Forza Italia è stato un partito politico italiano attivo dal 18 gennaio 1994 al 27 marzo 2009. Presidente e leader del partito è stato, sin dalla sua fondazione, Silvio Berlusconi.
Forza Italia è stato il movimento aggregatore della coalizione di centro-destra denominata Casa delle Libertà. A livello continentale aderiva al Partito Popolare Europeo, di cui costituiva il principale membro italiano.
L'ideologia del partito variava dal liberismo all'economia sociale di mercato di ispirazione cristiano-democratica; il partito aspirava ad essere il partito del rinnovamento e della modernizzazione. Il suo colore ufficiale era l'azzurro.
Il 18 novembre 2007 in piazza San Babila a Milano Berlusconi annunciò lo scioglimento di Forza Italia e la nascita di una nuova formazione politica, Il Popolo della Libertà (PdL)[1], a seguito di un'iniziativa di raccolta firme a favore di elezioni anticipate. Pochi giorni dopo, il 28 novembre, Berlusconi smentì inizialmente lo scioglimento immediato del partito.
Il 21 novembre 2008 il Consiglio Nazionale di Forza Italia ha sancito ufficialmente la confluenza nel PdL (assieme agli altri partiti che hanno aderito all'ingresso nella nuova formazione politica, tra cui Alleanza Nazionale) e ha dato a Berlusconi pieni poteri nella fase di transizione[2][3], conclusasi con il congresso costituente del nuovo partito, che si tiene dal 27 al 29 marzo 2009[4].
Indice[nascondi]
1 Storia
1.1 La nascita e i primi coordinamenti
1.2 La campagna elettorale e la vittoria del 1994
1.3 Il breve Governo Berlusconi I
1.4 Il Polo perde le elezioni
1.5 La vittoria del 2001 e gli anni di governo
1.6 Le elezioni del 2006
1.7 L'ingresso nel PdL
2 Valori
3 Struttura
3.1 Organi nazionali
3.2 Coordinatori regionali
3.3 Organizzazioni interne
4 Correnti
4.1 Dibattito sul modello di partito: scajoliani e dellutriani
4.2 Federalismo e politica economica: tremontiani e liberisti doc
4.3 Componenti politiche
4.4 Correnti a livello regionale
4.5 Fondazioni
4.6 Movimenti politici e partiti minori strettamente alleati
5 Risultati elettorali
6 Iscritti
7 Congressi
8 Stampa
9 Simboli storici
10 Note
11 Bibliografia
12 Collegamenti esterni
13 Altri progetti
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Storia
La nascita e i primi coordinamenti
Sede nazionale di Forza Italia a Roma (aprile 2007).
Forza Italia! Associazione per il buon governo viene costituita, presso lo studio del notaio Roveda a Milano, il 29 giugno 1993 da alcuni noti professionisti, alcuni inseriti nelle aziende controllate da Fininvest, altri comunque vicini al fondatore e proprietario di quest'ultima Silvio Berlusconi, tra i quali Marcello Dell'Utri, Antonio Martino, Gianfranco Ciaurro, Mario Valducci, Antonio Tajani, Cesare Previti e Giuliano Urbani[5]. Il nome venne preso dallo slogan Forza Italia utilizzato nella campagna elettorale della Democrazia Cristiana del 1987, curata da Marco Mignani.[6]
Berlusconi inizia a parlare di politica già da mesi, forse fin dalla seconda metà del 1992[7]. Il 19 marzo 1993 lascia intendere di essere preoccupato per la situazione politica[8]. Il 10 maggio presiede il convegno Cambiare per rinascere: nuove idee, nuovi uomini, dove emerge il profilo del partito che vorrebbe il fondatore della Fininvest[9].
Inizialmente Berlusconi preferisce agire con cautela, ma le indiscrezioni trapelano, come quella che vuole Giuliano Urbani ideologo del movimento berlusconiano[10].
Il 13 settembre Berlusconi si sbilancia con un "vorrei fare un partito, ma non posso"[11]
Il 16 ottobre il settimanale della Mondadori, Epoca, mostra in copertina il logo dei "Club Forza Italia". All'interno vi è una lunga intervista a Silvio Berlusconi che nega si tratti delle sezioni di un futuro partito politico Berlusconi: c'è una guerra contro di me. Sgarbi: ">[12][13].
Il 22 ottobre il quotidiano la Repubblica pubblica alcuni documenti redatti da Urbani che circolano fra i dirigenti di Berlusconi di argomento politico. Berlusconi tuttavia nega la paternità di tali documenti e nega di essere il leader di un partito politico[14]. Nei giorni successivi nega di organizzare direttamente i club Forza Italia e accusa il gruppo Repubblica-l'Espresso di metter in atto una campagna tesa alla distruzione del suo gruppo [15].
Il 23 novembre, Silvio Berlusconi, a Casalecchio di Reno (Bo), durante l'inaugurazione di un ipermercato, dichiara ai giornalisti che "se il centro moderato non dovesse organizzarsi, non potrei non intervenire direttamente, mettendo in campo la fiducia che sento di avere da larga parte della nostra gente". Inoltre afferma, riguardo alle elezioni comunali di Roma, che, se potesse votare, voterebbe per Gianfranco Fini: mai un imprenditore così importante si era schierato tanto apertamente per il Movimento Sociale Italiano.
Il 25 novembre nasce l'Associazione nazionale dei club di Forza Italia, strettamente legata alle aziende facenti capo a Fininvest, con la sede in viale Isonzo a Milano.
Il giorno dopo Berlusconi accetta l'invito dell'Associazione stampa estera a tenere una conferenza stampa sulle sue dichiarazioni su Fini[16].
Il 10 dicembre a Brugherio Berlusconi inaugura il primo club Forza Italia e presenta l'inno degli "azzurri"[17]. Il 15 dicembre viene aperta la sede centrale di Forza Italia in un palazzo in via dell'Umiltà a Roma che è lo stesso che fu la sede del Partito Popolare Italiano di Don Luigi Sturzo. Il 18 gennaio 1994 Berlusconi, Tajani, Luigi Caligaris, Martino, Valducci, danno vita al Movimento Politico Forza Italia. L'annuncio della "discesa in campo" viene dato con un messaggio televisivo il 26 gennaio; l'uso di questo mezzo inusuale per la politica tradizionale suscita commenti che vanno dall'ammirativo per l'abilità comunicativa di Berlusconi alla preoccupazione per l'effetto distorsivo per il corretto funzionamento della democrazia di una concentrazione di potere mediatico in una sola persona in misura anomala rispetto agli altri Paesi occidentali.[senza fonte]
Fin dagli inizi il partito si configura come una novità assoluta anche nelle strutture organizzative: al posto di un segretario (come negli altri partiti) vi è un presidente (Berlusconi), anziché una "direzione nazionale" vi è il "comitato di presidenza", composto da Silvio Berlusconi, Antonio Martino, Luigi Caligaris, Antonio Tajani, Mario Valducci (amministratore nazionale). Non c'è nemmeno un'"assemblea nazionale" ma l'assemblea degli associati (e iscriversi costava centomila lire, con in omaggio l'audiocassetta con l'inno). Il movimento non ha neppure sezioni comunali e provinciali, ma solo rappresentanze regionali e la sede centrale romana che però non è la stessa che coordina i club che è sita a Milano.
Data la struttura, le origini e la presenza all'interno, in questa fase, di molti uomini di Fininvest e Publitalia '80, si parlerà subito fra i detrattori di "partito-azienda"[18], di "partito di plastica"[19], di "partito personale" o anche "partito eversivo"[20] (nel senso di partito completamente nuovo, estraneo alla tradizione liberale, fondato sulla lealtà incondizionata nei confronti del capo, non nei confronti di un'idea o di un progetto).
La campagna elettorale e la vittoria del 1994
Nello storico discorso del 26 gennaio Berlusconi definisce Forza Italia un movimento politico piuttosto che un partito vero e proprio e con esso si candida alla guida del Paese.
Il 6 febbraio, al Palafiera di Roma, si tiene la prima convention di Forza Italia e Berlusconi pronuncia il primo discorso da leader politico.
Il 27-28 marzo, con i risultati delle elezioni politiche, Forza Italia si afferma come il primo partito italiano con il 21% dei voti e va alla guida del Governo insieme ad altri partiti dell'area di centrodestra: al Nord l'alleanza è denominata Polo delle Libertà (Forza Italia, CCD, Lega Nord), mentre al Sud Polo del Buon Governo (Forza Italia, Alleanza Nazionale, CCD). Escono sconfitte la coalizione di sinistra dei Progressisti e la coalizione centrista del Patto per l'Italia (Partito Popolare Italiano e Patto Segni).
Il successo di Forza Italia può essere attribuito a due fattori (oltre alla forza economica e mediatica del suo leader): a differenza di altri personaggi "nuovi" comparsi sulla scena politica, come Mario Segni, Berlusconi si appellava a interessi sociali più precisi e focalizzati, come quelli dei lavoratori autonomi; inoltre Berlusconi puntava su una netta polarizzazione tra destra e sinistra, togliendo spazio a ipotesi di centrismo che venivano spazzate via dalla radicalizzazione dello scontro. Ovviamente la semplificazione dei termini dello scontro elettorale, anche per la sua lontananza dalla "vecchia" politica fatta di compromessi, faceva buon gioco ad una campagna di "lancio" del marchio sviluppata con un successo che ha ben pochi precedenti. Si possono aggiungere anche fattori come l'appello all'efficienza, la sfiducia verso la politica tradizionale e la costruzione dell'immagine del leader come uomo deciso ma disinteressato, forte ma generoso.
L'aspetto anomalo era rappresentato dagli alleati: Forza Italia era infatti coalizzata con la Lega Nord nelle regioni settentrionali, dove Alleanza Nazionale si presentava isolata, e con il partito guidato da Gianfranco Fini al centro-sud: non una coalizione, in sostanza, ma due.
Il breve Governo Berlusconi I
Il 90% degli eletti nelle liste di Forza Italia risultò alla prima esperienza parlamentare. Il centro-destra, riuscì ad ottenere la maggioranza dei seggi alla Camera dei deputati, ma non al Senato. Determinanti per la nascita del governo furono così i voti di tre senatori a vita (Gianni Agnelli, Francesco Cossiga e Giovanni Leone) e di quattro senatori eletti nelle liste del Patto per l'Italia (Giulio Tremonti, che divenne ministro delle Finanze, Vittorio Cecchi Gori, Alberto Michelini e Luigi Grillo).
Alle successive elezioni europee del 1994, Forza Italia ottenne oltre il 30% dei voti. I suoi eletti, tuttavia, non aderirono ad alcuno dei maggiori gruppi parlamentari europei, bensì ne costituirono uno proprio denominato Forza Europa. In seguito, nel 1995, Forza Europa si fonderà con l'Alleanza Democratica Europea, di cui facevano parte soprattutto gli esponenti del francese Raggruppamento per la Repubblica: sorse così l'Unione per l'Europa.
Nonostante il successo elettorale, comunque, il primo governo Berlusconi cadde pochi mesi dopo. Una proposta del Governo per riformare il sistema pensionistico incontrò la tenace opposizione dei sindacati, che proclamarono lo sciopero generale. Si acutizzò così la crisi politica fra la Lega Nord e il resto della maggioranza. Immediatamente dopo la vittoria elettorale, Bossi aveva già manifestato il suo disagio a governare assieme ai politici del Movimento Sociale Italiano (da lui definiti "fascisti").
Lo scontro diretto arrivò alla vigilia delle vacanze natalizie, fra il 21 e il 22 dicembre: in diretta televisiva Silvio Berlusconi, dichiarò che il patto sancito con la Lega all'inizio dell'anno era stato tradito e chiese di tornare immediatamente alle urne. Bossi, dal canto suo, ricambiò le accuse, affermando che l'accordo sul federalismo era stato ampiamente disatteso dal governo. La Lega formò un'alleanza con il Partito Popolare, assieme a cui presentò una mozione di sfiducia. Così si aprì la crisi: Berlusconi, per evitare di essere sfiduciato, rassegnò le proprie dimissioni, spingendo per le elezioni anticipate ed invitando gli elettori a una "rivolta morale" contro il cambio di maggioranza (soprannominato "ribaltone").
Il Presidente della Repubblica, Oscar Luigi Scalfaro non ritenne di sciogliere le camere, in quanto era possibile una maggioranza alternativa. La Lega decise in seguito di appoggiare, insieme ai parlamentari popolari e della sinistra, un governo tecnico presieduto da Lamberto Dini. Forza Italia e il resto dell'ex maggioranza di centro-destra, dopo aver inizialmente appoggiato la nomina di Dini (ministro del Tesoro nel Governo Berlusconi, Dini era stato tra i maggiori sostenitori della contestata riforma delle pensioni), si chiamarono fuori dopo la pubblicazione dell'elenco dei ministri e tornarono a chiedere le elezioni anticipate. Il Governo Dini ottenne comunque la fiducia.
Il Polo perde le elezioni
Consumata la rottura con la Lega, nel 1996, lo schieramento del Polo per le Libertà composto da Forza Italia, Alleanza Nazionale, CCD e CDU, perde le elezioni. Si costituisce il governo dell'Ulivo, la coalizione avversaria, presieduto da Romano Prodi, ma - nel '98 - anche questo esecutivo è destinato ad essere sfiduciato, così il timone passa nelle mani di Massimo D'Alema, fortemente avversato da Forza Italia, anche perché il suo governo riceve l'appoggio di diversi parlamentari eletti con il Polo. Berlusconi denuncia: "Questo governo nasce con la rappresentanza di un milione di nostri elettori".
I consensi, intanto, aumentano: Forza Italia e il Polo vincono le elezioni europee del 1999, quando ottiene circa il 25%. A differenza delle precedenti europee, gli eletti di Forza Italia aderiscono al Partito Popolare Europeo. Il successo del partito è confermato alle Regionali del 2000.
La vittoria del 2001 e gli anni di governo
Così, nel 2000, dopo che la Lega aveva abbandonato i suoi propositi secessionisti, si ricompatta l'alleanza, che prende il nome di Casa delle Libertà, aperta anche ai contributi di partiti e movimenti minori.
La CdL vince le elezioni e va al governo del Paese. Durante la campagna elettorale Berlusconi sigla, presso la trasmissione Porta a Porta condotta da Bruno Vespa, il noto Contratto con gli italiani: un accordo fra lui ed i suoi potenziali elettori in cui si impegna, in caso di vittoria, a realizzare ingenti sgravi fiscali, il dimezzamento della disoccupazione, l'avviamento di decine di opere pubbliche, l'aumento delle pensioni minime e la riduzione del numero di reati; impegnandosi altresì a non ricandidarsi alle successive elezioni nel caso in cui almeno quattro dei cinque punti principali non fossero stati mantenuti.
Forza Italia, pertanto, va al governo del Paese, un governo (guidato dallo stesso Berlusconi) che acquista il primato di "più longevo" nella storia della Repubblica. Dura in carica 1.422 giorni.
A partire dalle elezioni regionali del Friuli-Venezia Giulia, nel 2003, e nelle successive consultazioni elettorali, Forza Italia registra un progressivo calo di consensi, pur rimanendo la lista più votata della Casa delle Libertà. Conseguentemente alla sconfitta alle Regionali del 2005, il centrodestra mantiene soltanto due regioni (Lombardia e Veneto) delle otto precedentemente governate. In questo frangente, a seguito di una lunga verifica iniziata mesi prima, alcuni partiti della coalizione chiedono un rilancio del programma e dell'attività di governo. All'apertura formale della crisi con il ritiro dei ministri dell'UDC e dei membri del governo del Nuovo PSI, la tensione tra Berlusconi e il segretario UDC Marco Follini è altissima: indiscrezioni apparse sui principali quotidiani nazionali raccontano di minacce di un "trattamento speciale" sulle reti Mediaset contro quest'ultimo[21]. Silvio Berlusconi riesce tuttavia a ricompattare la coalizione - facendo alcune concessioni agli alleati - e ad ottenere così la fiducia per un nuovo esecutivo.
Le elezioni del 2006
La campagna elettorale per le elezioni politiche del 2006 è una delle più accese di tutta la storia. Forza Italia e la coalizione di centrodestra, guidata da Berlusconi, si presentarono agli elettori chiedendo un giudizio positivo sull'esperienza dei due governi, durati complessivamente cinque anni. La coalizione di centrosinistra rinnovata e guidata da Romano Prodi si presentò con un giudizio diametralmente opposto sulla legislatura.
Berlusconi partecipò a due confronti televisivi ufficiali col suo sfidante, durante i quali accusò la sinistra di essere divisa sulle principali proposte economiche. Il momento più importante della campagna elettorale di Berlusconi fu però un clamoroso ed inaspettato intervento ad un'assemblea della Confindustria, attaccando i rivali sui temi dell'economia e della giustizia. In chiusura della campagna, il Presidente del Consiglio uscente lanciò la proposta dell'abolizione dell'ICI sulla prima casa.
La Casa delle Libertà riuscì così a riconquistare la fiducia di molti elettori e Forza Italia si riappropriò della leadership all'interno della coalizione, ottenendo un risultato in netta ascesa rispetto alle previsioni (ma inferiore a quelle delle elezioni del 2001), ma comunque non sufficiente ad evitare la sconfitta elettorale del centrodestra. Alla Camera dei deputati il centrosinistra ottenne, con 24.755 voti in più, il premio di maggioranza previsto dalla legge elettorale varata nel 2005 e nel complesso (contando anche i voti del Trentino-Alto Adige, della Valle d'Aosta e della circoscrizione Estero) circa 130.000 voti in più, con una percentuale del 49,73% dei consensi contro il 49,40% della CdL.
Al Senato, la situazione era ribaltata: la CdL ottenne nel complesso circa 147.000 voti in più (il 49,57% contro il 49,16%), ma per il sistema degli sbarramenti regionali previsti dalla legge elettorale, varata dal Governo Berlusconi III, e con l'apporto del voto della circoscrizione Estero, l'Unione riuscì comunque a conquistare due seggi in più.
Forza Italia, nonostante un forte calo rispetto alle politiche del 2001 (- 6% alla Camera), risulta alla Camera come la seconda forza politica italiana con 9 milioni di voti (23,7%) dietro la lista L'Ulivo (che è l'unione di due partiti, i Democratici di Sinistra e La Margherita) che invece ha ottenuto 11,9 milioni di voti e al Senato (dove i Democratici di Sinistra e La Margherita si sono presentati separati) come la prima forza politica del Paese con 8,2 milioni di voti (24,0%). Elegge (compresi gli eletti nella circoscrizione Estero) 140 deputati e 79 senatori. La presidenza del gruppo alla Camera dei deputati viene assunta da Elio Vito mentre al Senato a guidare il gruppo è Renato Schifani, entrambi già alla guida dei rispettivi gruppi parlamentari nella legislatura precedente.
L'ingresso nel PdL
Il 18 novembre 2007 Silvio Berlusconi, a margine di un'iniziativa di Forza Italia contro il governo Prodi, dichiarò il prossimo scioglimento del partito che confluirà in una formazione maggiore, il partito del Popolo della Libertà. Forza Italia diventa così formazione promotrice del nuovo soggetto unitario, rilanciato dopo la caduta del Governo Prodi, e si è perciò presentata assieme ad Alleanza Nazionale e ad altri movimenti e partiti politici dell'ormai ex-coalizione all'interno delle liste del PdL, in attesa della definitiva nascita del PdL come partito prevista inizialmente per l'autunno 2008 e, in seguito, annunciata per il 27 marzo 2009. Le elezioni hanno visto la vittoria della coalizione formata da PdL, Lega Nord e Movimento per l'Autonomia e il ritorno al governo del centro-destra.
Valori
È scritto nella "Carta dei Valori" del partito:
« Forza Italia non nasce da una precedente organizzazione politica o da un costituito sistema dottrinale. Nasce dall'appello di un uomo, Silvio Berlusconi, direttamente rivolto ad un corpo elettorale nel quale rischiava di aprirsi un enorme vuoto storico-politico di rappresentanza. Forza Italia si costituisce come risposta alla crisi dei partiti della Prima Repubblica; come reazione ad una possibile deriva illiberale del sistema politico; come offerta di rappresentanza all'area dei moderati nel quadro di una nuova democrazia dell'alternanza; come proposta di governo per realizzare una seconda modernizzazione italiana. »
Lo statuto del partito dice che Forza Italia è una associazione di cittadini che si riconoscono negli ideali propri delle tradizioni democratiche liberali, cattolico liberali, laiche e riformiste europee[22]. Silvio Berlusconi, nel 1998, ha definito il movimento come:
un partito liberale ma non elitario, anzi un partito liberaldemocratico popolare;
un partito cattolico ma non confessionale;
un partito laico ma non intollerante o laicista;
un partito nazionale ma non centralista[23].
Forza Italia si definisce un "partito nuovo", senza legami diretti con la cosiddetta Prima Repubblica e, nel contempo, legittimo erede delle "migliori tradizioni politiche italiane". Il democristiano Alcide De Gasperi, il socialdemocratico Giuseppe Saragat, il liberale Luigi Einaudi e il repubblicano Ugo La Malfa sono citati nel preambolo dello statuto di Forza Italia come padri nobili a cui il partito intende riferirsi. Forza Italia attualmente si rifà ad una un'identità di centrodestra, facendo parte del Partito Popolare Europeo, ma senza limitare per questo l'apertura alla tradizione della sinistra riformista (come si vede nei riferimenti alle personalità della sinistra moderata), con un esplicito richiamo al pensiero del socialismo liberale.
Sempre dalla "Carta dei Valori":
« Stiamo dunque costruendo un soggetto politico inedito per la storia d'Italia. Un soggetto che si propone l'unione di tre grandi aree politico-culturali: quella del cattolicesimo liberale e popolare, quella dell'umanesimo laico, liberale e repubblicano, quella del liberal-socialismo. »
« Siamo piuttosto un nuovo partito di centro, liberal-popolare e liberal-socialista; alleato con la destra moderata e aperto alla cultura della sinistra riformista »
Forza Italia è un partito essenzialmente accentrato sulla figura del suo leader. L'orientamento politico di Forza Italia è moderato-liberale. La struttura di formazione è diretta da don Gianni Baget Bozzo [1] e la linea politica è influenzata da Ferdinando Adornato (direttore del mensile "Liberal") che ha tentato di riadattare il neoconservatorismo statunitense al contesto politico-culturale italiano. Adornato si è concentrato sul progetto di riunire i partiti dell'area di centrodestra attraverso la creazione di un nuovo soggetto politico unitario.
Forza Italia sostiene la parità di importanza tra scuola privata e scuola pubblica; ritiene che i vincoli pubblici alla libera iniziativa imprenditoriale vadano eliminati o fortemente ridotti; propugna un sistema tributario che non si ponga come fine la redistribuire la ricchezza bensì orientare i consumi e, quindi, incentrato sulle imposte indirette e su quelle reali, piuttosto che su quelle dirette e personali; propone la separazione delle carriere tra magistratura giudicante e magistratura inquirente; in politica estera adotta una linea fortemente atlantista. Sostiene, inoltre, le posizioni di libertà di coscienza in tematiche che riguardano la bioetica.
Struttura
La struttura di Forza Italia è prevalentemente verticistica: i coordinatori nazionali e regionali sono nominati direttamente dal presidente del movimento, Silvio Berlusconi. Gli iscritti, invece, possono eleggere i coordinatori dei club locali e i coordinamenti provinciali.
Organi nazionali
Presidente: Silvio Berlusconi (1994-2009)
Vice Presidente: Giulio Tremonti (2004-2009), Roberto Formigoni (2008-2009)
Presidente del Comitato di Presidenza: Claudio Scajola (2004-2009)
Vice Presidente: Carlo Vizzini (2005-2009)
Presidente del Consiglio Nazionale: Alfredo Biondi (2004-2009)
Coordinatore nazionale: Domenico Mennitti (1994), Luigi Caligaris (1994), Cesare Previti (1994-1996), Claudio Scajola (1996-2001), Roberto Antonione (2001-2003), Claudio Scajola (2003), Sandro Bondi (2003-2008), Denis Verdini (2008-2009)
Vice Coordinatore nazionale: Giuliano Urbani, Mario Valducci (1995-1996), Fabrizio Cicchitto (2003-2008), Gianfranco Miccichè (2004-2009), Renato Brunetta (2007-2009)
Responsabile della Segreteria Politica: Denis Verdini (2005-2009)
Vice Responsabile: Angelo Pisanu (2005-2009)
Amministratore nazionale (segretario amministrativo): Mario Valducci (1994-1995), Domenico Lo Jucco (1995-97), Giovanni Dell'Elce (1997-2003), Rocco Crimi (2003-2009)
Portavoce: Antonio Tajani (1994-1996), Paolo Bonaiuti (1996-2001), Sandro Bondi (2001-2004), Elisabetta Gardini (2004-2008), Daniele Capezzone (2008-2009)
Coordinatori regionali
Sono riuniti nella Conferenza dei Coordinatori regionali, il cui segretario è Angelino Alfano.
Abruzzo: Andrea Pastore
Alto Adige: Francesco Nitto Palma
Basilicata: Guido Viceconte (commissario)
Calabria: Giancarlo Pittelli
Campania: Nicola Cosentino
Emilia-Romagna: Giampaolo Bettamio
Friuli-Venezia Giulia: Vanni Lenna
Lazio: Francesco Giro
Liguria: Michele Scandroglio
Lombardia: Guido Podestà
Marche: Remigio Ceroni
Molise: Ulisse Di Giacomo
Piemonte: Guido Crosetto
Puglia: Raffaele Fitto
Sardegna: Piergiorgio Massidda
Sicilia: Angelino Alfano
Toscana: Denis Verdini
Trentino: Mario Malossini
Umbria: Luciano Rossi
Valle d'Aosta: Giorgio Buongiorno
Veneto: Niccolò Ghedini
Organizzazioni interne
Sono strutture interne di Forza Italia:
Forza Italia - Giovani per la Libertà: è l'organizzazione giovanile del partito, rivolta agli azzurri tra i 14 e i 35 anni e guidata da Francesco Pasquali.
Studenti Per le Libertà: è la sezione studentesca del partito, organizzato nell'ambito della struttura nazionale di Forza Italia Giovani. È stato fondato nel 1999 ed è riconosciuto al tavolo delle associazioni studentesche presso il Ministero dell'Istruzione. Attualmente, in seguito alle elezioni del 16 e 17 maggio 2007, ha un rappresentante eletto al Consiglio nazionale degli Studenti Universitari, massimo organo di rappresentanza istituito presso il Ministero dell'Università.
Forza Italia Seniores: è l'organizzazione dei forzisti over 65, al cui vertice è posto il Senatore Enrico Pianetta.
Azzurro Donna: è l'organizzazione femminile di Forza Italia, alla cui guida c'è Mara Carfagna.
Azzurri nel Mondo: è il "braccio estero" del partito, alla cui guida è recentemente stata nominata Barbara Contini.
Ragion politica: è il portale internet del Dipartimento Formazione del partito, responsabile nazionale Gianni Baget Bozzo
Correnti
In nessuno dei due congressi tenutisi fino ad oggi sono state discusse mozioni di minoranza, privilegiando una linea unitaria a sostegno del leader Silvio Berlusconi alla presidenza del movimento, anche se l'elezione da parte del Congresso nazionale di alcuni membri del Consiglio Nazionale è spesso movimentata, come quando nel 1998 si ebbe il duello tra Franco Frattini e Gianni Pilo per essere il consigliere nazionale più votato.
In ogni caso ci sono tre possibili distinzioni che si possono fare dei membri di FI. La prima riguarda il dibattito sul profilo organizzativo del partito, la seconda gli orientamenti in materia economica e sociale, la terza concerne gli orientamenti politici generali (non solo a livello nazionale, ma anche locale), spesso in relazione alle vecchie appartenenze politiche.
Nell'ambito della geografia interna delle posizioni politiche esistenti in Forza Italia, assumono rilievo anche le fondazioni e i rapporti con i i piccoli movimenti politici strettamente legati al partito.
Dibattito sul modello di partito: scajoliani e dellutriani
Quanto alla prima si distinguono:
scajoliani, guidati da Claudio Scajola e fautori di un maggiore peso della macchina organizzativa del partito, nonché dell'introduzione dei congressi a livello regionale e al rafforzamento di quelli nazionali, provinciali e comunali;
publitalisti o dellutriani, fautori del partito leggero e incentrato sulla figura di Berlusconi, guidati da Marcello Dell'Utri, Sandro Bondi e Fabrizio Cicchitto.
Negli ultimi tempi le due parti si sono indubbiamente ravvicinate (pochi infatti contestano ancora un maggiore radicamento del partito, unito a più collegialità e più democrazia interna, soprattutto dopo l'appello di Paolo Guzzanti in richiesta di un congresso "vero") e il duo Bondi-Cicchitto sembra muoversi svincolato dal proprio mentore, Dell'Utri. Quanto a quest'ultimo si può dire che abbia deciso di sostenere nuove leve di giovani a discapito di dellutriani di lungo corso come Enzo Ghigo, Roberto Tortoli e Guido Viceconte e che si sia lui stesso convinto della necessità di un'organizzazione capillare del partito, fondata sulle sezioni locali, similmente a quella che i DS hanno ereditato dal vecchio PCI.
Federalismo e politica economica: tremontiani e liberisti doc
Attorno al Vice Presidente del partito Giulio Tremonti si è costituito un gruppo composto da membri di diversa estrazione politico-culturale e in gran parte provenienti dal Nord Italia, forti sostenitori del federalismo fiscale, di qui le affinità con la Lega Nord, e di un liberismo temperato. Tra i tremontiani, cementatisi durante la battaglia in due tempi in difesa del risparmio e contro l'operato di Antonio Fazio a Bankitalia, vale la pena di citare Giorgio Jannone, Guido Crosetto, Luigi Casero, Maria Teresa Armosino, Andrea Pastore, Giuseppe Vegas, Gianfranco Conte e lo stesso Antonio Leone.
A Tremonti, spesso tacciato di colbertismo, si sono spesso contrapposti i liberisti doc guidati da Antonio Martino e Raffaele Costa, anche in piena campagna elettorale[24]. In genere, poi, l'ala del partito maggiormente legata all'ex PLI si è dimostrata la meno entusiasta nel sostenere il federalismo propugnato da Bossi e Tremonti, tanto che Egidio Sterpa (ex PLI di lungo corso) è stato l'unico membro del gruppo di FI alla Camera a votare contro il progetto di riforme istituzionali varato dal Governo Berlusconi.
Componenti politiche
Le "vecchie" correnti di partito però si manifestano attraverso movimenti o associazioni politiche collaterali rispetto a Forza Italia, spesso sono la ricongiunzione di esponenti della stessa area culturale e politica (democristiana, socialista o liberale) guidati da un personaggio carismatico. Tra queste degne di nota sono:
Cristiani Democratici per le Libertà / Rete Italia, area democristiana di ispirazione ciellina, guidata da Roberto Formigoni (tra i cui membri figurano Maurizio Lupi, Mario Mantovani, Mario Mauro e Maurizio Bernardo);
Noi Riformisti Azzurri, area socialista, legati a Francesco Colucci;
Circoli di Iniziativa Riformista, area socialdemocratica, guidata da Carlo Vizzini;
Liberalismo Popolare, area liberale guidata da Raffaele Costa e Alfredo Biondi.
Come si vede, a parte il gruppo di Formigoni, che ha una caratterizzazione più che altro lombarda e ciellina, manca una vera e propria componente democristiana. Ciò è dovuto al fatto che gli ex DC, che pure non sono troppo rappresentati al vertice, sono la stragrande maggioranza del partito, tanto da non sentire la necessità di organizzarsi in una vera e propria corrente. Peraltro spesso i democristiani berlusconiani si dividono sia sulla questione della struttura del partito, sia sulle questioni di attualità politica. In questo gruppo indefinito vanno inseriti Roberto Formigoni e i suoi seguaci, lo stesso Claudio Scajola, Giorgio Carollo, Giuseppe Pisanu, Enrico La Loggia, Renato Schifani, Angelino Alfano, Alfredo Antoniozzi, Raffaele Fitto, Giuseppe Gargani, Francesco Giro, Luigi Grillo, Osvaldo Napoli, Antonio Palmieri e Angelo Sanza, Riccardo Ventre e Marcello Vernola.
In generale si può parlare di un'anima democristiana, di una socialista riformista (ex PSI e ex PSDI), di una liberale e di una di berlusconiani della prima ora, molti dei quali provenienti da Publitalia, come, ad esempio, il vice-presidente dei deputati Antonio Leone e Gianfranco Micciché.
Per approfondire, vedi la voce Provenienza dei politici attualmente in Forza Italia.
Correnti a livello regionale
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A livello regionale il panorama delle correnti è molto frastagliato e diversificato e spesso non rispetta le logiche nazionali. Gli ex-Democristiani in particolare si presentano raramente come un fronte compatto e sono piuttosti divisi in diversi gruppi.
In Piemonte si sono contrapposti il gruppo di Enzo Ghigo (ex-Publitalia e dellutriano) e quello di Roberto Rosso, ex-DC sostenuto anche dagli ex-PLI, molto forti in regione e soprattutto nel Cuneese, dove esprimono il Presidente della Provincia Raffaele Costa. L'attuale coordinatore regionale è Guido Crosetto, un tremontiano proveniente dalla DC, che si posiziona neutralmente rispetto alle due fazioni.
In Lombardia al gruppo ciellino guidato da Roberto Formigoni, Maurizio Lupi e Mario Mantovani si sono uniti "riformisti" di diversa estrazione politica come Massimo Guarischi (ex-PSDI), Giampiero Borghini (ex-PCI, poi sindaco di Milano con il sostegno del PSI) e Francesco Colucci (ex-PSI). Al gruppo formigoniano, che controlla saldamente il partito, si contrappone un'area di dellutriani e di laico-socialisti, tra i quali spiccano i nomi di Paolo Romani (ex-PLI) e Luigi Casero (ex-PRI).
In Liguria la stragrande maggioranza dei dirigenti e degli eletti è riconducibile all'area di Claudio Scajola, che controlla tutta la zona del Ponente ligure e, in particolare, della Provincia di Imperia. Il coordinatore regionale Michele Scandroglio, ex-DC, è a lui molto vicino. All'interno dell'area genovese, oltre al forte gruppo di scajoliani, la componente liberale gode ancora di un discreto seguito: il deputato Roberto Cassinelli e il senatore Enrico Musso sono sì molto vicini a Scajola, ma provengono dalle file del PLI.
In Veneto il partito è saldamente in mano a Giancarlo Galan (ex-PLI e ex-Publitalia). Al Presidente della Regione fanno riferimento l'area laico-socialista e dellutriana, guidata dagli ex-PSI Amalia Sartori e Renato Chisso e dagli ex-PLI Fabio Gava e Niccolò Ghedini, coordinatore regionale, e un nutrito gruppo di ex-democristiani con Raffaele Bazzoni, Carlo Alberto Tesserin, Leonardo Padrin, Marino Zorzato e Domenico Menorello in testa. Esistono poi almeno due gruppi provenienti dalla vecchia DC: i cosiddetti neodorotei e i democratici popolari. Tra i primi, legati al leader doroteo veneto Franco Cremonese e in gran parte membri del CDU fino al 1998, ci sono Vittorio Casarin e Clodovaldo Ruffato. Tra i secondi, un tempo stretti alleati di Galan, ci sono gli ex-seguaci di Giorgio Carollo, fondatore di Veneto per il PPE, tra i quali spiccano i nomi di Renzo Marangon, Barbara Degani e Giancarlo Conta, che si sono recentemente riavvicinati a Galan. Esiste poi un altro gruppo di derivazione PSI, spesso non in sintonia con Galan e guidato da personaggi del calibro di Maurizio Sacconi e Renato Brunetta, ai quali si è unito l'ex-DC Remo Sernagiotto.[25] A tale gruppo si è spesso accodato anche Aldo Brancher, ex-DC e anello di congiunzione tra Forza Italia e Lega Nord.
Nel Friuli-Venezia Giulia è molto forte la componente proveniente da esperienze radicali e socialiste, guidata da Roberto Antonione e Renzo Tondo (succedutisi alla presidenza regionale), ma non manca un nutrito gruppo di ex-DC, con in testa Isidoro Gottardo e Danilo Moretti.
Nel Lazio, di recente Francesco Giro, leader del gruppo democristiano, ha preso il posto della giovane Beatrice Lorenzin come coordinatore regionale. Figure di rilievo sono poi Alfredo Antoniozzi e Stefano De Lillo.
In Campania si possono rintracciare almeno tre gruppi: quello di Antonio Martusciello (sostenuto da altre personalità locali come Antonio Barbieri, Aldo Perrotta, Emiddio Novi, Gaetano Fasolino, Cosimo Izzo e Fulvio Martusciello), quello di Elio Vito e Nicola Cosentino (Luigi Cesaro, Franco Malvano, Gioacchino Alfano, Antonio Girfatti, Alfredo Vito e altri) e gli immancabili scajoliani (Riccardo Ventre, Paolo Russo e Ermanno Russo). Tra i non schierati figurano Giuseppe Gargani, Claudio Azzolini e Francesco Brusco.
In Puglia il partito è saldamente in mano agli ex-DC guidati da Raffaele Fitto.
In Sicilia il partito si divide in un gruppo legato a Gianfranco Micciché e Stefania Prestigiacomo e un altro di origine democristiana guidato da Renato Schifani, Enrico La Loggia e Angelino Alfano. Con la nomina di quest'ultimo a coordinatore regionale al posto di Micciché si può dire che la corrente neo-democristiana abbia preso il sopravvento nel partito regionale.
Fondazioni
Grande rilievo hanno in Forza Italia diverse fondazioni e associazioni:
Free Foundation di Renato Brunetta (inizialmente insieme a Franco Frattini), rappresentante del c.d. "socialismo riformista", su posizioni liberali;
Fondazione Magna Carta di Marcello Pera e di Gaetano Quagliariello, entrambi vicini, una volta, alle posizioni del partito radicale ora forti sostenitori dell'identità cristiana, tanto da essere a volte apostrofati come l'area neocon e teocon del partito;
Fondazione Ideazione di Domenico Mennitti e Vittorio Mathieu;
Il Circolo di Marcello Dell'Utri;
Movimenti politici e partiti minori strettamente alleati
Molto vicine a Forza Italia sono anche altre componenti che però non fanno parte ufficialmente del partito, anche se di fatto si comportano con Forza Italia come i partiti associati all'Unione per un Movimento Popolare francese (Rad, CNIP e FRS):
Giovane Italia, area socialista, guidata da Stefania Craxi e Maurizio Sacconi (membro a tutti gli effetti di FI);
Riformatori Liberali, partito dei Radicali che hanno scelto il centrodestra, guidato da Benedetto Della Vedova, deputato nel gruppo di FI;
Partito Repubblicano Italiano, il partito più antico d'Italia che, seppure orgoglioso della sua autonomia e specificità, alle elezioni politiche del 2001 e del 2006 ha presentato i propri candidati nelle liste di FI;
Democrazia Cristiana per le Autonomie, partito autonomo che, per voce del suo segretario Gianfranco Rotondi, riconosce come leader Berlusconi;
Nuovo Partito Socialista Italiano di Stefano Caldoro;
Decidere di Daniele Capezzone.
Forza Italia è stato il movimento aggregatore della coalizione di centro-destra denominata Casa delle Libertà. A livello continentale aderiva al Partito Popolare Europeo, di cui costituiva il principale membro italiano.
L'ideologia del partito variava dal liberismo all'economia sociale di mercato di ispirazione cristiano-democratica; il partito aspirava ad essere il partito del rinnovamento e della modernizzazione. Il suo colore ufficiale era l'azzurro.
Il 18 novembre 2007 in piazza San Babila a Milano Berlusconi annunciò lo scioglimento di Forza Italia e la nascita di una nuova formazione politica, Il Popolo della Libertà (PdL)[1], a seguito di un'iniziativa di raccolta firme a favore di elezioni anticipate. Pochi giorni dopo, il 28 novembre, Berlusconi smentì inizialmente lo scioglimento immediato del partito.
Il 21 novembre 2008 il Consiglio Nazionale di Forza Italia ha sancito ufficialmente la confluenza nel PdL (assieme agli altri partiti che hanno aderito all'ingresso nella nuova formazione politica, tra cui Alleanza Nazionale) e ha dato a Berlusconi pieni poteri nella fase di transizione[2][3], conclusasi con il congresso costituente del nuovo partito, che si tiene dal 27 al 29 marzo 2009[4].
Indice[nascondi]
1 Storia
1.1 La nascita e i primi coordinamenti
1.2 La campagna elettorale e la vittoria del 1994
1.3 Il breve Governo Berlusconi I
1.4 Il Polo perde le elezioni
1.5 La vittoria del 2001 e gli anni di governo
1.6 Le elezioni del 2006
1.7 L'ingresso nel PdL
2 Valori
3 Struttura
3.1 Organi nazionali
3.2 Coordinatori regionali
3.3 Organizzazioni interne
4 Correnti
4.1 Dibattito sul modello di partito: scajoliani e dellutriani
4.2 Federalismo e politica economica: tremontiani e liberisti doc
4.3 Componenti politiche
4.4 Correnti a livello regionale
4.5 Fondazioni
4.6 Movimenti politici e partiti minori strettamente alleati
5 Risultati elettorali
6 Iscritti
7 Congressi
8 Stampa
9 Simboli storici
10 Note
11 Bibliografia
12 Collegamenti esterni
13 Altri progetti
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Storia
La nascita e i primi coordinamenti
Sede nazionale di Forza Italia a Roma (aprile 2007).
Forza Italia! Associazione per il buon governo viene costituita, presso lo studio del notaio Roveda a Milano, il 29 giugno 1993 da alcuni noti professionisti, alcuni inseriti nelle aziende controllate da Fininvest, altri comunque vicini al fondatore e proprietario di quest'ultima Silvio Berlusconi, tra i quali Marcello Dell'Utri, Antonio Martino, Gianfranco Ciaurro, Mario Valducci, Antonio Tajani, Cesare Previti e Giuliano Urbani[5]. Il nome venne preso dallo slogan Forza Italia utilizzato nella campagna elettorale della Democrazia Cristiana del 1987, curata da Marco Mignani.[6]
Berlusconi inizia a parlare di politica già da mesi, forse fin dalla seconda metà del 1992[7]. Il 19 marzo 1993 lascia intendere di essere preoccupato per la situazione politica[8]. Il 10 maggio presiede il convegno Cambiare per rinascere: nuove idee, nuovi uomini, dove emerge il profilo del partito che vorrebbe il fondatore della Fininvest[9].
Inizialmente Berlusconi preferisce agire con cautela, ma le indiscrezioni trapelano, come quella che vuole Giuliano Urbani ideologo del movimento berlusconiano[10].
Il 13 settembre Berlusconi si sbilancia con un "vorrei fare un partito, ma non posso"[11]
Il 16 ottobre il settimanale della Mondadori, Epoca, mostra in copertina il logo dei "Club Forza Italia". All'interno vi è una lunga intervista a Silvio Berlusconi che nega si tratti delle sezioni di un futuro partito politico Berlusconi: c'è una guerra contro di me. Sgarbi: ">[12][13].
Il 22 ottobre il quotidiano la Repubblica pubblica alcuni documenti redatti da Urbani che circolano fra i dirigenti di Berlusconi di argomento politico. Berlusconi tuttavia nega la paternità di tali documenti e nega di essere il leader di un partito politico[14]. Nei giorni successivi nega di organizzare direttamente i club Forza Italia e accusa il gruppo Repubblica-l'Espresso di metter in atto una campagna tesa alla distruzione del suo gruppo [15].
Il 23 novembre, Silvio Berlusconi, a Casalecchio di Reno (Bo), durante l'inaugurazione di un ipermercato, dichiara ai giornalisti che "se il centro moderato non dovesse organizzarsi, non potrei non intervenire direttamente, mettendo in campo la fiducia che sento di avere da larga parte della nostra gente". Inoltre afferma, riguardo alle elezioni comunali di Roma, che, se potesse votare, voterebbe per Gianfranco Fini: mai un imprenditore così importante si era schierato tanto apertamente per il Movimento Sociale Italiano.
Il 25 novembre nasce l'Associazione nazionale dei club di Forza Italia, strettamente legata alle aziende facenti capo a Fininvest, con la sede in viale Isonzo a Milano.
Il giorno dopo Berlusconi accetta l'invito dell'Associazione stampa estera a tenere una conferenza stampa sulle sue dichiarazioni su Fini[16].
Il 10 dicembre a Brugherio Berlusconi inaugura il primo club Forza Italia e presenta l'inno degli "azzurri"[17]. Il 15 dicembre viene aperta la sede centrale di Forza Italia in un palazzo in via dell'Umiltà a Roma che è lo stesso che fu la sede del Partito Popolare Italiano di Don Luigi Sturzo. Il 18 gennaio 1994 Berlusconi, Tajani, Luigi Caligaris, Martino, Valducci, danno vita al Movimento Politico Forza Italia. L'annuncio della "discesa in campo" viene dato con un messaggio televisivo il 26 gennaio; l'uso di questo mezzo inusuale per la politica tradizionale suscita commenti che vanno dall'ammirativo per l'abilità comunicativa di Berlusconi alla preoccupazione per l'effetto distorsivo per il corretto funzionamento della democrazia di una concentrazione di potere mediatico in una sola persona in misura anomala rispetto agli altri Paesi occidentali.[senza fonte]
Fin dagli inizi il partito si configura come una novità assoluta anche nelle strutture organizzative: al posto di un segretario (come negli altri partiti) vi è un presidente (Berlusconi), anziché una "direzione nazionale" vi è il "comitato di presidenza", composto da Silvio Berlusconi, Antonio Martino, Luigi Caligaris, Antonio Tajani, Mario Valducci (amministratore nazionale). Non c'è nemmeno un'"assemblea nazionale" ma l'assemblea degli associati (e iscriversi costava centomila lire, con in omaggio l'audiocassetta con l'inno). Il movimento non ha neppure sezioni comunali e provinciali, ma solo rappresentanze regionali e la sede centrale romana che però non è la stessa che coordina i club che è sita a Milano.
Data la struttura, le origini e la presenza all'interno, in questa fase, di molti uomini di Fininvest e Publitalia '80, si parlerà subito fra i detrattori di "partito-azienda"[18], di "partito di plastica"[19], di "partito personale" o anche "partito eversivo"[20] (nel senso di partito completamente nuovo, estraneo alla tradizione liberale, fondato sulla lealtà incondizionata nei confronti del capo, non nei confronti di un'idea o di un progetto).
La campagna elettorale e la vittoria del 1994
Nello storico discorso del 26 gennaio Berlusconi definisce Forza Italia un movimento politico piuttosto che un partito vero e proprio e con esso si candida alla guida del Paese.
Il 6 febbraio, al Palafiera di Roma, si tiene la prima convention di Forza Italia e Berlusconi pronuncia il primo discorso da leader politico.
Il 27-28 marzo, con i risultati delle elezioni politiche, Forza Italia si afferma come il primo partito italiano con il 21% dei voti e va alla guida del Governo insieme ad altri partiti dell'area di centrodestra: al Nord l'alleanza è denominata Polo delle Libertà (Forza Italia, CCD, Lega Nord), mentre al Sud Polo del Buon Governo (Forza Italia, Alleanza Nazionale, CCD). Escono sconfitte la coalizione di sinistra dei Progressisti e la coalizione centrista del Patto per l'Italia (Partito Popolare Italiano e Patto Segni).
Il successo di Forza Italia può essere attribuito a due fattori (oltre alla forza economica e mediatica del suo leader): a differenza di altri personaggi "nuovi" comparsi sulla scena politica, come Mario Segni, Berlusconi si appellava a interessi sociali più precisi e focalizzati, come quelli dei lavoratori autonomi; inoltre Berlusconi puntava su una netta polarizzazione tra destra e sinistra, togliendo spazio a ipotesi di centrismo che venivano spazzate via dalla radicalizzazione dello scontro. Ovviamente la semplificazione dei termini dello scontro elettorale, anche per la sua lontananza dalla "vecchia" politica fatta di compromessi, faceva buon gioco ad una campagna di "lancio" del marchio sviluppata con un successo che ha ben pochi precedenti. Si possono aggiungere anche fattori come l'appello all'efficienza, la sfiducia verso la politica tradizionale e la costruzione dell'immagine del leader come uomo deciso ma disinteressato, forte ma generoso.
L'aspetto anomalo era rappresentato dagli alleati: Forza Italia era infatti coalizzata con la Lega Nord nelle regioni settentrionali, dove Alleanza Nazionale si presentava isolata, e con il partito guidato da Gianfranco Fini al centro-sud: non una coalizione, in sostanza, ma due.
Il breve Governo Berlusconi I
Il 90% degli eletti nelle liste di Forza Italia risultò alla prima esperienza parlamentare. Il centro-destra, riuscì ad ottenere la maggioranza dei seggi alla Camera dei deputati, ma non al Senato. Determinanti per la nascita del governo furono così i voti di tre senatori a vita (Gianni Agnelli, Francesco Cossiga e Giovanni Leone) e di quattro senatori eletti nelle liste del Patto per l'Italia (Giulio Tremonti, che divenne ministro delle Finanze, Vittorio Cecchi Gori, Alberto Michelini e Luigi Grillo).
Alle successive elezioni europee del 1994, Forza Italia ottenne oltre il 30% dei voti. I suoi eletti, tuttavia, non aderirono ad alcuno dei maggiori gruppi parlamentari europei, bensì ne costituirono uno proprio denominato Forza Europa. In seguito, nel 1995, Forza Europa si fonderà con l'Alleanza Democratica Europea, di cui facevano parte soprattutto gli esponenti del francese Raggruppamento per la Repubblica: sorse così l'Unione per l'Europa.
Nonostante il successo elettorale, comunque, il primo governo Berlusconi cadde pochi mesi dopo. Una proposta del Governo per riformare il sistema pensionistico incontrò la tenace opposizione dei sindacati, che proclamarono lo sciopero generale. Si acutizzò così la crisi politica fra la Lega Nord e il resto della maggioranza. Immediatamente dopo la vittoria elettorale, Bossi aveva già manifestato il suo disagio a governare assieme ai politici del Movimento Sociale Italiano (da lui definiti "fascisti").
Lo scontro diretto arrivò alla vigilia delle vacanze natalizie, fra il 21 e il 22 dicembre: in diretta televisiva Silvio Berlusconi, dichiarò che il patto sancito con la Lega all'inizio dell'anno era stato tradito e chiese di tornare immediatamente alle urne. Bossi, dal canto suo, ricambiò le accuse, affermando che l'accordo sul federalismo era stato ampiamente disatteso dal governo. La Lega formò un'alleanza con il Partito Popolare, assieme a cui presentò una mozione di sfiducia. Così si aprì la crisi: Berlusconi, per evitare di essere sfiduciato, rassegnò le proprie dimissioni, spingendo per le elezioni anticipate ed invitando gli elettori a una "rivolta morale" contro il cambio di maggioranza (soprannominato "ribaltone").
Il Presidente della Repubblica, Oscar Luigi Scalfaro non ritenne di sciogliere le camere, in quanto era possibile una maggioranza alternativa. La Lega decise in seguito di appoggiare, insieme ai parlamentari popolari e della sinistra, un governo tecnico presieduto da Lamberto Dini. Forza Italia e il resto dell'ex maggioranza di centro-destra, dopo aver inizialmente appoggiato la nomina di Dini (ministro del Tesoro nel Governo Berlusconi, Dini era stato tra i maggiori sostenitori della contestata riforma delle pensioni), si chiamarono fuori dopo la pubblicazione dell'elenco dei ministri e tornarono a chiedere le elezioni anticipate. Il Governo Dini ottenne comunque la fiducia.
Il Polo perde le elezioni
Consumata la rottura con la Lega, nel 1996, lo schieramento del Polo per le Libertà composto da Forza Italia, Alleanza Nazionale, CCD e CDU, perde le elezioni. Si costituisce il governo dell'Ulivo, la coalizione avversaria, presieduto da Romano Prodi, ma - nel '98 - anche questo esecutivo è destinato ad essere sfiduciato, così il timone passa nelle mani di Massimo D'Alema, fortemente avversato da Forza Italia, anche perché il suo governo riceve l'appoggio di diversi parlamentari eletti con il Polo. Berlusconi denuncia: "Questo governo nasce con la rappresentanza di un milione di nostri elettori".
I consensi, intanto, aumentano: Forza Italia e il Polo vincono le elezioni europee del 1999, quando ottiene circa il 25%. A differenza delle precedenti europee, gli eletti di Forza Italia aderiscono al Partito Popolare Europeo. Il successo del partito è confermato alle Regionali del 2000.
La vittoria del 2001 e gli anni di governo
Così, nel 2000, dopo che la Lega aveva abbandonato i suoi propositi secessionisti, si ricompatta l'alleanza, che prende il nome di Casa delle Libertà, aperta anche ai contributi di partiti e movimenti minori.
La CdL vince le elezioni e va al governo del Paese. Durante la campagna elettorale Berlusconi sigla, presso la trasmissione Porta a Porta condotta da Bruno Vespa, il noto Contratto con gli italiani: un accordo fra lui ed i suoi potenziali elettori in cui si impegna, in caso di vittoria, a realizzare ingenti sgravi fiscali, il dimezzamento della disoccupazione, l'avviamento di decine di opere pubbliche, l'aumento delle pensioni minime e la riduzione del numero di reati; impegnandosi altresì a non ricandidarsi alle successive elezioni nel caso in cui almeno quattro dei cinque punti principali non fossero stati mantenuti.
Forza Italia, pertanto, va al governo del Paese, un governo (guidato dallo stesso Berlusconi) che acquista il primato di "più longevo" nella storia della Repubblica. Dura in carica 1.422 giorni.
A partire dalle elezioni regionali del Friuli-Venezia Giulia, nel 2003, e nelle successive consultazioni elettorali, Forza Italia registra un progressivo calo di consensi, pur rimanendo la lista più votata della Casa delle Libertà. Conseguentemente alla sconfitta alle Regionali del 2005, il centrodestra mantiene soltanto due regioni (Lombardia e Veneto) delle otto precedentemente governate. In questo frangente, a seguito di una lunga verifica iniziata mesi prima, alcuni partiti della coalizione chiedono un rilancio del programma e dell'attività di governo. All'apertura formale della crisi con il ritiro dei ministri dell'UDC e dei membri del governo del Nuovo PSI, la tensione tra Berlusconi e il segretario UDC Marco Follini è altissima: indiscrezioni apparse sui principali quotidiani nazionali raccontano di minacce di un "trattamento speciale" sulle reti Mediaset contro quest'ultimo[21]. Silvio Berlusconi riesce tuttavia a ricompattare la coalizione - facendo alcune concessioni agli alleati - e ad ottenere così la fiducia per un nuovo esecutivo.
Le elezioni del 2006
La campagna elettorale per le elezioni politiche del 2006 è una delle più accese di tutta la storia. Forza Italia e la coalizione di centrodestra, guidata da Berlusconi, si presentarono agli elettori chiedendo un giudizio positivo sull'esperienza dei due governi, durati complessivamente cinque anni. La coalizione di centrosinistra rinnovata e guidata da Romano Prodi si presentò con un giudizio diametralmente opposto sulla legislatura.
Berlusconi partecipò a due confronti televisivi ufficiali col suo sfidante, durante i quali accusò la sinistra di essere divisa sulle principali proposte economiche. Il momento più importante della campagna elettorale di Berlusconi fu però un clamoroso ed inaspettato intervento ad un'assemblea della Confindustria, attaccando i rivali sui temi dell'economia e della giustizia. In chiusura della campagna, il Presidente del Consiglio uscente lanciò la proposta dell'abolizione dell'ICI sulla prima casa.
La Casa delle Libertà riuscì così a riconquistare la fiducia di molti elettori e Forza Italia si riappropriò della leadership all'interno della coalizione, ottenendo un risultato in netta ascesa rispetto alle previsioni (ma inferiore a quelle delle elezioni del 2001), ma comunque non sufficiente ad evitare la sconfitta elettorale del centrodestra. Alla Camera dei deputati il centrosinistra ottenne, con 24.755 voti in più, il premio di maggioranza previsto dalla legge elettorale varata nel 2005 e nel complesso (contando anche i voti del Trentino-Alto Adige, della Valle d'Aosta e della circoscrizione Estero) circa 130.000 voti in più, con una percentuale del 49,73% dei consensi contro il 49,40% della CdL.
Al Senato, la situazione era ribaltata: la CdL ottenne nel complesso circa 147.000 voti in più (il 49,57% contro il 49,16%), ma per il sistema degli sbarramenti regionali previsti dalla legge elettorale, varata dal Governo Berlusconi III, e con l'apporto del voto della circoscrizione Estero, l'Unione riuscì comunque a conquistare due seggi in più.
Forza Italia, nonostante un forte calo rispetto alle politiche del 2001 (- 6% alla Camera), risulta alla Camera come la seconda forza politica italiana con 9 milioni di voti (23,7%) dietro la lista L'Ulivo (che è l'unione di due partiti, i Democratici di Sinistra e La Margherita) che invece ha ottenuto 11,9 milioni di voti e al Senato (dove i Democratici di Sinistra e La Margherita si sono presentati separati) come la prima forza politica del Paese con 8,2 milioni di voti (24,0%). Elegge (compresi gli eletti nella circoscrizione Estero) 140 deputati e 79 senatori. La presidenza del gruppo alla Camera dei deputati viene assunta da Elio Vito mentre al Senato a guidare il gruppo è Renato Schifani, entrambi già alla guida dei rispettivi gruppi parlamentari nella legislatura precedente.
L'ingresso nel PdL
Il 18 novembre 2007 Silvio Berlusconi, a margine di un'iniziativa di Forza Italia contro il governo Prodi, dichiarò il prossimo scioglimento del partito che confluirà in una formazione maggiore, il partito del Popolo della Libertà. Forza Italia diventa così formazione promotrice del nuovo soggetto unitario, rilanciato dopo la caduta del Governo Prodi, e si è perciò presentata assieme ad Alleanza Nazionale e ad altri movimenti e partiti politici dell'ormai ex-coalizione all'interno delle liste del PdL, in attesa della definitiva nascita del PdL come partito prevista inizialmente per l'autunno 2008 e, in seguito, annunciata per il 27 marzo 2009. Le elezioni hanno visto la vittoria della coalizione formata da PdL, Lega Nord e Movimento per l'Autonomia e il ritorno al governo del centro-destra.
Valori
È scritto nella "Carta dei Valori" del partito:
« Forza Italia non nasce da una precedente organizzazione politica o da un costituito sistema dottrinale. Nasce dall'appello di un uomo, Silvio Berlusconi, direttamente rivolto ad un corpo elettorale nel quale rischiava di aprirsi un enorme vuoto storico-politico di rappresentanza. Forza Italia si costituisce come risposta alla crisi dei partiti della Prima Repubblica; come reazione ad una possibile deriva illiberale del sistema politico; come offerta di rappresentanza all'area dei moderati nel quadro di una nuova democrazia dell'alternanza; come proposta di governo per realizzare una seconda modernizzazione italiana. »
Lo statuto del partito dice che Forza Italia è una associazione di cittadini che si riconoscono negli ideali propri delle tradizioni democratiche liberali, cattolico liberali, laiche e riformiste europee[22]. Silvio Berlusconi, nel 1998, ha definito il movimento come:
un partito liberale ma non elitario, anzi un partito liberaldemocratico popolare;
un partito cattolico ma non confessionale;
un partito laico ma non intollerante o laicista;
un partito nazionale ma non centralista[23].
Forza Italia si definisce un "partito nuovo", senza legami diretti con la cosiddetta Prima Repubblica e, nel contempo, legittimo erede delle "migliori tradizioni politiche italiane". Il democristiano Alcide De Gasperi, il socialdemocratico Giuseppe Saragat, il liberale Luigi Einaudi e il repubblicano Ugo La Malfa sono citati nel preambolo dello statuto di Forza Italia come padri nobili a cui il partito intende riferirsi. Forza Italia attualmente si rifà ad una un'identità di centrodestra, facendo parte del Partito Popolare Europeo, ma senza limitare per questo l'apertura alla tradizione della sinistra riformista (come si vede nei riferimenti alle personalità della sinistra moderata), con un esplicito richiamo al pensiero del socialismo liberale.
Sempre dalla "Carta dei Valori":
« Stiamo dunque costruendo un soggetto politico inedito per la storia d'Italia. Un soggetto che si propone l'unione di tre grandi aree politico-culturali: quella del cattolicesimo liberale e popolare, quella dell'umanesimo laico, liberale e repubblicano, quella del liberal-socialismo. »
« Siamo piuttosto un nuovo partito di centro, liberal-popolare e liberal-socialista; alleato con la destra moderata e aperto alla cultura della sinistra riformista »
Forza Italia è un partito essenzialmente accentrato sulla figura del suo leader. L'orientamento politico di Forza Italia è moderato-liberale. La struttura di formazione è diretta da don Gianni Baget Bozzo [1] e la linea politica è influenzata da Ferdinando Adornato (direttore del mensile "Liberal") che ha tentato di riadattare il neoconservatorismo statunitense al contesto politico-culturale italiano. Adornato si è concentrato sul progetto di riunire i partiti dell'area di centrodestra attraverso la creazione di un nuovo soggetto politico unitario.
Forza Italia sostiene la parità di importanza tra scuola privata e scuola pubblica; ritiene che i vincoli pubblici alla libera iniziativa imprenditoriale vadano eliminati o fortemente ridotti; propugna un sistema tributario che non si ponga come fine la redistribuire la ricchezza bensì orientare i consumi e, quindi, incentrato sulle imposte indirette e su quelle reali, piuttosto che su quelle dirette e personali; propone la separazione delle carriere tra magistratura giudicante e magistratura inquirente; in politica estera adotta una linea fortemente atlantista. Sostiene, inoltre, le posizioni di libertà di coscienza in tematiche che riguardano la bioetica.
Struttura
La struttura di Forza Italia è prevalentemente verticistica: i coordinatori nazionali e regionali sono nominati direttamente dal presidente del movimento, Silvio Berlusconi. Gli iscritti, invece, possono eleggere i coordinatori dei club locali e i coordinamenti provinciali.
Organi nazionali
Presidente: Silvio Berlusconi (1994-2009)
Vice Presidente: Giulio Tremonti (2004-2009), Roberto Formigoni (2008-2009)
Presidente del Comitato di Presidenza: Claudio Scajola (2004-2009)
Vice Presidente: Carlo Vizzini (2005-2009)
Presidente del Consiglio Nazionale: Alfredo Biondi (2004-2009)
Coordinatore nazionale: Domenico Mennitti (1994), Luigi Caligaris (1994), Cesare Previti (1994-1996), Claudio Scajola (1996-2001), Roberto Antonione (2001-2003), Claudio Scajola (2003), Sandro Bondi (2003-2008), Denis Verdini (2008-2009)
Vice Coordinatore nazionale: Giuliano Urbani, Mario Valducci (1995-1996), Fabrizio Cicchitto (2003-2008), Gianfranco Miccichè (2004-2009), Renato Brunetta (2007-2009)
Responsabile della Segreteria Politica: Denis Verdini (2005-2009)
Vice Responsabile: Angelo Pisanu (2005-2009)
Amministratore nazionale (segretario amministrativo): Mario Valducci (1994-1995), Domenico Lo Jucco (1995-97), Giovanni Dell'Elce (1997-2003), Rocco Crimi (2003-2009)
Portavoce: Antonio Tajani (1994-1996), Paolo Bonaiuti (1996-2001), Sandro Bondi (2001-2004), Elisabetta Gardini (2004-2008), Daniele Capezzone (2008-2009)
Coordinatori regionali
Sono riuniti nella Conferenza dei Coordinatori regionali, il cui segretario è Angelino Alfano.
Abruzzo: Andrea Pastore
Alto Adige: Francesco Nitto Palma
Basilicata: Guido Viceconte (commissario)
Calabria: Giancarlo Pittelli
Campania: Nicola Cosentino
Emilia-Romagna: Giampaolo Bettamio
Friuli-Venezia Giulia: Vanni Lenna
Lazio: Francesco Giro
Liguria: Michele Scandroglio
Lombardia: Guido Podestà
Marche: Remigio Ceroni
Molise: Ulisse Di Giacomo
Piemonte: Guido Crosetto
Puglia: Raffaele Fitto
Sardegna: Piergiorgio Massidda
Sicilia: Angelino Alfano
Toscana: Denis Verdini
Trentino: Mario Malossini
Umbria: Luciano Rossi
Valle d'Aosta: Giorgio Buongiorno
Veneto: Niccolò Ghedini
Organizzazioni interne
Sono strutture interne di Forza Italia:
Forza Italia - Giovani per la Libertà: è l'organizzazione giovanile del partito, rivolta agli azzurri tra i 14 e i 35 anni e guidata da Francesco Pasquali.
Studenti Per le Libertà: è la sezione studentesca del partito, organizzato nell'ambito della struttura nazionale di Forza Italia Giovani. È stato fondato nel 1999 ed è riconosciuto al tavolo delle associazioni studentesche presso il Ministero dell'Istruzione. Attualmente, in seguito alle elezioni del 16 e 17 maggio 2007, ha un rappresentante eletto al Consiglio nazionale degli Studenti Universitari, massimo organo di rappresentanza istituito presso il Ministero dell'Università.
Forza Italia Seniores: è l'organizzazione dei forzisti over 65, al cui vertice è posto il Senatore Enrico Pianetta.
Azzurro Donna: è l'organizzazione femminile di Forza Italia, alla cui guida c'è Mara Carfagna.
Azzurri nel Mondo: è il "braccio estero" del partito, alla cui guida è recentemente stata nominata Barbara Contini.
Ragion politica: è il portale internet del Dipartimento Formazione del partito, responsabile nazionale Gianni Baget Bozzo
Correnti
In nessuno dei due congressi tenutisi fino ad oggi sono state discusse mozioni di minoranza, privilegiando una linea unitaria a sostegno del leader Silvio Berlusconi alla presidenza del movimento, anche se l'elezione da parte del Congresso nazionale di alcuni membri del Consiglio Nazionale è spesso movimentata, come quando nel 1998 si ebbe il duello tra Franco Frattini e Gianni Pilo per essere il consigliere nazionale più votato.
In ogni caso ci sono tre possibili distinzioni che si possono fare dei membri di FI. La prima riguarda il dibattito sul profilo organizzativo del partito, la seconda gli orientamenti in materia economica e sociale, la terza concerne gli orientamenti politici generali (non solo a livello nazionale, ma anche locale), spesso in relazione alle vecchie appartenenze politiche.
Nell'ambito della geografia interna delle posizioni politiche esistenti in Forza Italia, assumono rilievo anche le fondazioni e i rapporti con i i piccoli movimenti politici strettamente legati al partito.
Dibattito sul modello di partito: scajoliani e dellutriani
Quanto alla prima si distinguono:
scajoliani, guidati da Claudio Scajola e fautori di un maggiore peso della macchina organizzativa del partito, nonché dell'introduzione dei congressi a livello regionale e al rafforzamento di quelli nazionali, provinciali e comunali;
publitalisti o dellutriani, fautori del partito leggero e incentrato sulla figura di Berlusconi, guidati da Marcello Dell'Utri, Sandro Bondi e Fabrizio Cicchitto.
Negli ultimi tempi le due parti si sono indubbiamente ravvicinate (pochi infatti contestano ancora un maggiore radicamento del partito, unito a più collegialità e più democrazia interna, soprattutto dopo l'appello di Paolo Guzzanti in richiesta di un congresso "vero") e il duo Bondi-Cicchitto sembra muoversi svincolato dal proprio mentore, Dell'Utri. Quanto a quest'ultimo si può dire che abbia deciso di sostenere nuove leve di giovani a discapito di dellutriani di lungo corso come Enzo Ghigo, Roberto Tortoli e Guido Viceconte e che si sia lui stesso convinto della necessità di un'organizzazione capillare del partito, fondata sulle sezioni locali, similmente a quella che i DS hanno ereditato dal vecchio PCI.
Federalismo e politica economica: tremontiani e liberisti doc
Attorno al Vice Presidente del partito Giulio Tremonti si è costituito un gruppo composto da membri di diversa estrazione politico-culturale e in gran parte provenienti dal Nord Italia, forti sostenitori del federalismo fiscale, di qui le affinità con la Lega Nord, e di un liberismo temperato. Tra i tremontiani, cementatisi durante la battaglia in due tempi in difesa del risparmio e contro l'operato di Antonio Fazio a Bankitalia, vale la pena di citare Giorgio Jannone, Guido Crosetto, Luigi Casero, Maria Teresa Armosino, Andrea Pastore, Giuseppe Vegas, Gianfranco Conte e lo stesso Antonio Leone.
A Tremonti, spesso tacciato di colbertismo, si sono spesso contrapposti i liberisti doc guidati da Antonio Martino e Raffaele Costa, anche in piena campagna elettorale[24]. In genere, poi, l'ala del partito maggiormente legata all'ex PLI si è dimostrata la meno entusiasta nel sostenere il federalismo propugnato da Bossi e Tremonti, tanto che Egidio Sterpa (ex PLI di lungo corso) è stato l'unico membro del gruppo di FI alla Camera a votare contro il progetto di riforme istituzionali varato dal Governo Berlusconi.
Componenti politiche
Le "vecchie" correnti di partito però si manifestano attraverso movimenti o associazioni politiche collaterali rispetto a Forza Italia, spesso sono la ricongiunzione di esponenti della stessa area culturale e politica (democristiana, socialista o liberale) guidati da un personaggio carismatico. Tra queste degne di nota sono:
Cristiani Democratici per le Libertà / Rete Italia, area democristiana di ispirazione ciellina, guidata da Roberto Formigoni (tra i cui membri figurano Maurizio Lupi, Mario Mantovani, Mario Mauro e Maurizio Bernardo);
Noi Riformisti Azzurri, area socialista, legati a Francesco Colucci;
Circoli di Iniziativa Riformista, area socialdemocratica, guidata da Carlo Vizzini;
Liberalismo Popolare, area liberale guidata da Raffaele Costa e Alfredo Biondi.
Come si vede, a parte il gruppo di Formigoni, che ha una caratterizzazione più che altro lombarda e ciellina, manca una vera e propria componente democristiana. Ciò è dovuto al fatto che gli ex DC, che pure non sono troppo rappresentati al vertice, sono la stragrande maggioranza del partito, tanto da non sentire la necessità di organizzarsi in una vera e propria corrente. Peraltro spesso i democristiani berlusconiani si dividono sia sulla questione della struttura del partito, sia sulle questioni di attualità politica. In questo gruppo indefinito vanno inseriti Roberto Formigoni e i suoi seguaci, lo stesso Claudio Scajola, Giorgio Carollo, Giuseppe Pisanu, Enrico La Loggia, Renato Schifani, Angelino Alfano, Alfredo Antoniozzi, Raffaele Fitto, Giuseppe Gargani, Francesco Giro, Luigi Grillo, Osvaldo Napoli, Antonio Palmieri e Angelo Sanza, Riccardo Ventre e Marcello Vernola.
In generale si può parlare di un'anima democristiana, di una socialista riformista (ex PSI e ex PSDI), di una liberale e di una di berlusconiani della prima ora, molti dei quali provenienti da Publitalia, come, ad esempio, il vice-presidente dei deputati Antonio Leone e Gianfranco Micciché.
Per approfondire, vedi la voce Provenienza dei politici attualmente in Forza Italia.
Correnti a livello regionale
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A livello regionale il panorama delle correnti è molto frastagliato e diversificato e spesso non rispetta le logiche nazionali. Gli ex-Democristiani in particolare si presentano raramente come un fronte compatto e sono piuttosti divisi in diversi gruppi.
In Piemonte si sono contrapposti il gruppo di Enzo Ghigo (ex-Publitalia e dellutriano) e quello di Roberto Rosso, ex-DC sostenuto anche dagli ex-PLI, molto forti in regione e soprattutto nel Cuneese, dove esprimono il Presidente della Provincia Raffaele Costa. L'attuale coordinatore regionale è Guido Crosetto, un tremontiano proveniente dalla DC, che si posiziona neutralmente rispetto alle due fazioni.
In Lombardia al gruppo ciellino guidato da Roberto Formigoni, Maurizio Lupi e Mario Mantovani si sono uniti "riformisti" di diversa estrazione politica come Massimo Guarischi (ex-PSDI), Giampiero Borghini (ex-PCI, poi sindaco di Milano con il sostegno del PSI) e Francesco Colucci (ex-PSI). Al gruppo formigoniano, che controlla saldamente il partito, si contrappone un'area di dellutriani e di laico-socialisti, tra i quali spiccano i nomi di Paolo Romani (ex-PLI) e Luigi Casero (ex-PRI).
In Liguria la stragrande maggioranza dei dirigenti e degli eletti è riconducibile all'area di Claudio Scajola, che controlla tutta la zona del Ponente ligure e, in particolare, della Provincia di Imperia. Il coordinatore regionale Michele Scandroglio, ex-DC, è a lui molto vicino. All'interno dell'area genovese, oltre al forte gruppo di scajoliani, la componente liberale gode ancora di un discreto seguito: il deputato Roberto Cassinelli e il senatore Enrico Musso sono sì molto vicini a Scajola, ma provengono dalle file del PLI.
In Veneto il partito è saldamente in mano a Giancarlo Galan (ex-PLI e ex-Publitalia). Al Presidente della Regione fanno riferimento l'area laico-socialista e dellutriana, guidata dagli ex-PSI Amalia Sartori e Renato Chisso e dagli ex-PLI Fabio Gava e Niccolò Ghedini, coordinatore regionale, e un nutrito gruppo di ex-democristiani con Raffaele Bazzoni, Carlo Alberto Tesserin, Leonardo Padrin, Marino Zorzato e Domenico Menorello in testa. Esistono poi almeno due gruppi provenienti dalla vecchia DC: i cosiddetti neodorotei e i democratici popolari. Tra i primi, legati al leader doroteo veneto Franco Cremonese e in gran parte membri del CDU fino al 1998, ci sono Vittorio Casarin e Clodovaldo Ruffato. Tra i secondi, un tempo stretti alleati di Galan, ci sono gli ex-seguaci di Giorgio Carollo, fondatore di Veneto per il PPE, tra i quali spiccano i nomi di Renzo Marangon, Barbara Degani e Giancarlo Conta, che si sono recentemente riavvicinati a Galan. Esiste poi un altro gruppo di derivazione PSI, spesso non in sintonia con Galan e guidato da personaggi del calibro di Maurizio Sacconi e Renato Brunetta, ai quali si è unito l'ex-DC Remo Sernagiotto.[25] A tale gruppo si è spesso accodato anche Aldo Brancher, ex-DC e anello di congiunzione tra Forza Italia e Lega Nord.
Nel Friuli-Venezia Giulia è molto forte la componente proveniente da esperienze radicali e socialiste, guidata da Roberto Antonione e Renzo Tondo (succedutisi alla presidenza regionale), ma non manca un nutrito gruppo di ex-DC, con in testa Isidoro Gottardo e Danilo Moretti.
Nel Lazio, di recente Francesco Giro, leader del gruppo democristiano, ha preso il posto della giovane Beatrice Lorenzin come coordinatore regionale. Figure di rilievo sono poi Alfredo Antoniozzi e Stefano De Lillo.
In Campania si possono rintracciare almeno tre gruppi: quello di Antonio Martusciello (sostenuto da altre personalità locali come Antonio Barbieri, Aldo Perrotta, Emiddio Novi, Gaetano Fasolino, Cosimo Izzo e Fulvio Martusciello), quello di Elio Vito e Nicola Cosentino (Luigi Cesaro, Franco Malvano, Gioacchino Alfano, Antonio Girfatti, Alfredo Vito e altri) e gli immancabili scajoliani (Riccardo Ventre, Paolo Russo e Ermanno Russo). Tra i non schierati figurano Giuseppe Gargani, Claudio Azzolini e Francesco Brusco.
In Puglia il partito è saldamente in mano agli ex-DC guidati da Raffaele Fitto.
In Sicilia il partito si divide in un gruppo legato a Gianfranco Micciché e Stefania Prestigiacomo e un altro di origine democristiana guidato da Renato Schifani, Enrico La Loggia e Angelino Alfano. Con la nomina di quest'ultimo a coordinatore regionale al posto di Micciché si può dire che la corrente neo-democristiana abbia preso il sopravvento nel partito regionale.
Fondazioni
Grande rilievo hanno in Forza Italia diverse fondazioni e associazioni:
Free Foundation di Renato Brunetta (inizialmente insieme a Franco Frattini), rappresentante del c.d. "socialismo riformista", su posizioni liberali;
Fondazione Magna Carta di Marcello Pera e di Gaetano Quagliariello, entrambi vicini, una volta, alle posizioni del partito radicale ora forti sostenitori dell'identità cristiana, tanto da essere a volte apostrofati come l'area neocon e teocon del partito;
Fondazione Ideazione di Domenico Mennitti e Vittorio Mathieu;
Il Circolo di Marcello Dell'Utri;
Movimenti politici e partiti minori strettamente alleati
Molto vicine a Forza Italia sono anche altre componenti che però non fanno parte ufficialmente del partito, anche se di fatto si comportano con Forza Italia come i partiti associati all'Unione per un Movimento Popolare francese (Rad, CNIP e FRS):
Giovane Italia, area socialista, guidata da Stefania Craxi e Maurizio Sacconi (membro a tutti gli effetti di FI);
Riformatori Liberali, partito dei Radicali che hanno scelto il centrodestra, guidato da Benedetto Della Vedova, deputato nel gruppo di FI;
Partito Repubblicano Italiano, il partito più antico d'Italia che, seppure orgoglioso della sua autonomia e specificità, alle elezioni politiche del 2001 e del 2006 ha presentato i propri candidati nelle liste di FI;
Democrazia Cristiana per le Autonomie, partito autonomo che, per voce del suo segretario Gianfranco Rotondi, riconosce come leader Berlusconi;
Nuovo Partito Socialista Italiano di Stefano Caldoro;
Decidere di Daniele Capezzone.
Congressi
I Congresso Nazionale - Assago (MI), 16-18 aprile 1998
II Congresso Nazionale - Assago (MI), 27-29 maggio 2004
Stampa
Grande importanza per il partito, e in generale per il centrodestra, hanno quotidiani come Libero (diretto da Maurizio Belpietro), Il Foglio (diretto da Giuliano Ferrara, già ministro per i Rapporti con il Parlamento nel primo Governo Berlusconi), L'Opinione, Il Domenicale e Il Giornale (della cui casa editrice è azionista di maggioranza il fratello di Silvio Berlusconi, Paolo; vicedirettore Paolo Guzzanti e consigliere d'amministrazione Egidio Sterpa, entrambi senatori di FI, mentre direttore è Vittorio Feltri), che, seppure non legati ufficialmente al partito, sostengono Berlusconi, senza far mancare qualche critica, spesso tagliente (specie nel caso di Libero e de Il Foglio).
Per la primavera 2007 è prevista l'uscita di Liberal come quotidiano (12 pagine insieme al Domenicale). Il quotidiano si propone di "raccontare il popolo delle libertà" e affermare "una cultura moderna che non guarda più a sinistra".
È da ricordare che il 16 gennaio 2003 riprende le pubblicazioni l'Avanti!, storico giornale del PSI, ora sotto la direzione di Valter Lavitola e come foglio (quattro pagine) «liberalsocialista» degli ex Psi di Forza Italia, come Fabrizio Cicchitto (che lo ha fortemente voluto), Paolo Guzzanti, Renato Brunetta, Gianni Baget Bozzo. L'8 marzo 2006 però il giornale è divenuto quotidiano socialista avvicinandosi alle posizioni del Nuovo PSI, partito al quale l'editore-direttore è vicino.
^ http://www.skylife.it/html/skylife/tg24/politica.html?idvideo=56053
^ Forza Italia verso Il Popolo della Libertà - Consiglio Nazionale di Forza Italia
^ CONSIGLIO NAZIONALE: Forza Italia nel Pdl per acclamazione, mandato a Berlusconi
^ Nasce il Pdl, la parola ai giovani - Corriere della Sera, 27 marzo 2009
^ tribunale di Caltanissetta, Decreto di archiviazione, p.62
^ Addio al creativo della «Milano da bere». URL consultato il 01-04-2008.
^ E BERLUSCONI ANNUNCIO' IL SACRIFICIO'
^ Berlusconi preoccupato per i politici emergenti, Corriere della Sera, 20 marzo 1993, pag. 2.
^ R. Po., Il "sogno" politico di Berlusconi, Corriere della Sera, 11 maggio 1993, pag. 4.
^ Riccardo Chiaberge, Una "cosa" né Lega né Pds, Corriere della Sera, 28 luglio 1993, pag. 3.
^ Davide Frattini - Gian Antonio Stella, Berlusconi è cauto ma Sgarbi già lancia CS, Corriere della Sera, 14 settembre 1993, pag. 6.
^ Il caso. Fra politica e spettacolo. Il presidente Fininvest smentisce la notizia.Berlusconi: c'è una guerra contro di me. Sgarbi:
^ MIKE, IL TELEDEPUTATO DI BERLUSCONI
^ Berlusconi: un partito tutto mio? "Non esiste e non è mai esistito", Corriere della Sera, 23 ottobre 1993, pag. 7.
^ Antonio Macaluso, Berlusconi contro tutti, con rabbia, Corriere della Sera, 27 ottobre 1993, pag. 21.
^ Conferenza stampa di Silvio Berlusconi nella sede romana della stampa estera, 26 novembre 1993
^ Berlusconi arruola imprenditori
^ Miglio: la mia Costituzione non si tocca. se no me ne vado
^ GIOVANNI MORO: 'FORZA ITALIA E' SOLO UN PARTITO DI PLASTICA'
^ Cfr. Norberto Bobbio e Maurizio Viroli, Dialogo intorno alla repubblica, Laterza, Bari, 2001, ISBN 88-420-6953-1, cap. VII
^ Roberto Zuccolini, «Le mie tv non ti hanno attaccato. Finora» «Sia chiaro a tutti, questa è una minaccia», Corriere della Sera, 12 luglio 2004, pag. 3
^ Statuto di Forza Italia, art. 1
^ Dal discorso di Silvio Berlusconi al 1º Congresso Nazionale di Forza Italia, Assago (MI), 18 aprile 1998
^ Mattia Feltri, Martino: «Tremonti sbaglia sui dazi cinesi. Il governo ha tagliato poco le tasse», intervista ad Antonio Martino, La Stampa.it, 31 marzo 2006
^ Sacconi e Brunetta fanno il tutto esaurito - Local L'espresso
Bibliografia
Amedeo Benedetti, Il linguaggio e la retorica della nuova politica italiana: Silvio Berlusconi e Forza Italia, Erga, Genova, 2004, ISBN 88-8163-363-9
Silvio Berlusconi, Discorsi per la democrazia, Mondadori, Milano, 2001, ISBN 88-04-49420-4
Silvio Berlusconi, La forza di un sogno: i discorsi per cambiare l'Italia, Mondadori, Milano, 2004, ISBN 88-04-49718-1
Silvio Berlusconi, L'Italia che ho in mente, Mondadori, Milano, 2000, ISBN 88-04-48197-8
Silvio Berlusconi, Verso il Partito della Libertà: l'identità, i valori, il progetto, Mondadori, Milano, 2006, ISBN 88-04-55839-3
Sandro Bondi, Tra destra e sinistra: 1994-2004, la nuova politica di Forza Italia, Mondadori, Milano, 2004, ISBN 88-04-52926-1
Fabrizio Cicchitto, Forza Italia: analisi dall'interno, Bietti-Società della Critica, Milano, 2004, ISBN 88-8248-200-6
Pino Corrias et al., 1994 - Colpo grosso, Baldini & Castoldi, Milano, 1994, ISBN 88-85987-57-5
Alessandro Gilioli, Forza Italia: la storia, gli uomini, i misteri, F.Arnoldi, Bergamo, 1994, ISBN 88-900053-0-0
Carmen Golia, Dentro Forza Italia. Organizzazione e militanza, Marsilio, Venezia, 1997, ISBN 88-317-6772-0
Laura Mingioni, Una storia italiana. La comunicazione politica di Forza Italia e del suo leader Silvio Berlusconi, Prospettiva editrice, Roma 2007, ISBN 978-88-7418-368-5
Onofrio Montecalvo, Clubs Forza Italia e movimento politico: riflessioni sulla possibile dialettica tra opinionismo e partito, Laterza, Bari, 1994, ISBN 88-86243-16-2
Paolo Pagani, Forza Italia: come è nato il movimento che in 5 mesi ha cambiato la politica italiana, Boroli, Novara, 2003, ISBN 88-7493-018-6
Emanuela Poli, Forza Italia: strutture, leadership e radicamento territoriale, Il Mulino, Bologna, 2001, ISBN 88-15-08345-6
Luca Ricolfi, Tempo scaduto. Il «Contratto con gli italiani» alla prova dei fatti, Il Mulino, Bologna, 2006, ISBN 88-15-10888-2
Collegamenti esterni
(PDF) Statuto di Forza Italia
RagionPolitica.it, Dipartimento Formazione Forza Italia
Altri progetti
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Articolo su Wikinotizie: Forza Italia si scioglie e confluisce nel Popolo della Libertà
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v · d · mPartiti politici italiani del passato (Seconda Repubblica)
Maggiori
Democratici di Sinistra – Democrazia è Libertà - La Margherita - Forza Italia - Alleanza Nazionale - Partito Democratico della Sinistra - Partito Popolare Italiano
Medi
Alleanza Democratica – La Rete – Patto Segni - Centro Cristiano Democratico - Cristiani Democratici Uniti - Rinnovamento Italiano - Unione Democratica - Socialisti Democratici Italiani - I Democratici - Democrazia Europea
Minori
Cristiano Sociali - Rinascita Socialista – Unione di Centro - Polo Liberal Democratico - Federazione Laburista - Socialisti Italiani – Movimento Italiano Democratico – Sinistra Repubblicana - Movimento dei Comunisti Unitari - Partito Socialista - Socialdemocrazia
Liste unitarie
Uniti nell'Ulivo - Rosa nel Pugno - Il Girasole - Biancofiore - Popolari per Prodi - Patto dei Democratici
Sistema politico della Repubblica Italiana – Camera dei deputati – Senato della Repubblica – Parlamento europeo
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v · d · mSilvio Berlusconi
Governi
Governo Berlusconi I · Governo Berlusconi II · Governo Berlusconi III · Governo Berlusconi IV
Partiti e coalizioni
Forza Italia · Polo del Buon Governo · Polo delle Libertà · Casa delle Libertà · Il Popolo della Libertà
Politica
Ingresso in politica · Berlusconismo · Antiberlusconismo · Contratto con gli italiani · Editto bulgaro
Società e aziende
Passate
Euromercato · Reteitalia · Silvio Berlusconi Communications · Standa · Supermercati Brianzoli · Telepiù
Attuali
Fininvest · Mediaset · Arnoldo Mondadori Editore · Medusa Film · Mediolanum · Associazione Calcio Milan · Il Giornale
Familiari
Paolo Berlusconi · Veronica Lario · Marina Berlusconi · Pier Silvio Berlusconi
Residenze
Belvedere Visconti di Modrone (Macherio) · Palazzo Grazioli (Roma) · Villa Bellinzaghi (Cernobbio) · Villa Certosa (Olbia) · Villa Correnti (Lesa) · Villa Gernetto (Lesmo) · Villa San Martino (Arcore)
Altro
Procedimenti giudiziari · Rivisitazioni artistiche · Bibliografia · No Berlusconi Day · Berluscones · Trofeo Luigi Berlusconi
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Estratto da "http://it.wikipedia.org/wiki/Forza_Italia"
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I Congresso Nazionale - Assago (MI), 16-18 aprile 1998
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Grande importanza per il partito, e in generale per il centrodestra, hanno quotidiani come Libero (diretto da Maurizio Belpietro), Il Foglio (diretto da Giuliano Ferrara, già ministro per i Rapporti con il Parlamento nel primo Governo Berlusconi), L'Opinione, Il Domenicale e Il Giornale (della cui casa editrice è azionista di maggioranza il fratello di Silvio Berlusconi, Paolo; vicedirettore Paolo Guzzanti e consigliere d'amministrazione Egidio Sterpa, entrambi senatori di FI, mentre direttore è Vittorio Feltri), che, seppure non legati ufficialmente al partito, sostengono Berlusconi, senza far mancare qualche critica, spesso tagliente (specie nel caso di Libero e de Il Foglio).
Per la primavera 2007 è prevista l'uscita di Liberal come quotidiano (12 pagine insieme al Domenicale). Il quotidiano si propone di "raccontare il popolo delle libertà" e affermare "una cultura moderna che non guarda più a sinistra".
È da ricordare che il 16 gennaio 2003 riprende le pubblicazioni l'Avanti!, storico giornale del PSI, ora sotto la direzione di Valter Lavitola e come foglio (quattro pagine) «liberalsocialista» degli ex Psi di Forza Italia, come Fabrizio Cicchitto (che lo ha fortemente voluto), Paolo Guzzanti, Renato Brunetta, Gianni Baget Bozzo. L'8 marzo 2006 però il giornale è divenuto quotidiano socialista avvicinandosi alle posizioni del Nuovo PSI, partito al quale l'editore-direttore è vicino.
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^ CONSIGLIO NAZIONALE: Forza Italia nel Pdl per acclamazione, mandato a Berlusconi
^ Nasce il Pdl, la parola ai giovani - Corriere della Sera, 27 marzo 2009
^ tribunale di Caltanissetta, Decreto di archiviazione, p.62
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^ R. Po., Il "sogno" politico di Berlusconi, Corriere della Sera, 11 maggio 1993, pag. 4.
^ Riccardo Chiaberge, Una "cosa" né Lega né Pds, Corriere della Sera, 28 luglio 1993, pag. 3.
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^ Berlusconi: un partito tutto mio? "Non esiste e non è mai esistito", Corriere della Sera, 23 ottobre 1993, pag. 7.
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^ Miglio: la mia Costituzione non si tocca. se no me ne vado
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^ Cfr. Norberto Bobbio e Maurizio Viroli, Dialogo intorno alla repubblica, Laterza, Bari, 2001, ISBN 88-420-6953-1, cap. VII
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Fabrizio Cicchitto, Forza Italia: analisi dall'interno, Bietti-Società della Critica, Milano, 2004, ISBN 88-8248-200-6
Pino Corrias et al., 1994 - Colpo grosso, Baldini & Castoldi, Milano, 1994, ISBN 88-85987-57-5
Alessandro Gilioli, Forza Italia: la storia, gli uomini, i misteri, F.Arnoldi, Bergamo, 1994, ISBN 88-900053-0-0
Carmen Golia, Dentro Forza Italia. Organizzazione e militanza, Marsilio, Venezia, 1997, ISBN 88-317-6772-0
Laura Mingioni, Una storia italiana. La comunicazione politica di Forza Italia e del suo leader Silvio Berlusconi, Prospettiva editrice, Roma 2007, ISBN 978-88-7418-368-5
Onofrio Montecalvo, Clubs Forza Italia e movimento politico: riflessioni sulla possibile dialettica tra opinionismo e partito, Laterza, Bari, 1994, ISBN 88-86243-16-2
Paolo Pagani, Forza Italia: come è nato il movimento che in 5 mesi ha cambiato la politica italiana, Boroli, Novara, 2003, ISBN 88-7493-018-6
Emanuela Poli, Forza Italia: strutture, leadership e radicamento territoriale, Il Mulino, Bologna, 2001, ISBN 88-15-08345-6
Luca Ricolfi, Tempo scaduto. Il «Contratto con gli italiani» alla prova dei fatti, Il Mulino, Bologna, 2006, ISBN 88-15-10888-2
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(PDF) Statuto di Forza Italia
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Alleanza Democratica – La Rete – Patto Segni - Centro Cristiano Democratico - Cristiani Democratici Uniti - Rinnovamento Italiano - Unione Democratica - Socialisti Democratici Italiani - I Democratici - Democrazia Europea
Minori
Cristiano Sociali - Rinascita Socialista – Unione di Centro - Polo Liberal Democratico - Federazione Laburista - Socialisti Italiani – Movimento Italiano Democratico – Sinistra Repubblicana - Movimento dei Comunisti Unitari - Partito Socialista - Socialdemocrazia
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Partiti e coalizioni
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