21:14 01 GEN 2011 dal sito web http://www.agi.it/in-primo-piano/notizie/201101012114-ipp-rt10088-strage_in_chiesa_in_egitto_il_papa_condanna_la_violenza
(AGI) - Alessandria d'Egitto, 1 gen. - Al Qaeda ha mantenuto la promessa fatta due mesi fa, dopo la strage nella cattedrale di Baghdad. L'organizzazione che si richiama a Osama bin Laden ha aperto l'anno con una sfida sanguinaria alle comunita' cristiane che ha indotto papa Benedetto XVI a chiedere ai governi di non sprecare parole e di "agire" per proteggere i cristiani, nel mirino di una persecuzione che ha conosciuto il suo apice di morte durante le festivita'.
L'ultima azione dell'organizzazione e' avvenuta nella notte di Capodanno. La nuova strage -che segue quella nella capitale irachena e quelle di Natale in Nigeria e nelle Filippine- e' stata compiuta dinanzi la Chiesa dei Santi, nel quartiere Sidi Bishr ad Alessandria d'Egitto, quindici minuti dopo la mezzanotte, quando dentro l'edificio sacro c'erano un migliaio di fedeli per la tradizionale cerimonia per il nuovo anno. L'esplosione ha danneggiato anche una moschea vicino alla chiesa, e ferito 8 musulmani. L'attentato e' il piu' grave compiuto in Egitto negli ultimi anni, e il piu' sanguinoso contro la comunita' cristiana in Egitto, che rappresenta il 10 per cento della popolazione, e ha spinto Hosni Mubarak ha lanciare un appello all'unita' nazionale.
L'APPELLO DI MUBARAK
In un Paese che soffre di crescenti divisioni settarie il presidente egiziano ha invitato "i figli dell'Egitto, copti e musulmani" a serrare le fila "contro il terrorismo". Refaa-al-Tahtawi, portavoce di Al-Azhar, la principale istituzione di studio dell'Islam sunnita con sede al Cairo, ha denunciato l'attacco sostenendo che mira "all'unita' nazionale egiziana". Mubarak ha aggiunto che l'attentato "ha l'impronta di elementi stranieri", e ha assicurato che il suo governo trovera' i responsabili: "Il terrorismo non ce la fara' a destabilizzare l'Egitto e la sua unita' tra cristiani e musulmani", ha detto il rais in un messaggio speciale diffuso dalla televisione.La retorica di Mubarak, ribadita nella promessa odierna di "tagliare la testa del serpente" terrorista, non e' bastata a calmare i cristiani, da tempo irritati con il governo per la discriminazione a cui i copti sono sottoposti nel Paese arabo.
LA RIVOLTA DEI COPTI
L'ultimo episodio di rivolta si era verificato al Cairo, nel quartiere di Giza, dove era stato negato il permesso di costruire una chiesa, a fronte di piu' facili autorizzazioni concesse per l'edificazione di moschee. Quindici ore dopo la nuova strage, la rivolta non poteva che trasferirsi ad Alessandria, sede del patriarcato della comunita' cristiana piu' importante del Medio Oriente. Contro il presidente egiziano -che appena due mesi fa aveva promesso protezione ai cristiani da al Qaeda- hanno inneggiato centinaia di giovani che, armati di pietre e bottiglie, hanno ingaggiato durissimi scontri con la polizia. "Mubarak, i cuori dei copti sono in fiamme! Dov'e' il governo?", sono stati alcuni tra gli slogan. Diversi ragazzi brandivano una croce alla quale avevano appeso brandelli di indumenti insanguinati di alcune delle vittime della strage: "Con il nostro sangue e la nostra anima sara' riscattata la Croce", hanno urlato. Prima di Natale c'era stato anche un incontro tra Mubarak e il patriarca ortodosso di Alessandria d'Egitto, Shenuda III, giunto alla fine di un anno in cui le condizioni di vita civile ed economica dei cristiani in Egitto e' peggiorata. I copti lamentano discriminazioni nell'esercito, nella polizia e nella guardia repubblicana e chiedono, in particolare, una legge unica per i luoghi di culto che realizzi l'eguaglianza tra tutti i cittadini egiziani e l'abolizione dell'indicazione della fede nelle domande d'impiego e nei documenti di compravendita e di delega. A dominare la preoccupazione piu' immediata dei cristiani egiziani e', pero', la minaccia terroristica e cio' che ritengono uno scarso impegno della polizia. "I servizi di sicurezza", ha denunciato Nermin Nabil, ferito nell'attentato, "non hanno fatto nulla per proteggerci e hanno lasciato che l'autobomba venisse parcheggiata di fronte alla chiesa nonostante il divieto posto dalle autorita'". I sopravvissuti non credono al governo, che ipotizza l'azione di un attentatore suicida e non a un'autobomba piazzata da due terroristi, fuggiti poco prima dell'esplosione. Anche i medici della clinica cristiana in cui sono stati ricoverati molti dei feriti ce l'hanno con il governo: "Dopo l'attentato un gruppo di circa 200 musulmani ha assediato la clinica, e la polizia, invece di proteggerci, ha lanciato gas lacrimogeni all'impazzata", ha raccontato Naglaa Gamil. Poco prima un gruppo di cristiani aveva distrutto un porte e finestre di una vicina moschea. Ad Alessandria d'Egitto non e' ancora guerra civile, ma l'odio di religione prevale su tutto.
IL PAPA AI GOVERNI: NON BASTANO LE PAROLE
A questo si e' riferito il Papa, nella sua omelia alla messa per la Giornata Mondiale della pace: "La liberta' religiosa e' elemento imprescindibile di uno Stato di diritto; non la si puo' negare senza intaccare nel contempo tutti i diritti e le liberta' fondamentali, essendone sintesi e vertice", ha detto Joseph Ratzinger, dopo aver fatto riferimento alle "discriminazioni, ai soprusi e alle intolleranze religiose, che oggi colpiscono in modo particolare i cristiani" e aver esortato i governi: "Non bastano le parole, occorre l'impegno concreto e costante dei responsabili delle Nazioni".
L'APPELLO DI NAPOLITANO E LA CONDANNA DI OBAMA
Tra queste, si muovono gli Stati Uniti e l'Italia. Barack Obama ha definito "oltraggiosi" gli attacchi in Egitto e in Nigeria e la Farnesina ha condannato "fermamente" l'attentato. Roma, si legge in una nota, "continuera' a far sentire la propria voce, in ambito europeo ed internazionale, affinche' la liberta' di religione venga pienamente tutelata in ogni possibile circostanza, affinche' venga posto fine al piu' presto agli efferati episodi di drammatica e sistematica violenza e persecuzione a cui sono da troppo tempo sottoposte le comunita' cristiane in varie aree del mondo". Il governo italiano e' stato promotore all'Onu di una risoluzione per la tutela della liberta' di religione nel mondo. "Basta con le persecuzioni dei cristiani", e' stato anche il monito del presidente della Repubblica, Giorgio Napolitano, che il Papa ha ringraziato per il suo appello. (AGI) .
(AGI) - Alessandria d'Egitto, 1 gen. - Al Qaeda ha mantenuto la promessa fatta due mesi fa, dopo la strage nella cattedrale di Baghdad. L'organizzazione che si richiama a Osama bin Laden ha aperto l'anno con una sfida sanguinaria alle comunita' cristiane che ha indotto papa Benedetto XVI a chiedere ai governi di non sprecare parole e di "agire" per proteggere i cristiani, nel mirino di una persecuzione che ha conosciuto il suo apice di morte durante le festivita'.
L'ultima azione dell'organizzazione e' avvenuta nella notte di Capodanno. La nuova strage -che segue quella nella capitale irachena e quelle di Natale in Nigeria e nelle Filippine- e' stata compiuta dinanzi la Chiesa dei Santi, nel quartiere Sidi Bishr ad Alessandria d'Egitto, quindici minuti dopo la mezzanotte, quando dentro l'edificio sacro c'erano un migliaio di fedeli per la tradizionale cerimonia per il nuovo anno. L'esplosione ha danneggiato anche una moschea vicino alla chiesa, e ferito 8 musulmani. L'attentato e' il piu' grave compiuto in Egitto negli ultimi anni, e il piu' sanguinoso contro la comunita' cristiana in Egitto, che rappresenta il 10 per cento della popolazione, e ha spinto Hosni Mubarak ha lanciare un appello all'unita' nazionale.
L'APPELLO DI MUBARAK
In un Paese che soffre di crescenti divisioni settarie il presidente egiziano ha invitato "i figli dell'Egitto, copti e musulmani" a serrare le fila "contro il terrorismo". Refaa-al-Tahtawi, portavoce di Al-Azhar, la principale istituzione di studio dell'Islam sunnita con sede al Cairo, ha denunciato l'attacco sostenendo che mira "all'unita' nazionale egiziana". Mubarak ha aggiunto che l'attentato "ha l'impronta di elementi stranieri", e ha assicurato che il suo governo trovera' i responsabili: "Il terrorismo non ce la fara' a destabilizzare l'Egitto e la sua unita' tra cristiani e musulmani", ha detto il rais in un messaggio speciale diffuso dalla televisione.La retorica di Mubarak, ribadita nella promessa odierna di "tagliare la testa del serpente" terrorista, non e' bastata a calmare i cristiani, da tempo irritati con il governo per la discriminazione a cui i copti sono sottoposti nel Paese arabo.
LA RIVOLTA DEI COPTI
L'ultimo episodio di rivolta si era verificato al Cairo, nel quartiere di Giza, dove era stato negato il permesso di costruire una chiesa, a fronte di piu' facili autorizzazioni concesse per l'edificazione di moschee. Quindici ore dopo la nuova strage, la rivolta non poteva che trasferirsi ad Alessandria, sede del patriarcato della comunita' cristiana piu' importante del Medio Oriente. Contro il presidente egiziano -che appena due mesi fa aveva promesso protezione ai cristiani da al Qaeda- hanno inneggiato centinaia di giovani che, armati di pietre e bottiglie, hanno ingaggiato durissimi scontri con la polizia. "Mubarak, i cuori dei copti sono in fiamme! Dov'e' il governo?", sono stati alcuni tra gli slogan. Diversi ragazzi brandivano una croce alla quale avevano appeso brandelli di indumenti insanguinati di alcune delle vittime della strage: "Con il nostro sangue e la nostra anima sara' riscattata la Croce", hanno urlato. Prima di Natale c'era stato anche un incontro tra Mubarak e il patriarca ortodosso di Alessandria d'Egitto, Shenuda III, giunto alla fine di un anno in cui le condizioni di vita civile ed economica dei cristiani in Egitto e' peggiorata. I copti lamentano discriminazioni nell'esercito, nella polizia e nella guardia repubblicana e chiedono, in particolare, una legge unica per i luoghi di culto che realizzi l'eguaglianza tra tutti i cittadini egiziani e l'abolizione dell'indicazione della fede nelle domande d'impiego e nei documenti di compravendita e di delega. A dominare la preoccupazione piu' immediata dei cristiani egiziani e', pero', la minaccia terroristica e cio' che ritengono uno scarso impegno della polizia. "I servizi di sicurezza", ha denunciato Nermin Nabil, ferito nell'attentato, "non hanno fatto nulla per proteggerci e hanno lasciato che l'autobomba venisse parcheggiata di fronte alla chiesa nonostante il divieto posto dalle autorita'". I sopravvissuti non credono al governo, che ipotizza l'azione di un attentatore suicida e non a un'autobomba piazzata da due terroristi, fuggiti poco prima dell'esplosione. Anche i medici della clinica cristiana in cui sono stati ricoverati molti dei feriti ce l'hanno con il governo: "Dopo l'attentato un gruppo di circa 200 musulmani ha assediato la clinica, e la polizia, invece di proteggerci, ha lanciato gas lacrimogeni all'impazzata", ha raccontato Naglaa Gamil. Poco prima un gruppo di cristiani aveva distrutto un porte e finestre di una vicina moschea. Ad Alessandria d'Egitto non e' ancora guerra civile, ma l'odio di religione prevale su tutto.
IL PAPA AI GOVERNI: NON BASTANO LE PAROLE
A questo si e' riferito il Papa, nella sua omelia alla messa per la Giornata Mondiale della pace: "La liberta' religiosa e' elemento imprescindibile di uno Stato di diritto; non la si puo' negare senza intaccare nel contempo tutti i diritti e le liberta' fondamentali, essendone sintesi e vertice", ha detto Joseph Ratzinger, dopo aver fatto riferimento alle "discriminazioni, ai soprusi e alle intolleranze religiose, che oggi colpiscono in modo particolare i cristiani" e aver esortato i governi: "Non bastano le parole, occorre l'impegno concreto e costante dei responsabili delle Nazioni".
L'APPELLO DI NAPOLITANO E LA CONDANNA DI OBAMA
Tra queste, si muovono gli Stati Uniti e l'Italia. Barack Obama ha definito "oltraggiosi" gli attacchi in Egitto e in Nigeria e la Farnesina ha condannato "fermamente" l'attentato. Roma, si legge in una nota, "continuera' a far sentire la propria voce, in ambito europeo ed internazionale, affinche' la liberta' di religione venga pienamente tutelata in ogni possibile circostanza, affinche' venga posto fine al piu' presto agli efferati episodi di drammatica e sistematica violenza e persecuzione a cui sono da troppo tempo sottoposte le comunita' cristiane in varie aree del mondo". Il governo italiano e' stato promotore all'Onu di una risoluzione per la tutela della liberta' di religione nel mondo. "Basta con le persecuzioni dei cristiani", e' stato anche il monito del presidente della Repubblica, Giorgio Napolitano, che il Papa ha ringraziato per il suo appello. (AGI) .
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