Viespoli, capogruppo al Senato, lascia e lo rivotano. Le colombe: "Stiamo nel centrodestra". Gianfranco: "Le nomine non cambiano"
Pasquale Viespoli si dimette, i colleghi di partito lo rivotano, il leader Gianfranco Fini fa finta di nulla e tira dritto. Il caos in cui è sballottato Futuro e Libertà sta tutto in queste ultime ore di decisioni irrevocabili e marce indietro. Nel tardo pomeriggio, dopo la riunione delle 'colombe' Fli al Senato, Viespoli lascia la carica di capogruppo. "L'organigramma definito all'assemblea costituente di Milano non è corrispondente al mandato che ho ricevuto dal gruppo del Senato". Tradotto: non mi riconosco nella linea scelta a Milano dal leader Fini, che ha affidato le redini del partito a Italo Bocchino. Passano pochi minuti, ed esce un secondo comunicato del gruppo dei Senatori Fli, in cui si dice di aver condiviso le motivazioni che hanno portato a questo gesto e, per questo, rivoterannno Viespoli allo stesso incarico. La condizione posta a Fini per la rientrata crisi diplomatica è che "Fli stia nel centrodestra". Un segnale forte e chiaro, ma anche una sponda allo stesso presidente della Camera per glissare: "La linea politica è inequivocabile - ha commentato Fini -. Fli vuole rifondare il centrodestra e l'organigramma è in linea con questa volontà. Quindi non cambia nulla, perché giudico infondati i rilievi. Trovino argomenti più consistenti...". E domani si ricomincia. MALUMORE IN EUROPA - Il malumore all'interno di Futuro e Libertà arriva fino a Strasburgo. Mentre in mattinata Luca Barbareschi, intervistato dal direttore di Libero Maurizio Belpietro, ha picconato Fini, anche gli europarlamentari di Fli aderenti al Ppe hanno richiamato ufficialmente il loro leader. In una lettera inviata a Fini si esprime "preoccupazione per la mancata unità del partito emersa a seguito degli assetti conclusivi dell'Assemblea Costituente di Milano che hanno ingenerato contrasti". Il documento è stato sottoscritto da Giovanni Collino, Cristiana Muscardini, Crescenzio Rivellin, Potito Salatto e Salvatore Tatarella. CRITERI CHIARI - Dopo una riunione, gli europarlamentari hanno rivolto "un appello al presidente Fini e a tutta la classe dirigente perché questi contrasti ledono l'immagine di una forza politica nata nel centrodestra per dare maggiore partecipazione ed ascolto alla comunità nazionale ed ai giovani in particolare". Gli scenari internazionali "non permettono divisioni e polemiche che indeboliscono la crescita, lo sviluppo, l'identità del Fli e la sua azione politica, proprio nel momento in cui gli italiani guardano al nuovo partito con speranza e fiducia". Servono, è la conclusione "criteri e principi chiari per individuare ruoli e responsabilità, e per dar seguito a questi criteri di trasparenza e rispettare l'appello alla collegialità".LA CLASSIFICHE DI BRIGUGLIO - C'è anche chi, nel marasma futurista, ci sguazza e si diverte. E' il deputato Fli Carmelo Briguglio, che ospite del programma di Radiodue 'Un giorno da pecora' ha stilato la classifica dei falchi e delle colombe del partito."Fini è un superfalco, lui vola ad un'altra altezza rispetto a noi - precisa subito Briguglio -. Fuori ha l'abito istituzionale, è un superfalco mascherato". Poi via al podio. Il più falco del Fli, secondo Briguglio, è Granata, seguito a ruota dallo stesso Briguglio e da Italo Bocchino. Le colombe? "Primo Viespoli, secondo Ronchi, terzo Urso". Guarda caso, quelli in rotta con la linea di Fini. Le colombe stanno affilando gli artigli.
15/02/2011
15/02/2011
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