Pietro Berti

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Anchorage

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sabato 5 febbraio 2011

Michele Santoro

Michele Santoro (Salerno, 2 luglio 1951) è un giornalista, conduttore televisivo ed ex politico italiano.
Indice[nascondi]
1 Biografia
1.1 La carriera televisiva
1.2 Il "caso Satyricon" e le polemiche del centrodestra su Santoro
1.3 L'editto bulgaro, l'allontanamento dalla RAI e la reintegrazione
1.4 L'esperienza politica
1.5 Il ritorno in televisione
2 La questione della faziosità
3 Condanne penali
4 Le minacce di morte
5 Talk show e programmi di informazione ideati e condotti
5.1 Puntate particolari
6 Note
7 Bibliografia
8 Opere
9 Voci correlate
10 Altri progetti
11 Collegamenti esterni
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Biografia [modifica]
Laureato in filosofia presso l'Università di Salerno, dove ebbe per relatore Biagio De Giovanni,[1] ha iniziato la sua militanza politica nel gruppo maoista Unione Comunisti Italiani[2] e, contemporaneamente, la sua carriera giornalistica sul periodico Servire il popolo, edito dalla stessa organizzazione e chiuso nel 1975 con lo scioglimento dell'UCI.
Successivamente passò al quindicinale del PCI campano La Voce della Campania, di cui fu direttore da marzo 1979 per nove mesi, quando venne allontanato per le sue posizioni eterodosse rispetto alla linea ufficiale del partito.[1]
Collaborò quindi con L'Unità, Il Mattino ed Epoca. Prima di essere assunto in RAI nel 1982, ha lavorato per la radio come conduttore di rubriche e autore di sceneggiati radiofonici (Via le odiate macchine, Radio Uno).
Nel 1998 vince il Premio Cimitile con l'opera Michele chi? (Edizioni Baldini & Castoldi).
La carriera televisiva [modifica]
In televisione, dopo una breve esperienza agli esteri del TG3 dove fu anche vicedirettore della testata, ha realizzato speciali e settimanali su Tresette, Oggi dove, Specialmente sul Tre e Tg terza. È stato autore e conduttore di vari programmi come Samarcanda, Il rosso e il nero e Tempo Reale. Nel 1991 ha pubblicato il libro Oltre Samarcanda (Ed. Sperling & Kupfer) e nel 1996 Michele chi? (Ed. Baldini e Castoldi).
Nello stesso anno ha lasciato la RAI per passare a Mediaset come direttore della testata Moby Dick e poi Moby's su Italia 1.
Nel 1999 è ritornato in Rai con il programma Circus su Rai 1. Nel 2000 nasce Sciuscià. Dall'autunno dello stesso anno è autore e conduttore de Il Raggio Verde su Rai 2. Subito dopo l'11 settembre 2001 propone, sempre su Rai 2, lo speciale Siamo tutti americani? seguito dalla serie Emergenza Guerra.
Il "caso Satyricon" e le polemiche del centrodestra su Santoro [modifica]
Nel 2001, l'intervista a Marco Travaglio a Satyricon - in cui il giornalista parlò di fatti inerenti alla nascita di Fininvest, dei rapporti della famiglia Berlusconi con il boss mafioso Vittorio Mangano e di una delle ultime interviste di Paolo Borsellino - provocò roventi reazioni da parte dei politici della destra e Santoro dedicò all'episodio una puntata della sua trasmissione "Il raggio verde". L'Autorità per le Garanzie nelle Comunicazioni, capeggiata dal presidente Enzo Cheli nominato dal Presidente del Consiglio Giuliano Amato, ricevette un esposto di Forza Italia (i cui esponenti erano del tutto irritati dal modo in cui veicolava la vicenda Mangano-Dell'Utri in trasmissioni RAI, come quelle di Santoro) contro la puntata de Il raggio verde dedicata alla mafia e al caso Satyricon, accusata di violare la par condicio e di favorire l'Ulivo. L'"Authority" però ribadirà che «Il raggio verde non è un programma di comunicazione politica o una tribuna elettorale, ma una trasmissione di informazione e approfondimento che deve seguire l'attualità, le notizie», ribadendo anche che, essendo il regime di par condicio non ancora effettivamente iniziato, non è possibile procedere in alcun modo. Inoltre, secondo il centrodestra, la puntata incriminata non permise agli esponenti di centrodestra di intervenire, mentre, di fatto, era stato il centrodestra stesso a disertare il dibattito in RAI (per protesta contro il caso Satyricon), impedendo ai propri esponenti di parteciparvi (alla puntata incriminata le ragioni della coalizione di centro-destra furono sostenute dal giornalista Paolo Guzzanti de Il Giornale).
Più volte nel corso del 2001, la trasmissione Il raggio verde, perennemente accusata dal centrodestra di "faziosità" a favore del centrosinistra, dedicava molto spazio allo schieramento di centrodestra, soprattutto dopo che il caso Satyricon vide esplodere furiose polemiche da parte del centrodestra, per presunto "tentativo di complotto politico". In particolare, Santoro ebbe l'ordine dall'Authority di presentare una puntata "riparatoria" a favore di Marcello Dell'Utri (per consentirgli il diritto di replica), contro quella sul caso Satyricon, contestata per lo spazio in gran parte dedicato al caso Mangano-Dell'Utri; in tale puntata riparatoria, il centrodestra, per voce di Dell'Utri, avrebbe potuto esprimere il proprio dissenso per il libro "L'odore dei soldi" (scritto da Marco Travaglio ed Elio Veltri), che durante la presentazione alla trasmissione di Daniele Luttazzi Satyricon scatenò la polemica sulla presunta complicità in mafia della famiglia Berlusconi. Tuttavia, la puntata contestata da Forza Italia (come raccontato dallo stesso Marco Travaglio nel libro "Regime") aveva trasmesso la registrazione ufficiale della semisconosciuta intervista nel 1992 del giudice Paolo Borsellino ai reporter francesi Jean Pierre Moscardo e Fabrizio Calvi, in cui si parlò dei legami di Berlusconi e Dell'Utri con Cosa Nostra, tramite personalità di mafia quali Vittorio Mangano o Stefano Bontate.
Inoltre, nella medesima puntata, Silvio Berlusconi intervenne telefonicamente (peraltro scavalcando le intenzioni di diserzione del programma manifestate da parte del centrodestra), accusando il programma di essere "un processo in diretta" e sostenendo anche la necessità di continuare a disertare i programmi RAI per ottenere maggiori garanzie di integrità; per queste ragioni, nonché per il suo atteggiamento sul tema del caso Satyricon venne duramente criticato, su Telemontecarlo, dal giornalista liberale Indro Montanelli (durante una intervista), che accusò Berlusconi e Fini (colpevole di aver annunciato future epurazioni in RAI da parte della CdL) di "fascismo squadrista" e di "grave intolleranza e sensibilità verso la satira [riferendosi alla contestata puntata di Satyricon di Daniele Luttazzi, NdA]".
In seguito, in una successiva puntata de Il raggio verde, Santoro mandò in onda la suddetta videointervista di Telemontecarlo a Montanelli, provocando le reazioni di Vittorio Feltri, presente in studio, che accusò Montanelli di incoerenza; Marco Travaglio, anch'egli presente in studio, rispose a Feltri, parlando del "golpe" di Berlusconi alla redazione de Il Giornale, che sottrasse brutalmente a Montanelli la dirigenza del suo quotidiano; successivamente, Indro Montanelli telefonò direttamente nello studio ringraziando Travaglio, spiegando le sue vicende con Berlusconi sul tema del quotidiano Il Giornale, concludendo con un breve dialogo con Feltri sulla questione della presunta "incoerenza" attribuita da Feltri allo stesso Montanelli.
Il 25 aprile 2001, Forza Italia presentò all'Authority il secondo esposto contro Il raggio verde, per la puntata con Dell'Utri; l'esposto venne questa volta accolto dall'Authority, ma venne poi molto contestato dalla RAI: il capo dell'ufficio legale Rubens Esposito, contestò duramente l'esposto per la presunta "inapplicabilità", la mancanza di dettagli su come sarebbe avvenuta la violazione e la mancanza di possibilità di difesa e contraddittorio, da parte di Santoro, al quale Esposito ha ribadito «l'incomprimibile esercizio del suo diritto di opinione e di critica del tutto compatibile e coerente con il suo ruolo di conduttore di una trasmissione puramente informativa, e non a tematiche politiche». In seguito, Forza Italia presentò altri due esposti all'Authority per chiedere la chiusura del programma, ma essi furono respinti, e venne dichiarato che il verdetto finale dell'Authority sarebbe stato rinviato a dopo le elezioni politiche del 13 maggio 2001, in cui Silvio Berlusconi e la sua coalizione ebbero la vittoria (una vittoria che nei sondaggi venne prima vista come quasi certa, poi ritenuta sostanzialmente in bilico, dopo lo svolgimento del caso Satyricon).
Il 20 maggio 2001, il neoeletto Presidente del Consiglio Berlusconi presentò il quinto esposto all'Authority, che venne nuovamente accolto e che (per la prima volta) condannò definitivamente la RAI a una multa di 40 milioni di lire per non aver dato sufficiente prevalenza a Dell'Utri nella puntata riparatoria. In realtà è dato per certo che nella suddetta puntata, che vide contrapposti Marcello Dell'Utri e Antonio Di Pietro, il primo parlò più del doppio del secondo (66 minuti per Dell'Utri, contro i 30 minuti di Di Pietro). Inoltre, l'Authority, nella sua sentenza, non citò nessuna fonte o elemento della puntata incriminata che potesse essere a prova della sentenza. Per questi ed altri motivi, il presidente della RAI Roberto Zaccaria, rifiuta la condanna, difendendo l'equilibrio del programma Il raggio verde e facendo ricorso al TAR del Lazio, ma l'Authority gli rispose portando la multa da 40 milioni a 200 milioni di lire.
L'editto bulgaro, l'allontanamento dalla RAI e la reintegrazione [modifica]
Nel novembre 2001 comincia Sciuscià Edizione Straordinaria. Il 18 aprile 2002, durante una conferenza stampa a Sofia, in Bulgaria, Santoro, il giornalista Enzo Biagi e il comico Daniele Luttazzi vengono duramente attaccati dall'allora Presidente del Consiglio Berlusconi, il quale li definì come individui che hanno fatto "un uso criminoso della televisione pubblica" (episodio noto come Diktat Bulgaro). Santoro replicherà a questo atto censorio di Berlusconi, definendo il premier come "un vigliacco, che abusa dei suoi poteri per attaccare persone più deboli di lui, alle quali non concede il diritto di difesa". Nella puntata di Sciuscià del giorno successivo, il giornalista, per protesta, inizierà la puntata intonando il canto partigiano "Bella ciao"[3]. Il 31 maggio va in onda l'ultima puntata di Sciuscià: il Cda RAI, a maggioranza di centrodestra, cancella il programma, per "motivi di tutela aziendale"; verranno licenziati e allontanati dalla RAI anche Biagi (rapporto cessato per scadenza del contratto e non rinnovato) e Luttazzi[4].
In seguito a queste vicende, e al conseguente allontanamento dall'azienda, Michele Santoro ha fatto causa alla RAI per licenziamento senza giusta causa, in una querela che si è conclusa nel 2005 con una sentenza del Giudice del lavoro del Tribunale di Roma che dà ragione a Santoro e quindi condanna la RAI ad un risarcimento danni pari ad 1 milione e 400 mila € e ordina la reintegrazione del giornalista nelle funzioni in RAI per programmi di prima serata[5][6]. Santoro è effettivamente tornato con un programma RAI in prima serata, ma soltanto nel settembre del 2006, dopo l'insediamento del secondo governo di Romano Prodi.
L'esperienza politica [modifica]
Da questo momento trasforma quella che ritiene la sua personale "battaglia per la libertà di informazione" in un impegno politico: aderisce al programma di Romano Prodi e si candida come parlamentare europeo nel 2004 per la lista di Uniti nell'Ulivo: viene eletto eurodeputato. Candidato nelle circoscrizioni nord-ovest e sud ed eletto in entrambe, Santoro riceve in totale circa 730.000 preferenze (il più alto numero di preferenze tra i non capolista). Aderisce al gruppo parlamentare del Partito del Socialismo Europeo insieme alla collega Lilli Gruber, candidata nella medesima lista.
Al Parlamento europeo è stato membro della Commissione per le libertà civili, la giustizia e gli affari interni; della Commissione per la cultura e l'istruzione; della delegazione alla commissione parlamentare mista UE-Croazia; della delegazione alla commissione di cooperazione parlamentare UE-Russia.
Il ritorno in televisione [modifica]
Il 19 ottobre 2005 presenta le sue dimissioni da parlamentare europeo per partecipare alla prima puntata del programma televisivo Rockpolitik condotto da Adriano Celentano. Santoro rescinde il proprio mandato parlamentare per non dover sottostare alle limitazioni sulla presenza di politici in TV imposta dall'Autorità garante, e partecipa alla trasmissione.
A fine marzo 2006 viene affidato a Michele Santoro un nuovo programma televisivo di approfondimento incentrato sul tema politico del "dopo elezioni". Il programma, trasmesso da Rai 2 e intitolato AnnoZero, articolato in undici puntate, sarebbe dovuto iniziare il 27 aprile 2006. L'avvio del programma, tuttavia, è avvenuto il 14 settembre 2006. Sono stati scelti come ospiti fissi il vignettista Vauro, i giornalisti Marco Travaglio e Rula Jebreal e la fotomodella Beatrice Borromeo, oltre al suo collaboratore storico Sandro Ruotolo. Nella puntata inaugurale, a fine trasmissione era presente Fausto Bertinotti. Uno degli argomenti di attualità che ha trattato la prima puntata del programma riguarda i frequenti maltrattamenti degli immigrati nei cosiddetti centri di accoglienza, detti anche centri di permanenza temporanea; molto spazio è stato dato inoltre a un reportage sulla situazione lavorativa degli operai dell'edilizia in Lombardia, soprattutto immigrati spesso irregolari.
Numerose le polemiche[senza fonte] scaturite nel centrodestra (da sempre ostile alle trasmissioni televisive di Santoro) e dai vertici RAI, da alcune prese di posizione di Santoro durante la trasmissione, accusata di essere "faziosa" e "strumentale". Nella puntata del 16 novembre 2006, dedicata alla Sicilia, al lavoro che non c’è ed ai numerosi sprechi di denaro pubblico, Santoro è accusato di demagogia dal Presidente della Regione Salvatore Cuffaro. Cuffaro, alle domande del conduttore che lo incalza con le prime pagine dei quotidiani che parlano degli stipendi d'oro dei dirigenti regionali, risponde rivelando un presunto stipendio annuo RAI di Santoro pari a circa 800.000 €, ben due volte superiore di quello del più pagato dirigente siciliano.[7]
Altre polemiche sono state scatenate anche dalla puntata del 1º maggio 2008, nella quale Santoro ha invitato in studio, tra gli altri, l'allora Assessore alla cultura di Milano, Vittorio Sgarbi, e ha mandato in onda le parti del comizio tenuto dal comico Beppe Grillo al V2-Day, nella quale erano criticate alcune azioni di Giorgio Napolitano, presidente della Repubblica, e di Umberto Veronesi, oncologo. Pesanti attacchi alla trasmissione furono effettuati contro Santoro e contro Grillo in modo trasversale. In più, la puntata fu caratterizzata dalla tipica irascibilità di Sgarbi[senza fonte], che ad alto tono di voce, insultò Beppe Grillo ed il giornalista Marco Travaglio (presente in studio), accusò lo stesso Grillo di "antiamericanismo" (in riferimento allo spezzone di video nel quale Grillo parlò, criticando apertamente la presenza di più di 70 basi NATO in Italia), difese le persone di Napolitano e Veronesi sovrapponendosi alla voce di Grillo e di Travaglio, affermando,che «Enzo Biagi non è stato cacciato dalla RAI», e che, sempre riferendosi a Biagi, «gli hanno proposto un altro programma su Rai 3 ad un diverso orario e lui non accettò».[8]
Il 15 gennaio 2009 è stato accusato da Lucia Annunziata, dal presidente RAI Claudio Petruccioli, dal presidente della Camera Gianfranco Fini,[9] dall'ambasciatore israeliano in Italia Gideon Meir e da diversi altri esponenti politici del centro-destra e del centro-sinistra [10] di aver impostato una puntata di AnnoZero in un modo estremamente fazioso[11]. All'Annunziata Santoro ha risposto invitandola ad entrare nel merito dei contenuti della puntata e di non fare critiche generiche al programma[11], invece a Fini ha risposto tramite il sito internet di AnnoZero, dicendogli di non scavalcare i suoi compiti istituzionali chiedendo una censura per un programma televisivo[9][10].

Santoro a Raiperunanotte
Il 25 giugno 2010, in occasione della Quinta edizione del "Premio Giornalistico Internazionale S. Margherita Ligure per la Cultura", gli è stato assegnato il premio "Nicola Abbagnano" per il giornalismo. A comporre la Giuria del premio sono Fiorella Minervino, Renzo Cianfanelli, Dino Cofrancesco, Emilio Fede, Vittorio Feltri, Gianluigi Gabetti, Paolo Mieli, Gianni Riotta e Marcello Sorgi.
La questione della faziosità [modifica]
Come già prima menzionato, più volte l'Authority e lo schieramento politico di centrodestra hanno denunciato la faziosità del giornalista, in un insieme di accuse che sono poi arrivate ad una serie di procedimenti e azioni volte contro Santoro. Secondo Marco Travaglio, la motivazione che sta alla radice di queste gravi accuse e dei procedimenti è direttamente proveniente dal mondo della politica e dovuta, in principio, alle controversie politiche sul caso Mangano-Dell'Utri e sul caso Satyricon, e successivamente su molti altri casi di condizionamento della gestione della RAI da parte dei vertici di amministrazione, che sono di nomina politica, riguardo alcune puntate della trasmissione Anno Zero (come per il caso De Magistris o per il caso Grillo-Sgarbi). Infatti[senza fonte] , come raccontato nel libro Regime (scritto insieme a Peter Gomez), il "meccanismo" che il mondo politico escogitò[senza fonte] più volte per epurare Santoro quale "personaggio scomodo" funzionò con tecniche che partirono dalle accuse di "faziosità" per lo screditamento in pubblico[senza fonte] , l'impiego degli esposti all'Authority per infliggere sanzioni, l'editto di Sofia, arrivando infine al licenziamento ufficiale dalla RAI per mezzo di scaramucce e scuse di vario genere. Infatti[senza fonte] , l'Authority (ideata dai Governi di centrosinistra)[senza fonte] è una agenzia lottizzata[senza fonte] , e quindi amministrata in toto dalle istituzioni politiche[senza fonte] , nelle quali molti politici (in particolare nello schieramento di centrodestra, come più volte menzionato), dimostrerebbero, secondo giornalisti e studiosi[senza fonte] come lo stesso Travaglio, "tutto l'interesse nell'epurazione di Santoro, quale "giornalista scomodo".
Secondo molti commentatori politici[senza fonte], Santoro è stato un giornalista e reporter che ha messo alla luce molti aspetti sconvolgenti del paese dando voce alle voci emergenti e minoritarie, compresi i piccoli movimenti politici (come il MSI o la Lega lombarda) oscurati in altre trasmissioni RAI. Per quest'ultima caratteristica di Santoro, Achille Occhetto lo definì un "leghista di sinistra".[senza fonte]
Nel 1994, Umberto Bossi dichiarò alla Commissione Cultura della Camera quanto di seguito: "Senza le trasmissioni di Santoro l'Italia non avrebbe preso coscienza degli sprechi di denaro pubblico e del disastro sociale del Sud".[12]
Secondo l'Auditel, le trasmissioni di Santoro hanno avuto un largo share televisivo in RAI, dal 1986 fino al 2008. A partire dal 1986, il programma televisivo Samarcanda, portò lo share di Rai3, inizialmente del 2%, fino al 15%, mentre il programma stesso raggiunse il 30% di share medio. Le puntate delle trasmissioni Il raggio verde e Sciuscià, a partire dal caso Satyricon fino all'epurazione di Santoro, ebbero share televisivi compresi tra il 18% e il 25%, pari al programma di attualità più visto in televisione.[senza fonte]
Santoro ha inoltre subito numerose critiche ed accuse di faziosità sia da politici di centrodestra e centrosinistra sia da una parte della stampa (Corriere della Sera, La Repubblica, La Stampa ecc.) a seguito della puntata di Anno Zero del 15 gennaio 2009 (trattante il conflitto israelo-palestinese ed abbandonata in diretta da Lucia Annunziata).[10][13]
Condanne penali [modifica]
Michele Santoro il 5 novembre 2007 è stato condannato dal Tribunale di Varese per diffamazione a mezzo televisivo per aver accostato nel 2000 in una puntata della trasmissione da lui diretta "Il raggio verde" l’associazione culturale "Terra Insubre" ad alcuni movimenti razzisti di estrema destra.[14][15]
Le minacce di morte [modifica]
Nel mese di giugno del 2009 la Digos indaga su una lettera contenente un proiettile di fucile winchester e la scritta “morirai” inviata a Michele Santoro presso gli uffici della Rai. La Procura di Roma aprì un fascicolo contro ignoti. [16]
Nel maggio del 2010 alla redazione palermitana di Repubblica viene recapitata una busta contenente un proiettile e una lettera dattiloscritta contenente minacce di morte ad Antonio Ingroia, procuratore aggiunto della procura distrettuale antimafia di Palermo, Sergio Lari procuratore di Caltanissetta, Michele Santoro, Sandro Ruotolo, Massimo Ciancimino, al collaboratore di giustizia Gaspare Spatuzza.[17]
Talk show e programmi di informazione ideati e condotti [modifica]
Samarcanda - Rai 3, 1987/'92.
Il rosso e il nero - Rai 3, 1993/'94.
Tempo reale - Rai 3, 1994/'96.
Moby Dick - Italia 1, 1996/'99.
Circus - Rai 1, 1999/2000
Sciuscià - Rai 2, 2000/'02.
Il raggio verde - Rai 2, 2001.
Sciuscià - Edizione straordinaria - Rai 2, 2001/'02.
AnnoZero - Rai 2, 2006-in corso
Raiperunanotte - 2010
Puntate particolari [modifica]
Il 2 febbraio 1995, durante una puntata di Tempo Reale, Berlusconi telefona per attaccare Eugenio Scalfari
Il 13 aprile 1995 Berlusconi è ospite (prima e ultima volta) di Santoro, presenti i giornalisti Gianni Riotta, Barbara Palombelli e Gad Lerner.
Note [modifica]
^ a b Giulio Genoino, Santoro fu cacciato anche dal Pci, Italia Oggi, 6 ottobre 2009.
^ Stefano Ferrante, La Cina non era vicina, Sperling & Kupfer, 2008 (recensione su Repubblica.it)
^ [1], Santoro canta "Bella ciao" e litiga al telefono con Saccà, fonte "La Repubblica"
^ [2], Diktat Bulgaro, fonte "Il Corriere della Sera"
^ [3]
^ "Il Corriere della Sera"
^ indirettamente confermato da Travaglio qui
^ ilGiornale.it
^ a b Repubblica.it
^ a b c Corriere.it
^ a b Repubblica.it
^ ilGiornale.it
^ selezione di articoli critici
^ Michele Santoro diffamò Terra Insubre e Andrea Mascetti (Varese Notizie, 5 novembre 2007)
^ Michele Santoro condannato a Varese per diffamazione (La Repubblica, 5 novembre 2007
^ http://ilsecoloxix.ilsole24ore.com/p/italia/2009/06/05/AM5sfydC-minacce_santoro_proiettili.shtml
^ http://www.repubblica.it/ultimora/cronaca/mafia-palermo-busta-con-proiettile-a-pm-e-giornalisti/news-dettaglio/3772422
Bibliografia [modifica]
Nina Rothenberg, Political cleansing and censorship in public television – a case study of Michele Santoro and Enzo Biagi, in: Albertazzi, Brook, Ross, Rothenberg, Resisting the Tide: Cultures of Opposition During the Berlusconi Years, Londra, Continuum, 2009
Opere [modifica]
Oltre Samarcanda, Milano, Sperling & Kupfer, 1991.
Michele chi?, Milano, Baldini & Castoldi, 1996.
Voci correlate [modifica]
Editto bulgaro
Altri progetti [modifica]
Wikiquote contiene citazioni di o su Michele Santoro
Wikimedia Commons contiene file multimediali su Michele Santoro
Articolo su Wikinotizie: Rai: dieci giorni di sospensione a Santoro, lui replica: «Provvedimento di gravità inaudita» 14 ottobre 2010
Collegamenti esterni [modifica]
Sito personale sulle elezioni europee 2004
Pagina personale del Parlamento Europeo
Sito di Annozero

fonte: http://it.wikipedia.org/wiki/Michele_Santoro

rassegna stampa



Rai: Santoro, partiti non ne faremo ma qualcosa faremo
ultimo aggiornamento: 03 febbraio, ore 21:40


Roma, 3 feb. (Adnkronos) - ''Partiti non ne faremo, ma qualcosa faremo''. Cosi' Michele Santoro durante l'anteprima della puntata di Annozero dedicata all'attualita' politica, ha risposto ai giornali che oggi parlavano della nascita di un nuovo soggetto politico a lui riferito. Il conduttore ha ricordato l'iniziativa, poi rimandata, lanciata con Marco Travaglio e Barbara Spinelli di una manifestazione davanti al palazzo di giustizia di Milano il 13 febbraio a sostegno dell'indipendenza dei pm. ''Berlusconi aveva preannunciato l'intenzione di manifestare contro i magistrati - ha detto Santoro -. Noi abbiamo annunciato una contromanifestazione per il diritto alla verita'. Nel caso Ruby la privacy non c'entra, non solo perche' il premier ha telefonato alla questura di Milano, ma anche perche' nei videomessaggi il premier ha fatto dichiarazioni importanti che meritano di essere riportate''. ''Per fortuna - ha continuato Santoro - il premier ha rinunciato a quella manifestazione e noi abbiamo deciso di rimandare la nostra. Poi i soliti giornali hanno scoperto che noi faremo un partito. Non conoscono Marco Travaglio, perche' bisognerebbe torturarlo per farlo scendere in politica. E non conoscono me, perche' e' dai tempi di Samarcanda che sostengo che la frammentazione politica e' uno dei mali peggiori''. Dopo la pubblicita', Santoro ha dato il via alla trasmissione, dopo aver scherzato: "Visto che non ci sono telefonate, Annozero puo' cominciare". fonte: http://www.adnkronos.com/IGN/News/Politica/Rai-Santoro-partiti-non-ne-faremo-ma-qualcosa-faremo_311634246332.html





Santoro Travaglio Spinelli
Dai tre giornalisti un appello per la Costituzione e contro Berlusconi


2 febbraio 2011

‘E’ ora che in Italia sorga e si organizzi un movimento di Legittima Difesa dei principi che sono alla base della nostra Costituzione’. Lo scrivono in una lettera aperta Michele Santoro, Barbara Spinelli e Marco Travaglio sottolinenando la necessita’ di ‘un movimento che reagisca con tutte le forze disponibili a ogni tentativo di mutilare ulteriormente i poteri di controllo, a cominciare dalla magistratura e dall’informazione’.
LE PIAZZE CONTRO IL PREMIER - ‘Ora -scrivono ancora- siccome Berlusconi ha annullato la marcia contro i giudici del 13 febbraio, e siccome quel giorno in tutte le piazze d’Italia migliaia di donne manifesteranno contro l’umiliante modello femminile sbandierato dal premier, ci pare giusto che la loro protesta abbia la precedenza su tutte le altre, evitando inutili sovrapposizioni’. I tre giornalisti invitano ‘tutti i cittadini, soprattutto quelli che avevano accolto con entusiasmo il nostro appello a presidiare il Palazzo di giustizia di Milano, a confluire, quel giorno, nella grande manifestazione delle donne’. Quanto alla manifestazione che Santoro aveva annunciato la settimana scorsa e che si sarebbe dovuta svolgere davanti al Palazzo di Giustizia di Milano, per contrastare quella organizzata dal Pdl, i tre chiariscono nella lettera che la loro iniziativa ‘e’ soltanto spostata di qualche settimana: a fine febbraio-inizio marzo daremo vita a un evento della societa’ civile in vista delle elezioni piu’ drammatiche dell’ultimo quindicennio’.
CRITICHE AL CENTROSINISTRA – ‘Ma se il presidente del Consiglio dovesse tornare sui suoi passi, riproponendo iniziative che calpestano princi’pi costituzionalmente garantiti -avvertono- risponderemo con tutte le nostre forze. Per Legittima Difesa’. I tre sottolinenano la necessita’ che ‘tutti, dai magistrati ai giornalisti, possano svolgere il proprio lavoro senza subire ingerenze da parte del governo. Vogliamo vivere in un Paese civile dove sia bandita qualunque impunita’ per i potenti e la giustizia sia eguale per tutti’. Santoro, Spinelli e Travaglio puntano il dito contro ‘l’attuale centrosinistra’ che sulla questione del conflittto di interessi – che loro definiscono ‘una epidemia che paralizza l’Italia, corrode la democrazia, promuove le cricche, altera i valori del libero mercato e ci allontana dai paesi piu’ evoluti e competitivi’ – avrebbe ‘sistematicamente alzato bandiera bianca, dunque non e’ in grado di rappresentarci’. ‘Vogliamo una classe dirigente rinnovata -concludono Santoro, Spinelli e Travaglio- per rompere il blocco che impedisce ai giovani di prendere in mano le redini della Politica, di accedere alla ricerca e all’universita’, di avere il lavoro e il futuro che meritano in una societa’ fondata sulle capacita’ e le pari opportunità” (ADNKRONOS)



04/02/2011 alle 17.40
Santoro si fa lo spot elettorale


Dice Santoro: figuriamoci se voglio fare politica. Sono i «soliti giornali» (cioè Libero) a insinuare, viscidoni, che voglio creare un partito. Marco Travaglio poi - aggiunge - bisognerebbe frustarlo per obbligarlo a schierarsi. Sarà. Ma allora come mai Michele approfitta della prima serata di RaiDue per confezionare uno spottone con i controfiocchi al movimento per la Legittima Difesa appena fondato assieme all’amico Travaglioni e alla pasionaria della rive gauche parigina Barbara Spinelli?L’anteprima della puntata di Annozero di ieri è stata sostanzialmente un riassunto del manifesto degli indignati che vogliono la caduta di Silviuccio nostro e si preparano a scendere in piazza fra qualche settimana. Lo stesso manifesto che appariva nei giorni scorsi sul sito del programma santoresco, gentilmente finanziato da mamma Rai e dunque da tutti i contribuenti. Proprio come la réclame di ieri sera, che non ha trascurato di citare la sfilata anti-Cav prevista per il 13 febbraio.In quella giornata caleranno per le strade le donne scandalizzate dal bunga bunga e Santoro ha ricordato con perizia: le signorine hanno tutto l’appoggio mio e dei miei sodali. A ribadire il concetto, ecco Lucrezia Lante della Rovere, intervistata a margine dello spettacolo che sta portando in scena, Malamore, tratto dal libro di Concita De Gregorio. L’attrice è impegnatissima, schieratissima, indignatissima. Ripete che «c’è bbisogno», «bbisogna dire bbasta» a questa oppressione delle donne, «la ggente non ne può più» di vedere la televisione infarcita di veline. Quindi «bbisogna» manifestare. Però Santoro no, lui non vuole fare politica. Si è sempre opposto ai partiti e alla partitocrazia fin dalla notte dei tempi, afferma. Sarà. A noi sembrava che il giornalista con i ricci (già iscritto al Pci e praticante all’Unità) si fosse candidato al Parlamento europeo nelle file del centrosinistra. Ci sembra che fosse il 2004 e che San Michele abbia pure strappato uno scranno. Dunque con i partiti ci ha flirtato. Che ora non sopporti il Pd e abbia deciso di infliggergli il colpo di grazia, è un altro paio di maniche. Le ambizioni da leader, inoltre, le cova fin dai tempi di Servire il popolo, da quanto fomentava i compagni di liceo. In ogni caso, Santoro si contraddice da solo. «Non faremo un partito, ma qualcosa faremo», chiosa sibillino in chiusura d’anteprima. Tradotto: aspettatevi cortei e rotture di scatole a Berlusconi. Concluso il comizio contro il premier inizia il massacro organizzato (non a caso la puntata s’intitola «Il re è nudo»). Le solite intercettazioni, sempre le stesse. Una passeggiata fra presunti elettori della Lega per suggerire che ne abbiano piene le balle del Biscione. Quindi vai con la rissa sul “golpe” del federalismo, via libera alle intemerate di Italo Bocchino ospite in studio. Il risultato è un bel minestrone, una zuppa alla Santoro, dove Ruby si mescola all’economia e si capisce solo che l’esecutivo fa schifo e riduce il Paese allo sfascio. L’assalto è all’arma bianca, anzi, rossa. E poi dice di non voler fare politica. Mavalà.




La Santanchè a Santoro: «Schiavo della sinistra, Annozero succursale procura»
Il sottosegretario lancia lo sciopero del canone. Il conduttore: è la terza volta che ci prova; io schiavo? Sì, schiavo d'amore
ROMA - Show del sottosegretario Daniela Santanchè, ospite di Annozero, che attacca a più riprese Michele Santoro e annuncia una raccolta di firme contro il canone Rai, come concordato nel pomeriggio durante la visita a Palazzo Grazioli. Santoro: «La mia posizione è che Berlusconi per il momento è indagato e può rifiutarsi di rispondere ai magistrati. Qualora diventasse imputato potrebbe anche sollevare eccezioni di competenza, ma dovrebbe farlo per vie legali, perchè altrimenti la situazione sarebbe difficile e si aprirebbe una crisi istituzionale». Così il conduttore nell'anteprima della puntata dedicata al caso Ruby. Il monologo è stato inframezzato da alcune delle intercettazioni, recitate da attori, raccolte dalla procura di Milano. Il conduttore ha concluso l'intervento citando l'editoriale di Aldo Cazzullo sul Corriere della Sera: «Che messaggio mandiamo ai giovani?». Succursale della Procura di Milano. «Da 17 anni la Boccassini cerca di mettere in galera Berlusconi», attacca Daniela Santanchè criticando il modo in cui i cronisti di Annozero hanno tentato di parlare con alcune delle ragazze coinvolte nelle feste ad Arcore. «Mi sembra di essere in una succursale della procura di Milano. Avete calpestato, la dignità delle donne, di queste giovani ragazze, spesso delle disgraziate. È schifoso e fazioso». Avete, ha concluso, «l'ossessione di Berlusconi, e qua si calpestano le libertà fondamentali». Sciopero del canone. Il sottosegretario ha criticato pesantemente il monologo di Marco Travaglio affermando che certe trasmissioni «mistificano, disinformano e soprattutto sono contro l'Italia». Poi ha detto a Santoro: «Lei è uno schiavo, uno schiavo della sinistra». Fulminante la risposta del conduttore: «Sì, sono schiavo d'amore, come il presidente». Poco prima la Santanchè aveva annunciato che domani inizierà la raccolta delle firme per lo sciopero del canone Rai. Anche in questo caso pronta la risposta di Michele Santoro. «È la terza volta che ci prova». Secondo il sottosegretario Santoro ha impedito a una sessantina tra ragazzi e ragazze simpatizzanti del Pdl di essere presenti tra il pubblico. Santoro secondo la Santanchè non lo ha permesso e ha chiuso i cancelli della Dear. «Siamo stati messi alla porta - riferiscono alcuni giovani - perche dicono che la scelta del pubblico spetta ai responsabili della trasmissione». Daniela Santanchè stigmatizza l'episodio:«La trasmissione - dice - non è ancora cominciata ed è già polemica: non si sbarra la porta a giovani che per l'importanza della puntata di stasera volevano essere presenti in studio».
Giovedì 20 Gennaio 2011 - 23:37 Ultimo aggiornamento: Venerdì 21 Gennaio - 11:55




Annozero dà il numero di cellulare di Berlusconi Santoro contro il Giornale scarica sulla Macrì


Durante la puntata nuova colata di fango contro il premier: intercettazioni tagliate ad arte e testimoni già screditati. Nell'intervista alla escort emiliana vengono mostrate le prime sette cifre del numero di cellulare del presidente del Consiglio. Il conduttore: "Lo ha dato la Macrì. Berlusconi cambi numero...". La rabbia del Cav: una vergogna


Non c’è limite allo sputtanamento e alla violazione della privacy. Dopo le intercettazioni e i particolari della vita privata e sessuale, arrivano anche i numeri di telefono. Prima quelli di Fede, Mora e Minetti diffusi dal network di Indymedia, ora anche quello del presidente del Consiglio, in diretta tv ad Annozero. Ieri sera è andata in onda l’ennesima puntata della trasmissione-processo di Santoro, titolo: “Il fidanzato d’Italia”. Il Cav, ancora una volta, nel mirino. Un toccasana per lo share del programma di Raidue. Due ore abbondanti di trasmissione per frugare tra le lenzuola di Arcore.
Sandro Ruotolo, inviato di Annozero, intervista Nadia Macrì, escort di Reggio Emilia balzata agli onori della cronaca per aver millantato una conoscenza intima con il premier. La Macrì racconta nei minimi dettagli le sue presunte notti ad Arcore (racconti in parte smentiti da madre, ex marito e fidanzato) e poi apre la rubrica del telefono per esibire il numero del Cav. Presidente Silvio Berlusconi e una sfilza di numeri che il giornalista si affretta a coprire parzialmente con un dito. Parzialmente, appunto. Ruotolo copre le ultime tre cifre dell’utenza telefonica del premier. Un accorgimento che, normalmente, è sufficiente a impedirne la rintracciabilità. Normalmente, appunto. Ma nelle 389 pagine di verbale consegnate alla Giunta per le autorizzazione della Camera dalla Procura di Milano, e misteriosamente finite alla mercè del web, è riportata la rubrica della escort brasiliana Michelle. Tra i suoi numeri c’è anche quello del presidente del Consiglio. Anche in questo caso alcune delle cifre sono coperte da omissis, ma solo le prime quattro. Si leggono distintamente gli ultimi tre numeri, proprio quelli che Ruotolo ha coperto con la mano.
Il gioco è fatto: mettendo insieme i numeri di Michelle a quelli mostrati da Annozero si ottiene il recapito telefonico del Cavaliere. Pochi minuti dopo la fine della trasmissione il tam tam impazza su internet. Alcuni siti pubblicano subito a caratteri cubitali il numero del premier e la notizia inizia a viaggiare anche su Facebook. La privacy è polverizzata.
Arrivano a stretto giro di posta il monito del Garante per la privacy e la risposta di Michele Santoro. L’Autorità richiama tutti i siti e i media ad "astenersi dal diffondere i dati delle utenze telefoniche, ancorché contenuti in atti giudiziari, la cui diffusione è eccedente rispetto al diritto di cronaca e inutilmente invasiva della riservatezza delle persone coinvolte". Il conduttore di Annozero glissa e scarica il barile sulla escort emiliana: "Noi non abbiamo dato nessun numero, lo ha dato la Macrì...". E poi fa lo spiritoso: "Ci sono tante compagnie telefoniche, se il premier è preoccupato cambi numero...". Il danno è fatto e il numero del premier è ovunque in rete. Grazie ad Annozero. Anche questa è libertà di informazione?











Il ministro investe del caso l'Autorità garante delle Comunicazioni. Nuova replica di Masi
Santoro: «Presidio davanti al tribunale»E Romani chiede l'intervento dell'Agcom
Il conduttore di Annozero annuncia un'iniziativa in difesa della magistratura al palazzo di giustizia di Milano



MILANO - «Il 13 febbraio senza bandiere e simboli di partito saremo davanti al tribunale di Milano in difesa dell'indipendenza della magistratura, della democrazia e dei valori nati dalla resistenza». Lo ha annunciato Michele Santoro, nel corso di una conferenza stampa, spiegando di aver firmato insieme a Barbara Spinelli e Marco Travaglio un appello per parteciparvi. Ma all'indomani della polemica sul battibecco in diretta con il direttore generale della Rai, Mauro Masi, il conduttore si ritrova nel pieno di una bufera politica che vede scendere in campo il ministro dello Sviluppo economico, Paolo Romani, che ha scritto al presidente dell'Autorità garante per le comunicazioni, Corrado Calabrò, lamentando violazioni da parte del giornalista agli obblighi derivanti dal contratto di servizio.
«AFFERMAZIONI DENIGRATORIE» - In un comunicato, viene precisato che con la lettera a Calabrò, inviata per conoscenza anche al presidente della Vigilanza Sergio Zavoli e al presidente del Cda della Rai Paolo Garimberti, serve per chiedere all'Autorità «di valutare la possibilità di attivare i poteri di verifica e istruttori di cui all'art. 48, T.U., cit., nonché ogni ulteriore iniziativa di rispettiva competenza». Secondo il ministro, «è accaduto che nel corso della trasmissione del programma Annozero del 20 e del 27 gennaio si sia dato ampio rilievo ad affermazioni di carattere gratuito, denigratorio e gravemente lesive della dignità e del decoro di eminenti personalità politiche, che sarebbero state proferite da soggetti coinvolti nell'attività di indagine da parte della magistratura requirente». Le puntate in questione sono state dedicate al caso Ruby e al coinvolgimento del presidente del Consiglio, Silvio Berlusconi, indagato nell'inchiesta per concussione e prostituzione minorile.



«ATTIVITA' ISTRUTTORIA INDEGNA» - L'intervento di Romani segue quello di Masi che già a molti era apparso irrituale, visto che il dg si è dissociato dal programma ipotizzando possibili violazioni ma senza mettere un veto alla sua andata in onda. Il direttore generale è tornato sulla vicenda evidenziando che a suo parere «è indegna l'attività istruttoria parallela che svolgono taluni sulla televisione del servizio pubblico come se avessero ricevuto chissà quale delega dall'autorità giudiziaria che ancora una volta dovrà verificare l'attendibilità di un teste di accusa che anche ieri sera ha rivelato in diretta televisiva fatti e circostanze oggetto di un procedimento penale ancora in fase di indagine preliminare. Ricordo peraltro che Santoro - ha tenuto a precisare Masi- è presente nel palinsesto Rai non per una libera scelta editoriale ma in forza di due sentenze, come tutti ben sanno molto peculiari, dei giudici del lavoro per cui è evidente che una dissociazione a tutela dell'Azienda non può non avvenire nella forma più esplicita».



IL GIALLO DELL'OSPITE PDL - Santoro, dal canto suo, nella conferenza stampa ha spiegato che «in questo Paese c'è una cabina di comando che decide tutto in funzione degli umori del premier, e noi non possiamo dipendere dai suoi umori». In particolare, visto che il Pdl lo ha accusato di non aver voluto far partecipare alla trasmissione l'on. Sisto, ha spiegato che erano stati presi accordi direttamente con Bonaiuti per avere in studio il capogruppo alla Camera, Fabrizio Cicchitto, e che poi dalla segreteria di Masi sarebbe arrivata la comunicazione di una sostituzione del capogruppo pidiellino con Niccolò Ghedini o con il ministro Alfano, concordata direttamente con i vertici del Pdl. Invece, «pochi minuti prima dell'inizio della trasmissione si è presentato l'onorevole Sisto con un pass non so neanche firmato da chi ed io - ha precisato Santoro - ho risposto educatamente che non aveva l'invito per la festa. A questo punto facciano venire Sgarbi, come Masi chiede da tempo, facciano venire 60 ragazzi vestiti di tricolore e facciamo un bunga-bunga pure da noi».
Redazione online28 gennaio 2011(ultima modifica: 30 gennaio 2011)





"Trent'anni di battaglie non possono essere cancellati, il mio pubblico capirà"
Rai, politici, giornali: Santoro contro tutti "Volete che resti? Chiedetemelo"
Il giornalista apre il programma rivolgendosi a Zavoli e Bersani: "Pensate che questo non sia servizio pubblico?"



MILANO - «Volete che rimanga in Rai? Chiedetemelo». Michele Santoro apre Annozero con un lungo intervento, affrontando tutti i punti della polemica scoppiata dopo l'annuncio della possibile separazione consensuale dall'azienda di viale Mazzini e le polemiche sull'ipotetico contratto da 10 milioni di euro. La puntata del programma, che andrà in onda come previsto fino al 10 giugno, è stata poi dedicata allo scandalo pedofilia che ha travolto la Chiesa cattolica.
PERLA DEL SERVIZIO PUBBLICO - «L'accordo non è stato ancora firmato, se volete che rimanga chiedetemelo, ma Annozero deve essere considerato la perla del servizio pubblico» afferma Santoro, rivolgendosi poi a Zavoli (presidente della commissione di Vigilanza Rai), a Bersani e ai consiglieri del Pd: «Se pensate che Annozero sia un prodotto proibito, scabroso del servizio pubblico, che non prevede quel tasso di libertà, di spregiudicatezza, di senso critico, allora lasciatemi andare via. Posso ritrovare recuperare quel respiro di libertà che ha caratterizzato Raiperunanotte e non restare accerchiato come il generale Custer e restare vittima degli amici e dei nemici».
GLI SPETTATORI GIUDICANO - «Trenta anni di battaglie non possono essere cancellati e il mio pubblico capirà - afferma il conduttore -. Gli unici ad avere sicuramente ragione sono gli spettatori, perché un programma come il nostro non crea partito, ma crea comunità in cui si investono passioni, dialoghi. La tv non è un frigo, è un'estensione del cervello, qualcosa che ci serve per interpretare la realtà. Se qualcosa ci viene tolto, lo spettatore si incazza. Un autore televisivo deve vedere dove vanno i gusti dei suoi spettatori ed è portato sempre a cambiare. Quando lui torna ecco che gli spettatori lo giudicano, e possono dire "ecco, valeva la pena, possiamo applaudire di nuovo"».
GRANDISSIMI PROFITTI - Santoro respinge l'accusa di essersi arreso a Berlusconi: «Non sono né stanco né provato, è stato scritto che mi sono arreso a Berlusconi ma non è così. Quale giornalista della Rai, di Repubblica o del Corriere della Sera avrebbe mandato in onda una puntata con Patrizia D'Addario con una diffida arrivata dieci minuti prima sul suo tavolo?«. E sempre su Annozero: «La Rai ha realizzato grandissimi profitti, cosa succedeva mentre la Rai incassava questi profitti? Contratti bloccati, punizioni, regole e regolamenti». Infine il giornalista ha attaccato Bruno Vespa (che ha commentato: «Essere perseguitati è un affare»): «Stiamo prendendo lezioni da tutti, prendiamo lezioni perfino da Bruno Vespa. Ora, che Bruno Vespa possa fare lezioni di morale e di contratti a noi, lui che viene pagato come l'ultimo Oscar da protagonista per fare un programma in crisi, be' questo è veramente troppo...».
Redazione online20 maggio 2010(ultima modifica: 22 maggio 2010) fonte: http://www.corriere.it/politica/10_maggio_20/santoro-annozero_2c08c026-6445-11df-ae00-00144f02aabe.shtml



Roma, 14 aprile 2009. Michele Santoro è un «leader politico sotto mentite spoglie» e reagisce come sempre all’azione del governo: «Negare, negare, negare sempre. Negare i meriti di Berlusconi coinvolgendo però in questo rifiuto tutto ciò che di buono lo Stato ha fatto all’Aquila. Di denunce sulle case mal costruite sono pieni i quotidiani e i network: ‘Annozerò si è solo aggiunta. Viceversa di colpevoli ritardi nei primi soccorsi si sono trovate solo esili tracce in centinaia di reportage di colleghi bravi come e più di quelli di Santoro: farne l’ossatura di una trasmissione non è certo un gesto meritevole di censura, è solo cattivo pregiudizio e mediocre giornalismo, e tradisce il bisogno di Santoro di ancorarsi ai clichè suoi e dei suoi anni belli». È quanto scrive il quotidiano ‘Europà, criticando la puntata di ‘Annozerò dedicata ai soccorsi in Abruzzo. (Adnkronos) fonte: http://www2.melitoonline.it/?p=14807


Santoro: "Il successo di Annozero ha un significato politico, il pubblico non vuole censure"
Passata la sbornia per il successone di Annozero, la trasmissione che ospitando la escort Patrizia D'Addario ha registrato uno share da record, il conduttore Michele Santoro abbozza la sua analisi sul successo della puntata. Successo a cui il conduttore attribuisce un significato ben preciso. "L'alta permanenza del pubblico, costante durante tutta la puntata, ha spiegato oggi Santoro sull'onda delle polemiche suscitate dalla trasmissione, ha un significato politico: il pubblico non vuole censure".
"Straordinaria la risposta dei giovani" - Michele Santoro sottolinea in particolare l'affezione del pubblico dei telespettatori che non hanno mai lasciato il programma facendo segnare una percentuale di permanenza del 40%, come una partita di calcio. Oltre al significato politico che sta nel rifiuto di ogni tipo di censura, Santoro mette in evidenza la "straordinaria risposta del pubblico giovanile". Tra l'altro, Annozero è il programma di approfondimento più seguito proprio dai ragazzi.
"Non ci sono stati né picchi né cadute" - Ill giornalista sottolinea anche l'andamento costante in termini di ascolti: non ci sono stati né picchi né cadute, tranne nella terza parte quando l'audience è salito perché finivano altri programmi tra cui la fiction Don Matteo". Santoro commenta brevemente la scelta fatta ieri da Porta a Porta che ha avuto l'informazione come tema principale: "va bene. Vuol dire che ci vengono dietro, una sorta di complimento. Insomma, abbiamo fatto centro".
Mura (Idv): Ascolti prova di servizio pubblico - "I 7 milioni di spettatori che ieri sera hanno visto la puntata di Annozero sono la risposta migliore nei confronti di chi ha tentato fino all'ultimo di non mandare in onda la trasmissione di Santoro e nei confronti di chi si chiede pregiudizialmente se la sua trasmissione offra un servizio pubblico", ha commentato Silvana Mura, deputata dell'Italia dei Valori. "Il boom di ascolti registrato in una serata in cui andavano in onda due partite di calcio - ha concluso Mura -, dimostra che sono tantissimi gli italiani interessati ad ascoltare ed informarsi sul tema trattato ieri sera da Annozero, ed in questo senso nessuno può negare che Santoro abbia offerto un servizio che ha raccolto un elevato e innegabile gradimento del pubblico".
Cicchitto indignato: "Segnato il punto più basso" - Dagli elogi alle critiche. "Come volevasi dimostrare con la trasmissione Annozero di ieri la Rai ha segnato il suo punto più basso, una produzione di fango per fini politici, accusa stizzito Fabrizio Cicchitto, capogruppo del Pdl alla Camera. Comunque é indubbio che questa trasmissione ha messo in evidenza un dato politico significativo: Santoro è l'ultima raffica di una sinistra che non ha nulla da dire, per cui ormai cavalca la tematica del gossip anche per coprire quello che è emerso sulla gestione della Regione Puglia".
Gli fa eco Gasparri: "Grazie ai giullari il Pdl fa il pieno" - Nella polemica si inserisce anche il presidente dei senatori del PdL, Maurizio Gasparri. Che accusa: "La pochezza morale di certi personaggi credo che giovi a Berlusconi ed al centrodestra": "Annozero - spiega Gasparri in una nota - ha dimostrato come certa gente abbia premeditato un'azione denigratoria e come sia controproducente per la sinistra insistere su certi temi e su certi personaggi. Ha detto bene alla fine della trasmissione la giovane Augusta Montaruli, quando ha affermato che la sinistra é passata da Che Guevara alla D'Addario". "Sono queste, infatti, le icone di Santoro e compagni".
Scajola: "Santoro equlibrato dopo il mio intervento" - Così il ministro dello Sviluppo Economico: "La moral suasion ha funzionato, ma vogliamo comunque migliorare il contratto di servizio"."Se non fossi intervenuto - ha aggiunto Scajola - forse non sarebbe stato così equilibrato".
02 ottobre 2009 Redazione Tiscali fonte: http://notizie.tiscali.it/articoli/cronaca/09/10/02/annozero_santoro_798.html




Dire che Santoro fa «killeraggio politico» non è reato
di Paolo Bracalini mercoledì 15 febbraio 2006


Ci sono voluti più di due anni, dallo scontro in diretta a Ballarò, in cui il deputato azzurro Paolo Romani coniò un’espressione poi entrata nel frasario politico per definire il giornalismo militante di Michele Santoro in Rai durante la campagna elettorale del 2001: «killeraggio politico». Adesso il tribunale dà ragione all’onorevole: dire che Santoro fa «killeraggio politico» non è reato. E dire che la sua è militanza televisiva, legittimo.Il giudice Maurizio Durante, del Tribunale di Roma, ha rigettato la denuncia di diffamazione avanzata da Michele Santoro contro il parlamentare forzista. Primo: perché esiste il diritto di critica «con funzione prevalentemente di valutazione, nei confronti di un personaggio di rilievo pubblico», e non è dunque un attacco personale diretto a colpire «su un piano individuale la figura morale del soggetto criticato». In questo caso, cioè, l’accusa «ha una finalità di pubblico interesse». Secondo: perché «le parti militano su opposte posizioni politiche», cioè il deputato di Forza Italia e il giornalista di parte. E nella dialettica tra gli opposti, in politica, l’invettiva anche violenta è parte stessa del contenuto.Terzo: perché in definitiva l’onorevole Romani non ha fatto altro che usare gli stessi toni del giornalista, la cui «aperta posizione politica» il giudice registra limpidamente: «È evidente - scrive il magistrato Maurizio Durante - che il termine killeraggio collegato al termine “politico” non va usato nello specifico senso definito dal vocabolario Zingarelli, ma nel più generico senso di critica forte ed aggressiva usata dall’attore (Michele Santoro, ndr) nei propri programmi televisivi come corrispondente alla sua legittima e aperta posizione politica». In sostanza, il magistrato riconosce che «l’aggressività» con cui Santoro ha orchestrato i suoi Sciuscià anti-governo è stata ripagata con la stessa moneta. Partita chiusa. Risultato: il conduttore, che a Romani aveva chiesto un risarcimento di un miliardo di lire, perde la causa con anche le spese processuali a suo carico (8500 euro).L’ex «sciuscià» Michele Santoro, diventato nel 2004 eurodeputato Ds, e ora in attesa del reintegro Rai dopo le dimissioni da Strasburgo, aveva querelato Romani dopo un’infuocata puntata di Ballarò su informazione e tv, ai primi di dicembre del 2003. Romani, ospite di Floris a Rai Tre, parla di «operazioni di killeraggio politico» da parte di Santoro contro l’opposizione di centrodestra e il suo leader Berlusconi. Il telespettatore Michele Santoro prende la cornetta in mano e telefona in studio, «gravemente offeso» dalle parole del deputato, per rispondere all’accusa. «Ripeti quello che hai detto se hai il coraggio». Romani ripete: «I suoi programmi sono stati un’operazione di killeraggio politico». Santoro carica il fucile, «i giornalisti si sono limitati a fare il loro dovere», ma prima di sparare per davvero chiede a Romani di rinunciare all’immunità parlamentare. Romani risponde che rinuncia all’immunità e invita il giornalista a un pubblico dibattito. Ma qui Santoro cambia idea, il dibattito non sarà in uno studio tv ma in un’aula di tribunale.E così è stato, fino alla sentenza del 7 gennaio 2006. Esulta il sottosegretario alle Comunicazioni: «Un giudice, che di Rai non si è mai occupato, riconosce che Santoro è un militante politico. E che nei suoi confronti, come è giusto che sia, parlare di killeraggio politico rientra nel diritto di critica per un avversario» dice Paolo Romani. E pensa: e se lo dice un magistrato... fonte: http://www.ilgiornale.it/interni/dire_che_santoro_fa_killeraggio_politico_non_e_reato/15-02-2006/articolo-id=65133-page=0-comments=1

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