Pietro Berti

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Anchorage

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sabato 5 febbraio 2011

INDAGINE UNI LAND, BER BANCA & (RED)COOP


finanza di carta
Indagati Ascari e Bedeschi Valanga Uni Land sulle coop
False comunicazioni sociali per il ruolo nell'impero di Mezzini

La rosa degli indagati della maxi inchiesta sul patron di Uni Land, il ragazzo prodigio Alberto Mezzini, arrestato insieme a Claudio Monserchio e Maurizio Zuffa, investor relator e ad della controllata House Buildind, conta figure di spicco del movimento cooperativo. Avvisi di garanzia sono stati notificati al presidente di Coop costruzioni Adriano Turrini per il suo ruolo di consigliere indipendente di House Building, a Paolo Bedeschi, consigliere di Uni Land e fondatore della Coop Reno. Per entrambi la pm Antonella Scandellari ipotizza le false comunicazioni sociali.
Turrini, che avrebbe una posizione defilata, allontana le accuse: «Il mio ruolo è stato del tutto marginale e, qualora venissero appurati i reati contestati a Mezzini, Monserchio e Zuffa sarei vittima di un raggiro». Anche Bedeschi, dall’estate vicepresidente vicario di Uni Land, si difende: «Come consigliere indipendente in buona fede ho avallato quei bilanci i cui valori erano confermati ogni sei mesi dalle perizie. Se penso all’elenco infinito di terreni e immobili che secondo le stime valevano 500 milioni di euro, posso dire che l’impero si toccava, non era certo di carta. Mezzini aveva una filosofia d’impresa assolutamente nuova, quella del land banking, mai avuto il dubbio che fosse tutto traballante».
Nel cda e sott’accusa figurano anche la moglie di Mezzini, Isabella Tonini, Enrico Montanari, il presidente del cda Riccardo Ascari (ex tributarista di Coop Reno) e il commercialista Alessandro Arienti, sindaco di House Building. Risponde di gestione infedele di patrimoni Paolo Lelli, direttore del commissariato Banco emiliano romagnolo. Per la Finanza, l’incredibile scalata di Mezzini sarebbe stata favorita da due periti del Tribunale, Sergio Graziosi e Simone Bartele.
Tra i beni gonfiati, secondo l’accusa, c’è un terreno a San Lazzaro comprato a 6 milioni di euro e stimato 34 milioni contro i 12 fissati dal consulente del pm (+ 445%). L’inghippo starebbe nella «ottimistica» dichiarazione di edificabilità attribuita prima della relativa variante. Stesso discorso per la perizia sulla realizzabilità di 5 progetti immobiliari di Uni Land. C’è poi Mauro Cassanelli, perito giurato poi nominato sindaco di una società di Mezzini in «totale assenza di requisiti di indipendenza» secondo il giudice. Mezzini aveva ottimi referenti in Ber banca, dove Claudio Monserchio agiva nella duplice veste di investor relator della banca e di House Building. Lelli e Monserchio «su istigazione di Mezzini avrebbero posto in essere operazioni di acquisizione di titoli Uni Land, inserendoli in numerosi patrimoni gestiti così da arrecare un danno agli investitori di 163 mila euro di perdite e altre potenziali di 402 mila». A rimetterci 35 clienti mentre, per l’accusa, la banca avrebbe ottenuto «ingiusti profitti per 386 mila euro», per commissioni «sproporzionate del 12%». Nell’ordinanza del gip Bruno Perla, Mezzini è il dominus incontrastato: «Ha sempre esercitato un’attività di dominio nel proprio esclusivo interesse, piuttosto che in quello di Uni Land, realizzato tramite l’influenza dominante sugli organi di controllo — scrive il gip — e concretizzata con l’obbligo per amministratori e sindaci, di attenersi alle strategie imprenditoriali impartite, escludendo ogni autonomia di valutazione e decisione».
Tutti insomma seguivano il disegno di Mezzini che avrebbe manipolato pure le carte inviate agli ispettori Consob. Le conclusioni del gip lasciano però spazio a dubbi sul ruolo dei periti su cui «ci sono labili elementi per affermare che le loro condotte siano caratterizzate da dolo — scrive il gip — atteso che la diversità tra le consulenze di parte e quelle dei periti del pm sono rappresentate da divergenze tecniche e non obiettive». Mezzini, difeso dall’avvocato Luigi Stortoni, Monserchio, dall’avvocato Giuseppe Cricchio, e Zuffa, dall’avvocato Guido Longobardi, saranno interrogati lunedì. Ieri intanto il cda di House Building ha accettato le dimissioni di Mezzini e Zuffa e incaricato una società di revisione di verificare asset e situazione patrimoniale.
Amelia Esposito Gianluca Rotondi03 febbraio 2011 fonte http://corrieredibologna.corriere.it/bologna/notizie/cronaca/2011/3-febbraio-2011/uni-land-gli-indagati-anche-amministratori-coop-181392559700.shtml


vicenda uni land
Ber Banca trascinata nell'«affaire»:un'altra tegola per i correntisti
Morsenchio avrebbe venduto titoli gonfiati

Fra le vittime delle spregiudicate operazioni di Alberto Mezzini & co., una vera e propria manipolazione del mercato secondo l’accusa, ci sono anche gli sventurati correntisti di Ber Banca. Come se di guai non avessero avuti già abbastanza.
Il nome della banca bolognese finita sotto inchiesta e commissariata per un buco da 170 milioni di euro torna spesso nella Mezzini story. È infatti un ex gestore clienti di Ber Banca, Claudio Morsenchio, finito anche lui ai domiciliari. Dallo stesso istituto di credito proviene uno dei consiglieri di Uni Land spa, Alfonso Marino: il suo curriculum ci informa che è stato segretario del comitato promotore per la costituzione del Banco Emiliano Romagnolo (Ber Banca, appunto), poi consigliere segretario del cda di Ber fin dalla sua costituzione e membro del comitato esecutivo dal luglio 2000. Lo stesso Mezzini aveva in passato acquistato il 10% delle quote di Ber tramite la holding lussemburghese Cem Lux, ma era stato costretto a cederle per un conflitto di interessi rilevato dalla Banca d’Italia. Poi ci sono i risparmiatori, usati a loro insaputa per aiutare la scalata in borsa di Uni Land attraverso la vendita di titoli dal valore gonfiato.
Il danno al 2006 è di 200mila euro, ma secondo le stime della Finanza quello potenziale può arrivare a 600mila. Il meccanismo, così come ricostruito dall’accusa, è terribilmente semplice: Ber Banca avrebbe acquistato azioni Uni Land nella fase di lancio del titolo in borsa e Morsenchio, che fino al 2007 si è occupato della gestione dei clienti dell’istituto di credito, complice di Mezzini avrebbe convinto i correntisti a comprare le azioni inserendole nel loro portafoglio. Come è noto, però, il valore sulla carta di queste azioni era molto superiore a quello reale. Erano appunto semplici pezzi di carta, secondo gli investigatori. Da qui il danno ai risparmiatori. Morsenchio, poi, nel 2007, cioè dopo il salto in borsa della società di Mezzini, passò a fare da investor relator in Uni Land. Oltre a lui sono coinvolti nell’inchiesta anche altri due funzionari dell’istituto bancario bolognese.
A. Esp.03 febbraio 2011 fonte: http://corrieredibologna.corriere.it/bologna/notizie/cronaca/2011/3-febbraio-2011/ber-banca-trascinata-affaire-altra-tegola-correntisti--181388772503.shtml


Fine corsa per la bolla Uni Landtre arresti e stop in Borsa
di VITTORIA PULEDDA

Sospensione in Borsa per tutta la giornata per Uni Land (mentre la controllata House Building è sospesa a tempo indeterminato dall'Aim Italia dal 14 maggio). La decisione è stata presa dopo che oggi sono scattati gli arresti domiciliari per Alberto Mezzini, deus ex machina di Uni Land, per Claudio Monserchio e per Maurizio Zuffa, suoi collaboratori a vario titolo nella vicenda; in totale sono 22 gli indagati, tra cui agenti di cambio e periti che avrebbero favorito l'ascesa di Uni Land. La società e i suoi vertici sono da tempo nel mirino della Consob, che ha sanzionato Mezzini per un totale di 1,353 milioni di euro per violazione della normativa sull'internal dealing e abusi di mercato (fatto segnalato nel 2009 alle procure di Bologna e Milano). Oggi le misure della Procura di Bologna, secondo cui il patrimonio della società sarebbe stato gonfiato grazie alle stime di "compiacenti periti" che avrebbero sovrastimato il valore degli asset immobiliari anche del 700%. Poi, dal 2006 in poi, Mezzini avrebbe recuperato denaro simulando in maniera illecita un forte interesse del mercato verso le proprie azioni. Anche Ber Banca, l'istituto bolognese commissariato da Bankitalia e sotto inchiesta per un buco di circa 170 milioni, è coinvolta nella vicenda Uni Land. Claudio Monserchio, uno dei tre arrestati, aveva lavorato fino al 2006 nell'area gestione di Ber per poi passare a Uni Land come investor relator. E proprio Ber avrebbe acquistato e inserito nei portafogli dei risparmiatori azioni Uni Land dal valore gonfiato. Secondo
le stime approssimative della Procura il danno sarebbe di almeno 200.000 euro, a cui potenzialmente potrebbero aggiungersene altri 400.000. Attraverso questi investimenti, è l'accusa, Ber avrebbe aiutato Uni Land a ricostituire il flottante minimo per l'entrata in Borsa. Lo stesso Mezzini aveva acquistato il 10% delle quote di Ber tramite la holding lussemburghese Cemlux, ma era stato costretto a cederle per un conflitto di interesse rilevato dalla Banca d'Italia. Oltre a Monserchio sono coinvolti nell'inchiesta anche altri due funzionari dell'istituto bancario.
(02 febbraio 2011) fonte: http://www.repubblica.it/rubriche/il-caso-del-giorno/2011/02/02/news/fine_corsa_per_la_bolla_uni_land_tre_arresti_e_stop_in_borsa-11988861/

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