Pietro Berti

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Anchorage

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domenica 27 febbraio 2011

BMW
















BMW (acronimo di Bayerische Motoren Werke, in italiano Fabbrica Bavarese di Motori) è un'azienda tedesca produttrice di autoveicoli e motoveicoli, con sede a Monaco di Baviera.
Indice[nascondi]
1 Storia del marchio
1.1 Il contesto
1.2 Nasce la BMW
1.3 Inizio della produzione motociclistica
1.4 Avvio della produzione automobilistica
1.5 Guerra e crisi
1.6 La rinascita
1.7 Il periodo BMW-Glas
1.8 Dagli anni Settanta a oggi
1.9 Produzione
2 Caratteristiche peculiari
2.1 Meccanica
2.2 Design
3 Le motociclette
4 La BMW e la Formula 1
5 Note
6 Voci correlate
7 Altri progetti
8 Collegamenti esterni
Storia del marchio [modifica]
Il contesto [modifica]
Durante la prima guerra mondiale, l'industria meccanica tedesca era impegnata a migliorare la potenza e l'affidabilità delle nuove "macchine volanti" che, per la prima volta, rivestivano un importante ruolo bellico.
Anche la Daimler aveva messo a punto un motore aeronautico, realizzato dalla consociata austriaca Austro-Daimler e sviluppato da Max Friz, uno dei brillanti ingegneri del reparto corse Daimler, la cui attività era sospesa a causa della guerra.
Commissionata dal governo austriaco, per ragioni di celerità produttiva, la costruzione dei motori Austro-Daimler venne affidata alla licenziataria bavarese Rapp Motorenwerke, ditta nella quale anche Friz si trasferì, con la speranza di veder realizzato il suo progetto per un motore d'aereo con sei cilindri in linea e albero a camme in testa, in grado di funzionare a quote molto elevate; ben oltre i 5.000 metri. Alla Rapp, in veste di supervisore tecnico dell'aviazione militare austro-ungarica, era presente l'ingegnere Josef Popp, al quale Friz mostrò i disegni del suo nuovo motore.
Popp capì immediatamente che si trattava di un propulsore tecnologicamente molto avanzato e ne caldeggiò la realizzazione a Julius Auspitzer, cofondatore e unico azionista della Rapp Motorenwerke. Il prototipo del nuovo motore venne ben presto realizzato, mostrando doti di potenza e leggerezza ben superiori alla produzione corrente. La novità destò subito l'interesse del governo prussiano che, al fine di riconquistare la supremazia nei cieli, persa dopo l'entrata in servizio dei Sopwith Camel, commissionò la costruzione di 600 motori. Congiuntamente all'importante ordinativo prussiano, Auspitzer comunicò la sua intenzione di vendere l'azienda, per gravi motivi di salute.
Fu in quel contesto che Popp decise di rilevare l'azienda e dare corso alla produzione del motore aeronautico progettato da Friz, poi divenuto celebre come BMW IIIa. Allo scopo di sottolineare la svolta tecnologica della Rapp Motorenwerke, che non godeva di eccessivo prestigio, decise anche di trasformare la ragione sociale in Bayerische Motoren Werke GmbH e di adottare il nuovo emblema aziendale, costituito dal campo circolare nero contenente la concentrica rappresentazione stilistica di un'elica d'aereo in movimento sovrastata dall'acronimo BMW, nei colori nazionali bavaresi bianco, azzurro e oro. Il simbolo è giunto fino al XXI secolo con poche variazioni grafiche e cromatiche, principalmente consistenti nella modifica del carattere e della spaziatura delle lettere e dall'adozione del colore argento, in luogo dell'oro.
Nasce la BMW [modifica]
Il 21 luglio 1917 nasce la Bayerische Motoren Werke GmbH. Grazie alle commesse di guerra, la piccola azienda cresce rapidamente. Ai margini dell'aeroporto militare di Oberwiesenfeld di Monaco, l'azienda costruisce uno spazioso stabilimento, proporzionato alla forte crescita della produzione, dove fino al 1918 si producono motori per aerei militari.
Il 13 agosto 1918 - circa due mesi prima della fine della Prima guerra mondiale - la Bayerische Motoren Werke GmbH si trasforma in società per azioni (AG) con un capitale sociale di 12 milioni di marchi tedeschi, un terzo dei quali del consigliere commerciale italiano Camillo Castiglioni. La direzione tecnica dell'azienda viene assegnata all'amministratore della GmbH, l'ingegnere e architetto Franz Josef Popp.
Inizio della produzione motociclistica [modifica]
Al termine del conflitto, le decisioni scaturite dal patto di Versailles del 1919, portarono molti cambiamenti destinati a mutare radicalmente la storia della BMW. Il Regno di Baviera si trovò accorpato alla Repubblica di Weimar, alla quale venne proibita la costruzione di aerei, troncando così ogni possibilità di collocare e sviluppare gli ormai collaudati "IIIa".
Al fine di cercare nuovi sbocchi di mercato che consentissero di utilizzare i macchinari ed il know-how acquisito, Popp decise di indirizzare la produzione verso i settori motociclistico e nautico, affidando a Friz la progettazione di un propulsore per motocarro e imbarcazione e al capo officina Martin Stolle la realizzazione di un motore per motocicletta.

Per approfondire, vedi la voce BMW Motorrad.
Avvio della produzione automobilistica [modifica]
Dal 1929 produce automobili con il marchio BMW: inizialmente la BMW produce utilitarie sulla base di una vettura inglese, la Austin Seven, della quale la BMW acquisì la licenza di produzione. Dopo alcuni anni, la gamma si spostò progressivamente verso una clientela più abbiente e la Casa tedesca propose modelli come la BMW 320 e 326. Durante il periodo della Seconda guerra mondiale è fortemente impegnata nello sforzo bellico come gran parte delle aziende tedesche. È di quel periodo ad esempio la produzione di una delle più classiche motocarrozzette della storia, la R75.
Guerra e crisi [modifica]





Negli anni dei campi di concentramento e della guerra la BMW sfruttò la manodopera quasi gratuita, fornita dalla SS dei campi di sterminio, per le sue fabbriche a Eisenach, Abteroda, Neunkirchen ed Allach. I detenuti utilizzati dalla BMW ammontavano a circa 6.500 e provenivano da diversi campi, tra cui quello di Dachau e di Buchenwald. Ad Allach, in particolare, si compirono le azioni più terrificanti, di cui la BMW si rese complice. Lì vennero ammassati come animali dai 17.000 e i 20.000 uomini e donne. Come tanti altri "beneficiari" privati dei campi di sterminio la BMW non sembrò opporre resistenza alle pratiche di terrore promosse dalle SS.[1] Con il cessare delle ostilità, si apre un periodo di grandi difficoltà: gli impianti devono essere in buona parte riconvertiti alla produzione civile; sforzo segnato dall'imposizione americana di non tornare a fabbricare motori per aerei, produzione che contrasterebbe con la volontà di impedire il riarmo tedesco. Il rilancio si fonda quindi sulla produzione di motociclette che consentono alla BMW di rimanere in piedi. Ma ciò non bastava: occorreva tornare alla produzione automobilistica. Ciò era però molto difficile, poiché al termine del conflitto le autorità sovietiche presidiarono la zona orientale della Germania (da cui poi sarebbe nata la Germania Est). Quella zona comprendeva la città di Eisenach, dove la Casa tedesca costruiva abitualmente le proprie automobili. Inizialmente la BMW era completamente impotente: l'impianto di Monaco non era predisposto per la produzione di automobili, automobili che erano invece prodotte dallo stabilimento di Eisenach, tra l'altro abusivamente perché ciò avveniva indipendentemente dalla volontà della BMW stessa. Di questo periodo furono alcune riproposizioni di BMW 321 e 326. Dopo alcune vicissitudini la BMW ottenne, tramite una causa legale, di far costruire le vetture di Eisenach con un altro marchio. Fu così che nacque la EMWEisenacher Motorwerke). A cavallo di tale nascita si ebbe il lancio, senza molto successo, della BMW 340, commercializzata prima come BMW e poi con il marchio EMW.





Dopo tale insuccesso, la situazione economica della BMW andò rapidamente peggiorando: gli investimenti per lanciare un nuovo modello si rivelavano superiori agli introiti e il pubblico pareva non gradire molto i modelli, pur validi, della Casa tedesca.All'inizio degli anni cinquanta la BMW trasferì la produzione delle autovetture a Monaco e, dopo un paio di modelli ugualmente privi di successo, tra cui la roadster BMW 507, decise di sospendere la produzione di vetture di fascia alta, per proporre qualcosa di popolare e di maggiormente accessibile a una popolazione anch'essa in piena crisi economica. Non vi erano risorse per la progettazione e realizzazione, per cui occorreva produrre su licenza qualche modello già esistente.





La rinascita [modifica]





L'occasione capitò quando in Italia fu lanciata la Iso Isetta, una microvettura a forma di uovo che per la verità nel nostro Paese stentava con le vendite. I vertici BMW colsero però la validità del progetto e, dopo aver acquisito la licenza, cominciarono a produrre la piccola vettura con il marchio BMW. In Germania, l'Isetta, non solo riscosse un buon successo commerciale, ma costituì il primo passo nel risollevare le sorti della BMW. Ma la situazione, benché migliore, era ancora delicata: sul finire del decennio la situazione diventa insostenibile e BMW riceve un'offerta di acquisto da parte di Daimler-Benz. La svolta arriva in coincidenza dell'assemblea generale tenuta il 9 dicembre 1959, nella quale il magnate tedesco Herbert Quandt, già partecipe dell'impresa, diventa azionista di riferimento (tuttora la famiglia Quandt controlla l'azienda).





Così la BMW, forte del nuovo assetto aziendale, raggiunse la sua definitiva tranquillità economica con il successo della BMW 700, vetturetta di fascia medio-bassa.Da quel momento la BMW tornò gradualmente a un tenore economico positivo: dopo la BMW 700 fu lanciata infatti la BMW 1500, primo modello della serie Neue Klasse, da cui sarebbero poi derivati i modelli della Serie 02. Sia la Neue Klasse che la Serie 02 ottennero un tale successo da costringere la Casa tedesca a cercare un nuovo stabilimento per aumentare i ritmi di produzione.





Il periodo BMW-Glas [modifica]





La svolta arrivò nel 1966, quando la BMW rilevò per intero il marchio tedesco della Glas, dedito fino a quel momento a vetture di fascia bassa e media.Con l'acquisizione del marchio, la BMW si impossessò anche dello stabilimento Glas a Dingolfing, mentre la Glas stessa strinse un accordo con la BMW per proseguire la sua attività. La Glas avrebbe continuato a costruire autovetture ma con il marchio BMW. Insomma, la Glas sarebbe esistita solo come fornitore di scocche da equipaggiare con meccanica BMW. Ancor oggi, però, i modelli derivanti da tale accordo, pur avendo fatto parte del listino BMW, sono attribuiti alla Glas. Il primo modello nato nel periodo BMW-Glas fu la 1600 GT, una coupé di fascia medio-bassa venduta con marchio BMW e consistente in una riedizione delle precedenti Glas 1300 e 1700 GT, ma con motore BMW da 1.6 litri.I modelli BMW-Glas si rivelarono però un insuccesso commerciale e, dopo aver tentato invano anche nel settore delle auto di lusso con la Glas 3000 V8, il sodalizio fu spezzato: il marchio Glas fu cancellato e lo stabilimento di Dingolfing fu smantellato e ricostruito secondo le esigenze della BMW: oggigiorno è ancora attivo.





Dagli anni Settanta a oggi [modifica]

Logo BMW
Tra gli anni settanta e gli anni ottanta, la BMW consolidò sempre più il suo ruolo di costruttore fino ad assumere rilevanza mondiale. Significativi di questo periodo sono modelli come la Serie 5 e la Serie 3. Dell'inizio degli anni Settanta è anche la nascita di due aziende legate da sempre alla BMW: la prima è la BMW Motorsport, divisione sportiva della Casa, a suo tempo dedita alla realizzazione di vetture da competizione su base stradale e in seguito (fino ai giorni nostri) famosa per aver curato la realizzazione di BMW stradali ad alte prestazioni.
La seconda azienda nata in quel periodo è la Alpina, che in pratica è un marchio a se' specializzato nella produzione di BMW allestite in maniera più ricca e con motori più prestanti.
Nel 1994 acquisì il Gruppo Rover dalla British Aerospace. Il gruppo inglese venne gestito fino al 2000, quando venne smembrato vendendo la Land Rover alla Ford e gli altri marchi (raccolti nel gruppo MG Rover) al Consorzio Phoenix; la BMW trattenne solo il marchio Mini. Sebbene molti reputino infelice l'acquisizione del marchio inglese da parte di BMW, occorre precisare che la casa bavarese acquisì conoscenze tecniche per lo sviluppo di vetture a trazione integrale (BMW X5 e X3), oltre alla piccola Mini. Dal 2003 produce auto con il marchio Rolls Royce, attraverso la Rolls-Royce Motor Cars, a seguito dell'accordo con il gruppo Volkswagen. Nel 2006 inizia la collaborazione tra gruppo BMW e il gruppo PSA per lo sviluppo dei motori benzina che equipaggiano la Mini e diversi modelli della Peugeot.
Produzione [modifica]
Oltre ai tradizionali stabilimenti europei tedeschi la BMW produce anche in altri continenti. Sin dagli anni Settanta è attiva la produzione in Indonesia nello stabilimento di Giacarta. A fine anni Novanta è iniziata la produzione di X5 e Z3 a Spartanburg negli Stati Uniti, in questi stabilimenti del South Carolina attualmente sono assemblate anche le Z4. Sempre nel continente americano è attiva la produzione di Serie 3 in Messico a Toluca.
La presenza nel continente africano, dove BMW è presente dal 1959 con una fabbrica in Sud Africa a Rossylin in cui oggi vengono assemblate le Serie 3, è stata rafforzata nel 2003 con la costituzione della Bavarian Auto Group azienda che produce e distribuisce le vetture BMW in Egitto, attualmente nello stabilimento egiziano di October City sono assemblate Serie 3, Serie 5, Serie 7 e X3.
Di recente è iniziata la produzione anche in nuove fabbriche asiatiche, la più importante in Thailandia, lo stabilimento di Rayong inaugurato nel maggio 2000 in seguito a un investimento di 25 milioni di dollari produce la Serie 5 e Serie 7 e la SUV X3. Nel 2003 attraverso la joint venture con il costruttore cinese Brilliance, la Serie 5 e la Serie 3 sono prodotte anche in Cina a Shenyang.
Dal 2004 è iniziata la produzione di Serie 3 in Malaysia a Selangor. Inoltre nelle Filippine è di recente iniziato l'assemblaggio di vetture Serie 3.
Nel 2007 è iniziata la produzione di Serie 3 e Serie 5 in India, a Chennai e in Pakistan a Karachi.
Caratteristiche peculiari [modifica]
Meccanica [modifica]
La produzione BMW si caratterizza da sempre per la propensione alla meccanica di altissima qualità e per le elevate prestazioni. Famosi alcuni suoi motori aeronautici come il BMW 801. Tutt'oggi è uno dei pochi costruttori al mondo che equipaggia correntemente le sue automobili con motori a sei cilindri in linea (L6) e trazione posteriore, architettura a cui ha legato buona parte dei propri destini per 75 anni. Allo stesso modo le motociclette BMW sono le uniche che ripropongono da decenni propulsori con architettura boxer a cilindri contrapposti e trasmissioni cardaniche. Recentemente ha introdotto la tecnologia "Valvetronic" che rende superfluo il corpo farfallato nei motori a ciclo otto. Da qualche anno BMW conduce esperimenti su veicoli alimentati a idrogeno, applicati soprattutto sull'ammiraglia Serie 7, con motori a combustione interna. Nel 2004 è il primo costruttore a proporre un motore a ciclo Diesel con turbocompressione bi-stadio (tecnologia derivata dai propulsori marini che prevede due o più turbine montate in serie, talvolta di dimensioni differenti come nel caso del propulsore BMW).
Design [modifica]
L'aspetto delle automobili BMW è legato ad alcuni celebri stilisti, tra i quali Albrecht Graf Goertz, Paul Bracq, Klaus Luthe. Il design BMW annovera anche diverse "matite" italiane (Giorgetto Giugiaro, Ercole Spada), in particolare l'italiano Giovanni Michelotti che, tra gli anni sessanta e gli anni ottanta, ha disegnato molte vetture del marchio, contribuendo più di altri a caratterizzare le moderne BMW. Fino all'inizio di febbraio del 2009, la direzione stilistica è stata affidata all'americano Chris Bangle che ha impresso una svolta decisa al prodotto.
Le motociclette [modifica]

Per approfondire, vedi la voce BMW Motorrad.
La BMW e la Formula 1 [modifica]
Nel 1983 Nelson Piquet vince il campionato del mondo al volante della sua Brabham-BMW turbo: fra l'altro, il brasiliano e la sua squadra hanno la soddisfazione di svettare per primi nella nuova era della turbocompressione. La potenza sviluppata dal propulsore bavarese arrivò a superare i 1300 CV.
Dal 2000 al 2005 la casa bavarese ha partecipato alla massima serie in veste di fornitore della celebre scuderia Williams.
La BMW milita nel Campionato Mondiale di Formula 1 dalla Stagione 2006 con un Team proprio, la BMW Sauber. I suoi colori sono gli storici bianco-azzurro BMW.
L'8 giugno del 2008 vince in Canada, grazie al pilota polacco Robert Kubica, il suo primo Gran Premio come costruttore al 100%.
Il 29 luglio 2009, la BMW annuncia ufficialmente il ritiro dalle attività sportive in Formula 1 alla fine della stagione 2009.[2]
Note [modifica]
^ W. Sofsky, L'ordine del terrore: il campo di concentramento, pag. 272, Laterza, 1995. Zofka, 1986, p. 72
^ (EN) «Official: BMW leaves F1». pitpass.com, 29 07 2009. URL consultato in data 29-07-2009.
Voci correlate [modifica]
BMW H2R
Altri progetti [modifica]
Wikimedia Commons contiene file multimediali su BMW
Collegamenti esterni [modifica]
BMW Italia
(EN) Sito del gruppo BMW
Archivio storico BMW
Registro storico Michelotti





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