Tra i 22 indagati tre big del settore: Turrini , Bedeschi e Ascari. Oltre a dirigenti di banca, professionisti, consulenti di tribunale
Bologna, 2 febbraio 2011 - BIG della cooperazione che entrano nei consigli di amministrazione, altri che escono. Nelle maglie dell’inchiesta su Uni Land restano invischiati due amministratori, Adriano Turrini (Coop Costruzioni) e Paolo Bedeschi (Coop Reno), ma anche un tributarista che per le coop lavorava, leggi Riccardo Ascari.
E dai verbali, dall’ordinanza del giudice per le indagini preliminari Bruno Perla, si ricostruisce la fitta rete di rapporti tra personaggi di spicco del mondo cooperativo e la società di ‘Zibi’ da Monghidoro. Dove la rilevanza penale, per ora, è evidenziata in fase preliminare solo per Turrini, Bedeschi e Ascari. Un altro professionista, indagato, aveva lavorato in passato con le coop ma non era stato direttamente un dipendente. E Turrini e Bedeschi sono stati indagati in qualità di consiglieri indipendenti.
In passato però altri amministratori o professionisti legati al mondo cooperativo (gli investigatori ne contano almeno quattro, il più noto è Pierluigi Stefanini, passato da Uni Land prima di presiedere Unipol) hanno fatto parte dei board. Non tutti però hanno avuto responsabilità penali. Come dire: spesso le strade portavano esponenti del mondo delle coop a sedere nel cda della società del genietto della finanza e degli immobili.
COINCIDENZA? Che le coop conoscessero Uni Land nessuno lo nega. «Il nome l’avevo sentito — dice il presidente di Legacoop Gianpiero Calzolari —. Ma personalmente non li conosco. Per me però non ci sono tante verità. L’unica è questa: gli amministratori coinvolti hanno avuto un ruolo marginale. Escludo un coinvolgimento cooperativo in operazioni illecite». Illecite, va precisato. Ma un coinvolgimento, di qualsiasi tipo, anche non di rilevanza penale, c’è stato? Turrini specifica di non aver avuto mai «alcun tipo di delega» e di essersi fidato, nel firmare i bilanci, di «sindaci e revisori» oltre che di «periti indipendenti». Il suo ruolo in questa vicenda? «E’ del tutto marginale», e, aggiunge, se mai Mezzini, Morsenchio e Zuffa risultassero davvero colpevoli, «non si potrebbe che concludere che sarei stato vittima di un raggiro».
Le difese sono chiare. Ma le carte? Turrini e Ascari, con altri, «avrebbero ingannato soci e pubblico anche al fine di conseguire un ingiusto profitto, esponendo nel bilancio di House Building fatti materiali non rispondenti al vero». Ascari e Bedeschi avrebbero invece «causato un danno patrimoniale a soci e creditori di Uni Land riportando nel bilancio sopravvalutazioni e alterazioni della rappresentazione della situazione economica della società». Le società della galassia Uni Land avevano spesso rapporti con le coop: ma questo non è reato, dice Bedeschi. Anche se la Procura vuole vederci chiaro.
IMMOBILI, scritture private, azioni, relazioni gonfiate. Si parla anche di «conflitti d’interesse». «Il capitale sociale di Uni Land è variato più volte a seguito di aumenti gratuiti o riservati, attuati attraverso le riserve pre-costituite per mezzo dei conferimenti ‘gonfiati’ grazie alle false perizie», scrive il gip. E in mezzo a questo sono transitate le coop, con gli amministratori che avrebbero saputo tutto. Non sarà coinvolgimento, ma di sicuro imbarazzo.
Valerio Baroncini
LA DIFESA Bedeschi: "Ma non è scandaloso guardarsi intorno nel mondo degli affari"IL BLITZ Sequestrate azioni per milioni di euro, arresti a Uniland
GUARDA IL VIDEO DELLA GUARDIA DI FINANZA
E dai verbali, dall’ordinanza del giudice per le indagini preliminari Bruno Perla, si ricostruisce la fitta rete di rapporti tra personaggi di spicco del mondo cooperativo e la società di ‘Zibi’ da Monghidoro. Dove la rilevanza penale, per ora, è evidenziata in fase preliminare solo per Turrini, Bedeschi e Ascari. Un altro professionista, indagato, aveva lavorato in passato con le coop ma non era stato direttamente un dipendente. E Turrini e Bedeschi sono stati indagati in qualità di consiglieri indipendenti.
In passato però altri amministratori o professionisti legati al mondo cooperativo (gli investigatori ne contano almeno quattro, il più noto è Pierluigi Stefanini, passato da Uni Land prima di presiedere Unipol) hanno fatto parte dei board. Non tutti però hanno avuto responsabilità penali. Come dire: spesso le strade portavano esponenti del mondo delle coop a sedere nel cda della società del genietto della finanza e degli immobili.
COINCIDENZA? Che le coop conoscessero Uni Land nessuno lo nega. «Il nome l’avevo sentito — dice il presidente di Legacoop Gianpiero Calzolari —. Ma personalmente non li conosco. Per me però non ci sono tante verità. L’unica è questa: gli amministratori coinvolti hanno avuto un ruolo marginale. Escludo un coinvolgimento cooperativo in operazioni illecite». Illecite, va precisato. Ma un coinvolgimento, di qualsiasi tipo, anche non di rilevanza penale, c’è stato? Turrini specifica di non aver avuto mai «alcun tipo di delega» e di essersi fidato, nel firmare i bilanci, di «sindaci e revisori» oltre che di «periti indipendenti». Il suo ruolo in questa vicenda? «E’ del tutto marginale», e, aggiunge, se mai Mezzini, Morsenchio e Zuffa risultassero davvero colpevoli, «non si potrebbe che concludere che sarei stato vittima di un raggiro».
Le difese sono chiare. Ma le carte? Turrini e Ascari, con altri, «avrebbero ingannato soci e pubblico anche al fine di conseguire un ingiusto profitto, esponendo nel bilancio di House Building fatti materiali non rispondenti al vero». Ascari e Bedeschi avrebbero invece «causato un danno patrimoniale a soci e creditori di Uni Land riportando nel bilancio sopravvalutazioni e alterazioni della rappresentazione della situazione economica della società». Le società della galassia Uni Land avevano spesso rapporti con le coop: ma questo non è reato, dice Bedeschi. Anche se la Procura vuole vederci chiaro.
IMMOBILI, scritture private, azioni, relazioni gonfiate. Si parla anche di «conflitti d’interesse». «Il capitale sociale di Uni Land è variato più volte a seguito di aumenti gratuiti o riservati, attuati attraverso le riserve pre-costituite per mezzo dei conferimenti ‘gonfiati’ grazie alle false perizie», scrive il gip. E in mezzo a questo sono transitate le coop, con gli amministratori che avrebbero saputo tutto. Non sarà coinvolgimento, ma di sicuro imbarazzo.
Valerio Baroncini
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