Pietro Berti

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Anchorage

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martedì 15 febbraio 2011

La Gazzetta dello Sport


La Gazzetta dello Sport (La Gazzetta Sportiva di domenica), è uno dei maggiori quotidiani d'Italia per tiratura e diffusione, e il primo tra i giornali sportivi.
Indice[nascondi]
1 Storia
1.1 Le origini
1.2 Il colore rosa
1.3 La nascita del Giro d'Italia
1.4 Gli anni della consacrazione
1.5 Dal 1946 al boom degli anni ottanta
1.6 Dagli anni novanta ad oggi
1.6.1 La Gazzetta su Internet
2 Variazioni dell'assetto proprietario
3 Allegati in edicola
4 Gli eventi sportivi della Gazzetta
5 Direttori
6 Firme
6.1 Vicedirettori
6.2 Segretari di redazione
6.3 Collaboratori storici
6.4 Attuali giornalisti
7 Edizioni
8 Riconoscimenti
8.1 Ricevuti
8.2 Assegnati
9 Prime pagine storiche
10 Note
11 Voci correlate
12 Collegamenti esterni
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Storia [modifica]
Le origini [modifica]
La Gazzetta dello Sport nasce il 3 aprile 1896 (un venerdì) dalla fusione di due fogli specializzati di argomento ciclistico, il settimanale Il Ciclista di Eliso Rivera (con sede a Milano) ed il bisettimanale La Tripletta [1] di Eugenio Camillo Costamagna (con sede a Torino), nati l'anno precedente.
L'editore è Edoardo Sonzogno, lo stesso del Ciclista. La redazione è ospitata nei locali forniti da Sonzogno, in via Pasquirolo a Milano. A fare il giornale sono in tutto cinque persone:
Eugenio Camillo Costamagna
Eliso Rivera
A. C. Blache, redattore capo
Enrico Tarlarini, redattore e segretario di redazione
Gino Tavecchia, redattore
Il giornale ha una periodicità bisettimanale, con uscite il lunedi e il venerdì, poiché i giorni in cui si svolgono la maggior parte delle gare sportive sono sabato/domenica e mercoledì/giovedì.Le prime edizioni sono stampate su carta verde chiaro (la stessa carta de La Tripletta), su quattro pagine, a un costo di 5 centesimi di lire. La prima pagina è di 5 colonne.
Nella prima pagina del numero 1 tutti i titoli appaiono su una sola colonna e riguardano un solo sport: il ciclismo, lo sport più seguito in Italia all'epoca. Non ci sono fotografie [2].
Il giornale ha due testate: La Gazzetta dello Sport in alto e Il Ciclista e la Tripletta come sottotestata. Sul numero uno compare l'indicazione "Anno II – N. 1 (28)". Il motivo è spiegato dagli stessi fondatori: Veramente il nostro non fu un vero primo numero perché esso è la continuazione della ben nota «Tripletta di Torino» ed è nello stesso tempo un supplemento del «Ciclista», l'elegante rivista che è al suo secondo anno di vita e continua con buon esito le sue settimanali pubblicazioni.
Le pagine interne del giornale coprono tutti gli sport che si praticano in Italia: la Gazzetta è il primo giornale del Paese a trattare tutti i rami dello sport: oltre al ciclismo, al trotto e al galoppo, compaiono podismo (chiamato all'epoca "sport pedestre"), caccia, scherma, canottaggio, tiro a segno, tiro al piccione, atletica leggera, lotta, vela e tennis. La prima tiratura è di 20.000 copie.
Editoriale de «La Gazzetta dello Sport» pubblicato sul primo numero
Senza avere la pretesa di fare della storia, cosa punto compatibile col carattere di questo giornale, noi ci limiteremo ad accennare alla differenza del significato che lo sport può avere nell'epoca odierna, qualora lo si voglia comparare col passato. Nell'aurea età Greca, lo sport era la vera sublimazione della forza fisica, unita però al sentimento artistico. Gli Elleni non scindevano mai l'uno dall'altro e l'estetica doveva essere rispettata sempre. L'atleta nel maximum dello sforzo conservava sereno il sorriso sulle labbra e la persona atteggiata alla più leggiadra e plastica delle pose. Presso di noi moderni, invece lo sport ha significati diversi.
Per alcuni esso riveste carattere di divertimento, per altri forma oggetto dì studio, per i più diventa una quistione di vita. L'attività febbrile la quale caratterizza questa fine di secolo, finì col corrompere le intenzioni purissime dello sport. Quello che prima non tendeva se non a migliorare la natura umana, portando il fisico a quella ideal bellezza la quale forma il sogno dell'artista, ora divenne un mezzo per arrivare a un fine determinato. Quello che materialmente il nostro fisico doveva dare, non bastava più. Le velocità detenute in corsa, i lunghi percorsi fatti a piedi, erano insufficienti alla febbre crescente di soverchiarsi e nacquero le macchine[3]. Alla forza si unì l'ingegno ed ecco quindi lo sport a prendere una vìa nuovissima dì applicazione.
Di pari passo coi nuovi mezzi sta pure crescendo l'umana curiosità. Se prima la vittoria di un atleta era appena notata, più tardi divenne oggetto di commenti ed ora si cerca con crescente curiosità di conoscerne l'esito in precedenza degli altri. La cesta del pensiero s'affaccia su tutte le intrinsecazioni umane. Nessuna istituzione mette in giuoco le legittime ambizioni nazionali quanto lo sport. Esso sotto la forma la più cortese, la più amichevole, riunisce tutte le rivalità eccitando una curiosità immensa nell'animo di tutti.
Per trattare quindi lo sport bisogna sentirsi in grado di correre coi tempi, prevedere, arrivare. I giornali sportivi non devono soltanto fornire le notizie, commentare il progresso, registrare il successo, no, essi devono predire, correre l'alea stessa di tutte le cose di questo fine di secolo, devono arrivare. Arriveremo? Modestamente osiamo sperarlo, ad ogni modo non sarà certo da parte nostra che finiranno volontà e tenacia di propositi.
(Nel logo: La testata del primo numero de «La Gazzetta dello Sport», pubblicato il 3 aprile 1896)
Sul numero 2 i due direttori, dopo aver espresso la loro soddisfazione per le 20.000 copie vendute col primo numero, indicano cos'è «La Gazzetta»: un giornale fatto di notizie e di resoconti dettagliati, scritti immediatamente dopo la conclusione degli avvenimenti sportivi[4].
Per una fortunata coincidenza, la Gazzetta nasce appena tre giorni prima della nascita delle prime Olimpiadi moderne, che si celebrano ad Atene dal 6 al 15 aprile 1896. Sul numero del 13 aprile i lettori possono trovare la descrizione della cerimonia di inaugurazione.
Dall'Editoriale pubblicato il 13 aprile 1896 col titolo «I Giuochi Olimpici»:
Lunedì 6 corrente furono organizzate le feste per i giuochi olimpici. L'aspettativa grandissima che vi era per questi giuochi non fu certamente superiore al risultato. La prima giornata fu splendida e per il concorso del pubblico e per i giuochi stessi che dal lato sportivo nulla lasciarono a desiderare. La folla che si radunò nello stadio e attorno al recinto si calcola più di ottantamila persone; la famiglia reale, cioè re Giorgio, le principesse Maria e Sofia e il principe Michielovich, venne alle tre allo stadio ed accolta dal principe ereditario e dal comitato dei Giuochi olimpici esaminò attentamente la stupenda restaurazione del circolo dovuta alla munificienza [sic] di un ricco signore greco, quindi il re dopo aver tenuto un discorso con sentite e giustissime parole salutò la balda gioventù accorsa da ogni parte del mondo a prender parte alle gare tra gli applausi universali, prese possesso dello stadio a nome della Grecia. Incominciarono allora le orchestre riunite ad eseguire l'inno olimpico, opera del nostro amico Spyros Amara che diresse egli stesso, infine furono aperte le gare.
Il 4 settembre 1896 si tenta il passaggio ad una carta color giallo "alla francese", cioè ispirato ad una mode che viene d'Oltralpe. L'esperimento dura poco perché dal 1º gennaio 1897 si torna al verde chiaro originale. Inoltre con il primo numero dell'anno nuovo scompare la sottotestata "Il Ciclista e la Tripletta" e la Gazzetta assume il nome attuale.Un anno dopo avviene la prima grossa novità editoriale: il Supplemento Mensile Illustrato, che arricchisce le notizie del quotidiano mostrando i volti dei campioni dello sport. La foliazione iniziale del Supplemento è di 16 pagine.
In quello stesso anno 1898 la città di Milano viene coinvolta dai moti popolari di protesta. Eliso Rivera segue da vicino le manifestazioni e viene messo in carcere perché sospettato di anarchismo. Dopo 22 giorni viene rilasciato per insufficienza di prove. Ma non ritorna più alla Gazzetta; per motivi personali lascia la direzione. Lo sostituisce il redattore della scherma, Roderico Rizzotti, che affianca Costamagna come direttore. Teodoro Magnasco viene promosso capo redattore. In dicembre il giornale si trasferisce in via Santa Radegonda, in un edificio con quattro locali. Il giornale viene stampato nello stabilimento Golio, nella vicina via Agnello; i Golio utilizzano una comune carta di colore bianco. Entra in redazione il giovane Armando Cougnet, che è giunto a Milano da Reggio Emilia percorrendo tutta la strada in bicicletta.
Il colore rosa [modifica]
L'idea di stampare la Gazzetta su normale carta bianca dura solo un mese. Il 2 gennaio 1899 viene scelto definitivamente il rosa [5]. La novità viene comunicata ai lettori sul numero del 27 dicembre 1898 con un titolo a tutta pagina, il primo nella storia del giornale [6]. Il nuovo colore si impone subito e il rosa diventerà il simbolo distintivo del giornale.
Nel 1899 la Gazzetta accresce considerevolmente l'offerta informativa: nei mesi da aprile a settembre esce tre volte alla settimana (lunedì, mercoledì e venerdì) invece di due; il Supplemento illustrato passa da mensile a quindicinale. Sempre nel 1899 organizza il suo primo avvenimento sportivo: un incontro di scherma tra Agesilao Greco e il belga Fernand Desmet, che si disputa il 4 agosto [7].
Nel 1902 viene lanciata la prima manifestazione sportiva popolare organizzata dal giornale: la gara podistica Milano-Monza-Milano. La Gazzetta cresce: la tiratura sale a 36.000 copie. Per divergenze sulla conduzione, Rizzotti si dimette. Costamagna rimane direttore unico del giornale. Nuovo capo redattore è nominato il giovane Edgardo Longoni. Longoni lascia dopo due anni. Il suo successore, nel 1904 è Tullo Morgagni. Su iniziativa di Morgagni, romagnolo appassionato di motociclismo, la Gazzetta organizza la prima competizione motociclista italiana: la «1000 km a squadre». La gara si disputa il 26 giugno, con partenza da Rogoredo, alle porte della città [8].
Per fronteggiare la concorrenza del neonato quotidiano sportivo Gli Sports, diretto da un ex della Gazzetta, Edgardo Longoni, il giornale organizza, il 12 novembre 1905, una corsa ciclistica internazionale, il Giro di Lombardia. Anche questa iniziativa ha successo e il Giro di Lombardia diventerà un appuntamento classico del ciclismo internazionale.Alla fine dell'anno 1906 viene pubblicato un annuario sportivo e si dà vita ad una serie di ritratti dei grandi campioni. Per la prima volta appaiono sulla Gazzetta le fotografie dei protagonisti dello sport (finora riservate al Supplemento) [9].In occasione della «Mostra del ciclo e dell'automobile», grande fiera che si svolge a Milano, il giornale tocca quello che era da sempre un suo obiettivo: l'uscita con cadenza quotidiana. Per tutta la durata della Mostra, 15 giorni, la Gazzetta esce tutti i giorni nelle edicole.
Nel 1907 la Gazzetta organizza un'altra corsa ciclistica, questa volta in apertura di stagione, la Milano-Sanremo. Anche questa competizione ha successo ed entrerà nel programma internazionale come gara di inizio stagione. Nel corso dell'anno il giornale tocca la tiratura-record di 102.000 copie.
La nascita del Giro d'Italia [modifica]
A partire dal 1908 la Gazzetta esce tre volte alla settimana (lunedì, mercoledì e venerdì) nei mesi caldi: in pratica assume una periodicità trisettimanale. Il 24 agosto il giornale annuncia l'organizzazione del Giro d'Italia ciclistico, battendo sul tempo Il Corriere della Sera[10]. Il patron della manifestazione sarà Armando Cougnet; la corsa avrà inizio l'anno successivo. Viene messo in palio per il vincitore un premio di 30.000 lire.
Alla fine del 1908 il giornale si trasferisce nuovamente: da via Radegonda a via della Signora. La tipografia Enrico Reggiani è dotata della tecnologia più moderna: una stampatrice linotype, affiancata da una veloce rotativa König e Bauer. Quando, nel gennaio 1909 a Parigi, l'italiano Giovanni Raicevich diventa il primo campione del mondo di lotta greco-romana professionista, la Gazzetta può così stampare 100.000 copie, raggiungendo un importante traguardo.
Il primo Giro d'Italia parte il 13 maggio 1909 alle 3 di notte da viale Monza, nel centro di Milano. La prima "maglia rosa" va a Dario Beni; la corsa a tappe viene vinta da Luigi Ganna.Nel 1910 i redattori diventano professionisti e percepiscono i loro primi regolari stipendi (da 100 a 500 lire al mese).
Il 1º gennaio 1913 la Gazzetta viene rilevata dalla casa editrice Sonzogno. Il nuovo proprietario è in grado di infondere nuovi mezzi e risorse per lo sviluppo del giornale. Un consiglio direttivo-tecnico presieduto prima da Arturo Mercanti e poi da Edgardo Longoni (ex redattore capo ed ex direttore del concorrente Gli Sports) sostituisce Costamagna alla direzione.La prima iniziativa editoriale della nuova gestione è il periodico Lo Sport illustrato, che affiancherà il giornale per oltre 50 anni. Il primo numero esce il 15 aprile, costa 50 centesimi e viene stampato su carta patinata con copertina a colori. Diretto da Tullo Morgagni, esce con cadenza quindicinale.Durante tutto il Giro d'Italia la Gazzetta esce con cadenza quotidiana.
Nel periodo bellico (1915-18) la Gazzetta torna a cadenza bisettimanale. Dal 1917 fino alla fine della guerra vengono stampate 30.000 copie gratuite inviate ai soldati al fronte ("La Gazzetta del Mitragliere"). Uno dopo l'altro i direttori devono lasciare il giornale perché chiamati alle armi. Rimangono Vittorio Varale ed Emilio Colombo, che si segnala subito per la sua forte personalità.
Finita la guerra, ritornano in redazione Arturo Mercanti ed Edgardo Longoni. Il 15 maggio 1919 la Gazzetta può annunciare ai suoi lettori che è diventata definitivamente un quotidiano [11][12].Le Olimpiadi di Anversa 1920 incombono, ma il governo ha conferito per gli atleti che rappresenteranno la nazione solo 100.000 lire. La Gazzetta lancia una sottoscrizione pubblica per aiutare a finanziare la spedizione italiana. L'iniziativa ha uno straordinario successo: vengono raccolte 600.000 lire, cifra che permette al CONI una preparazione adeguata.
Gli anni della consacrazione [modifica]
Gli anni venti sono quelli della definitiva consacrazione del quotidiano. Sotto la direzione di Emilio Colombo, redattore dal 1909, il giornale sa alimentare le grandi rivalità fra i campioni (Girardengo-Belloni, Binda-Guerra), che crearono il tifo ciclistico. La tiratura del quotidiano raggiunge vertici eccezionali con delle punte di 500.000 copie.Il 9 dicembre 1923 Lo Sport Illustrato diventa La Domenica Sportiva. Esce il giorno di festa e costa 40 centesimi.
Nel 1926 il giornale ha finalmente una sede tutta sua: un fabbricato di quattro piani in via Galilei costruito sui terreni dell'ex birreria Spluga. La redazione e la tipografia entrano in funzione l'anno successivo.
Dal 1930 il quotidiano esce su 7 colonne (l'ultimo ampliamento era stato nel 1899) e nel 1938 le colonne diventano 8. Negli anni Trenta il giornale organizza manifestazioni in tutti i rami dello sport: atletica, ciclismo, motociclismo, lotta, scherma, sci, nuoto, pugilasto, pesistica e partecipa all'organizzazione della Mille Miglia.
Nel 1931 Armando Cougnet, direttore del Giro d'Italia ed ex proprietario della Gazzetta, sceglie di contrassegnare con una maglia caratteristica il corridore in testa alla classifica, per renderlo meglio riconoscibile al pubblico. Nasce la maglia rosa.Il ciclismo è nettamente lo sport numero uno in Italia, il suo dominio è incontrastato. Un paragone è utile: nel 1935 la Juventus vince il suo quinto titolo consecutivo. Ma la notizia non trova posto in prima pagina perché in quei giorni si sta correndo il Giro. Invece la vittoria al Campionato del Mondo del 1938 viene celebrata con un titolo a tutta pagina.
Nel 1936 una polemica sorta tra il direttore Emilio Colombo e il giovane Bruno Roghi aveva portato quest'ultimo a sostituirlo alla guida del giornale. La direzione di Roghi cessa con il Proclama Badoglio dell'8 settembre 1943.
Tra il 1944 e il 1945, quando l'Italia è attraversata dal fronte, la Gazzetta è ridotta ai minimi termini: esce un solo giorno alla settimana, il lunedì, su quattro pagine e viene stampata su carta bianca, a causa della penuria di materia prima.
Dopo la fine della guerra, Bruno Roghi ritorna alla guida del quotidiano. Il 2 luglio 1945 il giornale torna in edicola. Costa 4 lire, esce due volte la settimana (lunedì e venerdì), è stampato ancora su carta bianca e, date le limitazioni nell'assegnazione della carta [13], è formata da un unico foglio. Il 3 settembre 1945 la Gazzetta ritorna ad essere stampata regolarmente su carta rosa; il 1º ottobre ridiventa un quotidiano.
Dal 1946 al boom degli anni ottanta [modifica]
Nel 1946 esce a Trieste l'edizione della "Gazzetta Giuliana", interamente stampata nel capoluogo. Questa particolare edizione dura sei mesi. Il 9 giugno 1946 viene varato il settimo numero settimanale. Secondo la legge dell'epoca, che limita a 6 le uscite dei quotidiani ogni sette giorni, possiede una propria testata («La Gazzetta Sportiva») e una numerazione autonoma. Nel 1949 torna ad uscire il supplemento «Lo Sport illustrato», che aveva sospeso le pubblicazioni nel 1945.
Nel 1950 comincia il decennio della direzione di Giuseppe Ambrosini, che guida la Gazzetta fino al 1961. Insieme con Gianni Brera (condirettore 1950-54) inaugura una vera e propria rivoluzione nella scrittura delle notizie, spogliandola dei facili effetti che indulgevano a una certa retorica, per indirizzarla, con una prosa precisa ed asciutta, sui binari di una scienza esatta, in notevole anticipo sui tempi.
Negli anni cinquanta si avvia una ricollocazione degli sport: a pagina 2 (una pagina "nobile") trovano spazio pallacanestro, nuoto, ginnastica, atletica leggera e tennis. Invece a pagina 3 si fa un tentativo di "Terza pagina", cioè di servizi non legati dall'attualità quotidiana, che consentono di riflettere sul momento che sta attraversando uno sport o un campione. Il primo appare il 19 gennaio 1952 a firma di Gianni Brera e s'intitola "L'avocatt in bicicletta - Il romanzo di cinquant'anni del ciclismo nel racconto di Eberardo Pavesi"[14].
Nel 1961 Ambrosini lascia spazio a Gualtiero Zanetti, che un anno prima lo aveva affiancato come condirettore. Zanetti è un uomo molto introdotto negli ambienti che contano: dà del tu ai dirigenti di Lega Calcio e CONI; con lui aumenta il "peso politico" della Gazzetta. Per quanto riguarda la fattura del giornale, è fautore di una linea freddamente e scrupolosamente cronachistica: vanno date tutte le notizie nel modo più preciso e documentato possibile; nessuna eleganza letteraria, nessun artificio grafico sensazionale.
Nel 1966, nel quadro di un nuovo programma di rilancio editoriale, la Gazzetta abbandona la sede di via Galilei (in cui era arrivata nel 1926) per trasferirsi in piazza Cavour. La stampa è affidata alla tipografia SAME. Si decide di chiudere il supplemento "Lo Sport illustrato", che cessa le pubblicazioni l'anno successivo.
Nel 1970 nasce "90° minuto", programma tv che mostra le immagini delle partite di Serie A ad appena 45' minuti dalla loro conclusione. La televisione scavalca definitivamente la stampa nella cronaca dell'evento sportivo. L'offerta televisiva "sazia" l'appassionato nello stesso giorno in cui si svolgono le partite. Il giorno dopo lo sportivo vuole leggere i perché, i retroscena dei fatti. La risposta che dà la Gazzetta a questa nuova esigenza rappresenta un nuovo capitolo nella storia del giornalismo sportivo italiano.
Il nuovo direttore (dal 1976) Gino Palumbo (con Bruno Raschi vicedirettore) rivoluziona il modo di comunicare la notizia. Il giornalista non è più chiamato ad esprimere un illuminato parere, ma deve «stare tra la gente», far partecipare il lettore, per questo i termini tecnici devono essere usati con parsimonia e comunque vanno sempre spiegati. La cronaca dell'avvenimento non basta più: i giornalisti della "Gazzetta" vengono istruiti sul dare la caccia a ciò che precede e a ciò che segue l'avvenimento sportivo, alla ricerca di polemiche e curiosità [15]. Per andare oltre la cronaca, si dà ampio spazio alle interviste con i protagonisti.Palumbo compie anche una rivoluzione grafica. Nasce la prima pagina con funzione di "vetrina", novità assoluta per il giornalismo sportivo italiano. L'unico servizio che compare in prima pagina è l'articolo di fondo. Tutto lo spazio è occupato da grossi titoli di impatto immediato (Palumbo introduce il neretto in prima pagina) e di facile interpretazione.
Nel 1977 l'editore Rizzoli fa scattare un piano di potenziamento del giornale:
apertura di centri stampa in teletrasmissione (a Napoli, Trieste, Genova, e Roma);
"La Gazzetta dello Sport Illustrata", che esce come supplemento a colori il sabato (dal 1977 fino al 1981);
le edizioni regionali (Triveneto dal 1977, Sicilia dal 1981)
La formula adottata da Palumbo incontra un vasto successo: la tiratura sale da 160.000 a 320.000 copie di vendita media giornaliera [16]. Come numero di lettori, la Gazzetta passa da 1.220.000 nel 1975 (quarto quotidiano nazionale) a 1.961.000 nel 1980 (secondo quotidiano nazionale), per diventare primo quotidiano italiano nel 1982 con 2.811.000 lettori. L'anno successivo supera i tre milioni di lettori (3.078.000) come media giornaliera.Il 12 luglio 1982, giorno successivo alla finale del campionato mondiale di calcio in Spagna, La Gazzetta stampa 1.469.043 copie, saturando tutte le possibilità produttive e stabilendo il primato italiano per quotidiani.
All'apice del successo, Gino Palumbo decide di lasciare; sceglie come suo successore Candido Cannavò, che è entrato alla Gazzetta dal 1955 come corrispondente dalla Sicilia ed è stato chiamato a Milano l'anno prima per fare un anno di ambientamento.
Nel 1983 viene aperto il sesto centro stampa a Catania; Pompei subentra a Napoli. Nel 1984, in occasione delle Olimpiadi di Los Angeles (Stati Uniti), la Gazzetta viene teletrasmessa quotidianamente nella città californiana: esce in contemporanea con l'Italia (e non con un giorno di ritardo come accade normalmente per i giornali stranieri). Il 7 novembre, a titolo sperimentale, la Gazzetta viene teletrasmessa in Cina. Negli anni 1982-83 la Gazzetta può fregiarsi del titolo di primo quotidiano italiano, a causa del periodo di appannamento attraversato dal Corriere della Sera.
Altri centri stampa vengono aperti tra il 1987 e il 1993 a Bari, Padova, Pessano con Bornago e Cagliari.
Nel 1986 ha inizio la teletrasmissione a Francoforte sul Meno, in Germania, per il centro Europa; verrà rafforzata nel 1994 con l'apertura del centro di Charleroi, in Belgio.
Nel 1989 viene battuto il record di tiratura stabilito sette anni prima: in occasione della vittoria del Milan in Coppa dei Campioni, La Gazzetta tira 1.486.110 copie.
Dagli anni novanta ad oggi [modifica]
Nel febbraio 1992 La Gazzetta, in pieno fervore olimpico, dedica tutta la prima pagina alle medaglie conquistate ai Giochi invernali di Albertville da Alberto Tomba, Deborah Compagnoni ed il quartetto di sci di fondo: per la prima volta nella sua storia moderna il calcio non compare in prima pagina. Di per sé è una notizia che fa il giro del mondo.Nel 1994 La Gazzetta va oltreoceano: si inaugura la teletrasmissione permanente negli Stati Uniti.
Nel 1995 vengono lanciate due nuove iniziative editoriali: La Gazzetta dello sportivo, un tabloid in uscita il venerdì con notizie e approfondimenti per gli sportivi praticanti; La Gazzetta dello Sport-Magazine, settimanale in uscita il sabato, che riprende la tradizione degli allegati in carta patinata con fotografie di alta qualità. Direttore della testata è Elio Trifari. Nel 2000 La Gazzetta dello sportivo viene accorpata al giornale e ne vengono aperte alcune sezioni su internet. Inoltre, il Magazine cambia veste grafica e testata, assumendo il nuovo nome di SportWeek.
Con l'avvento alla direzione di Pietro Calabrese (2002) avvengono alcune piccole, ma significative modifiche: il titolo in prima pagina è tutto in stampatello ed è composto da due sole parole; a pagina 2 non vi sono più i programmi televisivi, che vengono spostati nelle ultime pagine; le pagg. 2 e 3 vengono così dedicate all'avvenimento più importante della giornata.
Il 16 dicembre 2004 La Gazzetta ha abbandonato per un giorno il suo classico colore rosa ed è stato stampato su carta verde per promuovere l'uscita nelle sale italiane del film Shrek 2. Il ricavato di questa operazione di marketing, pari a 120.000 euro, è andato in beneficenza [17].
Il 10 luglio 2006, il giorno dopo la vittoria della nazionale di calcio italiana nei mondiali di calcio 2006, la tiratura del giornale ha battuto il record italiano precedente (che apparteneva sempre a La Gazzetta) con l'incredibile cifra di 2 302 808 copie.[18].
Il 29 marzo 2008, il giornale, seguendo una tendenza generalizzata della stampa italiana, cambia formato diventando tabloid. Oltre alla riduzione delle dimensioni si registra l'inserimento del colore in tutte le pagine.
Attualmente La Gazzetta viene teletrasmessa in 6 centri stampa in Italia e in 3 all'estero: i dati di diffusione 2010 la confermano primo giornale italiano con 3.995.000 lettori di media al giorno[19].
La Gazzetta dello Sport, di domenica, esce con la testata La Gazzetta Sportiva, in ossequio ad un'antica legge che in Italia impediva ad un quotidiano di uscire per più di 6 giorni alla settimana. Oggi tale legge non esiste più ma la tradizione è rimasta.
La Gazzetta su Internet [modifica]
Il 26 agosto 1997, alle 3 del mattino, nasce il sito web del giornale [20]. Con quasi un milione di visitatori unici al giorno oggi Gazzetta.it si pone ai vertici dei giornali online italiani [21]. Attualmente il direttore è Diego Antonelli, che lavora al giornale online fin dalla fondazione.
Il 22 ottobre 2002 il gruppo editoriale Rcs MediaGroup, in collaborazione con la Icon MediaLab s.r.l., presenta un nuovo servizio a pagamento per la consultazione del quotidiano on-line su Edicola [22]. Il servizio mette a disposizione degli utenti, oltre alla già citata possibilità di consultare on-line la versione digitale grafica (file PDF) o testuale (file TXT) del quotidiano presente nelle edicole, la possibilità di sottoscrivere abbonamenti settimanali, mensili ed annuali.
Variazioni dell'assetto proprietario [modifica]
1896 Proprietari sono i soci fondatori Eugenio Camillo Costamagna ed Eliso Rivera.
1906 Il 24 gennaio si costituisce la società in accomandita per azioni La Gazzetta dello Sport; i co-gerenti sono Costamagna ed Armando Cougnet (facoltoso uomo milanese); il capitale è 300.000 lire. Tra gli azionisti figurano tutte le principali aziende del settore ciclistico ed automobilistico, tra cui la Fiat (rappresentata da Giovanni Agnelli senior), l'Isotta-Fraschini (rappresentata da Vincenzo Fraschini), Alberto Pirelli ed Edoardo Bianchi.
1911 Costamagna cede per 100.000 lire la parte delle sue azioni ad Armando Cougnet, che diventa proprietario unico della testata.
1913 Il 1º gennaio il giornale viene rilevato dalla Sonzogno Editore per 250.000 lire (125.000 in contanti e il resto in azioni della casa editrice). Viene costituita una nuova società editrice con un capitale di 500.000 lire. Al vertice della società vi è l'industriale Giuseppe Pontremoli. La gestione del giornale è affidata a un Consiglio Tecnico Sportivo presieduto da Arturo Mercanti. Edgardo Longoni viene nominato vice-presidente, con delega (conferitagli dallo stesso Pontremoli) alla direzione del giornale. La Gazzetta si trasferisce negli stabilimenti Sonzogno in corso di Porta Nuova.
1919 L'ingegner Pontremoli, consigliere delegato della società editrice, si dimette. Viene sostituito dal sen. Bertesi; in poco tempo i conti della società peggiorano. Un intervento della Banca Zaccaria Pisa permette di salvare la società; la Gazzetta diventa proprietà di fatto dell'istituto.
1922 Si forma una cordata di professionisti ed imprenditori milanesi per rilevare il giornale. Si fa avanti l'avv. Gian Antonio De Verzoni, che rileva il giornale dal Senatore Luigi Della Torre, capo della Banca Zaccaria Pisa. Il 20 febbraio 1922 viene fondata la nuova società di gestione, Anonima Editrice «Gazzetta dello Sport», dotata di un capitale iniziale di 600.000 lire. Primo presidente è Piero Pogliani, amico di De Verzoni e facoltoso commercialista milanese. A dirigere il giornale viene chiamato Emilio Colombo.
1925 Il regime fascista allontana De Verzoni dalla proprietà ed insedia al vertice della società editrice un suo uomo, il comm. Giovanni Dabbusi, che però non ha esperienze nella conduzione di una società.
1929 Il conte Alberto Bonacossa raccoglie i 4/5 del pacchetto azionario, acquisendo il controllo della società editrice, e diventa il proprietario della testata. Rimarrà initerrottamente alla guida del giornale fino alla morte, con l'eccezione degli anni 1944-45, durante i quali la Repubblica Sociale espropria la testata a favore del gruppo editoriale "Repubblica Fascista".
1945 In luglio una nuova società, la S.E.S.S. (Società Editrice Stampa Sportiva) assume la gestione editoriale; Bonacossa ne è il presidente.
1953 Muore Alberto Bonacossa. La proprietà del giornale passa al figlio Cesare.
1968 La Gazzetta cambia gestione. Alla S.E.S.S. subentra la S.E.E. (Società Esercizi Editoriali), il cui amministratore unico è Giuseppe Pasquale, ex presidente della Federcalcio.
1972 Il 27 gennaio la società proprietaria della testata, che fa capo alla famiglia Bonacossa, assume direttamente la gestione del giornale. Il 1º giugno 1972 il proprietario della S.E.E, Giuseppe Pasquale, fallisce. La S.E.E scompare e la gestione editoriale della Gazzetta è rilevata (1º luglio) dalla N.E.S. (Nuove Edizioni Sportive), società del gruppo Fiat.
1976 Il gruppo Rizzoli-Corriere della Sera (RCS) acquista dalla Fiat il pacchetto azionario della N.E.S. L'anno seguente (15 giugno 1977) la Gazzetta si trasferisce nello stabile dell'Editoriale Corriere della Sera, in via Solferino 28. La testata rimane di proprietà della famiglia Bonacossa.
1984 La RCS viene acquistata dalla Gemina, holding controllata dalla famiglia Agnelli e da Mediobanca. Nel 1986 avviene una riorganizzazione per comparti: la Gazzetta viene inserita nella RCS Quotidiani, che è tuttora l'editrice del quotidiano.
Allegati in edicola [modifica]
Già nel 1898 fu offerto un settimanale insieme al quotidiano; inoltre per 50 anni La Gazzetta fu diffusa insieme al Lo Sport Illustrato.
Dal 31 ottobre 1995 ha riproposto l'uscita, al sabato, di un allegato settimanale, prima col nome di Gazzetta dello Sport Magazine, che poi, a partire dal 2000, diventerà Sportweek.
Gli eventi sportivi della Gazzetta [modifica]
Oltre al Giro d'Italia, oggi La Gazzetta organizza il Giro di Lombardia, nato nel 1905, la Milano-Sanremo (1907), la Tirreno-Adriatico, il Giro del Piemonte, il Giro del Lazio, la Monte Paschi Eroica, il campionato italiano di beach-volley, la Milano City Marathon e numerose altre gare in diverse discipline sportive.
Direttori [modifica]
Eugenio Camillo Costamagna ed Eliso Rivera (3 aprile 1896 - maggio 1898)
(maggio 1898: Eliso Rivera viene arrestato durante i moti popolari. Costamagna lo sostituisce con Roderico Rizzotti.)
Eugenio Camillo Costamagna e Roderico Rizzotti (maggio 1898 - 1902)
Dimissioni di Rizzotti. Costamagna rimane direttore unico.
Eugenio Camillo Costamagna (1902 - 31 dicembre 1912)
Dal 1º gennaio 1913 il nuovo proprietario de «La Gazzetta» è la casa editrice Sonzogno.
Consiglio direttivo tecnico. Presidente Arturo Mercanti.
Edgardo Longoni, vicepresidente con funzioni di direttore (1º gennaio 1913- fine 1914)
Ugo Toffaletti, gerente responsabile (fine 1914-1915)
Vittorio Varale (1915 - febbraio 1922)
Emilio Colombo (febbraio 1922 - luglio 1923)
Comitato di direzione: Emilio Colombo, Adolfo Cotronei, Lando Ferretti, Armando Cougnet, Ermete Della Guardia, Pietro Petroselli (luglio 1923 - 19 giugno 1924) [23]
Emilio Colombo (20 giugno 1924 - 6 ottobre 1936)
Bruno Roghi (7 ottobre 1936 - settembre 1943)
Ugo Toffaletti, facente funzioni (settembre-17 dicembre 1943)
Armando Cougnet (18 dicembre 1943 - 2 aprile 1944)
Emilio Colombo (3 aprile-5 novembre 1944)
Luigi Ferrario (6 novembre 1944 - 23 aprile 1945)
Sospensione per decreto del CLN: 27 aprile - 21 giugno 1945.
Bruno Roghi (2 luglio 1945 - 31 marzo 1947)
Emilio De Martino (6 maggio 1947 - 8 gennaio 1950)
Gianni Brera (condirettore dal 1º dicembre 1949)
Gianni Brera e Giuseppe Ambrosini (9 gennaio 1950 - 25 novembre 1954)
Giuseppe Ambrosini (26 novembre 1954 - 18 giugno 1961)
Gualtiero Zanetti (condirettore dal 10 aprile 1960)
Gualtiero Zanetti (19 giugno 1961 - 1973)
Giorgio Mottana (1973 - 30 aprile 1975)
Remo Grigliè (1º maggio 1975 - 5 novembre 1976)
Gino Palumbo (6 novembre 1976 - marzo 1983)
Maurizio Mosca, ad interim (1983)
Candido Cannavò (marzo 1983 - 11 marzo 2002)
Pietro Calabrese (12 marzo 2002 - 30 novembre 2004)
Antonio Di Rosa (1º dicembre 2004 - gennaio 2006)
Carlo Verdelli (febbraio 2006 - 22 febbraio 2010)
Andrea Monti (dal 23 febbraio 2010)
Firme [modifica]
Vicedirettori [modifica]
I vicedirettori sono:
Gianni Valenti, con qualifica di vicario e delega a tutto il settore multimediale;
Umberto Zapelloni, supervisore della qualità del giornale e delega alla sezione «Altri mondi»;
Stefano Cazzetta, con delega al calcio;
Franco Arturi, con delega a tutti gli sport non calcistici, ai rapporti coi lettori e alla Fondazione Cannavò;
Ruggiero Palombo, con delega ai rapporti istituzionali e responsabilità della redazione romana.
Segretari di redazione [modifica]
Franco Laganga, principalmente con la gestione Gualtiero Zanetti.[24] Daniele Redaelli
Collaboratori storici [modifica]
Hanno scritto per la Gazzetta:
Adolfo Cotronei
Lando Ferretti
Tullo Morgagni[25].
Bruno Slawitz
Giorgio Fattori
Mario Fossati
Luigi Gianoli
Aldo Bardelli
Renato Morino
Alfredo Berra
Aronne Anghileri
Gianmaria Dossena
Bruno Raschi
Rino Negri
Emilio Violanti
Franco Mentana
Angelo Rovelli
Rino Tommasi
Maurizio Mosca
Gianni Mura
Sergio Trabalza (corrispondente estero da Australia e Italia, 1969 - 1974)
Marco Cassani
Lodovico Maradei
Mario Sconcerti
Rosanna Marani (la prima firma femminile).[26]
Alfio Caruso
Lanfranco Vaccari
Attuali giornalisti [modifica]
Scrivono attualmente, fra gli altri:
Franco Arturi
Elio Trifari
Alberto Cerruti
Pino Allievi
Luigi Garlando
Marco Pastonesi
Claudio Gregori
Gianni Merlo
Paolo Cupola
Beppe Severgnini
Paolo Condò
Antonello Capone
Mario Vicentini
Francesco Bibi Velluzzi
Alexia Cruciani
Serena Gentile
Carlo Laudisa
Nicola Cecere
Fabio Bianchi
Alessandro Ruta
Vanda Biffani
Edizioni [modifica]
La Gazzetta dello Sport edizione Roma (Roma e Lazio)
La Gazzetta dello Sport edizione Campania (Napoli e Campania)
La Gazzetta dello Sport edizione Puglia (Puglia e Basilicata)
La Gazzetta dello Sport edizione Sicilia (Sicilia e Calabria)
Riconoscimenti [modifica]
Ricevuti [modifica]
Premio Fiuggi per la funzione educativa e culturale svolta nel campo delle comunicazioni di massa (1986)
Coppa olimpica, assegnata dal CIO, il più alto riconoscimento del Comitato Olimpico internazionale per un organismo o un'istituzione
Miglior pubblicazione sportiva d'Europa, ricevuto a Barcellona nel corso del galà dello sport organizzato dal quotidiano El Mundo Deportivo (1994)
Stella d'oro al merito sportivo, massimo premio del CONI, ricevuto per celebrare il centenario della "rosea", per "aver contribuito con particolare efficacia alla diffusione e all'autonomia dello sport italiano".
Assegnati [modifica]
Sportivo italiano dell'anno: vengono premiati i migliori atleti e squadre nazionali dell'anno
Sportivo mondiale dell'anno: vengono premiati i migliori atleti e squadre internazionali dell'anno
Euroscar Award: viene premiato il miglior cestista europeo della stagione
Prime pagine storiche [modifica]
Numero uno (3 aprile 1896)
Ingrandimento della testata del Numero uno
Luigi Ganna vince il primo Giro d'Italia (31 maggio 1909)
Una copertina de «Lo Sport Illustrato» degli anni Dieci
L'Italia vince il Campionato mondiale di calcio del 1938
Note [modifica]
^ La "tripletta" era una bicicletta a tre posti.
^ Gazzetta 110 anni. URL consultato il 05-03-2008.
^ Per inciso, le biciclette.
^ Enrica Speroni, "Come la Gazzetta si è trasformata", in I nostri 90 anni, supplemento alla «Gazzetta dello Sport» del 3 aprile 1986
^ Anche questa idea viene ripresa da Parigi, dove i due quotidiani sportivi si distinguono già da anni per il loro colore: verde Le Vélo, rosa il Journal de sport e giallo sarà poi L'Auto che nel 1903 lancerà il Tour de France.
^ Enrica Speroni, "Come la Gazzetta si è trasformata", in I nostri 90 anni, supplemento alla «Gazzetta dello Sport» del 3 aprile 1986.
^ I fatti: lo schermidore Agesilao Greco, considerato imbattibile, era stato clamorosamente sconfitto dal belga Fernand Desmet in un incontro a Parigi. L'italiano però non aveva riconosciuto il verdetto dei giudici, accusandoli di sciovinismo. Il caso suscitò molto clamore. «La Gazzetta» organizzò la rivincita, che si tenne a Milano dove Greco prevalse su Desmet.
^ Vinse Tramagni su Marchand.
^ La riproduzione a stampa di immagini su carta normale era un problema: la qualità era bassa. Era per questo che La Gazzetta aveva creato un supplemento ad hoc. Nel 1906 invece la tecnologia (o l'abilità dei tipografi) consente di stampare immagini anche su carta normale. Curiosità: le foto dei protagonisti dello sport non sono rettangolari, come oggi, ma a forma di medaglione.
^ Cento anni di Giro - Un secolo di passione - La Gazzetta dello Sport, 24 agosto 2008
^ Franco Abruzzo, Codice dell'informazione e della comunicazione - Materiali per un corso di storia del giornalismo. Da Gutenberg al web, alla free press e alla tv digitale, Roma, Centro di documentazione giornalistica, 2006. 324
^ Paolo Murialdi, Storia del giornalismo italiano, Bologna, il Mulino, 2006. 96
^ Vedi Psychological Warfare Branch. L'organismo, infatti, aveva assegnato la priorità nell'assegnazione di carta ai giornali politici.
^ Enrica Speroni, "Come la Gazzetta si è trasformata", in I nostri 90 anni, supplemento alla «Gazzetta dello Sport» del 3 aprile 1986.
^ Lorenzo Longhi, «Il giornalismo sportivo», in Storia e futuro, Rivista di storia e storiografia. N° 5 - ottobre 2004.
^ Franco Di Bella, Corriere segreto, Rizzoli, 1981, p. 213.
^ Shrek e un regalo da 120.000 euro - La Gazzetta dello Sport, 31 dicembre 2004
^ Tutto esaurito, la Gazzetta in ristampa. URL consultato il 05-03-2008.
^ La Repubblica, 14 maggio 2010, La classifica di Audipress, p. 36 - Dati riferiti all'indagine Audipress sui giornali a pagamento - 4 maggio 2010, consultabile su http://www.audipress.it/ Consultato il 22 luglio 2010
^ http://www.gazzetta.it/
^ Andrea Bettini - Giornali.it/2.0 La storia dei siti internet dei principali giornali italiani - ed.it
^ «IconMedialab & RCS on-line con edicola.corriere.it» (PDF), 22-10-2002. URL consultato in data 27-08-2008.
^ Uno dopo l'altro, i membri del comitato si trasferiscono a giornali concorrenti o si dedicano ad altre attività: Colombo lascia entro l'autunno, Petroselli lascia entro dicembre e a gennaio 1924 se ne va anche Ferretti.
^ Redazione. URL consultato il 05-03-2008.
^ Celebre per aver organizzato "il Giro ciclistico di Lombardia nel 1905, la Milano-Sanremo nel 1907 e il Giro d'Italia nel 1909". R. Canosa, La voce del Duce. L'agenzia Stefani: l'arma segreta di Mussolini, Mondadori, Milano 2002, p. 226.
^ Pioniera del giornalismo sportivo femminile, esordì il 18 novembre 1973 con un'intervista esclusiva a Gianni Rivera, che ruppe un silenzio stampa che durava 6 mesi
Voci correlate [modifica]
Euroscar Award
Collegamenti esterni [modifica]
Sito ufficiale
Breve storia de La Gazzetta dello Sport sotto forma di biografia
«Gazzextra» Sito ufficiale delle iniziative della Gazzetta

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