Il Coma. Condizione patologica caratterizzata da perdita della coscienza, della motilità spontanea e della sensibilità. Le alterazioni dello stato di coscienza sono associate ad alterazioni delle funzioni vitali (respirazione, pressione, attività cardiaca).
Cause del coma
Le cause del coma sono essenzialmente: malattie del sistema nervoso centrale e dei suoi involucri (traumi, lesioni vascolari, tumori, meningo-encefaliti); avvelenamenti da sostanze estranee all'organismo (farmaci sedativi, barbiturici in particolare, alcol, intossicazione con monossido di carbonio da esposizione a gas per uso domestico o al gas di scarico dell'automobile); stati tossici da veleni prodotti dall'organismo (uremia, diabete, ipoglicemia, epatopatie). In genere l'alterazione dello stato di coscienza è riconducibile a un danno del tronco cerebrale (formazione reticolare ascendente), come nel coma di origine traumatica, di cui il trauma cranico è la causa più frequente. In altri casi il coma è dovuto ad alterazioni del metabolismo cerebrale, con conseguente insufficiente apporto di ossigeno e di glucosio (coma metabolico).
Gradi del coma e terapia
Il coma si definisce reversibile quando è suscettibile di miglioramento con recupero più o meno completo delle funzioni; irreversibile quando le lesioni sono di tale entità da non permettere alcun recupero funzionale; nel coma dépassé (oltrepassato), le funzioni cerebrali e vitali sono del tutto abolite. Si possono distinguere dal punto di vista pratico quattro gradi clinici di coma, in base allo stato di coscienza, alla posizione dei globi oculari e degli arti, alla presenza dei riflessi e alle caratteristiche dell'elettroencefalogramma. Inoltre, attraverso l'esplorazione di quattro funzioni (reazioni motorie, tipo di respirazione, motilità oculare, stato delle pupille) è possibile individuare il livello della lesione nei coma traumatici. Si configurano così diverse sindromi, dette di deterioramento rostro-caudale, espressioni della compromissione graduale e progressiva, dal diencefalo fino al bulbo. L'individuazione della sede della lesione è importante per poter valutare le possibilità neurochirurgiche e soprattutto ipotizzare l'evoluzione della sindrome neurologica comatosa. In soggetti comatosi ai quali le moderne tecniche di rianimazione hanno consentito una lunga sopravvivenza si instaura una sindrome neurologica cronica, una sorta di coma prolungato, nota col nome di sindrome apallica, o mutismo acinetico: il malato, passivo, inerte, ha gli occhi aperti, pur senza guardare né parlare; presenta inoltre caratteristici movimenti automatici di suzione, di masticazione. Il soggetto può rimanere così per settimane o mesi prima di morire o ristabilirsi. Importantissime sono la continua, assidua assistenza e l'ininterrotta stimolazione del paziente. La riabilitazione è caratterizzata dalla progressiva partecipazione all'ambiente e dalla ripresa graduale della mimica, delle funzioni psichiche superiori e del linguaggio. La terapia del coma è basata sulla correzione delle cause responsabili, quando è possibile, e sul sostegno delle funzioni vitali compromesse (respirazione artificiale, terapia cardiotonica e a sostegno del circolo, dieta ipercalorica, idratazione, controllo dell'equilibrio elettrolitico, prevenzione delle piaghe da decubito). DeAgostini fonte: http://salute.leiweb.it/dizionario/medico/coma.shtml
Cause del coma
Le cause del coma sono essenzialmente: malattie del sistema nervoso centrale e dei suoi involucri (traumi, lesioni vascolari, tumori, meningo-encefaliti); avvelenamenti da sostanze estranee all'organismo (farmaci sedativi, barbiturici in particolare, alcol, intossicazione con monossido di carbonio da esposizione a gas per uso domestico o al gas di scarico dell'automobile); stati tossici da veleni prodotti dall'organismo (uremia, diabete, ipoglicemia, epatopatie). In genere l'alterazione dello stato di coscienza è riconducibile a un danno del tronco cerebrale (formazione reticolare ascendente), come nel coma di origine traumatica, di cui il trauma cranico è la causa più frequente. In altri casi il coma è dovuto ad alterazioni del metabolismo cerebrale, con conseguente insufficiente apporto di ossigeno e di glucosio (coma metabolico).
Gradi del coma e terapia
Il coma si definisce reversibile quando è suscettibile di miglioramento con recupero più o meno completo delle funzioni; irreversibile quando le lesioni sono di tale entità da non permettere alcun recupero funzionale; nel coma dépassé (oltrepassato), le funzioni cerebrali e vitali sono del tutto abolite. Si possono distinguere dal punto di vista pratico quattro gradi clinici di coma, in base allo stato di coscienza, alla posizione dei globi oculari e degli arti, alla presenza dei riflessi e alle caratteristiche dell'elettroencefalogramma. Inoltre, attraverso l'esplorazione di quattro funzioni (reazioni motorie, tipo di respirazione, motilità oculare, stato delle pupille) è possibile individuare il livello della lesione nei coma traumatici. Si configurano così diverse sindromi, dette di deterioramento rostro-caudale, espressioni della compromissione graduale e progressiva, dal diencefalo fino al bulbo. L'individuazione della sede della lesione è importante per poter valutare le possibilità neurochirurgiche e soprattutto ipotizzare l'evoluzione della sindrome neurologica comatosa. In soggetti comatosi ai quali le moderne tecniche di rianimazione hanno consentito una lunga sopravvivenza si instaura una sindrome neurologica cronica, una sorta di coma prolungato, nota col nome di sindrome apallica, o mutismo acinetico: il malato, passivo, inerte, ha gli occhi aperti, pur senza guardare né parlare; presenta inoltre caratteristici movimenti automatici di suzione, di masticazione. Il soggetto può rimanere così per settimane o mesi prima di morire o ristabilirsi. Importantissime sono la continua, assidua assistenza e l'ininterrotta stimolazione del paziente. La riabilitazione è caratterizzata dalla progressiva partecipazione all'ambiente e dalla ripresa graduale della mimica, delle funzioni psichiche superiori e del linguaggio. La terapia del coma è basata sulla correzione delle cause responsabili, quando è possibile, e sul sostegno delle funzioni vitali compromesse (respirazione artificiale, terapia cardiotonica e a sostegno del circolo, dieta ipercalorica, idratazione, controllo dell'equilibrio elettrolitico, prevenzione delle piaghe da decubito). DeAgostini fonte: http://salute.leiweb.it/dizionario/medico/coma.shtml
La differenza fondamentale fra il coma e lo stato soporoso è che un paziente in stato comatoso non è capace di rispondere né agli stimoli verbali né a quelli dolorosi, mentre un paziente in stato soporoso riesce a dare una risposta a tali stimoli, almeno istintiva (gridare in risposta a un pizzicotto, per esempio).
Il coma è anche diverso dallo stato vegetativo che a volte può susseguire ad esso. Un paziente in stato vegetativo ha perso le funzioni neurologiche cognitive e la consapevolezza dell'ambiente intorno a sé, ma mantiene quelle non-cognitive e il ciclo sonno/veglia; può avere movimenti spontanei e apre gli occhi se stimolato, ma non parla e non obbedisce ai comandi. I pazienti in stato vegetativo possono apparire in qualche modo normali: di tanto in tanto possono fare smorfie, ridere o piangere.
Il coma non è nemmeno indice di morte cerebrale, cioè di cessazione irreversibile di tutte le funzioni del cervello: può accadere che un paziente in coma sia in grado di respirare da solo.
È inoltre diverso anche dal sonno, perché il sonno è sempre interrompibile, mentre non è possibile "svegliare" a piacere una persona in stato di coma.
Conseguenze del coma [modifica]
I possibili esiti di uno stato di coma possono variare dalla completa guarigione alla morte, a seconda della posizione, della gravità e dell'estensione del danno cerebrale che ha causato il coma stesso.
Un paziente può uscire dal coma con una serie di difficoltà motorie, intellettive e psichiche che possono richiedere particolari trattamenti: di solito il recupero avviene gradualmente, e un po' per volta il paziente recupera la sua capacità di risposta.
Alcuni recuperano solo poche abilità di base, ma nella gran maggioranza dei casi il recupero è completo e il paziente ritorna alla piena coscienza.
Il coma vero e proprio dura di solito da 2 a 4 settimane, raramente di più. Dopo questo periodo si può trasformare in stato vegetativo. I pazienti in stato vegetativo possono recuperare in modo variabile. Possono riacquisire un certo grado di consapevolezza mantenendo gravi difficoltà motorie. In alcuni casi possono avere un recupero più importante con un ritorno ad una vita quasi normale, alcuni invece possono restare in tale stato per anni o per decenni. La causa di morte più comune per pazienti in stato vegetativo sono le infezioni, come la polmonite.
A volte si definisce risveglio l'uscita dal coma o dallo stato vegetativo. In realtà se dal coma (2-4 settimane dall'evento acuto) si recupera lo stato di coscienza rapidamente in modo simile al risveglio dal sonno, il recupero della coscienza da uno stato vegetativo avviene in modo lento e graduale, mai con le caratteristiche del risveglio.
Questioni etiche [modifica]
Ci sono state e ci sono tuttora, a volte, controversie e cause legali sulla decisione se tenere in vita persone da lungo tempo in coma con l'ausilio di macchine per il supporto vitale, praticando l'accanimento terapeutico o se staccarle da tali ausili e praticare ad esse, nei fatti, una forma di eutanasia, stante la difficoltà di previsione di un risveglio anche solo parziale. Il caso di Karen Ann Quinlan ha fatto emergere il ruolo del talamo nei processi di coscienza.
Voci correlate [modifica]
Coma etilico
Coma farmacologico
Esperienze premorte
Glasgow Coma Scale
Tracheotomia percutanea
Il coma è anche diverso dallo stato vegetativo che a volte può susseguire ad esso. Un paziente in stato vegetativo ha perso le funzioni neurologiche cognitive e la consapevolezza dell'ambiente intorno a sé, ma mantiene quelle non-cognitive e il ciclo sonno/veglia; può avere movimenti spontanei e apre gli occhi se stimolato, ma non parla e non obbedisce ai comandi. I pazienti in stato vegetativo possono apparire in qualche modo normali: di tanto in tanto possono fare smorfie, ridere o piangere.
Il coma non è nemmeno indice di morte cerebrale, cioè di cessazione irreversibile di tutte le funzioni del cervello: può accadere che un paziente in coma sia in grado di respirare da solo.
È inoltre diverso anche dal sonno, perché il sonno è sempre interrompibile, mentre non è possibile "svegliare" a piacere una persona in stato di coma.
Conseguenze del coma [modifica]
I possibili esiti di uno stato di coma possono variare dalla completa guarigione alla morte, a seconda della posizione, della gravità e dell'estensione del danno cerebrale che ha causato il coma stesso.
Un paziente può uscire dal coma con una serie di difficoltà motorie, intellettive e psichiche che possono richiedere particolari trattamenti: di solito il recupero avviene gradualmente, e un po' per volta il paziente recupera la sua capacità di risposta.
Alcuni recuperano solo poche abilità di base, ma nella gran maggioranza dei casi il recupero è completo e il paziente ritorna alla piena coscienza.
Il coma vero e proprio dura di solito da 2 a 4 settimane, raramente di più. Dopo questo periodo si può trasformare in stato vegetativo. I pazienti in stato vegetativo possono recuperare in modo variabile. Possono riacquisire un certo grado di consapevolezza mantenendo gravi difficoltà motorie. In alcuni casi possono avere un recupero più importante con un ritorno ad una vita quasi normale, alcuni invece possono restare in tale stato per anni o per decenni. La causa di morte più comune per pazienti in stato vegetativo sono le infezioni, come la polmonite.
A volte si definisce risveglio l'uscita dal coma o dallo stato vegetativo. In realtà se dal coma (2-4 settimane dall'evento acuto) si recupera lo stato di coscienza rapidamente in modo simile al risveglio dal sonno, il recupero della coscienza da uno stato vegetativo avviene in modo lento e graduale, mai con le caratteristiche del risveglio.
Questioni etiche [modifica]
Ci sono state e ci sono tuttora, a volte, controversie e cause legali sulla decisione se tenere in vita persone da lungo tempo in coma con l'ausilio di macchine per il supporto vitale, praticando l'accanimento terapeutico o se staccarle da tali ausili e praticare ad esse, nei fatti, una forma di eutanasia, stante la difficoltà di previsione di un risveglio anche solo parziale. Il caso di Karen Ann Quinlan ha fatto emergere il ruolo del talamo nei processi di coscienza.
Voci correlate [modifica]
Coma etilico
Coma farmacologico
Esperienze premorte
Glasgow Coma Scale
Tracheotomia percutanea
estratto da: http://it.wikipedia.org/wiki/Coma
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