Pietro Berti

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Anchorage

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sabato 22 gennaio 2011

Presto via i visti per Albania e Bosnia


I cittadini albanesi e bosniaci potrebbero essere più liberi di viaggiare nell'area Schengen a partire dall'autunno.
La Commissione europea ha ufficialmente proposto la liberalizzazione dei visti d'ingresso nell'Ue per i cittadini dell'Albania e della Bosnia-Erzegovina. L'annuncio è stato dato questa mattina dal commissario europeo agli Affari interni, Cecilia Malmstrom. “So quanto viaggiare senza visti sia importante per gli albanesi e i bosniaci, in particolare per i più giovani – ha affermato –. Raggiungere questo obiettivo è un passo fondamentale nel processo di integrazione europea dei Balcani occidentali, perché permette di facilitare i contatti tra tutti gli abitanti del continente e aumenta le opportunità di crescita economica”.La proposta di oggi della Commissione europea, ha sottolineato Malmstrom, “è il risultato del duro lavoro realizzato dalle autorità di Tirana e Sarajevo e siamo convinti che i due paesi balcanici saranno presto in grado di soddisfare tutti i rimanenti criteri comunitari”. Prima dell'abolizione dei visti, infatti, l'Albania e la Bosnia-Erzegovina devono entrambe compiere passi in avanti in tre settori chiave. In particolare, secondo l'esecutivo comunitario Tirana deve: “sviluppare una strategia politica che permetta il reinserimento dei cittadini albanesi rimpatriati”; “rafforzare la capacità delle forze dell'ordine di combattere la criminalità organizzata con l'attuazione di un quadro giuridico adeguato”; “realizzare le riforme in materia di confisca dei beni appartenenti al crimine organizzato”. Dal canto suo, Sarajevo deve: “armonizzare con il livello statale i codici penali delle entità regionali e del distretto di Brcko”; “attuare il piano di azione relativo allo scambio elettronico dei dati tra la polizia e gli organi dell'azione penale”; “assegnare le adeguate risorse umane e finanziarie alle forze dell'ordine per permettere un'effettiva lotta contro la criminalità organizzata”.La proposta della Commissione europea passerà ora all'esame del Consiglio e dal Parlamento europeo. Cecilia Malmstrom ha spiegato che il percorso sarà il più rapido possibile e che già la prossima settimana presenterà a Lussemburgo “la valutazione dell'esecutivo Ue ai Ventisette ministri degli Interni”. Tuttavia, il commissario svedese non si è voluto sbilanciare sui tempi necessari all'effettiva abolizione dei visti. “Si tratta – ha spiegato – dello stesso percorso decisionale già avvenuto per quanto riguarda la Serbia, il Montenegro e l'ex Repubblica jugoslava di Macedonia (Fyrom)”, che hanno raggiunto questo traguardo il 19 dicembre 2009. “E' un processo aperto, che non prevede scadenze, tutto dipenderà dalla velocità con cui Tirana e Sarajevo soddisfaranno gli ultimi tre requisiti tecnici”.In ogni caso la liberalizzazione dei visti non potrà avvenire prima dell'estate, dato che la prossima missione di monitoraggio dei tecnici dell'esecutivo comunitario è in programma in autunno. Il commissario agli Affari interni non si è voluto sbilanciare neanche sulla possibilità che l'obiettivo venga raggiunto prima delle elezioni generali in Bosnia-Erzegovina, previste per il prossimo ottobre: “Al momento non si può sapere, quello che posso dire è che il rapporto di monitoraggio della Commissione sarà pronto subito dopo l'estate. In seguito la procedura riguarderà gli Stati membri e il Parlamento europeo”.Infine, Cecilia Malmstrom ha ribadito che la liberalizzazione dei visti di ingresso nell'Ue porta con se sia diritti che doveri per i cittadini albanesi e bosniaci. “Abbiamo imparato dalle esperienze passate quanto sia importante che le autorità dei due paesi informino la popolazione sulle possibilità e i limiti del raggiungimento di questo obiettivo”. Il commissario svedese ha così fatto riferimento ai problemi riscontrati quando, lo scorso dicembre, furono aboliti i visti per la Serbia, il Montenegro e la Fyrom. Nei mesi successivi, infatti, in alcuni stati membri dell'Ue si registrò un aumento drastico delle domande di asilo politico di cittadini provenienti dai tre paesi balcanici. “E' fondamentale che questo non succeda più – ha concluso Malmstrom – e per questo le autorità albanesi e bosniache hanno già previsto, per esempio, delle campagne informative alla televisione”. L'esecutivo comunitario “continuerà a monitorare che i due governi rispettino le proprie responsabilità” e, anche se per il momento “non sono state ricevute richieste di finanziamenti, abbiamo i mezzi e la volontà, se necessario, di sostenere Tirana e Sarajevo”.
estratto da http://www.lastampa.it/_web/cmstp/tmplrubriche/giornalisti/grubrica.asp?ID_blog=197&ID_articolo=1507&ID_sezione=404&sezione

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