Magistratura democratica è un'associazione aperta alla adesione di tutti i magistrati (art. 1 dello statuto) che aderisce, in sede nazionale, all'Associazione nazionale magistrati (ANM) e, in sede europea, a Magistrats europeèns pour la démocratie et les libertés (Medel).
Pur essendo una componente dell'Anm, md ha, rispetto a quest'ultima, una precisa autonomia, non solo in termini statutari, ma anche nella concreta partecipazione alle iniziative delle due associazioni: è possibile l'adesione a md senza adesione all'Anm.
Md ha organi di stampa propri (Il Notiziario, Questione Giustizia e Diritto, immigrazione e cittadinanza, quest'ultimo curato insieme all'ASGI), e aderisce -come detto - a Medel di cui non fa parte l'Anm.
Gli scopi di md non sono contenuti nello statuto ma sono chiaramente desumibili, oltre che dalla sua storia, da quelli indicati nello statuto di Medel, il cui art. 3 recita:
"L'Associazione ha come obiettivi:
lo sviluppo di una cultura giurisdizionale europea fondata sul rispetto, in ogni circostanza, dei principi dello Stato di diritto democratico, tra i quali spiccano in primo luogo il rispetto dei diritti dell'uomo e delle libertà fondamentali;
la protezione delle differenze tra gli esseri umani e dei diritti delle minoranze, specialmente dei diritti degli immigrati e dei meno abbienti, in una prospettiva di emancipazione sociale dei più deboli;
il sostegno all'integrazione comunitaria europea, in vista della creazione di una unione politica europea preoccupata della giustizia sociale;
la difesa dell'indipendenza del potere giudiziario nei confronti sia di ogni altro potere che di interessi particolari;
la ricerca e la promozione delle tecniche organizzative idonee a garantire un servizio giudiziario rispondente al principio di trasparenza e tale da permettere il controllo dei cittadini sul suo funzionamento;
la democratizzazione della magistratura, nel reclutamento e nelle condizioni di esercizio della professione, sostituendo il principio democratico a quello gerarchico, specialmente nel governo del corpo giudiziario;
l'affermazione del diritto dei magistrati, come di tutti i cittadini, alle libertà di riunione e azione collettiva;
la promozione di una cultura giuridica democratica tra i magistrati dei diversi paesi, attraverso lo scambio di informazioni e lo studio di argomenti comuni."
Allegati
Appunti per una storia di Magistratura democratica di Livio Pepino
Storia di MD
Magistratura democratica nasce nel 1964. All'inizio di quel decennio- caratterizzato da tanti fermenti di rinnovamento - inizia l'esperienzapolitica del centro-sinistra, con il suo carico di speranze: per quantoriguarda la giustizia è certamente md che sifa interprete dell'esigenza di un suo radicale cambiamento. La prospettivaè quella dell'attuazione della Costituzione, uno slogan intornoal quale progressivamente si vanno aggregando aree culturali semprepiù consistenti e alcuni settori politici, non solo dell'opposizione:dopo un lungo periodo di "congelamento" della legge fondamentaledella Repubblica, forze sempre più consistenti ne reclamanola concreta applicazione.
Intorno alla metà degli anni Sessanta si determina una crisiprofonda della cultura giuridica, fino a quel momento omogenea, chevede messi in discussione i suoi valori tradizionali: di tale crisimd è espressione e meccanismo propulsivo. Lacertezza del diritto, la neutralità dell'interpretazione, ilruolo solo tecnico del giudice, tutto ciò viene contestatoe ripensato. Nasce un nuovo ceto di giuristi - da Rodotà aBricola, da Cordero a Ghezzi - che si affianca a mdnell'analisi e nell'elaborazione di nuove proposte.
Il triennio 1968-1970 vede contemporaneamente lo sviluppo della piùforte spinta sociale al cambiamento che il nostro paese abbia conosciutodall'unità ad oggi, la mancanza di una sua interpretazionepolitica a livello generale (di qui i primi germi del successivo sviluppodel terrorismo di sinistra), la crisi del centro-sinistra e il sorgeredella strategia della tensione. Tutto ciò pone rilevanti problemianche a livello di giurisdizione e md ne è investita.Si pone concretamente anche per l'interprete il problema delle garanziee dei diritti delle classi lavoratrici e dei ceti sottoposti. Nellamagistratura si accentuano progressivamente le divisioni interne:da parte della nuova organizzazione dei magistrati viene definitauna linea politico-culturale che privilegia il cosiddetto "interventoesterno", cioè il rapporto e la collaborazione con leforze politiche e sociali che operano per il cambiamento. Per md ,nonostante l'aumento dei consensi, le difficoltà non mancano.Da un lato avviene una scissione che dimezza le forze dell'organizzazione,d'altro lato md (mentre si moltiplicano i procedimentidisciplinari a carico dei suoi aderenti) viene emarginata dall'Anm.
La prima parte del decennio successivo vede il forte impegno di mdsul fronte dell'effettività della tutela dei diritti sociali(in particolare tramite l'applicazione dello statuto dei lavoratori)e delle garanzie. Il capoverso dell'articolo 3 della Costituzione,che impegna la Repubblica a rimuovere tutti gli ostacoli che limitanodi fatto la libertà e l'uguaglianza dei cittadini, viene indicatocome il criterio fondamentale dell'interpretazione delle leggi.
Nella seconda parte degli anni Settanta md èinvestita dai problemi posti anche alla giurisdizione dallo sviluppo del terrorismo: l'impegno nei processi dei suoi aderenti e la difesadelle regole anche in questo tipo di processi. Le complessive vicendedel paese, tuttavia, non inducono md a rinunciare allasua idea di una istituzione magistratura svincolata dallo Stato-apparato,collocata a metà strada tra questo e la società civile,con un forte ruolo autonomo a difesa dei diritti e delle garanziefondamentali delle persone.
Fra la fine degli anni Settanta e l'inizio degli anni Ottanta si ponein misura progressivamente crescente la questione dell'indipendenzadella magistratura. I primi intendimenti concernenti la collocazioneistituzionale del Pm e il ritorno alla discrezionalità dell'azionepenale, propri di significative forze di governo, vedono mdimpegnata in un'intensa opera di sensibilizzazione all'interno e all'esternodella magistratura. Il progressivo disvelamento del fenomeno dellacorruzione e il crescere degli attacchi all'indipendenza, che vedonocome protagonisti anche soggetti con responsabilità istituzionali,pongono con intensità sempre più forte la questionedel rapporto politica/giurisdizione: il ruolo di mdè, in questa fase, fondamentale nel mantenimento di un rapportodella magistratura associata con le forze sociali (ad esempio nellavicenda del referendum sulla responsabilità civile dei magistrati).La crescita del ruolo del Csm quale organo di autogoverno e, al contempo,di garanzia dell'indipendenza e della credibilità della magistraturaè in notevole misura il prodotto delle proposte e delle iniziativedi md , che verrà vista dal presidente della Repubblicadel tempo come l'ostacolo principale a ogni disegno di normalizzazione.Permangono costanti, anche in questo periodo, l'impegno garantista e quello per l'effettività della tutela dei diritti. md è, nella magistratura, la componente che sostiene con maggiore forza l'esigenza della riforma del processo penale, con il passaggio dal rito inquisitorio a quello accusatorio.
Gli anni Novanta. L'esplosione della crisi del rapporto politica/giurisdizione, i disegni di riforma costituzionale anche sul versantePm-Csm, impongono a md l'adozione di una linea culturalee istituzionale che viene definita di resistenza costituzionale. Contemporaneamentei maxiprocessi di criminalità organizzata e di corruzione ripropongono,con il problema dell'efficienza, quello delle garanzie. E l'arretramentodelle garanzie nei rapporti di lavoro e l'esplodere del fenomeno dell'immigrazionerendono di nuovo attuale la questione della tutela dei diritti fondamentali.Nei fatti md continua ad essere un attivo protagonista del dibattito sul diritto e sulle istituzioni.
fonte: http://magistraturademocratica.it/
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