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sabato 5 febbraio 2011

Egitto, lascia vertice del partito al governo

Domani riaprono le banche e la borsa
Egitto, lascia vertice del partito al governo

ultimo aggiornamento: 05 febbraio, ore 21:58
Il Cairo - (Adnkronos/Ign) - Si è dimessa tutta la direzione del PND, ma non Mubarak. Il presidente incontra i ministri economici. Ancora proteste, i manifestanti riuniti nel centro di piazza Tahrir al Cairo hanno annunciato una nuova manifestazione per domani, battezzata la 'Domenica dei Martiri'. Un bambino a capo della rivolta ad Alessandria (VIDEO).Manifestazioni anti Mubarak anche a Roma e Milano (FOTO). Vai al FORUM

Il Cairo - (Adnkronos/Ign) - Si è dimessa tutta la direzione del PND, ma non Mubarak. Il presidente incontra i ministri economici. Ancora proteste, i manifestanti riuniti nel centro di piazza Tahrir al Cairo hanno annunciato una nuova manifestazione per domani, battezzata la 'Domenica dei Martiri'. Un bambino a capo della rivolta ad Alessandria (VIDEO).Manifestazioni anti Mubarak anche a Roma e Milano (FOTO)
Il Cairo, 5 feb. (Adnkronos/Ign) - Il presidente egiziano, Hosni Mubarak, non si è dimesso dalla carica di presidente del Partito nazionale democratico (PND), al governo nel paese. Lo ha annunciato la tv satellitare 'al-Arabiya', correggendo quanto aveva annunciato in precedenza. Secondo le ultime informazioni, si è dimessa tutta la direzione del PND, ma non Mubarak.
Hosni Mubarak rimane presidente del partito e dell'Egitto, nonostante le proteste nelle strade di tutto il paese, riporta l'emittente. "Come presidente del Partito nazionale democratico (PND), il presidente Mubarak ha deciso di nominare Hossam Badrawi segretario generale del partito", prosegue l'emittente, citando un banner comparso sulla tv di stato.
Per discutere della situazione economica Mubarak oggi ha incontrato i ministri economici e il governatore della Banca centrale egiziana. Al termine del vertice è stata decisa la riapertura delle banche e della Borsa domani. L'allarme che emerge da alcune stime è che durante le proteste sono stati persi 300 milioni di dollari al giorno.
La situazione in Egitto è stata al centro dell'attenzione internazionale durante la Conferenza per la Sicurezza di Monaco. "Naturalmente ci sono rischi anche con la transizione alla democrazia - ha detto il segretario di Stato americano Hillary Clinton - potrebbe essere caotica, potrebbe provocare una instabilità a breve termine. O ancora peggio, e questo l'abbiamo visto in passato, la transizione potrebbe scivolare indietro in un nuovo regime autoritario". Per questo il cambiamento "funzionerà solo se sarà ponderato, comprensivo e trasparente". "Chi vuole partecipare al sistema politico deve impegnarsi al rispetto di principi basilari, come la rinuncia dalla violenza come strumento di coercizione politica, il rispetto dei diritti delle minoranze e partecipare ad uno spirito di tolleranza e di compromesso", ha poi osservato a proposito della eventuale formazione di un nuovo governo. "Chi si rifiuta di assumere questi impegni non merita di sedersi al tavolo", ha detto ancora in quello che è suonato come un messaggio rivolto ai Fratelli Musulmani.
I quali a loro volta in una nota hanno replicato all'Iran che le proteste in corso in Egitto non sono segnale di un "risveglio" dell'Islam ispirato alla Rivoluzione iraniana del 1979, come affermato dalla Guida Suprema iraniana l'Ayatollah Ali Khamenei. "Le proteste non sono un risveglio islamico, ma sono proteste di massa di tutte le fasce della popolazione egiziana e di tutte le religioni, contro un regime ingiusto e non democratico" si legge in una nota dei Fratelli Musulmani. "Si tratta di una rivoluzione pacifica per chiedere la riforme e uno stato laico e civile" si legge nella nota pubblicata sul sito web del gruppo, sottolineando che le proteste non hanno alcun nesso "con tendenze islamiche".
"E' necessario un ordinato processo di transizione per evitare che vi sia un totale vuoto di potere, credo che elezioni troppo veloci per iniziare la democratizzazione siano un errore", ha osservato il cancelliere tedesco Angela Merkel. Inoltre, la cancelliera tedesca ha sottolineato come gli europei debbano evitare di cadere nella tentazione di dire agli egiziani quello che devono fare.
Per il premier britannico David Cameron, non spetta all'Europa "puntare il dito e dire che un leader deve lasciare" ma il regime egiziano "deve scegliere le riforme politiche" piuttosto che la repressione.
Le rivolte nel mondo arabo sono state provocate dalla "povertà e l'insicurezza" delle condizioni di vita, ma anche dalla "corruzione" e da una "mancanza di democrazia", ha osservato il segretario di generale dell'Onu Ban Ki moon.

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