato anche di politica, venendo eletto deputato tra il 1963 e il 1972. Legato alla destra (il padre Roberto era stato senatore e presidente del Partito Fascista a Firenze negli anni trenta), in gioventù aveva simpatizzato per Mussolini, scrivendo anche dei volumetti a supporto delle idee fasciste. Pucci era un intimo amico di Edda Ciano. Nel 1944, dopo l'esecuzione di Galeazzo Ciano, aiutò insieme con Frau Beetz la famiglia a fuggire in Svizzera.[1]
Suo figlio Alessandro, 11º Marchese di Barsento, morì in un incidente stradale nel 1998. Sua figlia Laudomia ha ereditato la direzione del marchio Emilio Pucci.
Il marchio Emilio Pucci
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1 Biografia
2 Il marchio Emilio Pucci
3 Onorificenze
4 Note
5 Bibliografia
6 Voci correlate
7 Collegamenti esterni
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Biografia [modifica]
Nato a Napoli, fu l'erede della nobile famiglia fiorentina dei Pucci. Studiò negli Stati Uniti e in Italia, dove conseguì una laurea in Scienze politiche nel 1941.
In gioventù si dedicò allo sci e fece parte della squadra olimpica italiana nel 1934 e 1935 e vinse una borsa di studio per allenarsi nello sci al Reed College nell'Oregon. Lì ebbe modo anche di realizzare i suoi primi abiti, da appassionato di pittura qual era, disegnando l'uniforme della squadra di sci della scuola, da dove si laureò nel 1937. Fu richiamato in Italia nel 1938 alla vigilia della guerra, e si arruolò come ufficiale dell'Aviazione, trascorrendovi il periodo bellico.
La sua attività di disegnatore di moda decollò per caso: nel 1947 a Zermatt la fotografa Toni Frissel, che lavorava per l'Harper's Bazaar, un'importante rivista di moda statunitense, rimase colpita da una giovane amica di Pucci che indossava una tuta da neve, da lui disegnata quasi per gioco, e la fotografò. Quando fu pubblicata sul magazine illustrato nell'ambito di un articolo sulla moda invernale in Europa fu un successo immediato (1948).
L'episodio lo incoraggiò a creare e vendere vestiti da donna, aprendo la sua prima boutique a Capri nel 1950. Subito la sua produzione si contraddistinse per l'uso di colori brillanti e motivi vistosi e marcati, che tanto influenzarono la moda di quei decenni.
Emilio Pucci fu quindi un pioniere della moda italiana, partecipando per esempio alla prima sfilata di moda tenutasi in Italia, che fu organizzata per il 12 febbraio 1951 da Giovanni Battista Giorgini a Firenze, presso Villa Torrigiani in Via dei Serragli. Tra i suoi primi successi vanno ricordati la linea di vestiti di seta stampata senza pieghe.
Emilio Pucci ebbe un rapporto speciale con la città dei suoi antenati, Firenze, e nel Palazzo Pucci stabilì il quartier generale della sua casa di moda, dove infatti si trova tutt'ora. L'indirizzo stesso della maison, come pochi al mondo potevano vantare, era di per sé un vanto e rifletteva la sua origine nobile: "Marchese Emilio Pucci, Palazzo Pucci, Via de' Pucci 6, Firenze".
Nel corso della sua vita ha applicato le sue creazioni ai campi più disparati, ricevendo sempre ammirazione e riconoscimenti, grazie al suo stile fresco ed elegante. Molto popolare negli Stati Uniti, disegnò per esempio lo stemma per la tuta degli astronauti della Nasa per la missione dell'Apollo 15; oppure disegnò le divise per le hostess, i piloti e il personale della compagnia Braniff International Airways tra il 1965 and 1977, colorate e assolutamente innovative rispetto al panorama di allora; in Italia disegnò le divise classiche dei Vigili urbani, con i lunghi guanti bianchi e gli elmetti ovali sulla divisa blu.
Nel frattempo le attività di stilista si allargarono alla moda maschile, ai profumi, alla produzione di ceramica per la casa.
Nella sua vita si è occupato anche di politica, venendo eletto deputato tra il 1963 e il 1972. Legato alla destra (il padre Roberto era stato senatore e presidente del Partito Fascista a Firenze negli anni trenta), in gioventù aveva simpatizzato per Mussolini, scrivendo anche dei volumetti a supporto delle idee fasciste. Pucci era un intimo amico di Edda Ciano. Nel 1944, dopo l'esecuzione di Galeazzo Ciano, aiutò insieme con Frau Beetz la famiglia a fuggire in Svizzera.[1]
Suo figlio Alessandro, 11º Marchese di Barsento, morì in un incidente stradale nel 1998. Sua figlia Laudomia ha ereditato la direzione del marchio Emilio Pucci.
Il marchio Emilio Pucci
Dopo la sua scomparsa nel 1992, il design degli abiti passò alla figlia Laudomia Pucci. Nel 2000 il gruppo francese LVMH (Louis Vuitton), acquistò i diritti sul logo Emilio Pucci e sulle creazioni storiche rilanciando la griffe nel mercato internazionale. Il legame con il passato si manifesta con la valorizzazione del catalogo storico e la rivisitazione di modelli e motivi. Tra gli stilisti che vi hanno operato vi sono Stephan Janson, Julio Espada e Christian Lacroix, mentre nel 2006 a Lacroix è subentrato il designer inglese Matthew Williamson e a partire da novembre 2008 il direttore creativo della maison è Peter Dundas. Laudomia oggi si occupa dell'immagine complessiva della maison, che conta circa 50 boutiques in località esclusive nel mondo e il cui fatturato viene realizzato al 60% tra Italia, Stati Uniti e Giappone.
Onorificenze
^ vedi anche Edda Ciano: La mia testimonianza., Milano 1975
^ L'Ottico n.348 novembre 2007 AIO edizioni
Bibliografia [modifica]
Marcello Vannucci, Le grandi famiglie di Firenze, Newton Compton Editori, 2006 ISBN 88-8289-531-9
Voci correlate [modifica]
Moda a Firenze
Firenze
Stilisti fiorentini
Collegamenti esterni [modifica]
Sito ufficiale della maison Emilio Pucci
estratto da http://it.wikipedia.org/wiki/Emilio_Pucci
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