Pietro Berti

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Anchorage

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giovedì 24 febbraio 2011

Abuso di alcol, fenomeno in crescita anche nei luoghi di lavoro


Abuso di alcol, fenomeno in crescita anche nei luoghi di lavoro

(scritto da Ilaria Bartoli )

ROMA – La Svizzera fa in conti con i danni causati dall’uso di alcol sul posto di lavoro e scopre numeri davvero alti: secondo l’UFSP, l’Ufficio federale della sanità pubblica Svizzera, infatti, ammonta ad un miliardo di franchi annuali il danno provocato da chi beve prima di recarsi al lavoro o durante l’orario lavorativo. Un costo notevole, quindi, che deriva non solo da una minore produttività - secondo alcuni studi un lavoratore che consuma alcol sul posto di lavoro o prima di questo rende circa il 15 per cento in meno rispetto a chi non ne fa uso – ma non solo. Aumenta, infatti, anche il rischio che questi sia vittima di infortuni o incidenti in itinere, o che ne causi ai suoi colleghi. Il problema è anche questo: l’abuso di alcol incide notevolmente sulla sicurezza negli ambienti di lavoro.In base a statistiche dell’OMS – Organizzazione Mondiale della Sanità, una percentuale compresa tra il 10 e il 30 per cento degli infortuni sul lavoro è legata all’abuso di alcol. Ci sono poi a conferma i dati mostrati da Sicurfad – il portale dedicato all’informazione e alla formazione a distanza sulla sicurezza negli ambienti di lavoro del distretto pratese.
Qui si legge che, tra i problemi più comunemente collegati all’alcol sul posto di lavoro, ci sono gli incidenti nel settore degli autotrasporti, una maggiore propensione del lavoratore all’assenteismo e a comportamenti non corretti che possono portare anche al licenziamento, per non parlare poi del fatto che lavorare con qualcuno che fa uso di alcol aumenta il rischio di infortunio. Se si calcola che almeno l’8 per cento degli alcolisti in trattamento presso centri di cura dichiara di aver lavorato anche nei periodi di più forte dipendenza se ne evince che molti colleghi di lavoro hanno certamente corso un rischio superiore al dovuto.Se in Svizzera uno studio sui responsabili del personale di oltre 1.300 aziende, realizzato dall’UFSP e dall’Istituto nazionale svizzero di assicurazione contro gli infortuni (Suva), con il sostegno della Segreteria di Stato dell’economia (SECO), ha evidenziato che circa in una azienda su tre ci sono dei lavoratori che hanno dei problemi riconosciuti con l’alcol e che sul totale del campione il 2 su cento aveva problemi con le sostanze alcoliche. Ciò si traduce per la Svizzera in circa 70.000 lavoratori su 3 milioni e mezzo a rischio per incidenti causati dall’alcol, ma in Italia le cose non vanno meglio.
Stando ai dati dell’Inail, infatti, sui circa 940.000 incidenti annuali una percentuale compresa tra il 4 e il 20 per cento è legata all’alcol, come dire che l’alcol incide in maniera determinante su una cifra che va da un minimo di 37.000 ad un massimo di 188.000 incidenti sul lavoro. Il fenomeno è quindi molto grave, tanto che anche la Corte di Cassazione è intervenuta sul tema con una sentenza del settembre 2010 che ha decretato legittimo il licenziamento del lavoratore colto in stato di ebrezza sul posto di lavoro. estratto da: http://www.quotidianosicurezza.it/sicurezza-sul-lavoro/ricerche/abuso-di-alcol-fenomeno-in-crescita-anche-nei-luoghi-di-lavoro.htm



Danni d'Abuso di Alcool. Statistiche Europee.
L’impatto sulla salute dei danni prodotti dall’abuso di alcool viene considerato attraverso una serie di condizioni, tra cui 17.000 morti all’anno dovuti a incidenti stradali (1 su tre incidenti stradali mortali, 27.000 morti accidentali, 2.000 omicidi (4 su 10 omicidi), 10.000 suicidi (1 su 6 del numero totale di suicidi), 45.000 morti per cirrosi epatica, 50.000 morti di tumori, di cui 11.000 sono morti di donne per tumore al seno, e 17.000 decessi dovuti a problemi neuro-psichiatrici oltre a 200.000 casi di depressione.
I costi di trattamento sanitario sono stimati in 17 miliardi di euro, insieme a 5 miliardi di euro spesi per il trattamento e la prevenzione del consumo problematico di alcol e l’alcoldipendenza.Gli anni di vita persi possono essere stimati sia come potenziale perdita di produttività (36 miliardi di euro esclusi i benefici sulla salute), sia in termini di valore incalcolabile della vita stessa (tra 145 e 712 miliardi di euro dopo aver calcolato i benefici sulla salute).
Molti danni causati dall’alcool sono sopportati da persone diverse dai bevitori. Questi comprendono 60.000 nascite sottopeso, il 16% di abusi e abbandoni di minori, e da 5 a 9 milioni di bambini che vivono in famiglie con problemi alcool correlati. L’alcool influisce anche su altri adulti, compresi 10.000 morti per incidenti causati dalla guida in stato di ebbrezza di persone diverse dal guidatore, e una quota sostanziale di crimini alcool-attribuibili che probabilmente accadono a terzi.Anche parte dei costi economici vengono sopportati da terzi o da altre istituzioni, compresa la maggior parte dei 33 miliardi di euro che le stime attribuiscono al crimine, i 17 miliardi di euro per i sistemi sanitari, e tra i 9 e i 19 miliardi di euro per assenteismo.
Per ulteriori informazioni sull'alcool visita il sito http://www.alcolisti.org/
Guarda il Video del centro alcolisti
estratto da: http://alcolismo.myblog.it/archive/2010/01/03/eee.html

(24 febbraio 2011) Alcol, relazione a Camera e Senato
In Italia ci sono quasi 8 milioni e mezzo di consumatori di alcol a rischio sopra gli 11 anni di età, di cui circa 475 mila minorenni e circa 3 milioni di anziani. I dati elaborati dall’Osservatorio nazionale alcol del Cnesps, nell’ambito di uno specifico progetto finanziato dal Ccm del ministero della Salute all’Istituto superiore di sanità, indicano l’incremento degli alcoldipendenti in carico ai Servizi con una crescita costante dei nuovi utenti 20-29enni e il parallelo aumento dei giovani che consumano bevande alcoliche fuori dai pasti (34,4% dei maschi e 22,8% delle femmine di età compresa tra 11 e 25 anni); nella stessa fascia di età sono oltre 1 milione e 400 mila i giovani che bevono per ubriacarsi. Si tratta di alcuni dei dati contenuti nella settima relazione al Parlamento sugli interventi realizzati dal ministero della Salute e dalle Regioni in materia di alcol, trasmessa dal Ministro della Salute ai presidenti di Camera e Senato in attuazione della Legge quadro in materia di alcol e problemi alcol-correlati. Per maggiori informazioni consulta l’approfondimento sul sito del ministero della Salute, scarica la relazione (pdf 1,3 Mb).

(17 febbraio 2011) Alcol e salute: dall’Oms, il Global status report 2011
L’uso dannoso di alcol provoca ogni anno a livello mondiale la morte di 2,5 milioni di persone, è causa malattie e incidenti e colpisce sempre più le giovani generazioni e i bevitori nei Paesi in via di sviluppo. Lo riferisce il Global status report on alcohol and health 2011 (pdf 1,8 Mb) pubblicato dall’Oms che analizza le evidenze disponibili sul consumo di alcol, sulle conseguenze e le politiche di intervento a livello globale, regionale e nazionale. Il rapporto fornisce anche i dati sul consumo di alcol in oltre 100 Paesi, con schede dedicate. Per l’Italia (pdf 360 kb), il consumo alcolico per la popolazione adulta (più di 15 anni) sembra stabile tra il 2001 e il 2005. Ciò a testimonianza delle evidenze da anni indicate anche dall’Osservatorio nazionale alcol, Centro Oms per la ricerca sull’alcol, che aveva sottolineato nel corso del 2010 il raggiungimento di un plateau di difficile, ulteriore abbattimento, come invece auspicato dalla strategia Health for All che stabilisce come obiettivo per il 2015 un consumo medio pro-capite di 6 litri di alcol puro, ben lontano quindi dagli oltre 10 litri registrati. Leggi l’approfondimento.

(13 gennaio 2011) Regione Europea dell’Oms: rapporto su alcol e salute
Il 72% dei Paesi europei ha una chiara definizione giuridica di bevanda alcolica, il 60% ha una legislazione nazionale sull’alcol e, nel corso degli ultimi tre anni, nell’87% dei Paesi della Regione europea dell’Oms si sono organizzate attività di sensibilizzazione. Sono alcuni dei dati disponibili nel rapporto “European Status Report on Alcohol and Health 2010” (pdf 3,4 Mb), pubblicato dall’Oms Europa a fine 2010, che presenta un profilo sul consumo di alcol, i danni alla salute, la situazione di ciascun Paese e la descrizione degli strumenti e delle attività adottate dall’Oms per sostenere gli Stati negli sforzi per ridurre i danni alcol-correlati. Secondo il rapporto, inoltre, i livelli massimi di alcolemia per i conducenti sono stati fissati a 0 g/L in 8 Paesi, a 0,2-0,4 g/L in 9 Paesi, a 0,5 g/L in 25 Paesi e a 0,8 g/L in 3 Paesi. In Italia, per quanto riguarda il costo sociale dell’alcol, si stima che nel 2006 la spesa totale sia stata di oltre 11 milioni di dollari, con poco più di 2 milioni di dollari di costi sanitari diretti e 5 milioni di costi indiretti. A seguito della pubblicazione dei dati e delle tendenze del report europeo, il Centro Oms per la ricerca sull'alcol ha ricevuto il mandato di coordinare il drafting group europeo per la redazione del nuovo Piano di azione europeo sull'alcol. Emanuele Scafato, il 17 dicembre 2010, ha presieduto in Iss la riunione del gruppo editoriale del nuovo Piano di azione che, attraverso l'Ufficio Regionale di Copenaghen, in questi giorni presenterà ufficialmente il testo all'Executive Board di Ginevra per avviare l'iter di consultazioni in febbraio e maggio 2011. L'Iss, grazie al Centro Oms e all'Osservatorio nazionale alcol del Cnesps, si conferma come crocevia internazionale delle strategie di prevenzione europee volte a ridurre l'impatto delle problematiche e delle patologie alcol-correlate. Scarica il rapporto completo (pdf 3,4 Mb) e leggi l’approfondimento sul sito del Ccm.

(9 dicembre 2010) Alcol e Aids, una relazione pericolosa
Il 50% dei ragazzi e delle ragazze dell’ultimo triennio delle scuole superiori non pensa di poter contrarre una infezione da Hiv durante i rapporti sessuali perché ha bevuto troppo per valutare il rischio; il 10% dichiara che non è in grado di percepire il rischio di Aids potenzialmente connesso a un rapporto sessuale non protetto perché sconvolto dall'uso di sostanze. Nella Giornata mondiale contro l'Aids, l'Osservatorio nazionale alcol (Cnesps-Iss) pubblica i risultati di un’indagine svolta nell'ambito del progetto “Prevenzione Aids-Problematiche adolescenziali 2010” condotto dall'Unità Operativa Aids dell'Asl RM/C - D11 nelle scuole superiori del Municipio XI, in collaborazione con l'Osservatorio nazionale alcol Cnesps. L'analisi di questi comportamenti a rischio desta profonda preoccupazione tra i decisori politici, i ricercatori, i professionisti dedicati alla prevenzione delle fasce più vulnerabili come gli adolescenti. I dati sono stati presentati al Convegno "La conoscenza a favore della salute, dell’amore, del sesso: parliamone insieme" (Roma, 11 novembre 2010) da Emanuele Scafato, direttore dell'Osservatorio e del Centro Oms per la ricerca sull'alcol. Leggi il commento (pdf 56 kb) e scarica la presentazione di Emanuele Scafato e Silvia Ghirini (pdf 3,2 Mb) e il long abstract (pdf 42 kb) con i dati sul binge-drinking in adolescenza.

(2 dicembre 2010) Alcol e anziani? Ora è il momento di agire
Nel numero del 6 dicembre 2010 dell’European Journal of Public Health Emanuele Scafato (coordinatore del Progetto europeo Vintage, Good health into older age) pubblica il viewpoint "Alcohol in the elderly: the time to act is now!" dove indica le priorità da perseguire nel prossimo futuro sul tema alcol e anziani. Queste comprendono anche tutte le considerazioni poste dai governi europei in occasione del seminario del Comitato sulle politiche e azioni nazionali svoltosi a Lussemburgo a settembre 2010. Nel 2009, con il progetto Vintage, l’Osservatorio nazionale alcol del Cnesps ha ottenuto il finanziamento della Commissione europea per un progetto unico nel suo genere: un insieme di attività di revisione della letteratura scientifica sulla tematica alcol e anziani, di rilevazione di programmi europei, progetti e best practice in tutta Europa e di valutazione delle priorità da perseguire a livello europeo tramite azioni di salute pubblica finalizzate a ridurre l’impatto alcol-correlato negli ulta65enni. Leggi: la presentazione (pdf 4,8 Mb) di Emanuele Scafato al convegno Sia “Alcol e anziani” (Pavia, 26 novembre 2010) e scarica il Report finale sulla revisione sistematica della letteratura su alcol e anziani del progetto Vintage (pdf 1 Mb). Leggi anche l’approfondimento sul sito dell’Iss.

(4 novembre 2010) Alcol come ponte verso altre droghe
In Italia, come in Europa e nel resto del mondo, è molto bassa la percezione del rischio legato al consumo rischioso di alcol rispetto a quello delle droghe: questo il tema dominante dell’articolo di David Nutt “Drug harms in the UK: a multicriteria decision analysis”, pubblicato l’1 novembre 2010 su The Lancet. Secondo l’autore, le attuali iniziative e azioni di prevenzione non sono adeguate né coerenti e l’attenzione degli investimenti pubblici è sbilanciata sulle droghe illegali, nonostante l’alcol abbia un impatto sociale di gran lunga più evidente, oggi ben documentato a integrazione dei dati pubblicati da Nutt due anni fa sull’impatto sanitario sul danno e sul rischio alcol correlato. Leggi il commento di Emanuele Scafato (Cnesps-Iss) (pdf 96 kb) sull’articolo di The Lancet.



Russia “leader” mondiale nel consumo di alcolici

GINEVRA – La patria degli alcolisti? Sicuramente è la Russia, seguita a ruota da alcuni Paesi dell’Europa continentale, come l’Inghilterra, la Francia, la Germania e il Portogallo.
Sono questi i risultati del rapporto sul consumo globale di alcolici stilato dall’Organizzazione mondiale della Sanità, che ha approfondito la propria ricerca evidenziando anche i diversi tipi di drink preferiti nelle varie zone del mondo.
Se la birra spopola in Spagna, America Latina, Stati Uniti, Inghilterra, Germania e Australia, in Francia, Italia e Argentina il primato spetta, naturalmente, al vino, mentre in Russia, nei Paesi dell’Est e, più n generale, in gran parte dell’Asia sono i superalcolici a farla da padroni.
L’Oms ha poi analizzato il tasso di mortalità legato al consumo di alcolici, scoprendo che il maggior numero di decessi si concentra in Europa e negli Usa e interessa la fascia d’età compresa fra il 15 e i 29 anni. fonte: http://www.blitzquotidiano.it/facebook/russi-alcolizzati-leader-consumo-alcolici-758774/

Circa un terzo dei ragazzi che va in discoteca, all’entrata ha un tasso di alcol che supera i 0,5 grammi per litro. E’ uno dei risultati che preoccupano di più e che emergono dalla campagna “Naso Rosso”, promossa dal Ministero della Gioventù e dall’Istituto Superiore di Sanità per mettere un freno alle “stragi del sabato sera”. I dati sono stati presentati stamani a Roma, a Palazzo Chigi.
Il ministro per la Gioventù, Giorgia Meloni afferma che “aumenta il consumo di alcol e aumenta il consumo di alcol finalizzato allo sballo, e si conferma un altro dato che non sempre viene tenuto nella debita considerazione, e cioè che i due terzi dei ragazzi che entrano nei locali hanno già fatto uso di alcol e un terzo dei ragazzi che arrivano nei locali è già sopra la soglia”.
Le campagne d’informazione comunque cominciano a fare effetto. I dati infatti dimostrano che chi ha bevuto troppo, ora si mette meno facilmente al volante e cede quindi la guida a un amico più sobrio. Non bisogna però abbassare la guardia. Può rientrare in questo ambito la conferenza su “Alcool dipendenza – i risvolti sociali e le risposte delle istituzioni”, promossa dagli assessorati ai servizi sociali e politiche giovanili, in programma per lunedì 28 febbraio alle ore 9,30 presso la sala conferenze del Centro direzionale della Zona Artigianale di Contrada Mugno. (Scritto da Gianfranco Di Martino) estratto da: http://www.ilgiornalediragusa.it/notizie/attualita/28497-la-dipendenza-da-alcool-dati-sconfortanti-ed-una-conferenza-per-capire-il-da-farsi.html

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