Pietro Berti

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VILLA BERTI - IMOLA VIA BEL POGGIO 13

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Anchorage

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lunedì 3 agosto 2009

Il mondo finirà nel 2012?

CULTURA La catastrofe

Il mondo finirà nel 2012?

ANTONIO AIMI
dal sito web http://www.lastampa.it/redazione/cmsSezioni/cultura/200908articoli/46064girata.asp
FOTO Film, libri e siti web
VIDEO 2012, guarda il trailer
21/12/2012: la fine del mondo?
Una scena tratta dal film 2012, in uscita a novembre
MULTIMEDIA
VIDEO2012, il trailer
FOTOGALLERY«2012» La fine del mondo nei film e nei libri
VIDEO«The Book of Eli»guarda il trailer

Che cosa si nasconde dietro la "profezia" maya che alimenta un crescendo di fantasie e business
ANTONIO AIMI*
Anche se un proverbio cinese ricorda che «quando il dito indica la luna, lo sciocco guarda il dito», nel caso del tormentone «2012 - la fine del mondo» (profezie apocalittiche, film, libri, siti Internet e chi più ne ha più ne metta) sarebbe bene guardare il dito. Anzi la persona che tiene il dito puntato verso il nulla. Ma capire le ragioni di queste mode new age va al di là delle possibilità di chi ha una certa familiarità col calendario maya, l’innocente motore immobile del circo che ci aspetta da qui alla data fatidica. In attesa di vedere come andrà a finire (ovviamente si accettano scommesse) può essere utile verificare che cosa sul 2012 hanno detto i diretti interessati. Innanzi tutto è importante osservare che si tratta sostanzialmente di una estrapolazione dal Conto Lungo, uno dei calendari maya. I Maya, in realtà, non fanno mai riferimento al 2012 né lo associano ad alcuna profezia. Ma andiamo con ordine e cerchiamo di capire che cos’è il Conto Lungo. Sorprendentemente, in tutta la Mesoamerica - l’area archeologico-culturale che va dalle aree semidesertiche del Messico centro-settentrionale alle foreste pluviali dell’Honduras e della penisola di Nicoya in Costa Rica - veniva utilizzato un sistema calendariale completamente diverso da quelli usati nel resto del mondo. Esso si basava sull’interazione di due cicli: l’anno solare di 365 giorni senza bisestile e il calendario rituale di 260 giorni, basato sui passaggi zenitali (260 + 105) del Sole a Izapa (a circa 14° 55’ di latitudine Nord). Combinandosi tra di loro questi due cicli formavano un periodo di 18980 (minimo comune multiplo di 260 e 365) giorni, vale a dire un periodo di 52 anni, che si potrebbe chiamare con una certa forzatura «secolo mesoamericano». Quando finiva il «secolo mesoamericano», il calendario ricominciava da capo con giorni che avevano lo stesso nome di 52 anni prima. È evidente, dunque, che questo sistema calendariale veicolava una concezione iperciclica del tempo.Le culture epiolmeche, tuttavia, e, alcuni secoli dopo, la cultura maya del Periodo Classico (300-900 d.C.), affiancarono al tradizionale calendario mesoamericano il Conto Lungo, un ciclo lunghissimo di 5125,36 anni che, pur rimanendo circolare, in realtà, per via della sua lunghezza, trasmetteva una concezione quasi lineare del tempo. All’interno del Conto Lungo una qualsiasi data veniva scritta con cinque numeri che da destra a sinistra indicavano: i giorni, gli uinal (mesi di 20 giorni), i tun (anni di 360 giorni), i katun (periodi di 20 tun) e i baktun (periodi di 20 katun). Ad esempio: 12.19.16.10.3 (corrisponde al 2 agosto 2009).Il Conto Lungo aveva cominciato a «girare» il 6 settembre 3114 a.C., quando segnava 0.0.0.0.0 (per ragioni che qui è complicato spiegare questa data veniva scritta 13.0.0.0.0, indicando il completamento del ciclo precedente) in un giorno 4 Ajaw del calendario rituale e 8 Kumku’ dell’anno solare. Il bello di questa data iniziale è che era una pura speculazione teorica, perché si riferiva a un periodo sul quale gli inventori del Conto Lungo non avevano nessun dato, dal momento che nel 3114 a.C. le popolazioni epiolmeche e maya ancora non esistevano. Le prime stele col Conto Lungo compaiono oltre tremila anni dopo la data iniziale (la più antica, la Stele 2 di Chiapa de Corzo, è del 36 a.C.). Non si sa perché fu inventato questo nuovo calendario, né quale funzione avesse al suo esordio. È abbastanza chiaro, tuttavia, che durante il Periodo Classico, quando i monumenti e le stele col Conto Lungo costellavano i centri cerimoniali delle città maya, la data iniziale si riferiva alla creazione del mondo, probabilmente alla quarta creazione, quella degli uomini di mais. Inutile dire che i testi associati al Conto Lungo non contenevano fosche profezie sul futuro, ma guardavano, per così dire, al passato, perché celebravano le imprese e i lignaggi dei re maya collocandoli in un piano temporale che rinviava agli eventi del tempo mitico della creazione.Per molto tempo alla data finale del Conto Lungo non si è prestata molta importanza, ma le cose hanno cominciato a cambiare quando si è scoperto il modo corretto di trovare le correlazione tra il Conto Lungo e il nostro calendario e si è osservato che il Conto Lungo terminerà il 21 dicembre 2012. Questa data, fino all’esplosione della passione per il 2012, è stata considerata dai mayanisti una semplice curiosità, perché nei loro testi i Maya del Periodo Classico non la citano quasi mai e non le attribuiscono un particolare valore apocalittico o epocale. L’unica eccezione è il Monumento 6 di Tortuguero, un piccolo sito agli estremi confini occidentali dell’Area maya, che presenta un testo molto eroso e per questo di difficile lettura, ma che in ogni caso non sembra avere alcun carattere profetico.La ragione che spingeva i Maya, in genere abbastanza attenti ai momenti liminari del calendario, a non dare molta importanza alla fine del Conto Lungo, a parte il fatto banale che non aveva molto senso pensare a un evento così lontano nel tempo, è molto semplice. La data della fine del Conto Lungo, il 13.0.0.0.0, non replica le condizioni del giorno della creazione, perché cade in un giorno 4 Ajaw del calendario rituale e 3 K’ank’in dell’anno solare. Il discorso, ovviamente, sarebbe stato ben diverso se, invece, avesse ripresentato le date 4 Ajaw 8 Kumku’, il che avrebbe spinto i Maya a considerare il 21 dicembre 2012 un giorno favorevole a una nuova creazione. Quindi gli apocalittici devono rassegnarsi, la scadenza che ci attende tra qualche anno non vedrà la fine del mondo e nemmeno, purtroppo, una nuova creazione. Considerando i tempi che corrono, è certo che gli dèi maya potrebbero avere più di un motivo per volere una nuova umanità.
* Antonio Aimi è uno dei maggiori studiosi di arte e civiltà precolombiane

1 commento:

  1. ho molto apprezzato la tua scelta di evidenziare questo articolo e di portarlo all'attenzione del pubblico anche in considerazione della prossima uscita al cinema del film "2012".
    Io vorrei aggiungere il mio pensiero alla dottissima relazione dello studioso riportato. e cioè, se i Maya avessero effettivamente avuto tali doti profetiche, considerato che purtroppo sono stati sterminati secoli fa, essi avrebbero innanzitutto profetizzato la loro fine prima ancora della fine del mondo. e in secondo luogo, che senso avrebbe avuto calcolare un tempo così lontano dopo la loro stessa fine?
    molto più semplicemente, credo che loro stessi non si siano spinti oltre al 2012 ben consapevoli del tempo che avrebbero avuto per calcolare altro tempo o addirittura di modificarne i criteri di calcolo stante il sistema di calcolo che usavano. d'altra parte si sono spinti essi stessi ben oltre la loro stessa durata...
    mi piacerebbe conoscere il tuo pensiero sull'argomento. saluti, Giacomo M. Torino

    RispondiElimina

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