Disturbi di memoria
Autore: Stefano Bussolon
Deficit di recupero dell'informazione
Se il trauma cranico risparmia le aree temporali danneggiando esclusivamente i lobi frontali, è possibile diagnosticare un problema di memoria piuttosto specifico, caratterizzato da un deficit di recupero dell'informazione. Pazienti con danno frontale tendono ad avere buone capacità di riconoscimento dell'informazione e cattive prestazioni nella produzione di materiale appreso. La prestazione deficitaria nei test di fluenza verbale, soprattutto nei test di fluenza fonemica, costituisce in fondo un caso particolare di deficit di recupero del materiale mnestico.
Per quanto concerne la memorizzazione di nuove informazioni, è possibile che il danno frontale possa portare ad un deficit di categorizzazione: le informazioni vengono memorizzate in maniera non strutturata, e questo ne rende difficoltoso il successivo recupero. Vengono dunque meno alcune strategie semantiche e contestuali che, in condizioni normali, giocano un ruolo importante nel memorizzare e nel recuperare le informazioni.
Amnesia post traumatica
L'amnesia post traumatica può aver luogo nel periodo immediatamente successivo al risveglio di un trauma cranico con perdita di conoscenza. L'amnesia post traumatica si caratterizza da due tipologie di sintomi: disorientamento e confabulazione.
Disorientamento
Possiamo distinguere fra disorientamento spaziale (incapacità di identificare il luogo fisico dove il paziente si trova) e disorientamento temporale (incapacità di stabilire una collocazione temporale agli eventi).
Autore: Stefano Bussolon
Deficit di recupero dell'informazione
Se il trauma cranico risparmia le aree temporali danneggiando esclusivamente i lobi frontali, è possibile diagnosticare un problema di memoria piuttosto specifico, caratterizzato da un deficit di recupero dell'informazione. Pazienti con danno frontale tendono ad avere buone capacità di riconoscimento dell'informazione e cattive prestazioni nella produzione di materiale appreso. La prestazione deficitaria nei test di fluenza verbale, soprattutto nei test di fluenza fonemica, costituisce in fondo un caso particolare di deficit di recupero del materiale mnestico.
Per quanto concerne la memorizzazione di nuove informazioni, è possibile che il danno frontale possa portare ad un deficit di categorizzazione: le informazioni vengono memorizzate in maniera non strutturata, e questo ne rende difficoltoso il successivo recupero. Vengono dunque meno alcune strategie semantiche e contestuali che, in condizioni normali, giocano un ruolo importante nel memorizzare e nel recuperare le informazioni.
Amnesia post traumatica
L'amnesia post traumatica può aver luogo nel periodo immediatamente successivo al risveglio di un trauma cranico con perdita di conoscenza. L'amnesia post traumatica si caratterizza da due tipologie di sintomi: disorientamento e confabulazione.
Disorientamento
Possiamo distinguere fra disorientamento spaziale (incapacità di identificare il luogo fisico dove il paziente si trova) e disorientamento temporale (incapacità di stabilire una collocazione temporale agli eventi).
Il disorientamento temporale risulta più frequente durante l'amnesia post traumatica e pare correlata ad una difficoltà a riconoscere l'ordine temporale degli eventi (memoria cronologica).
Confabulazione
La confabulazione si caratterizza come una produzione verbale senza senso, dove il paziente inventa avvenimenti falsi, inconsistenti, fantasticherie. Alcuni autori attribuiscono la confabulazione ad una forma di amnesia: il soggetto inventa le cose perché non le ricorda. In realtà vi può essere confabulazione senza amnesia ed amnesia senza confabulazione. Appare più probabile che la confabulazione produttiva sia uno degli epifenomeni della disinibizione frontale: il flusso associativo di pensieri, che nei soggetti normali viene inibito, nel traumatizzato cranico affetto da sintomi di confabulazione viene verbalizzato, senza che il soggetto si preoccupi della veridicità, plausibilità od accettabilità sociale di quello che dice.
L'amnesia post traumatica può costituire un predittore delle conseguenze a lungo termine del trauma cranica: se lo stato di disorientamento dura a lungo, risulta più difficoltoso il recupero delle funzioni cognitive normali.
Memoria cronologica
Uno dei prerequisiti dell'orientamento temporale consiste nella capacità di collocare in corretto ordine temporale gli eventi. Tale capacità può risultare deficitaria nella sindrome frontale.
Confabulazione
La confabulazione si caratterizza come una produzione verbale senza senso, dove il paziente inventa avvenimenti falsi, inconsistenti, fantasticherie. Alcuni autori attribuiscono la confabulazione ad una forma di amnesia: il soggetto inventa le cose perché non le ricorda. In realtà vi può essere confabulazione senza amnesia ed amnesia senza confabulazione. Appare più probabile che la confabulazione produttiva sia uno degli epifenomeni della disinibizione frontale: il flusso associativo di pensieri, che nei soggetti normali viene inibito, nel traumatizzato cranico affetto da sintomi di confabulazione viene verbalizzato, senza che il soggetto si preoccupi della veridicità, plausibilità od accettabilità sociale di quello che dice.
L'amnesia post traumatica può costituire un predittore delle conseguenze a lungo termine del trauma cranica: se lo stato di disorientamento dura a lungo, risulta più difficoltoso il recupero delle funzioni cognitive normali.
Memoria cronologica
Uno dei prerequisiti dell'orientamento temporale consiste nella capacità di collocare in corretto ordine temporale gli eventi. Tale capacità può risultare deficitaria nella sindrome frontale.
fonte: http://www.neuropsy.it/patologie/traumi/09.html
Disturbi cognitivi e comportamentali nei traumatizzati cranici
Prefazione di C. Podbersig
new MAGAZINE edizioni
Titolo & Autori
Indice
Prefazione di Claudio PodbersigTraumi cranio-encefaliciIntroduzioneEpidemiologiaFisiopatologiaAspetti cliniciEvoluzionePrevenzione e soccorso
Disturbi cognitivi IntroduzioneDisturbi dell'attenzioneDisturbi della memoriaAmnesia post-traumaticaDisturbi mnesici residui
Disturbi comportamentaliIntroduzioneSindrome uni/paucisintomaticaSindrome simil-nevroticaSindrome simil-psicoticaSindrome di deterioramento diffuso della personalitàDemenza post-traumaticaSindrome frontaleAltri disturbi del comportamentoAlterazioni della libidoDisturbi dell'umore
Quadri clinici particolariSindrome di Korsakoff post-traumaticaSindrome soggettiva del craniolesoSindrome di Klüver-BucySimulazione dei disturbi psichiciDisturbi fittiziDisturbi in soggetti che abusano di alcool e di sostanzeSindrome di GanserDisturbo post-traumatico da stressIdrocefalo post-traumaticoEpilessia post-traumatica
Diagnostica strumentale IntroduzioneValutazione neuroradiologica e neurofisiologicaValutazione neuropsicologica
Sociologia del disturbo post-traumaticoLavoroVita sociale: famiglia e stato civileAttività oziantiIstruzione
Trattamento riabilitativoBibliografia
Finale
I disturbi della memoria, in generale, possono essere di vario tipo. Possono riguardare anzitutto gli avvenimenti e le esperienze più recenti, vale a dire ciò che è avvenuto poche ore prima o pochi giorni prima.
Quando il paziente non riesce a ricordare queste cose si dice che ha un disturbo di memoria di fissazione.
Altre volte il disturbo di memoria riguarda fatti o eventi avvenuti al paziente molto tempo fa o comunque a notevole distanza dal momento attuale.
In questo caso si parla di disturbi della memoria di rievocazione.
Per poter avere un'idea di quale sia il disturbo della memoria di cui soffre il paziente, gli si può chiedere ad esempio di riferire quello che gli è successo o cosa ha fatto nelle ultime ore o negli ultimi giorni oppure di raccontare avvenimenti o fatti di alcuni anni prima.
Capire di quale disturbo della memoria si tratti è importante, in quanto spesso il depresso si lamenta di "dimenticare tutto", di "non riuscire a ricordare", di "avere difficoltà di memoria"; questa condizione va distinta dai disturbi simili che accusa invece chi ha un invecchiamento cerebrale precoce (demenza).
Nell'invecchiamento cerebrale precoce (demenza) vi è un'alterazione più o meno grave di ricordi recenti che risultano sempre perduti senza possibilità di rievocarli in alcun modo. Ad esempio il paziente non ricorda le persone con cui ha parlato il giorno prima o addirittura poche ore prima, dimentica dove ha messo i propri oggetti personali, ripete azioni già effettuate senza ricordare di averle già fatte e così via.
Nell'invecchiamento cerebrale precoce (demenza) i ricordi più antichi invece sono ben conservati e il paziente può rievocare in modo corretto episodi e fatti della sua vita passata.
Nella depressione, invece, non c'è una vera perdita dei ricordi né recenti né antichi ma piuttosto una difficoltà nel rievocarli. Ad esempio il paziente depresso può dire di non ricordare un fatto, un avvenimento o un'azione ma il ricordo può tornare successivamente in modo spontaneo o per un qualunque stimolo banale.
Altre volte il ricordo, apparentemente perduto, ritorna alla memoria se il paziente viene sollecitato, incoraggiato o stimolato. In ogni caso l'apparente disturbo di memoria può riguardare avvenimenti sia recenti che antichi senza un ordine preciso.
Nel paziente depresso, infatti, l'amnesia è solo apparente ed è più legata alla difficoltà di prestare attenzione agli stimoli e di rievocare ricordi che non alla presenza di lesioni cerebrali, come si verifica invece nella demenza.
Nella depressione, infatti, i disturbi della memoria regrediscono sempre con il miglioramento dei sintomi depressivi a seguito delle terapie specifiche.
Quando il paziente non riesce a ricordare queste cose si dice che ha un disturbo di memoria di fissazione.
Altre volte il disturbo di memoria riguarda fatti o eventi avvenuti al paziente molto tempo fa o comunque a notevole distanza dal momento attuale.
In questo caso si parla di disturbi della memoria di rievocazione.
Per poter avere un'idea di quale sia il disturbo della memoria di cui soffre il paziente, gli si può chiedere ad esempio di riferire quello che gli è successo o cosa ha fatto nelle ultime ore o negli ultimi giorni oppure di raccontare avvenimenti o fatti di alcuni anni prima.
Capire di quale disturbo della memoria si tratti è importante, in quanto spesso il depresso si lamenta di "dimenticare tutto", di "non riuscire a ricordare", di "avere difficoltà di memoria"; questa condizione va distinta dai disturbi simili che accusa invece chi ha un invecchiamento cerebrale precoce (demenza).
Nell'invecchiamento cerebrale precoce (demenza) vi è un'alterazione più o meno grave di ricordi recenti che risultano sempre perduti senza possibilità di rievocarli in alcun modo. Ad esempio il paziente non ricorda le persone con cui ha parlato il giorno prima o addirittura poche ore prima, dimentica dove ha messo i propri oggetti personali, ripete azioni già effettuate senza ricordare di averle già fatte e così via.
Nell'invecchiamento cerebrale precoce (demenza) i ricordi più antichi invece sono ben conservati e il paziente può rievocare in modo corretto episodi e fatti della sua vita passata.
Nella depressione, invece, non c'è una vera perdita dei ricordi né recenti né antichi ma piuttosto una difficoltà nel rievocarli. Ad esempio il paziente depresso può dire di non ricordare un fatto, un avvenimento o un'azione ma il ricordo può tornare successivamente in modo spontaneo o per un qualunque stimolo banale.
Altre volte il ricordo, apparentemente perduto, ritorna alla memoria se il paziente viene sollecitato, incoraggiato o stimolato. In ogni caso l'apparente disturbo di memoria può riguardare avvenimenti sia recenti che antichi senza un ordine preciso.
Nel paziente depresso, infatti, l'amnesia è solo apparente ed è più legata alla difficoltà di prestare attenzione agli stimoli e di rievocare ricordi che non alla presenza di lesioni cerebrali, come si verifica invece nella demenza.
Nella depressione, infatti, i disturbi della memoria regrediscono sempre con il miglioramento dei sintomi depressivi a seguito delle terapie specifiche.
fonte: http://oasiblu.com/dep/dep41.htm
Esame delle funzioni mentali
Nell’esame neurologico è importante valutare le funzioni mentali non solo perché diverse malattie neurologiche presentano disturbi mentali associati al quadro clinico, ma anche perché in alcuni casi questi disturbi rappresentano i sintomi iniziali.
Nell’indagine delle funzioni mentali occorre considerare
atteggiamento generale e attività psicomotoria (espressione mimica, ipo-iperattività, stereotipie, linguaggio spontaneo ecc.)
funzione percettiva per verificare la presenza di illusioni (percezione inadeguata dell’oggetto), di allucinazioni (percezione senza oggetto), di pseudo allucinazioni (voci interne).
stato di coscienza che si possono dividere in
alterazioni episodiche o transitorie (epilessia, sincope, commozione cerebrale, narcolessia)
alterazioni prolungate o durature che comprendono:
stato confusionale, dove si ha una compromissione parziale della coscienza(destrutturazione parziale): disorientamento spazio-temporale, disturbi dell’attenzione, turbe mnesiche, disturbi del comportamento e del’affettività
coma, dove si assiste a una diminuzione fino all’abolizione dello stato di coscienza, delle funzioni relazionali-somatiche (motilità, sensibilità, espressione e comprensione verbale), delle funzioni vegetative (attività cardiaca, respiratoria e pressoria)
Per valutare il livello di gravità del coma viene usata la Glasgow Coma Scale
Ad ogni tipo di stimolo viene assegnato un punteggio e la somma dei tre punteggi costituisce l'indice GCS; in alternativa, tale indice può venire espresso in forma analitica (EVM) con i tre punteggi separati. L'indice può andare da 3 oppure E1 V1 M1 (coma profondo) a 15 oppure E4 V5 M6 (paziente sveglio e cosciente).
4. funzioni intellettive, quali apprendimento e memoria, pensiero, giudizio e logica
a. memoria, distinta in memoria di fissazione e memoria di rievocazione
disturbi mnesici quantitativi:
amnesia di fissazione (anterograda) si riferisce all’incapacità a fissare nuovi ricordi. Il paziente, dopo pochi secondi, dimentica gli avvenimenti. Un test di facile esecuzione per evidenziare la presenza di amnesia di fissazione è la prova dei tre oggetti: l’esaminatore tiene ben visibili sul palmo della mano tre piccoli oggetti (una moneta, un pezzo di carta, un fermaglio) invitando il paziente a nominarli. Appena nominati, l’esaminatore nasconde gli oggetti chiudendo la mano a pugno e subito pone al paziente una domanda che riguarda la memoria di rievocazione (es. data di nascita), distogliendo l’attenzione dai tre oggetti. Ottenuta la risposta al nuovo quesito, viene chiesto al paziente di nominare di nuovo i tre oggetti nascosti nel pugno. Una variante è quella di porre gli oggetti in un cassetto che poi verrà chiuso.
L’amnesia di fissazione è presente nei traumi cranici, nelle sindromi psicorganiche e nelle demenze, tipicamente nelle fasi iniziali della demenza di Alzheimer.
amnesia di rievocazione o disturbo della memoria a lungo termine, può interessare la maggior parte degli avvenimenti passati (amnesia globale) o un periodo circoscritto (amnesia lacunare).Se il deficit mnesico riguarda avvenimenti precedenti all’inizio del disturbo si parla di amnesia retrograda (non ricordo il tipo di automobile acquistata prima dell’incidente), per avvenimenti posteriori di amnesia anterograda (non ricordo il tipo di automobile acquistata dopo l’incidente), anche se spesso può esserci un quadro misto (amnesia antero-retrograda). L’amnesia di rievocazione o della memoria a lungo termine è presente nei traumi cranici, nelle atrofie cerebrali, nelle encefalopatie tossiche, infettive e di altra natura.
disturbi mnesici qualitativi, che comprendono i falsi riconoscimenti e le confabulazioni, definite come ricordi immaginari che compensano il deficit mnesico (alcoolisti, sindrome di Korsakow, demenze)
b. orientamento, capacità del riconoscimento dell’ambente, del periodo temporale, di persone…
Al paziente viene chiesto di indicare il proprio indirizzo, il luogo in cui si trova, l’ora, il mese, l’anno, di identificare i propri familiari ecc. Il disorientamento è tipici delle malattie cerebrali organiche diffuse, come le demenze.
c. pensiero
Nei disturbi del pensiero rientrano la fuga delle idee (stati maniacali), l’inibizione del pensiero (stati depressivi), la dissociazione (schizofrenia), il delirio (lucido o confuso), l’incoerenza (stati confusionali), il pensiero compulsivo o ossessivo
d. intelligenza
- oligofrenia è il deficit intellettivo congenito o insorto prima dell’età evolutiva
- demenza è il deficit intellettivo insorto in una persona adulta con intelligenza già sviluppata
5. affettività
Stato ansioso, stato depressivo, stato euforico, stato maniacale, labilità e incontinenza emotiva
6. personalità
Le alterazioni della personalità si possono evidenziare in modo importante nelle sindromi psicorganiche
- Sindromi psicorganiche
Si evidenziano nelle lesioni cerebrali organiche con caratteristiche diverse rispetto ai disturbi psichici presenti nelle malattie mentali
- Psicosindrome cerebrale diffusa cronica
Cause: cerebropatia da aterosclerosi diffusa, da sostante tossiche (alcool, monossido di carbonio ecc.), da malattie degenerative del SNC (corea di Huntington, atassie spinocrebellari, ecc.), da infezioni ecc.
Sintomi prevalenti: disturbi menesici con deficit della memoria immediata e a breve termine, confabulazioni, disorientamento spazio-temporale; disturbi del pensiero con impoverimento delle idee (pensiero a cannocchiale); labilità emotiva e affettiva.
- Psicosindrome cerebrale diffusa acuta
Psicosindromi acute dovute a malattie extracerebrali o a encefalopatie acute.
Cause extracerebrali: malattie infettive (sepsi), intossicazioni esogene (farmaci, droghe, monossido di carbonio), intossicazioni esogene (insufficienza renale, epatica, dismetabolismi), disturbi cardiovascolari acuti
Cause cerebrali: encefalopatie infiammatorie, parassitarie, tumori, traumi cranici
Sintomi prevalenti: disturbi della cosienza (coma, stato confusionale, incontinenza sfinterica, rallentamento del pensiero, deficit mnesici, illusioni, allucinazioni, allucinosi (alcoolica), apatia, irritazione, aggressività, depressione.
In generale le turbe psichiche si manifestano con oscillazioni dei sintomi in un arco temporale breve.
- Psicosindromi cerebrali organiche da lesione a focolaio e le psicosindromi endocrine (Basedow, coma diabetico, coma ipoglicemico, malattie del surrene, dell’ipofisi
fonte: http://www.simg.it/default2.asp?active_page_id=8434. funzioni intellettive, quali apprendimento e memoria, pensiero, giudizio e logica
a. memoria, distinta in memoria di fissazione e memoria di rievocazione
disturbi mnesici quantitativi:
amnesia di fissazione (anterograda) si riferisce all’incapacità a fissare nuovi ricordi. Il paziente, dopo pochi secondi, dimentica gli avvenimenti. Un test di facile esecuzione per evidenziare la presenza di amnesia di fissazione è la prova dei tre oggetti: l’esaminatore tiene ben visibili sul palmo della mano tre piccoli oggetti (una moneta, un pezzo di carta, un fermaglio) invitando il paziente a nominarli. Appena nominati, l’esaminatore nasconde gli oggetti chiudendo la mano a pugno e subito pone al paziente una domanda che riguarda la memoria di rievocazione (es. data di nascita), distogliendo l’attenzione dai tre oggetti. Ottenuta la risposta al nuovo quesito, viene chiesto al paziente di nominare di nuovo i tre oggetti nascosti nel pugno. Una variante è quella di porre gli oggetti in un cassetto che poi verrà chiuso.
L’amnesia di fissazione è presente nei traumi cranici, nelle sindromi psicorganiche e nelle demenze, tipicamente nelle fasi iniziali della demenza di Alzheimer.
amnesia di rievocazione o disturbo della memoria a lungo termine, può interessare la maggior parte degli avvenimenti passati (amnesia globale) o un periodo circoscritto (amnesia lacunare).Se il deficit mnesico riguarda avvenimenti precedenti all’inizio del disturbo si parla di amnesia retrograda (non ricordo il tipo di automobile acquistata prima dell’incidente), per avvenimenti posteriori di amnesia anterograda (non ricordo il tipo di automobile acquistata dopo l’incidente), anche se spesso può esserci un quadro misto (amnesia antero-retrograda). L’amnesia di rievocazione o della memoria a lungo termine è presente nei traumi cranici, nelle atrofie cerebrali, nelle encefalopatie tossiche, infettive e di altra natura.
disturbi mnesici qualitativi, che comprendono i falsi riconoscimenti e le confabulazioni, definite come ricordi immaginari che compensano il deficit mnesico (alcoolisti, sindrome di Korsakow, demenze)
b. orientamento, capacità del riconoscimento dell’ambente, del periodo temporale, di persone…
Al paziente viene chiesto di indicare il proprio indirizzo, il luogo in cui si trova, l’ora, il mese, l’anno, di identificare i propri familiari ecc. Il disorientamento è tipici delle malattie cerebrali organiche diffuse, come le demenze.
c. pensiero
Nei disturbi del pensiero rientrano la fuga delle idee (stati maniacali), l’inibizione del pensiero (stati depressivi), la dissociazione (schizofrenia), il delirio (lucido o confuso), l’incoerenza (stati confusionali), il pensiero compulsivo o ossessivo
d. intelligenza
- oligofrenia è il deficit intellettivo congenito o insorto prima dell’età evolutiva
- demenza è il deficit intellettivo insorto in una persona adulta con intelligenza già sviluppata
5. affettività
Stato ansioso, stato depressivo, stato euforico, stato maniacale, labilità e incontinenza emotiva
6. personalità
Le alterazioni della personalità si possono evidenziare in modo importante nelle sindromi psicorganiche
- Sindromi psicorganiche
Si evidenziano nelle lesioni cerebrali organiche con caratteristiche diverse rispetto ai disturbi psichici presenti nelle malattie mentali
- Psicosindrome cerebrale diffusa cronica
Cause: cerebropatia da aterosclerosi diffusa, da sostante tossiche (alcool, monossido di carbonio ecc.), da malattie degenerative del SNC (corea di Huntington, atassie spinocrebellari, ecc.), da infezioni ecc.
Sintomi prevalenti: disturbi menesici con deficit della memoria immediata e a breve termine, confabulazioni, disorientamento spazio-temporale; disturbi del pensiero con impoverimento delle idee (pensiero a cannocchiale); labilità emotiva e affettiva.
- Psicosindrome cerebrale diffusa acuta
Psicosindromi acute dovute a malattie extracerebrali o a encefalopatie acute.
Cause extracerebrali: malattie infettive (sepsi), intossicazioni esogene (farmaci, droghe, monossido di carbonio), intossicazioni esogene (insufficienza renale, epatica, dismetabolismi), disturbi cardiovascolari acuti
Cause cerebrali: encefalopatie infiammatorie, parassitarie, tumori, traumi cranici
Sintomi prevalenti: disturbi della cosienza (coma, stato confusionale, incontinenza sfinterica, rallentamento del pensiero, deficit mnesici, illusioni, allucinazioni, allucinosi (alcoolica), apatia, irritazione, aggressività, depressione.
In generale le turbe psichiche si manifestano con oscillazioni dei sintomi in un arco temporale breve.
- Psicosindromi cerebrali organiche da lesione a focolaio e le psicosindromi endocrine (Basedow, coma diabetico, coma ipoglicemico, malattie del surrene, dell’ipofisi
per LA RIABILITAZIONE DEL PAZIENTE CON DISTURBI MNESICI usa le frecce per sfogliare le slide
zanardiriabcognit0506lez5.ppt Det3
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