Pietro Berti

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VILLA BERTI - IMOLA VIA BEL POGGIO 13

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Non nobis Domine, non nobis, sed Nomini Tuo da gloriam

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VILLA BERTI VIA BEL POGGIO N. 13 IMOLA http://www.villaberti.it/


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Auguro a voi tutti un buon viaggio nel mio blog.

Anchorage

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venerdì 18 febbraio 2011

Google


Google (in inglese /ˈguːg(ə)l/ [ˈguːgɫ̩]) è un motore di ricerca per internet ed è in assoluto il sito più visitato del mondo. Oltre a catalogare e indicizzare il World Wide Web si occupa anche di immagini, foto, newsgroup, notizie, mappe e video. Di tutte le pagine che indicizza, Google mantiene una copia cache.
Il motore di ricerca è talmente popolare che in inglese è nato il verbo transitivo "to google", col significato di "fare una ricerca sul web"; con lo stesso significato, in tedesco è nato il verbo "googeln" e in Italia il verbo "googlare" (pron: guglare) o googolare (pron: gugolare, che recentemente si è imposta come versione autonoma, "gugolare"). Una particolarità di Google è quella che in determinate date il caratteristico logo cambia, indicando l'avvenimento speciale accaduto quel determinato giorno.
Indice[nascondi]
1 Storia
2 Etimologia
3 I server
4 Servizi di base
5 Ottimizzazione
6 Controversie
6.1 Censura
7 Alcune opzioni di ricerca avanzata
7.1 Ricerca con "+" e "-", stringa esatta e carattere jolly
7.2 Ricerca interna a un sito
7.3 Ricerca di una definizione
7.4 Ricerca dei link a un sito
7.5 Conversione unità di misura e valute
7.6 Calcoli matematici e costanti
7.7 Indicizzare una pagina web
8 Curiosità
8.1 Motore di Ricerca
8.2 Browser
8.3 Bugs
8.4 Logo
8.5 Parodie e Imitazioni
9 Google e il risparmio energetico
10 Ricerche in HTTPS
11 Il brevetto dell'homepage
12 International
12.1 Lingue
13 Note
14 Bibliografia
15 Voci correlate
16 Altri progetti
17 Collegamenti esterni
Storia [modifica]

Larry Page e Sergey Brin, allora studenti dell'Università di Stanford, dopo aver sviluppato la teoria secondo cui un motore di ricerca basato sull'analisi matematica delle relazioni tra siti web avrebbe prodotto risultati migliori rispetto alle tecniche empiriche usate precedentemente, fondarono l'azienda il 27 settembre 1998. Convinti che le pagine citate con un maggior numero di link fossero le più importanti e meritevoli (Teoria delle Reti), decisero di approfondire la loro teoria all'interno dei loro studi e posero le basi per il loro motore di ricerca.[1]
Il 7 maggio 2010 Google ha subito dei considerevoli aggiornamenti riguardanti l'aspetto grafico e l'aggiunta di miglioramenti e nuove funzioni. Viene definito l'aggiornamento più importante nella storia di Google.[2]
Il 9 novembre 2010 Google ha reso disponibile la nuova funzione Instant Previews, che permette di visualizzare l'anteprima di ogni risultato direttamente dalla pagina di ricerca.[3]
Etimologia [modifica]
I due fondatori, Page e Brin, cercavano un nome che potesse rappresentare la capacità di organizzare l'immensa quantità di informazioni disponibili sul Web; avevano bisogno di un'iperbole.
Utilizzarono un nome già esistente: Googol, termine coniato dal nipote del matematico statunitense Edward Kasner nel 1938, per riferirsi al numero rappresentato da 1 seguito da 100 zeri. A Page e Brin sembrò perfetto come metafora della vastità del web. I due fondatori avevano intenzione di chiamare il neonato motore di ricerca proprio Googol, ma al momento di pubblicare il loro search engine questo dominio era già stato assegnato, perciò Page e Brin furono costretti ad optare per la parola Google (quella che tutti oggi conosciamo).
Il termine viene inoltre associato, con un gioco di parole, a goggles, binocolo in inglese, appunto perché il motore permette di esplorare la rete fino a "guardarla da vicino".
I server [modifica]

Questa voce o sezione sull'argomento informatica non cita alcuna fonte o le fonti presenti sono insufficienti.
Commento: ipotesi non suffragate da fonti, al limite della ricerca originale
Puoi migliorare questa voce aggiungendo citazioni da fonti attendibili secondo le linee guida sull'uso delle fonti. Segui i suggerimenti del progetto di riferimento.
Google non ha mai svelato il numero esatto delle sue macchine e il numero dei datacenters in uso, anche e specialmente per motivi di sicurezza; viene ritenuto che Google utilizzi almeno 35 datacenters noti, più altri non conosciuti e altri di terze parti. La maggior parte dei datacenters è negli States tra cui uno in South Carolina di 466 acri; altri 12 si trovano in Europa, tra cui 3 in Germania, 2 in Olanda, 1 in Belgio, Lituania e Svizzera, 1 a Mosca, Londra e Parigi e 1 a Milano (Italia); lo sviluppo maggiore è attualmente in Asia dove sono in allestimento alcuni grandi centri a Taiwan e in Malesia.
Google utilizza un parco macchine indirizzate da più di 500 IP che probabilmente puntano sulle singole unità di ricerca costituite ciascuna da centinaia o migliaia di macchine; plausibilmente possiede un numero complessivo di oltre 450.000 computers BSD e GNU/Linux, per processare dati, garantire contenuti, organizzare e gestire la propria rete, rispondere alle ricerche e catalogare il web.[senza fonte]
Grazie a questa enorme potenza di calcolo, Google è in grado di effettuare una ricerca su milioni di pagine Web in alcuni millisecondi, di indicizzare un elevato numero di contenuti ogni giorno, di fare molti mirror e istanze dello stesso processo informatico su più server.
Per quest'ultimo, il fatto che Google sia il sito più visitato del Web[4], e il numero contemporaneo di richieste che arrivano da più utenti, non rallentano l'efficienza di queste ricerche.
La catalogazione è fatta dal programma spider Googlebot, che richiede periodicamente nuove copie delle pagine web che conosce. I link in queste pagine vengono esaminati per scoprire nuove pagine e aggiungerle nel database.
Servizi di base [modifica]
Google è un motore di ricerca non semantico che effettua una ricerca delle parole chiave in modo indipendente dall'ordine con il quale sono digitate.
Per ogni risultato, propone un estratto del testo contenente le parole chiave cercate, il link al sito originale, il link a siti contenenti parole chiave simili, e la possibilità di consultare una copia del sito nella Webcache di Google, in modalità completa o solo testo, utile per chi ha una connessione Internet lenta, tranne nel caso in cui questa funzionalità è stata esclusa tramite appositi tag HTML nella pagina o opzioni dei formati proprietari (Adobe-pdf consente ad esempio di escludere la copia del documento nella cache dei motori di ricerca).
Dall'11 novembre 2010 è possibile visualizzare un'anteprima dei siti con il semplice passaggio del mouse.
Ottimizzazione [modifica]

Per approfondire, vedi la voce Ottimizzazione dei motori di ricerca.
Da quando Google è diventato uno dei motori di ricerca più popolari, molti webmaster hanno cominciato a seguire e cercare di spiegare i cambiamenti nel posizionamento (rank) del loro sito.
Una nuova categoria professionale è nata per assistere i webmaster e le aziende nel migliorare la posizione dei loro siti nei risultati delle ricerche su Google, così come su altri motori di ricerca. Questi consulenti si occupano di un'attività chiamata "ottimizzazione per i motori di ricerca" (dall'acronimo statunitense SEO: Search Engine Optimization) che si propone di creare pagine e siti che rispettino le regole (i "gusti") dei motori di ricerca riuscendo a migliorare la propria posizione nei risultati delle ricerche.
Sul web si possono trovare discussioni su forum o siti che fanno riferimento a fenomeni come la Google dance. Si riferisce a un fenomeno, ora non più presente, che si verificava in un periodo di pochi giorni (circa ogni mese) in cui Google aggiornava il suo database e di conseguenza i risultati delle ricerche. Fra una dance e l'altra i risultati rimanevano inalterati. Il termine dance si riferiva al fatto che per alcuni giorni i risultati delle ricerche variavano continuamente prima di assestarsi. Nell'estate del 2003 Google ha cambiato le sue abitudini di catalogazione limitando gli effetti della "danza": ora i risultati delle ricerche variano in modo dinamico e continuativo senza nessuno stravolgimento periodico.
Una delle sfide più importanti di Google, ora che il motore è diventato popolare tra gli utenti del web, è impedire che soggetti spregiudicati riescano a forzare le debolezze dell'algoritmo per sovvertire i risultati delle ricerche a loro vantaggio. Molti consulenti di ottimizzazione scarsamente professionali hanno utilizzato tecniche artificiose e dannose per influire sul posizionamento dei siti di alcuni loro clienti. Google è riuscito a limitare molti di questi tentativi raffinando il proprio algoritmo per individuare i siti che realizzano abusi e limitarne la rilevanza nei risultati (o addirittura rimuovere questi siti dai suoi archivi). Un corretto posizionamento fra i risultati di Google può portare a ritorni economici elevati, soprattutto per i siti di e-commerce. La scelta di un consulente serio è spesso strategica per la sopravvivenza o il successo di un sito. Per questi motivi, Google ha pubblicato un insieme di linee guida per aiutare i proprietari di siti a capire come individuare i consulenti professionali e come evitare truffe e raggiri da parte di operatori scorretti.[5]
Controversie [modifica]
Google è stato criticato per via dei cookie a lungo termine che posiziona sul computer degli utenti; in ogni caso la maggior parte dei servizi di Google possono essere usati anche con i cookie disabilitati. Secondo Nicholas G. Carr, l'uso dei motori di ricerca come Google rende le persone meno intelligenti[6].
Un numero di organizzazioni hanno usato le leggi sul DMCA (Digital Millennium Copyright Act) per chiedere a Google di rimuovere link a materiale su altri siti sul quale esse rivendicavano diritti di copyright. Google risponde a queste richieste rimuovendo il link e includendone uno alla richiesta nei risultati della ricerca. Ci sono anche state critiche sul fatto che la cache di Google violi il copyright, in ogni caso il caching è una normale parte delle funzioni del web e il protocollo HTTP mette a disposizione meccanismi (che Google rispetta) per disabilitarlo.
Nel 2002 si diffuse la notizia[7] che in Cina l'accesso a Google era stato vietato (il governo ha il controllo della rete e può impedire il collegamento verso alcuni siti). Un sito mirror (in tutti i sensi, compreso il testo da sinistra verso destra; mirror letteralmente significa "specchio") chiamato "elgooG" si rivelò efficace nell'aggirare il divieto. Tempo dopo, il divieto cessò e fu detto che non era stato istituito per impedire le ricerche, ma l'accesso alla cache (che permetteva di aggirare altri divieti imposti dal governo). Esiste anche un mirror dinamico di Google che funziona come proxy server[8]. È interessante notare che un servizio di caching viene realizzato anche da Internet Archive, al quale però non fu vietato l'accesso.
Censura [modifica]
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Per approfondire, vedi la voce Google Cina.
Il servizio Google News cinese, di recente introduzione, sarebbe modellato sulle necessità di censura del paese orientale. Alcune news appartenenti a siti censurati dal governo di Pechino non verrebbero pubblicate accedendo al portale da una connessione cinese.
Il tutto è emerso grazie alle segnalazioni giunte da un volontario di DynaWeb (proxy che permette agli utenti cinesi un accesso anonimo in grado di svincolarsi dalla potente censura governativa): in base alla località delle ricerche i risultati restituiti sono differenti, e in particolare sembrano essere tagliate fuori particolari testate.
Con tanto di screenshot viene dunque dimostrato come testate quali http://www.epochtimes.com.au/ o http://www7.chinesenewsnet.com/ non sono rintracciabili tra i risultati quando la ricerca avviene all'interno del territorio cinese.
Secondo quanto riferito da P2Pnet.net, il sito che ha fatto emergere la storia, Google attribuisce a «una varietà di motivi» la scelta di negare il link ad alcune testate, e tra tali motivi viene citata la fattiva impraticabilità dell'accesso al sito da talune località.
Il primo portavoce delle accuse contro il "Matrix" cinese è Bill Xia, CEO del DIT (Dynamic Internet Technology, il gruppo del servizio DynaWeb), il quale spinge direttamente sulla matrice ideologica i motivi del tutto. L'ipotesi di Xia sembra confermata da alcuni documenti interni pubblicati dal San Francisco Chronicle secondo i quali l'attività nel paese orientale sarebbe vincolata da leggi che arrivano anche a prevedere appositi filtri web per siti dai contenuti illegali.
Ancor più allarmante della notizia di una possibile censura delle notizie, è l'abilitazione nei normali risultati di ricerca del Google cinese del filtro "Safesearch" in modo permanente. Tale filtro ha la funzione di proteggere i minori dal materiale pornografico presente sul web. Se si effettuano però alcune particolari ricerche sul Google cinese, si viene avvertiti che il filtro "SafeSearch" è attivo. La cosa singolare è che le voci in questione sono ad esempio "Dalai Lama", "Falun Gong", assieme alle parole "libertà", "democrazia" e simili.
Altrettanto impressionante la censura relativa al movimento spirituale pacifista "Falun Gong". Il Google occidentale non risparmia le immagini della durezza della repressione del governo cinese ai danni di questa setta che chiede diritti civili e libertà religiosa per il popolo cinese. Sempre come da esempio seguente, il Google orientale restituisce ben altri risultati, riportando siti e commenti alla setta perfettamente allineati alla propaganda di regime.
Versione italiana
Versione Pin Ying
Versione cinese
Dalle pesanti accuse mosse dall'opinione pubblica, Google si difende ribadendo che si tratta semplicemente di controllo di pornografia e materiale illegale. Questo è facilmente smentibile da una prova diretta, eppure Google non modifica le proprie dichiarazioni.
Nel marzo 2010, Google ha deciso di reindirizzare il traffico verso il proprio sito di Hong Kong, eludendo in questo modo la forte censura Cinese. Il sito http://www.google.com.hk/ permette di effettuare ricerche non filtrate dal "Great Firewall". Però la censura resta: dalla Cina è ancora impossibile effettuare ricerche scomode per il regime, come quelle sul Tibet.
Alcune opzioni di ricerca avanzata [modifica]

Per approfondire, vedi la voce Comandi di Google.
Ricerca con "+" e "-", stringa esatta e carattere jolly [modifica]
Per cercare testi dove compaiono in sequenza (una subito dopo l'altra) due o più parole chiave occorre separarle col segno "+": es. l'istruzione "wikipedia+google" fa comparire le pagine in cui compare la parola wikipedia subito seguita da Google. Nelle posizioni più basse (con minore ranking) si trovano le pagine che risultano anche da una ricerca senza l'operatore "+" che non è esattamente l'operatore booleano "OR", in quanto oltre a cercare entrambi i termini nel testo, li cerca uno di seguito all'altro. Per cercare invece solo i risultati che contengono le due parole in sequenza si usano le virgolette ("), si scrive quindi la frase desiderata tra virgolette, e Google troverà solo i risultati che contengono l'intera frase.
In maniera complementare, l'operatore "-" esclude i testi che contengono una certa parola chiave, e funziona da filtro: es. "wikipedia -google" ricerca alcune pagine di Wikipedia, in ciascuna delle quali non compare la parola "google".
Se il testo è racchiuso fra doppie virgolette, Google ricerca le pagine Web che contengono esattamente la sequenza di caratteri digitata, senza altri spazi o caratteri intermedi. Esempio: "enciclopedia wikipedia" fornirà tutte le pagine che contengono di seguito le due parole digitate.
Il carattere jolly è il simbolo di asterisco. Esempio: "enciclopedia * wikipedia" fornirà tutte le pagine che contengono le due parole digitate di seguito e con un ulteriore stringa di caratteri intermedia.
Fornirà quindi anche "enciclopedia multilingue wikipedia", "enciclopedia, wikipedia", ma non "enciclopedia libera e multilingue wikipedia", che contiene più di un termine fra le due parole separate da asterisco.
Ricerca interna a un sito [modifica]
Per effettuare una ricerca di parole chiave all'interno di un sito occorre digitare l'istruzione:
site:nomesito.com spazio bianco e le parole chiave.
Un altro modo è scrivere nella barra degli indirizzi: www.google.it/custom?domain=www.nomesito. Compare una barra di Google con un'opzione selezionabile per la ricerca all'interno del sito richiesto. Altri comandi:
filetype:doc site:it.wikipedia.org, per cercare i documenti .doc nel sito Wikipedia.
intitle:"Directory of" site:it.wikipedia.org, per cercare una cartella di nome "Directory of" nel sito o una pagina che contiene nel testo le parole "Directory of".
Ricerca di una definizione [modifica]
Per cercare la definizione di un termine o il significato di un acronimo basta digitare nel campo di ricerca di Google "define: termine" dove "termine" indica la parola da cercare. Ad esempio "define: TCP" darà come risultato la definizione della sigla. I risultati di Google-define spesso sono di Wikipedia.
Ricerca dei link a un sito [modifica]
Digitando link:it.wikipedia.org (senza spazi e virgolette), si trovano tutti i siti che contengono un link all'indirizzo it.wikipedia.org o ai sottodomini, gli indirizzi come "it.wikipedia.org/Google", che contengono "it.wikipedia.org".
Conversione unità di misura e valute [modifica]
Digitando "1€ to USD" Google convertirà il valore di un euro in dollari americani. Funziona con tutte le valute e con le unità di misura di tutto il mondo.
Calcoli matematici e costanti [modifica]
Si può ottenere il risultato di un calcolo anche complicato digitandolo nel campo di ricerca utilizzando i comuni operatori matematici.
Esempi: 9*2, (5+6)/8, 2^16, sqr 81
Si possono anche introdurre le costanti matematiche e fisiche: c, e, G, h, k, pi, phi
Indicizzare una pagina web [modifica]
Occorre scrivere nella barra degli indirizzi http://www.google.it/addurl.html, e nella pagina aperta digitare l'URL della pagina web e le parole chiave. Se Google indicizza la pagina, essa comparirà fra i risultati.
Altre funzionalità particolari del motore di ricerca, anche in fase di beta testing, si trovano all'indirizzo http://labs.google.com/.
Curiosità [modifica]
Motore di Ricerca [modifica]
Così come scrivendo "pi" viene identificato il pi greco, inserendo answer to life, the universe and everything, ovvero la versione originale de La risposta alla domanda fondamentale sulla vita, l'universo e tutto quanto, il servizio calcolatrice[9] di Google riconoscerà la stringa come una costante matematica, e darà come risultato 42.[10]
Browser [modifica]
Nel menu opzioni di Google Chrome, il browser sviluppato da Google, è presente la stringa roba da smanettoni, che significa "roba da hacker", dato che hacker si traduce in "smanettone".
Bugs [modifica]
Il 31 gennaio 2009 Google ha vissuto il suo primo grave incidente a livello mondiale. Per circa un'ora tutti i siti risultati di qualsiasi ricerca (perfino il sito della stessa Google) presentavano la scritta Questo sito potrebbe arrecare danni al tuo computer; in caso di settaggi di sicurezza ordinariamente restrittivi sul computer dell'utente, poteva risultare impossibile o macchinoso seguire i link trovati. Dopo l'allarme lanciato da centinaia di blog e siti sul web, Google Inc. è intervenuta, prima rendendo noto che stava lavorando per riparare alcuni inconvenienti e poi risolvendo i guasti, specificando, qualche ora più tardi, che la causa è stato "un errore umano" di alcuni tecnici i quali avrebbero accidentalmente accluso il carattere "/" (che è presente in tutte le URL) fra gli elementi di riconoscimento dei siti contenenti malware.[11]
Il 25 giugno 2009, data della morte di Michael Jackson, il sito di Google è stato sospeso per circa 30 minuti, a causa dell'alto numero di accessi contemporanei sul suo nome.[12]
Logo [modifica]
Il logo di Google è stato disegnato da Ruth Kedar che ha usato come carattere il font Catull.
Cercando "ascii art" su Google, il logo del motore di ricerca assumerà lo stile Oldskool.
Il 21 maggio 2010 il logo di Google è stato cambiato con un logo raffigurante lo schema di gioco di Pac-Man con il quale era possibile giocare, in onore del trentesimo anno di vita del gioco.[13] Dato il successo, Google ha deciso di dedicare un'URL fissa al gioco.[14]
Digitando "mondiali 2010" durante il torneo in Sudafrica, in fondo alla pagina compariva il logo con i classici numeri di pagina della ricerca, con una differenza: non c'era scritto "google", bensì "goal", con tante "o" quante erano le pagine individuate.
Parodie e Imitazioni [modifica]
L'azienda americana Join the company ha creato una parodia del famoso motore di ricerca[15]: effettuando una ricerca, si viene automaticamente dirottati a caso tra le pagine dei risultati di Google. Al posto del tasto I'm feeling lucky ("mi sento fortunato") è stato posto il tasto I'm feeling unlucky ("mi sento sfortunato"). Cliccando sulle note legali, si legge che l'azienda che ha creato il sito parodia è un fan di Google, e che non potrebbe immaginare un motore di ricerca migliore. Tuttavia è in grado di studiarne uno peggiore.
È esistito un sito internet chiamato goggle.com, con un nome simile all'originale, che poteva ingannare gli utenti alle prime armi. Infatti se invece di digitare google.com, si digitava (per errore) goggle.com, si giungeva in un sito che distruggeva il PC, mediante l'installazione di devastanti virus.[16][17][18][19]In seguito, il sito è stato prima chiuso[20] e successivamente trasformato in un sito web commerciale.[21][22]
Google e il risparmio energetico [modifica]
Per ciascuna singola istanza di ricerca è stato calcolato, da Google stesso nel 2009, che viene emessa nell'atmosfera terrestre una quantità di CO2 pari a 7 grammi e viene impiegata/dissipata una energia equivalente a 1 kilojoule[23].
Intorno al 2001 lo United States Department of Energy spiegò in un articolo come, nei monitor a tubo catodico, fosse possibile risparmiare fino al 20% di energia elettrica utilizzando in prevalenza il nero o comunque colori scuri come sfondo.[24] Citando questo articolo, all'inizio del 2007 il blogger statunitense Mark Ontkush (che nella propria pagina personale si definisce green computing consultant, ossia consulente in informatica ecologica) pubblicò un articolo secondo il quale Google potrebbe far risparmiare al mondo un'enorme quantità di energia adottando uno sfondo nero al posto di quello bianco.[25]
Ispirata dal post di Ontkush, l'azienda australiana Heap Media creò Blackgoogle, un sito web che effettua ricerche appoggiandosi a Google, ma con sfondo nero.[26] In seguito nacquero altri front-end analoghi, tra i quali Gaatle, promosso da Lifegate,[27] The Dark Side of Google[28], Googlxe con funzionalità Extra [29], Neroogle e molti altri[30]
In molti hanno criticato sia l'articolo originale, sia il proliferare di front-end in nero: in particolare, il risparmio energetico effettivo sarebbe infatti inferiore rispetto a quanto dichiarato da Ontkush, inoltre il risparmio sarebbe nullo nei monitor a cristalli liquidi (lo studio del Department of Energy del 2001 si riferiva infatti solo ai tubi catodici), che tendono a essere sempre più diffusi e a soppiantare i tubi catodici.[30][31] Un test eseguito nel 2008 da Altroconsumo sui monitor LCD non ha rilevato differenze sostanziali tra una pagina bianca e una nera; anzi, in alcuni dei modelli presi in esame una schermata nera avrebbe addirittura comportato un consumo lievemente maggiore.[32]

Ricerche in HTTPS [modifica]

Logo della versione in HTTPS di Google
All’indirizzo https://www.google.com/ è possibile accedere alla versione beta del motore di ricerca protetto da SSL, protocollo di crittografia usato normalmente nelle applicazioni web che manipolano dati sensibili in trasferimento dal computer di chi le usa. La differenza con la versione normale di Google sta nella presenza nell’indirizzo di https a differenza del solito http, che indica appunto la presenza di una connessione protetta da SSL.[33]
Il progetto al momento non contempla l'utilizzo di implementazioni aperte di crittografia con analoghi livelli di sicurezza, come OpenSSL e una generale linea di Google, che di recente ha introdotto con VP8, il formato aperto .Ogg come nuova implementazione di Youtube.
Ancora in fase beta, lo scopo del progetto è quello di proteggere le ricerche effettuate sul web dai visitatori del motore, come già fatto precedentemente su Gmail. [34]
Il brevetto dell'homepage [modifica]
Dal 1 settembre 2009, dopo una richiesta da parte di Google inoltrata nel 2004, è stato accettato dall'United States Patent and Trademark Office un brevetto che mira a difendere il design minimalista della celebre pagina principale di Google. Il fatto in questione è senza precedenti, si tratta infatti del primo caso in assoluto in cui una pagina web o parte di essa viene protetta da un brevetto allo scopo di proteggerne la sua unicità.
International [modifica]
Google è disponibile in molte lingue ed è stato localizzato per molti paesi.[35]

Lingue [modifica]
Afrikaans
Akan
Albanese
Amarico
Arabo
Armeno
Azero
Basco
Bielorusso
Bengalese
Bihar
Bosniaco
Bretone
Bulgaro
Cambogiano (Khmer)
Catalano
Cinese semplificato
Cinese tradizionale
Corso
Croato
Ceco
Danese
Tedesco
Inglese (Regno Unito)
Inglese (Stati Uniti)
Esperanto
Estone
Faroese
Filippino
Finlandese
Francese
Frisone occidentale
Gallico
Georgiano
Germanico
Greco
Guaranì
Gujarati
Hausa
Creole Haitiana
Hawaiano
Ebraico
Hindi
Ungherese
Islandese
Igbo
Indonesiano
Interlingua
Irlandese
Italiano
Giapponese
Giavanese
Kannada
Kazako
Kinyarwanda
Coreano
Curdo
Kirghizo
Lao
Latino
Lettone
Lingala
Lituano
Luganda
Luo
Macedone
Malgascio
Malese
Malayalam
Maltese
Māori
Marathi
Creolo mauriziano
Moldavo (Romania)
Mongolo
Montenegrino
Nepalese
Norvegese
Norvegese (Nynorsk)
Occitano
Oriya
Oromo
Pashto
Persiano
Polacco
Portoghese (Brasile)
Portoghese (Portogallo)
Punjabi
Quechua
Rumeno
Romancio
Runyakitara
Russo
Gaelico Scozzese
Serbo
Serbo-Croato
Sesotho
Setswana
Shona
Sindhi
Singalese
Slovacco
Sloveno
Somalo
Spagnolo
Sundanese
Swahili
Svedese
Tagico
Tamil
Tataro
Telugu
Thai
Tigrino
Tongano
Turco
Turkmeno
Twi
Uiguro
Ucraino
Urdu
Uzbeko
Vietnamita
Gallese
Xhosa
Yiddish
Yoruba
Zulu

L'interfaccia è anche stata resa disponibile in alcune lingue per motivi umoristici:
Elmer Fudd
Hacker
Klingon
Pig Latin
Bork, bork, bork!
Pirate
Note [modifica]
^ http://dbpubs.stanford.edu:8090/pub/1998-8
^ http://blog.tsw.it/search-marketing/anche-google-italia-ha-una-nuova-interfaccia-grafica_0005763.html
^ http://blog.tsw.it/search-marketing/instant-previews-di-google-prime-impressioni_0007492.html
^ http://alexa.com/topsites
^ http://www.google.it/intl/it/webmasters/seo.html
^ http://www.mentecritica.net/google-ci-rende-davvero-stupidi/meccanica-delle-cose/il-futuro-e-nei-giovani/didychan/4525/
^ http://www.corriere.it/Primo_Piano/Scienze_e_Tecnologie/2006/01_Gennaio/25/google.shtml
^ http://www.zensur.freerk.com/google/
^ Descrizione della funzione "Calcolatrice".
^ I risultati di Google per la domanda fondamentale
^ Google si ferma per un "errore umano"
^ http://www.cwi.it/notizia/18297/2009-06-26/La-morte-di-Michael-Jackson-manda-in-tilt-Google.html
^ «Buon compleanno Pac-Man, firmato Google.», Punto Informatico, 21 maggio 2010. URL consultato in data 24 maggio 2010.
^ http://www.google.it/pacman/
^ http://unluckytime.com/
^ http://www.youtube.com/watch?v=R8Ep0seKlN8&translated=1
^ http://www.youtube.com/watch?v=6LDf7QTsib4&feature=related
^ http://www.youtube.com/watch?v=kjUBbXdF3Uk&feature=related
^ http://www.youtube.com/watch?v=9BbRw6Z6_Eo
^ http://www.youtube.com/watch?v=44q9zIIYSrE
^ http://www.youtube.com/watch?v=Fj4ZRJkrjI4&feature=related
^ http://www.youtube.com/watch?v=3wxhl6oXWd4&feature=related
^ http://googleblog.blogspot.com/2009/01/powering-google-search.html
^ DOA Energy Star. Monitor Energy Information in Internet Archive. 2001. URL consultato il 01-08-2008.
^ Mark Ontkush. Black Google Would Save 750 Megawatt-hours a Year in ecoIron. 20 gennaio 2007. URL consultato il 01-08-2008.
^ Blackle Italia
^ Gaatle
^ The Dark Side of Google
^ Googlxe Italia
^ a b Mark Ontkush. Facts and Fallacies on Black Google in ecoIron. 27 luglio 2007. URL consultato il 01-08-2008.
^ Paolo Attivissimo. Schermate scure per risparmiare energia? in Il Disinformatico. 24 luglio 2007. URL consultato il 01-08-2008.
^ Di circa 2 watt: «il maggior consumo (...) è dovuto alla chiusura dei transistor che regolano i pixel». Tratto da: Siti in abito scuro: schermo nero non riduce i consumi, in Hi-Test N.5, Milano, Altroconsumo Edizioni, gennaio 2008, p.6
^ Download Blog. Google mette le ricerche in HTTPS sotto SSL. 22/05/2010. URL consultato il 22/05/2010.
^ GMail HTTPS Definitivo
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Bibliografia [modifica]
Alessandro Melazzini, «Google, ma le notizie non sono un algoritmo», La Stampa, 14 agosto 2003
John Battelle. Google e gli altri. Come hanno trasformato la nostra cultura e riscritto le regole del business. Milano, Raffaello Cortina Editore, 2006. ISBN 88-6030-039-8.
Ippolita. Luci e ombre di Google. Milano, Giangiacomo Feltrinelli Editore (collana Nuova Serie Feltrinelli), 2007. (testo integrale in formato PDF disponibile sotto licenza Creative Commons) ISBN 978-88-07-71027-8
D. Vise e M. Malseed. Google Story. (in inglese) Egea.
Google Hacks. Tips & Tools for Smarter Searching. 2a ed. (in inglese) O'Reilly & Associates.
Gnassi B.; Noury R., "La rete che cattura. Il ruolo di Yahoo!, Microsoft e Google nelle violazioni dei diritti umani in Cina", EGA 2007.
Elmar Burchia. Google, il logo per un giorno senza «l», Corriere della Sera, 15 febbraio 2007 (testo dell'articolo)
Lavinia Hanay Raja "Come ti aggiro Google in 4 mosse" [1] Corriere della sera, 24 agosto 2008
Gruppo di ricerca Ippolita [2] Motore in Panne [3], Left-Avvenimenti, 12 settembre 2008
De Robbio La gestione dei diritti nelle digitalizzazioni di massa. Un'analisi alla luce del caso Google Book Search «Bibliotime», anno XII, numero 2 (luglio 2009)
Vincenzo Letta, «In Google we trust. Storia, vizi e virtu' di un motore di ricerca nordamericano», Tesi in Filosofia, Università di Pisa, con una intervista a Marco Pancini, European Policy Counsel di Google
Voci correlate [modifica]
Google Inc.
Google Friend Connect
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Altri progetti [modifica]
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Collegamenti esterni [modifica]
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Categoria: Google [altre]
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