Il Tempo è un quotidiano italiano, fondato a Roma da Renato Angiolillo nel 1944[1].
Indice[nascondi]
1 Storia
2 Variazioni dell'assetto proprietario
3 Direttori
4 Edizioni
5 Redazioni
6 Diffusione
7 Note
//
Storia [modifica]
Il quotidiano venne fondato a Roma il 6 maggio 1944, prima ancora che le truppe anglo-americane entrassero in città. Il primo numero uscì il 5 giugno, all'indomani della liberazione della capitale. Stampato in una vecchia tipografia in via Mario de' Fiori, nel centro di Roma [2]; il nome venne scelto nella notte da Angiolillo. Il direttore, che aveva acquistato la testata «L'Italia» [3], la scartò all'ultimo momento preferendo «Il Tempo» (vedi scheda a lato). «L'Italia» comparve accanto alla testata. Nella sottotestata apparve l'indicazione «Quotidiano socialdemocratico». Il giornale era composto da un unico foglio, data la scarsità, in quel periodo, della carta, materiale ancora difficile da reperire.Dopo due soli numeri Il Tempo venne sospeso per violazione degli accordi sulla stampa intercorsi tra il CLN ed il comando alleato [4]. Angiolillo e il condirettore Leonida Répaci si diedero da fare per revocare il provvedimento e, dopo soli due giorni di sospensione, il 9 giugno Il Tempo ritornò in edicola, con il nuovo sottotitolo «Quotidiano indipendente».Nei primi mesi il giornale fu compilato da Angiolillo, Répaci e da quattro colleghi: Gugliemo Serafini, Carlo Scaparro, Gaspare Gresti e Marcello Zeri.
La caduta del governo Bonomi, il 26 novembre di quell'anno, determinò una svolta alla linea politica. Accade che il reincarico di Bonomi fu approvato dalla monarchia invece che dal CLN. Angiolillo portò il giornale, da socialdemocratico, a posizioni moderate [5]. La rottura con Répaci fu inevitabile. Alla fine dell'anno il sodalizio si sciolse. Il co-fondatore venne liquidato con una buonuscita di 750.000 lire [6].
Renato Angiolillo continuò nelle vesti di editore unico e direttore allo stesso tempo [7].
Acquistò dagli Alleati i «Diari» di Galeazzo Ciano, gerarca del fascismo. Con la pubblicazione in esclusiva dei Diari lanciò il giornale.
Dopo pochi anni Il Tempo raggiunse la tiratura di 300.000 copie. La sede venne trasferita nello storico Palazzo Wedekind, in Piazza Colonna, dove il giornale risiede tuttora.
Lavoravano nel quotidiano romano all'inizio degli anni cinquanta: Vittorio Zincone, editorialista (che, dopo una parentesi di due anni al Resto del Carlino, tornò nel 1955 come vicedirettore), poi Guido Guidi, cronista giudiziario; Alberto Giubilo, allo sport, Igor Man agli esteri. Titolare della nota politica (detta in gergo "pastone") era Salvatore Aponte[8].
Altre firme de Il Tempo erano Alberto Giovannini e Alberto Consiglio, titolari di popolari rubriche: "Lettera della domenica" il primo; "Formicaio" e "Disco Rosso" il secondo. Anche Nantas Salvalaggio, all'epoca cronista, teneva una sua rubrica: "Un giorno in pretura". Redattore capo era il giovane Egidio Sterpa. Un altro giornalista arrivato dal Corriere era Italo Zingarelli, presto soprannominato il "figlio del vocabolario". Il primo degli inviati del quotidiano era Virgilio Lilli. Ma va ricordato anche Gianni Granzotto[9], corrispondente da Parigi.La parte culturale del giornale era diretta dal critico letterario Enrico Falqui. Tra i collaboratori vi erano nomi come Giuseppe Prezzolini e Curzio Malaparte, Giorgio Del Vecchio, Niccolò Rodolico, Gioacchino Volpe, Enrico Sacchetti, Giotto Dainelli, Mario Praz, Emilio Servadio. Il critico teatrale era Silvio D'Amico, il critico musicale era Guido Pannain mentre le recensioni cinematografiche erano affidate a Gian Luigi Rondi.
Negli anni ' 60 Il Tempo era il più venduto della capitale [10].
Il 16 agosto 1973 morì Renato Angiolillo. Come suo successore fu designato il direttore amministrativo del giornale Gianni Letta, in servizio al Tempo fin dal 1958.Letta guidò il quotidiano per 15 anni, fino a tutto il 1987[11].
Nel 1993 il Tempo era in buona salute: 120 giornalisti confezionavano un quotidiano che vendeva intorno alle 115 mila copie al giorno. Ma i rapporti con la proprietà erano pessimi.All'inizio di marzo si diffuse la voce che la proprietà aveva raccolto un dossier con il profilo professionale e privato su ciascun giornalista. Il 10 marzo i giornalisti entrarono in sciopero protestando contro la violazione dello Statuto dei lavoratori. L'agitazione si trascinò per ben 39 giorni, fino all'intervento risolutore della presidenza del Consiglio ad aprile inoltrato.
Il quotidiano faticò non poco a riprendersi dall'esperienza logorante e subì un calo di copie.
Nel 1996 Il Tempo ebbe un ripresa e toccò il picco massimo di vendite con 78.000 copie giornaliere.
Fino al 2007 il quotidiano era in formato lenzuolo (broadsheet) con doppio dorso: nel dorso interno era presente il fascicolo dedicato all'edizione locale.
Il 4 ottobre 2007, la proprietà ha deciso l'acquisto di una nuova rotativa, che ha permesso di stampare in un nuovo formato cartaceo, passando dal broadsheet al formato berlinese monodorso. È stata rinnovata la grafica del giornale ed è stata introdotta la stampa a colori su tutte le pagine.
Nello stesso anno è stato potenziato il sito web.
Variazioni dell'assetto proprietario [modifica]
Sin dalla fondazione, Il Tempo è stato di proprietà di Renato Angiolillo, che fu anche unico proprietario dell'editrice del quotidiano, la Società Editrice Romana (SER). Successivamente intercorsero le seguenti variazioni:
Nel 1957 la SER diviene una società per azioni.
Nel 1958 l'armatore genovese Ernesto Fassio diviene comproprietario della SER al 50%. Nel giro di qualche anno rivende le proprie azioni allo stesso Angiolillo.
Nel 1966 la proprietà del giornale passò all'industriale Attilio Monti.
Nel 1981, al momento dell'approvazione della nuova legge sull'editoria, la SER è controllata dal costruttore Carlo Pesenti, per poi assumere il controllo dell'intero pacchetto azionario.
Nel 1987 Pesenti cedette il 50% della SER alla Poligrafici Editoriale del Gruppo Monti.
Nel 1990 la Poligrafici rilevò il restante 50%. Il Gruppo Monti divenne per la seconda volta proprietario de Il Tempo.
Nel febbraio 1995, il Gruppo Monti cedette il quotidiano al costruttore romano Francesco Gaetano Caltagirone per 81 miliardi di lire [12].
Nel luglio 1996 il Gruppo Caltagirone ha ceduto la proprietà del giornale al costruttore Domenico Bonifaci per 70 miliardi di lire[13].
Direttori [modifica]
Renato Angiolillo (5 giugno 1944 - 16 agosto 1973)
Leonida Répaci (condirettore, giugno 1944 - febbraio 1945)
Scelti dal gruppo Monti
Gianni Letta (17 agosto 1973-17 aprile 1987)
Gaspare Barbiellini Amidei (18 aprile 1987 - 31 maggio 1989)
Franco Cangini (1º giugno 1989 - 20 marzo 1991)
Marcello Lambertini (21 marzo 1991 - 6 marzo 1993)
Giovanni Mottola (7 marzo 1993 - febbraio 1995)
Scelti dal gruppo Caltagirone
Giovanni Mottola (febbraio 1995 - novembre 1995)
Scelti dall'attuale proprietà
Giovanni Mottola (novembre 1995 - 15 settembre 1996)
"pro tempore" Gian Paolo Cresci (16 settembre - 21 ottobre 1996)
Maurizio Belpietro (22 ottobre 1996 - 19 marzo 1997)
Gian Paolo Cresci (20 marzo 1997 - 8 ottobre 1999)
Mauro Trizzino (9 ottobre 1999 - 2 maggio 2000)
Giuseppe Sanzotta [14] (3 maggio 2000 - 1º agosto 2001)
Mino Allione (2 agosto 2001 - 1º dicembre 2002)
Franco Bechis (2 dicembre 2002 - 31 gennaio 2006)
Gaetano Pedullà (1º febbraio 2006 - 11 maggio 2007
Giuseppe Sanzotta (12 maggio 2007 - 7 dicembre 2008)
Roberto Arditti (8 dicembre 2008 - 7 febbraio 2010)
Mario Sechi (8 febbraio 2010 - in carica)
Edizioni [modifica]
Il Tempo viene oggi distribuito sul territorio italiano con il dorso nazionale che contiene la cronaca di Roma. Nelle zone dove viene prodotta un'edizione locale, il giornale nazionale viene cellofanato ogni giorno anteponendovi un fascicolo con le cronache locali relative al territorio di riferimento. Le edizioni del Tempo sono:
Nazionale + cronaca di Roma
Lazio [15]
Abruzzo e Molise
Redazioni [modifica]
Roma sede Centrale
Avezzano
Teramo
L'Aquila
Pescara
Isernia
Per qualche periodo, a Salerno e provincia, il quotidiano è stato distribuito insieme al giornale locale Il salernitano diretto da Gigi Casciello. A partire dal 1º ottobre 2010, a Frosinone e provincia è distribuito insieme al quotidiano locale "La Provincia".
Indice[nascondi]
1 Storia
2 Variazioni dell'assetto proprietario
3 Direttori
4 Edizioni
5 Redazioni
6 Diffusione
7 Note
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Storia [modifica]
Il quotidiano venne fondato a Roma il 6 maggio 1944, prima ancora che le truppe anglo-americane entrassero in città. Il primo numero uscì il 5 giugno, all'indomani della liberazione della capitale. Stampato in una vecchia tipografia in via Mario de' Fiori, nel centro di Roma [2]; il nome venne scelto nella notte da Angiolillo. Il direttore, che aveva acquistato la testata «L'Italia» [3], la scartò all'ultimo momento preferendo «Il Tempo» (vedi scheda a lato). «L'Italia» comparve accanto alla testata. Nella sottotestata apparve l'indicazione «Quotidiano socialdemocratico». Il giornale era composto da un unico foglio, data la scarsità, in quel periodo, della carta, materiale ancora difficile da reperire.Dopo due soli numeri Il Tempo venne sospeso per violazione degli accordi sulla stampa intercorsi tra il CLN ed il comando alleato [4]. Angiolillo e il condirettore Leonida Répaci si diedero da fare per revocare il provvedimento e, dopo soli due giorni di sospensione, il 9 giugno Il Tempo ritornò in edicola, con il nuovo sottotitolo «Quotidiano indipendente».Nei primi mesi il giornale fu compilato da Angiolillo, Répaci e da quattro colleghi: Gugliemo Serafini, Carlo Scaparro, Gaspare Gresti e Marcello Zeri.
La caduta del governo Bonomi, il 26 novembre di quell'anno, determinò una svolta alla linea politica. Accade che il reincarico di Bonomi fu approvato dalla monarchia invece che dal CLN. Angiolillo portò il giornale, da socialdemocratico, a posizioni moderate [5]. La rottura con Répaci fu inevitabile. Alla fine dell'anno il sodalizio si sciolse. Il co-fondatore venne liquidato con una buonuscita di 750.000 lire [6].
Renato Angiolillo continuò nelle vesti di editore unico e direttore allo stesso tempo [7].
Acquistò dagli Alleati i «Diari» di Galeazzo Ciano, gerarca del fascismo. Con la pubblicazione in esclusiva dei Diari lanciò il giornale.
Dopo pochi anni Il Tempo raggiunse la tiratura di 300.000 copie. La sede venne trasferita nello storico Palazzo Wedekind, in Piazza Colonna, dove il giornale risiede tuttora.
Lavoravano nel quotidiano romano all'inizio degli anni cinquanta: Vittorio Zincone, editorialista (che, dopo una parentesi di due anni al Resto del Carlino, tornò nel 1955 come vicedirettore), poi Guido Guidi, cronista giudiziario; Alberto Giubilo, allo sport, Igor Man agli esteri. Titolare della nota politica (detta in gergo "pastone") era Salvatore Aponte[8].
Altre firme de Il Tempo erano Alberto Giovannini e Alberto Consiglio, titolari di popolari rubriche: "Lettera della domenica" il primo; "Formicaio" e "Disco Rosso" il secondo. Anche Nantas Salvalaggio, all'epoca cronista, teneva una sua rubrica: "Un giorno in pretura". Redattore capo era il giovane Egidio Sterpa. Un altro giornalista arrivato dal Corriere era Italo Zingarelli, presto soprannominato il "figlio del vocabolario". Il primo degli inviati del quotidiano era Virgilio Lilli. Ma va ricordato anche Gianni Granzotto[9], corrispondente da Parigi.La parte culturale del giornale era diretta dal critico letterario Enrico Falqui. Tra i collaboratori vi erano nomi come Giuseppe Prezzolini e Curzio Malaparte, Giorgio Del Vecchio, Niccolò Rodolico, Gioacchino Volpe, Enrico Sacchetti, Giotto Dainelli, Mario Praz, Emilio Servadio. Il critico teatrale era Silvio D'Amico, il critico musicale era Guido Pannain mentre le recensioni cinematografiche erano affidate a Gian Luigi Rondi.
Negli anni ' 60 Il Tempo era il più venduto della capitale [10].
Il 16 agosto 1973 morì Renato Angiolillo. Come suo successore fu designato il direttore amministrativo del giornale Gianni Letta, in servizio al Tempo fin dal 1958.Letta guidò il quotidiano per 15 anni, fino a tutto il 1987[11].
Nel 1993 il Tempo era in buona salute: 120 giornalisti confezionavano un quotidiano che vendeva intorno alle 115 mila copie al giorno. Ma i rapporti con la proprietà erano pessimi.All'inizio di marzo si diffuse la voce che la proprietà aveva raccolto un dossier con il profilo professionale e privato su ciascun giornalista. Il 10 marzo i giornalisti entrarono in sciopero protestando contro la violazione dello Statuto dei lavoratori. L'agitazione si trascinò per ben 39 giorni, fino all'intervento risolutore della presidenza del Consiglio ad aprile inoltrato.
Il quotidiano faticò non poco a riprendersi dall'esperienza logorante e subì un calo di copie.
Nel 1996 Il Tempo ebbe un ripresa e toccò il picco massimo di vendite con 78.000 copie giornaliere.
Fino al 2007 il quotidiano era in formato lenzuolo (broadsheet) con doppio dorso: nel dorso interno era presente il fascicolo dedicato all'edizione locale.
Il 4 ottobre 2007, la proprietà ha deciso l'acquisto di una nuova rotativa, che ha permesso di stampare in un nuovo formato cartaceo, passando dal broadsheet al formato berlinese monodorso. È stata rinnovata la grafica del giornale ed è stata introdotta la stampa a colori su tutte le pagine.
Nello stesso anno è stato potenziato il sito web.
Variazioni dell'assetto proprietario [modifica]
Sin dalla fondazione, Il Tempo è stato di proprietà di Renato Angiolillo, che fu anche unico proprietario dell'editrice del quotidiano, la Società Editrice Romana (SER). Successivamente intercorsero le seguenti variazioni:
Nel 1957 la SER diviene una società per azioni.
Nel 1958 l'armatore genovese Ernesto Fassio diviene comproprietario della SER al 50%. Nel giro di qualche anno rivende le proprie azioni allo stesso Angiolillo.
Nel 1966 la proprietà del giornale passò all'industriale Attilio Monti.
Nel 1981, al momento dell'approvazione della nuova legge sull'editoria, la SER è controllata dal costruttore Carlo Pesenti, per poi assumere il controllo dell'intero pacchetto azionario.
Nel 1987 Pesenti cedette il 50% della SER alla Poligrafici Editoriale del Gruppo Monti.
Nel 1990 la Poligrafici rilevò il restante 50%. Il Gruppo Monti divenne per la seconda volta proprietario de Il Tempo.
Nel febbraio 1995, il Gruppo Monti cedette il quotidiano al costruttore romano Francesco Gaetano Caltagirone per 81 miliardi di lire [12].
Nel luglio 1996 il Gruppo Caltagirone ha ceduto la proprietà del giornale al costruttore Domenico Bonifaci per 70 miliardi di lire[13].
Direttori [modifica]
Renato Angiolillo (5 giugno 1944 - 16 agosto 1973)
Leonida Répaci (condirettore, giugno 1944 - febbraio 1945)
Scelti dal gruppo Monti
Gianni Letta (17 agosto 1973-17 aprile 1987)
Gaspare Barbiellini Amidei (18 aprile 1987 - 31 maggio 1989)
Franco Cangini (1º giugno 1989 - 20 marzo 1991)
Marcello Lambertini (21 marzo 1991 - 6 marzo 1993)
Giovanni Mottola (7 marzo 1993 - febbraio 1995)
Scelti dal gruppo Caltagirone
Giovanni Mottola (febbraio 1995 - novembre 1995)
Scelti dall'attuale proprietà
Giovanni Mottola (novembre 1995 - 15 settembre 1996)
"pro tempore" Gian Paolo Cresci (16 settembre - 21 ottobre 1996)
Maurizio Belpietro (22 ottobre 1996 - 19 marzo 1997)
Gian Paolo Cresci (20 marzo 1997 - 8 ottobre 1999)
Mauro Trizzino (9 ottobre 1999 - 2 maggio 2000)
Giuseppe Sanzotta [14] (3 maggio 2000 - 1º agosto 2001)
Mino Allione (2 agosto 2001 - 1º dicembre 2002)
Franco Bechis (2 dicembre 2002 - 31 gennaio 2006)
Gaetano Pedullà (1º febbraio 2006 - 11 maggio 2007
Giuseppe Sanzotta (12 maggio 2007 - 7 dicembre 2008)
Roberto Arditti (8 dicembre 2008 - 7 febbraio 2010)
Mario Sechi (8 febbraio 2010 - in carica)
Edizioni [modifica]
Il Tempo viene oggi distribuito sul territorio italiano con il dorso nazionale che contiene la cronaca di Roma. Nelle zone dove viene prodotta un'edizione locale, il giornale nazionale viene cellofanato ogni giorno anteponendovi un fascicolo con le cronache locali relative al territorio di riferimento. Le edizioni del Tempo sono:
Nazionale + cronaca di Roma
Lazio [15]
Abruzzo e Molise
Redazioni [modifica]
Roma sede Centrale
Avezzano
Teramo
L'Aquila
Pescara
Isernia
Per qualche periodo, a Salerno e provincia, il quotidiano è stato distribuito insieme al giornale locale Il salernitano diretto da Gigi Casciello. A partire dal 1º ottobre 2010, a Frosinone e provincia è distribuito insieme al quotidiano locale "La Provincia".
Note [modifica]
^ La testata fu registrata al tribunale di Roma il 18 novembre 1948
^ Lo stesso stabilimento in cui veniva stampato l'«Avanti!».
^ Da non confondere con il quotidiano della Diocesi di Milano L'Italia, era una storica testata fondata da Camillo Cavour nel 1859. Il quotidiano di Angiolillo ereditò il numero delle annate, LXXXVI.
^ Gli accordi prevedevano che in ogni città potesse uscire soltanto un quotidiano per ciascuno dei partiti del CLN (sei), più un quotidiano creato dal PWB alleato.
^ Paolo Murialdi, La stampa italiana del dopoguerra, Laterza, 1978.
^ Giampaolo Pansa, Comprati e venduti, Bompiani, 1977, pag. 111.
^ Tenne unite le cariche per quasi trent'anni, salvo un breve periodo nel quale fu presente come consocio l'armatore genovese Ernesto Fassio.
^ Aponte era stato il primo giornalista italiano che nel 1924, da inviato del Corriere della Sera, aveva comunicato la notizia che Stalin sarebbe stato il successore di Lenin.
^ Granzotto fece una brillante carriera alla Rai: prima inviato a New York e poi amministratore delegato dell'azienda.
^ Corriere della Sera, 10 marzo 1993.
^ Letta lasciò per assumere incarichi manageriali alla Fininvest di Milano.
^ «Passa ai Caltagirone Il Tempo di Roma», la Repubblica, 16 febbraio 1995
^ «Il Tempo cambia padrone: da Caltagirone a Bonifaci», Corriere della Sera, 21 luglio 1996.
^ Vicedirettore con funzioni di direttore responsabile.
^ Il 1º ottobre 2010 le redazioni di Latina e di Frosinone sono state chiuse. Al posto dell'edizione provinciale, fino al giorno prima allegata all'edizione nazionale del quotidiano, viene pubblicato un "Inserto Lazio", disponibile nelle edicole dell'intera regione, ad esclusione di quelle di Roma e provincia.
[espandi]
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Estratto da "http://it.wikipedia.org/wiki/Il_Tempo"
^ La testata fu registrata al tribunale di Roma il 18 novembre 1948
^ Lo stesso stabilimento in cui veniva stampato l'«Avanti!».
^ Da non confondere con il quotidiano della Diocesi di Milano L'Italia, era una storica testata fondata da Camillo Cavour nel 1859. Il quotidiano di Angiolillo ereditò il numero delle annate, LXXXVI.
^ Gli accordi prevedevano che in ogni città potesse uscire soltanto un quotidiano per ciascuno dei partiti del CLN (sei), più un quotidiano creato dal PWB alleato.
^ Paolo Murialdi, La stampa italiana del dopoguerra, Laterza, 1978.
^ Giampaolo Pansa, Comprati e venduti, Bompiani, 1977, pag. 111.
^ Tenne unite le cariche per quasi trent'anni, salvo un breve periodo nel quale fu presente come consocio l'armatore genovese Ernesto Fassio.
^ Aponte era stato il primo giornalista italiano che nel 1924, da inviato del Corriere della Sera, aveva comunicato la notizia che Stalin sarebbe stato il successore di Lenin.
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^ Corriere della Sera, 10 marzo 1993.
^ Letta lasciò per assumere incarichi manageriali alla Fininvest di Milano.
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^ «Il Tempo cambia padrone: da Caltagirone a Bonifaci», Corriere della Sera, 21 luglio 1996.
^ Vicedirettore con funzioni di direttore responsabile.
^ Il 1º ottobre 2010 le redazioni di Latina e di Frosinone sono state chiuse. Al posto dell'edizione provinciale, fino al giorno prima allegata all'edizione nazionale del quotidiano, viene pubblicato un "Inserto Lazio", disponibile nelle edicole dell'intera regione, ad esclusione di quelle di Roma e provincia.
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Estratto da "http://it.wikipedia.org/wiki/Il_Tempo"
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